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CONCLUSIONI - Strategie visive per potenziare le abilità prassiche nei bambini con Disturbo dello Spettro Autistico in età prescolare

“La vita è imperfetta, ma ha una sua forza”. Aveva ragione. La biologia ha una sua forza e fa crescere anche i figli affetti da autismo. C’è chi dice che vivere con un figlio autistico significa sottostare ad una specie di tirannia. Mi viene da ridere al pensiero di cosa accadrebbe al mondo se cadesse sotto il controllo di Andrea.

Dal libro: Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas

In conclusione, è possibile affermare che le difficoltà motorie presenti nei bambini con Disturbo dello spettro autistico in età prescolare, riportate in letteratura, possono rappresentare un punto di partenza nella pianificazione di un percorso di trattamento. Inoltre, poiché i disturbi motori sembrano avere un esordio precoce, antecedente il difetto socio-comunicativo, questo permetterebbe di intervenire sul bambino precocemente, favorendo in lui l’evolversi di abilità adattive e la possibilità di raggiungere l’autonomia nelle attività di vita quotidiana.

Nella pianificazione di un percorso di trattamento, è importante tener conto di quanto la letteratura afferma circa il funzionamento di questi soggetti, i quali vengono definiti “pensatori visivi”, per la loro spiccata abilità nell’elaborare meglio gli stimoli visivi che sopraggiungono, rispetto a quelli verbali. Pertanto, appare rilevante l’inserimento all’interno delle attività proposte al bambino autistico, di strumenti visivi che supportino il bambino e lo aiutino a comprendere meglio che cosa deve fare, soprattutto se si tratta di compiti prassici nei quali il bambino presenta difficoltà. Tali strumenti facilitano il bambino in tutto il processo esecutivo, rendendo l’attività a lui più accessibile e in linea con il suo funzionamento, diverso rispetto a quello di un bambino normotipico.

In quest’ottica sono state realizzate le proposte operative, inserite all’interno della tesi. Tali proposte presentano un punto di forza, che è quello di essere state progettate e realizzate partendo proprio dalle informazioni presenti in letteratura circa le caratteristiche di questi bambini e la loro modalità di funzionamento. Per tale motivo sono stati realizzati degli strumenti visivi, prendendo come spunto le tessere PECS, già utilizzate per favorire la comunicazione nei soggetti autistici. Tali strumenti riproducono le diverse fasi di cui è composto un compito prassico, utilizzando una tecnica denominata Task Analysis, ampiamente utilizzata nell’autismo per l’insegnamento di compiti complessi.

Il punto di debolezza di tali proposte risiede nel fatto che queste non siano state testate su un campione di bambini con disturbo dello spettro autistico in età prescolare al fine di valutarne la loro reale efficacia ed introdurne le eventuali modificazioni, sulla base del feedback dei bambini. Ci si è basati esclusivamente su informazioni teoriche presenti in letteratura.

Al tempo stesso, però, l’importante quantità di materiale presente in letteratura, riguardante le strategie visive utilizzate nel campo dell’autismo e le caratteristiche di tali soggetti, ha permesso la realizzazione di strumenti che nel complesso risultano essere adeguati in relazione alle peculiarità e alle necessità dei soggetti in questione.

In conformità a quanto detto fino a questo momento, si ritiene utile in futuro, procedere con una sperimentazione di tali proposte avanzate, su un campione di bambini con disturbo dello spettro autistico in età prescolare, al fine di valutarne l’efficacia e di introdurre le opportune modificazioni in relazione anche alle caratteristiche ed al grado di funzionamento dei diversi soggetti.

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