INTRODUZIONE - Strategie visive per potenziare le abilità prassiche nei bambini con Disturbo dello Spettro Autistico in età prescolare
ABSTRACT IN ITALIANO
Il Disturbo dello Spettro dell’Autismo è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale e dalla presenza di comportamenti, attività e interessi ripetitivi e stereotipati (American Psychiatric Association, 2014). Una crescente letteratura riporta, però, che tali bambini presentano anche difetti di sviluppo o di funzionamento motorio che comparirebbero precocemente e precederebbero l’esordio clinico del difetto socio-comunicativo. Le anomalie motorie presenti nell’autismo sono state riconosciute come sintomi capaci di interferire sia con lo sviluppo delle abilità adattive sia sulla possibilità del bambino di raggiungere l’indipendenza nelle attività di vita quotidiana. Esse, inoltre, possono anche determinare effetti secondari sul funzionamento sociale interferendo con la capacità di questi bambini di partecipare alle attività con i propri coetanei, caratteristiche per l’età. Secondo alcuni studi, in Europa e nel Mondo, si è assistito a un importante incremento del numero di soggetti autistici che presentano difficoltà motorie a carico in particolar modo degli arti superiori, le quali influenzano negativamente la possibilità del bambino di eseguire compiti prassici anche semplici. Tutto questo porta alla necessità di pianificare ed organizzare interventi riabilitativi specifici focalizzati sugli aspetti motori e sul potenziamento delle abilità prassiche del bambino, migliorando, quindi, la sua qualità di vita.
Un’altra caratteristica molto importante e propria dei soggetti con tale disturbo è quella di essere dei “pensatori visivi”. Numerosi studi, infatti, hanno fornito molteplici dimostrazioni sul fatto che i bambini con Disturbo dello Spettro Autistico comprendano meglio quello che vedono rispetto a quello che sentono poiché presentano maggiori difficoltà ad elaborare in modo efficace un’ informazione uditiva, rispetto ad una visiva. Tali constatazioni sono state confermate anche da persone autistiche, come Temple Grandin o Donna Williams, che nei loro scritti hanno dato origine ad un’ analisi significativa circa le proprie modalità percettive e discriminative ed hanno sottolineato come la comunicazione visiva, per loro, rappresenti un elemento di grande facilitazione. Per tale motivo, in questo momento, sono molti gli strumenti visivi che vengono utilizzati con i bambini autistici al fine di lavorare su diversi obiettivi: insegnare a gestire l’imprevisto, sviluppare gli altri aspetti sensoriali, non far insorgere comportamenti ripetitivi, promuovere l’integrazione nel gruppo sociale, lavorare sull’apprendimento di prassie o cercare di ottenere una generalizzazione completa.
Spesso l’uso di tali strumenti si associa all’applicazione di una tecnica denominata Task Analysis ovvero analisi del compito, la quale consiste nella frammentazione di un compito, un’azione o una situazione complessa nelle unità elementari che li costituiscono, in modo da aiutare il bambino nell’affrontare la situazione in modo più semplice. Da tutte le conoscenze presenti in letteratura, sulle difficoltà nell’esecuzione di compiti prassici nei bambini con autismo e sulla loro spiccata capacità di elaborare stimoli visivi, si sviluppa l’obiettivo primario di questa tesi. Esso consiste nell’analisi di alcune strategie visive, ad oggi impiegate, al fine di poter elaborare delle proposte operative da utilizzare nel corso della pratica riabilitativa, con lo scopo di facilitare i bambini con autismo nell’esecuzione del compito, utilizzando strumenti che concordino con le loro caratteristiche di funzionamento.
ABSTRACT INGLESE
Autism Spectrum Disorder is a neurodevelopmental disorder characterized by persistent deficits in social communication and interaction and by repetitive and stereotypical behaviors, activities and interests (American Psychiatric Association, 2014). However, growing studies maintain any developmental or motor function defects appear early in those children and they often precede the clinical onset of the socio-communicative defect. Motor abnormalities present in autism could interfere both with the development of adaptive abilities and with the child's ability to achieve independence in daily activities. They can also have secondary consequences on social functioning by interfering with children's ability to participate in activities with their peers, which are characteristic for their age. According to some studies, in Europe and around the world the number of autistic individuals with motor difficulties, especially in the upper limbs, has increased. These motor difficulties adversely affect the child's ability to perform even simple practical tasks. Therefore, it’s needed to plan and organize specific rehabilitative interventions focused on the motor aspects and the strengthening of the child's praxic abilities. In this way, the child’s life quality is gonna improve.
Another very important characteristic of children with this disorder is that of being "visual thinkers". Numerous studies have provided many demonstrations that children with Autistic Spectrum Disorder understand better what they see than what they hear. This happens because they have more difficulty in processing auditory information than visual ones. These findings have also been confirmed by autistic people, such as Temple Grandin or Donna Williams. In their writings they have given rise to a significant analysis of their perceptual and discriminatory modes and they have stressed that visual communication represents an element of great facilitation. For this reason, nowadays, there are many visual tools used with autistic children in order to work on different objectives: teaching them how to manage the unexpected, developing other sensory aspects, not to raise repetitive behaviours, promoting integration in the social group, working on learning practices or trying to achieve a complete generalization. The use of these tools is often associated with the application of a technique called Task Analysis, which consists in the fragmentation of a task, an action or a complex situation in the elementary units that make them up, in order to help the child to deal with the situation in a simpler way. This thesis was developed taking into account the knowledge present in the literature on the difficulty of carrying out practical tasks in children with autism and their ability to develop visual stimuli. The primary goal of my thesis is to analyse some visual strategies to develop operational proposals to be used during the rehabilitation practice, with the aim of facilitating children with autism in the execution of the task by using tools that agree with the characteristics of operation of those children.
INTRODUZIONE
Il Disturbo dello Spettro dell’Autismo è classificato come un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale e dalla presenza di comportamenti, attività e interessi ripetitivi e stereotipati. A questi sintomi, numerosi studi associano anche la presenza di difetti di sviluppo o di funzionamento motorio che comparirebbero precocemente e precederebbero addirittura l’esordio clinico del difetto socio-comunicativo. In particolare le anomalie motorie presenti nell’autismo sono state riconosciute come sintomi capaci di interferire sia con lo sviluppo delle abilità adattive sia sulla possibilità del bambino di raggiungere l’indipendenza nelle attività di vita quotidiana. Esse, inoltre, possono anche determinare effetti secondari sul funzionamento sociale interferendo con la capacità dei bambini di partecipare alle attività con i propri coetanei, caratteristiche per l’età. Un’altra caratteristica, molto importante, che viene riportata circa i soggetti con Disturbo dello spettro Autistico è quella di essere dei “pensatori visivi”, ovvero di essere in grado di elaborare le informazioni visive che sopraggiungono, in modo migliore rispetto a quelle verbali. Questo permette di comprendere a fondo quello che è il funzionamento di un soggetto autistico al fine di elaborare delle proposte o degli interventi, che siano individualizzati ed in linea con le esigenze e il funzionamento di quel soggetto stesso. L’interesse per l’argomento della presente tesi è nato nel corso del tirocinio eseguito durante il mio percorso universitario, presso strutture territoriali che si occupano principalmente della presa in carico di pazienti con Disturbo dello Spettro Autistico. Ho avuto, quindi, la possibilità di osservar in maniera più approfondita le caratteristiche di questi soggetti, descritte in letteratura e di analizzare le loro differenti risposte in relazione alla tipologia di trattamento o anche semplice attività che gli era proposta. Tutto questo mi ha portato a confermare la presenza di una reale correlazione tra il Disturbo dello Spettro Autistico e disturbi motori, che si osservano in particolar modo a livello degli arti superiori. In aggiunta, ho constatato che con la maggior parte di questi bambini si ottengono migliori risultati quando l’attività proposta prevede la presenza di uno strumento visivo che supporti o addirittura , in alcuni casi, sostituisca la consegna verbale dell’operatore. Il miglioramento della performance del bambino è una conseguenza della facilitazione che gli si fornisce con l’introduzione di un supporto visivo, rendendo l’attività a lui più accessibile e in linea con il suo funzionamento.
Da qui è nato l’obiettivo della tesi ovvero l’analisi di alcune strategie visive, ad oggi utilizzate e presenti in letteratura, al fine di poter elaborare delle proposte operative da utilizzare nel corso della pratica riabilitativa, con lo scopo di facilitare i bambini con autismo nell’esecuzione di compiti prassici, utilizzando strumenti, per l’appunto visivi, che concordino con le caratteristiche di funzionamento di questi soggetti.
Nella dissertazione della tesi è presentato l’intero percorso che è stato svolto al fine di giungere alla progettazione e realizzazione di proposte operative concordi con le informazioni presenti in letteratura.
L’elaborato è strutturato in sette capitoli:
- Nel primo capitolo viene proposto un background teorico sul Disturbo dello Spettro Autistico con riferimento alla sua storia, alla sua definizione e caratteristiche cliniche prevalenti, ai criteri diagnostici, alla diagnosi differenziale e comorbidità, all’etiopatogenesi, all’epidemiologia e alla prognosi.
- Nel secondo capitolo viene presentata la metodologia utilizzata per effettuare la ricerca bibliografica sulle principali banche dati biomediche (PUBMED, CINAHL), attraverso il quesito di ricerca impostato, al fine di ottenere materiale scientifico riguardante la correlazione tra il Disturbo dello Spettro Autistico e i disturbi motori e l’utilizzo di strategie visive nei soggetti autistici in età prescolare.
- Il terzo capitolo rappresenta la parte centrale della tesi, insieme al capitolo successivo, poiché tratta dell’Organizzazione Neuropsicomotoria nel Disturbo dello Spettro Autistico. In particolare si trattano le atipie motorie presenti nei bambini con disturbo dello spettro autistico, la motricità nei bambini autistici in età prescolare, il controllo predittivo, la pianificazione motoria e le ipotesi neurobiologiche alla base di questi disturbi motori presenti nei soggetti autistici.
- Il quarto capitolo tratta, invece, della percezione e del “pensiero visivo” nei bambini con autismo, con particolare riferimento alla percezione sensoriale, alle esperienze sensoriali nei soggetti autistici, all’organizzazione del cervello autistico e al pensiero visivo.
- Nel quinto capitolo vengono descritte le strategie visive utilizzate in ambito abilitativo ed educativo con particolare riferimento al sistema della Task Analysis e del concatenamento, al metodo PECS, al Video Modeling e alle Storie Sociali.
- Il sesto capitolo è stato dedicato alle proposte pratiche che sono state realizzate al fine di potenziare le abilità prassiche nei soggetti con disturbo dello spettro autistico in età prescolare. Le prassie proposte sono state estrapolate dal Protocollo Psicomotorio (Siravegna et al.), con riferimento alla fascia d’età 3-6 anni, cui è stata aggiunta un’attività di gioco simbolico, molto utilizzato durante il trattamento di bambini con autismo. Le proposte inserite sono: “avvitare/svitare”, “aprire/chiudere”, “infilare/estrarre”, “incollare”, “ritagliare”, “travasare con cucchiaio”, “lanciare palla nel cerchio”, “fare treno/torre/ponte”, “Dare da mangiare alla bambola” e “Produzione grafica strutturata”.
- Infine, nel settimo capitolo sono state esplicate le conclusioni a cui si è giunti al termine del progetto tesi.