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Corso pratico sull’utilizzo dell’ICF e ICF-CY - 13/14 aprile 2013 - Matera
Titolo del corso: Corso pratico sull’utilizzo dell’ICF e ICF-CY
Data Inizio: 13 04 2013
Altre Date:
- 13 Aprile, h 14:30/19:30
- 14 Aprile, h 8:30/19:00
Tipologia Formativa: Corso Residenziale
Sede dell' Evento: POLICORO (MT), presso HERACLEA HOTEL, via lido
Obiettivi:
- Acquisizione competenze tecnico-professionali: MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE E CLASSIFICAZIONE ICF E ICF-CY
- Acquisizione competenze di processo: UTILIZZO DI UNO STRUMENTO DESCRITTIVO UNICO E TRASVERSALE
- Acquisizione competenze di sistema: CONDIVISIONE E COMUNICAZIONE INTER-PROFESSIONALE
Programma: Il modello bio-psico-sociale è una strategia di approccio alla persona (Engel 1977), basato sulla concezione multidimensionale della salute descritta nel 1947 dal WHO (World Health Organization).
Il modello pone l’individuo, con un determinata patologia, al centro di un ampio sistema influenzato da molteplici variabili. Da questo modello di riferimento emerge l’esigenza di affrontare la patologia non solo da un punto di vista medico di funzioni e organi, ma risulta necessario rivolgere l’attenzione agli aspetti psicologici, sociali e familiari dell’individuo, fra loro connessi e in grado di influenzare l’evoluzione della malattia.
Il WHO nel definire il concetto di salute fa riferimento alle componenti fisiche (funzioni, organi strutture), mentali (stato intellettivo e psicologico), sociali (vita domestica, lavorativa, economica, familiare, civile) per identificare in esse le variabili collegate alle condizioni soggettive e oggettive di benessere.
Tuttavia nella pratica clinica e diagnostica i vari professionisti, pur riconoscendo il valore dell’ approccio bio-psico-sociale, tendono a focalizzare l’attenzione prevalentemente sull’aspetto che più attiene al proprio background culturale e professionale (Becchi et al. 2009). D’altro canto le numerose competenze richieste per un approccio globale non possono essere concentrate in un solo professionista. Di conseguenza l’unica strategia per realizzare l’approccio bio-psico-sociale è quella che prevede attività di equipe multi-professionali interagenti al proprio interno e con il paziente. Ed è questa la strategia suggerita da WHO che propone uno strumento validato, standardizzato e trasversale alle varie professioni come assessment dei bisogni multidimensionali di un individuo.
L’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF) racchiude tutti gli aspetti della salute umana, rapportandoli a 4 componenti: funzioni e strutture corporee, attività e partecipazione, fattori ambientali e fattori personali. Ciascuna delle 4 componenti può essere espressa in termini sia positivi che negativi. Gli aspetti negativi sono i bisogni di salute ovvero i problemi di funzioni (es. demenza, dispnea, etc.) e strutture (es. mancanza di un arto, problematiche gastrointestinali, etc.), le limitazioni di attività (es. non autonomia nella cura della persona, difetti di comunicazione, ecc.) e di partecipazione (es. restrizioni a partecipare ad attività sociali), le barriere ambientali (es. scale per un disabile motorio) e le barriere personali (es. carattere oppositivo o antisociale). Gli aspetti positivi sono il funzionamento ovvero la capacità di effettuare un’attività anche supportata (es. guidare una carrozzina elettrica), di partecipare a una situazione di vita quotidiana nonostante menomazioni (es. partecipare ad attività sociali in condizioni di sordità grazie a protesi acustica), nonché la presenza di facilitatori ambientali (es. carrozzina).
L’ICF prevede inoltre la codifica di gravità dei bisogni secondo un sistema omogeneo e trasversale alle varie professioni. Le 4 componenti dell’ICF sono quantificate in livelli diversi di gravità usando una stessa scala da 0 a 4 (0 = nessun problema; 1 = problema lieve; 2 = problema medio; 3 = problema grave; 4 = problema completo), prevedendo anche le voci “non specificato” e “non applicabile”.
La codifica della gravità secondo la scala unica ICF richiede procedure di valutazione comparata da sviluppare attraverso la ricerca. Tuttavia, per usi strettamente clinici è proponibile la trasposizione nella scala ICF delle tradizionali misure cliniche riferite a scale ordinali (dati di laboratorio, test funzionali, referti strumentali, ecc.) o a criteri descrittivi (referti specialistici, referti sociali). Ciò consente ai diversi professionisti di mantenere i propri sistemi di valutazione e misurazione e, allo stesso tempo, di adottare uno strumento descrittivo unico e trasversale alle varie professioni.
Nel 2007 è stata sviluppata anche una versione dell’ICF per bambini e adolescenti (ICF- CY, children and youth) per rendere lo strumento specifico per una certa fascia d’età che comprende dei bisogni e delle esigenze specifiche, differenti da quelle dell’età adulta.
L’ICF negli ultimi dieci anni è stato applicato anche come strumento per valutare quanto un test clinico e valutativo può risultare rappresentativo delle informazione circa la patologia a cui è indirizzato, ribadendo l’importanza dell’approccio bio-psico-sociale ad ogni tipo di assessment dei bisogni e delle funzionalità di un soggetto con una determinata patologia (Fava et al. 2009).
Prenotazione / Iscrizione: 02 04 2013
Quota in €: 130
Quota agevolata per chi effettua l’iscrizione entro una certa data: Per i soci Laborform € 120,00
Crediti ECM: SI
Destinatari: Medici - Psicologi e Psicoterapeuti - Terapisti della neuro e psicomotricità età evolutiva - Logopedisti -
Fisioterapisti - Terapisti occupazionali - Educatori e Tecnici della riabilitazione psichiatrica
Relatori: Dott. Leonardo Fava - Psicologo-Psicoterapeuta-Ricercatore - Responsabile del trattamento e dei rapporti con le famiglie del “Centro di diagnosi precoce e di trattamento dell’Autismo: Una breccia nel muro” -ROMA
N° ore: 15
N° di partecipanti: 50
Segreteria organizzativa: LABORFORM Via Ernesto Monaci 21, 00161 ROMA - Tel 333.8194364 - Fax: 06-44238784 - E-mail:
Altre info: Crediti ECM 15