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ABSTRACT - INTRODUZIONE - Il lungo viaggio di Covid: un progetto Neuro e Psicomotorio per promuovere fattori di protezione delle funzioni adattive e resilienti

ABSTRACT – INTRODUZIONE - Il lungo viaggio di Covid: un progetto Neuro e Psicomotorio per promuovere fattori di protezione delle funzioni adattive e resilienti

INTRODUZIONE

Lo sviluppo neuroevolutivo è un continuo e complesso processo di crescita la cui variabilità, nei tempi e nei modi di realizzazione, dipende dall’intreccio tra le singole funzioni emergenti, il patrimonio genetico e le influenze ambientali (Costantino & Camuffo, 2009). Relazioni ed elaborazioni cognitive fra stimoli, persone e risposte permettono al bambino la realizzazione completa delle sue potenzialità, anche in termini di adattamento nei confronti agli eventi stressanti o alle situazioni problematiche (Masten & Motti-Stefanidi, 2020), ma possono anche determinare fattori di rischio per il suo sviluppo neuroevolutivo (Costantino & Camuffo, 2009).

Tutto ciò si è reso particolarmente evidente durante la pandemia da Covid-19, nella fase di prima emergenza e anche in questa di ri-adattamento, che ha avuto un impatto negativo sul benessere psicofisico dei bambini, soprattutto a causa dei cambiamenti in tutti quei contesti di vita che normalmente favoriscono la resilienza agli eventi avversi e destabilizzanti (Istituto Superiore Sanità, 2020).


Lo sviluppo neuroevolutivo è un complesso e continuo intreccio tra sviluppo sensoriale, motorio, cognitivo, relazionale, emotivo e sociale (Tamburlini, et al., 2012).

La sua variabilità, nei tempi e nei modi di realizzazione, dipende dal dinamico intreccio tra le singole funzioni emergenti, il patrimonio genetico e le influenze ambientali (Costantino & Camuffo, 2009).

Fin dai primi giorni di vita, infatti, il bambino, nel e grazie all’interazione con l’ambiente che lo circonda, si manifesta come un essere socialmente competente, “in grado di stabilire precocemente relazioni, negoziazioni ed elaborazioni cognitive”, che gli permettono di diventare sempre più adattivo e resiliente, in termini di realizzazione completa delle sue potenzialità (Colombo, 2010).

Per le stesse ragioni, anche la maggior parte dei disturbi neuropsichici è il prodotto di una complessa e multifattoriale intersezione tra le componenti genetiche, neurobiologiche e ambientali, dove ognuna può agire da fattore di rischio o protettivo e dove la presenza di una criticità in un’area dello sviluppo, se non viene individuata e considerata in ottica evolutiva, può determinare conseguenze negative a cascata sulle altre aree funzionali e sulle epoche successive (Costantino & Camuffo, 2009).

Nell’ultimo periodo, lo scenario emergenziale della pandemia da Covid-19, che ha coinvolto l’intera popolazione mondiale, ha rappresentato un evento con un impatto negativo significativo sul benessere psicofisico di bambini e adolescenti, che hanno sperimentato cambiamenti sostanziali nei diversi contesti di vita, nelle routine quotidiane e nelle reti relazionali, educative e sociali che normalmente favoriscono la promozione della salute e la resilienza agli eventi traumatici (Istituto Superiore Sanità, 2020).

Per far fronte alle difficoltà di questo periodo e, in generale, ai piccoli o grandi ostacoli che possono caratterizzare la crescita del bambino, risulta essenziale l’intervento neuro e psicomotorio applicato, sia in ambito di prevenzione primaria rivolta a tutta la popolazione dell’età evolutiva per “ridurre, controllare o eliminare le cause di malattia”, sia in quello di prevenzione secondaria rivolto ai bambini a rischio e finalizzato a “mettere in atto misure per l’identificazione precoce di un rischio di malattia o di un disagio e nell’immediato intervento terapeutico, per allentarne il decorso” (Formenti, 2006).

La sua applicazione, infatti, può rivelarsi come elettiva, sia in situazioni di normalità, che in presenza di fattori di rischio, per sostenere lo sviluppo neuroevolutivo globale, così come quello di funzioni adattive specifiche; ciò è dovuto alle sue caratteristiche distintive e alle sue modalità di realizzazione degli interventi che si avvalgono del gioco e della narrazione condivisa, strumenti indispensabili per attivare la zona di sviluppo prossimale e per garantire la continuità delle relazioni negli ambienti di vita (Aitne; Anupi, 2012).

In questo elaborato verrà illustrato un progetto sperimentale realizzato durante la pandemia da Covid-19, proposto per contribuire alla ricerca e allo studio dello sviluppo emotivo-relazionale dei bambini e del ruolo del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (Tnpee), quale facilitatore dei contesti di vita per lo sviluppo dei fattori adattivi e resilienti.

Tale studio si configura come esempio di buona prassi per l’intervento neuro e psicomotorio nell’ambito della prevenzione primaria e secondaria.

Nei primi capitoli si parla, innanzitutto, dell’importanza che il contesto ambientale assume nello sviluppo neuroevolutivo di ogni bambino, influenzandolo in modo più o meno significativo (Guy-Evans, 2020). Gli aventi avversi che modificano tale contesto, di conseguenza, risultano potenziali fattori di rischio, come nel caso della pandemia da Covid-19 che, avendo stravolto le routine e le certezze dei bambini, ha compromesso il loro benessere e sviluppo psicologico, psichico e relazionale (Jiao, et al., 2020). A fronte di tali destabilizzazioni, è fondamentale un adattamento positivo del piccolo, nonché la messa in gioco delle sue capacità resilienti (Camuffo & Costantino, 2010) e per fare ciò è indispensabile il sostegno dei loro caregiver, quali genitori e insegnanti che, supportando il loro bambino nei diversi contesti di vita, diventano per lui fattori protettivi.

Un’ulteriore figura che si pone come risorsa in tal senso è quella del Tnpee che può intervenire applicando un percorso neuro e psicomotorio preventivo, attraverso il quale individua i fattori di rischio per il benessere del bambino, potenziando le sue capacità risolutive e resilienti necessarie per affrontare tali fattori, specialmente se particolarmente traumatici come quelli strettamente legati alla pandemia.

Nella parte sperimentale, pertanto, si illustra un progetto neuro e psicomotorio di tipo preventivo applicato su un campione di bambini in età scolare che, avvalendosi degli strumenti narrativi e simbolici, è finalizzato ad analizzare il comportamento emotivo e resiliente dei bambini a fronte delle difficoltà vissute durante la pandemia da Covid-19, potenziandolo in termini di capacità di problem solving adattivo.

OBIETTIVI

Viene illustrato un progetto sperimentale realizzato durante la seconda fase pandemica, proposto per analizzare lo sviluppo emotivo-relazionale dei bambini e il ruolo del Terapista della Neuro e Psicomotricità (Tnpee), quale facilitatore dei contesti di vita per lo sviluppo di fattori resilienti.

MATERIALI E METODI

È stato condotto uno studio osservazionale longitudinale (maggio- giugno 2021) in un gruppo di bambini a sviluppo tipico tra i 6 e gli 8 anni (n=79), che hanno partecipato a un percorso neuro e psicomotorio (prevenzione primaria), svolto nel contesto scolastico, supportati dagli insegnanti. Un bambino di seconda elementare, individuato come soggetto a rischio, invece, ha svolto un percorso di sostegno individuale (prevenzione secondaria), nel setting domestico, con i genitori.

Il progetto si è avvalso dello strumento narrativo e simbolico per sostenere il funzionamento adattivo e resiliente di tutti i bambini coinvolti e, nello specifico, è stata proposta la lettura della fiaba “Il lungo viaggio di Covid” (Benincasa, et al., 2020), seguito da momenti di rielaborazione dell’esperienza, attraverso la rappresentazione grafica e verbale. Per l’analisi e la raccolta dei dati è stato realizzato, a partire dall’analisi della letteratura sui fattori resilienti, un modello di problem solving adattivo, utile a descrivere i comportamenti dei bambini, in termini di capacità risolutive e resilienza.

RISULTATI

Attraverso il modello di problem solving realizzato, sono stati analizzati i dati ottenuti dalla sperimentazione, esaminando la correlazione tra risposte emotive e funzionamento adattivo dei bambini coinvolti, a fronte di un evento stressante.

Sono state approfondite le strategie di problem solving attuate, a partire dall’identificazione del problema fino alla sua risoluzione, identificate come fattori di rischio o di protezione del funzionamento resiliente dei bambini, con l’obiettivo di tradurle in indicazioni pratiche e direttamente spendibili nel contesto per lo scaffolding dello sviluppo emotivo-relazionale da parte dei caregiver (insegnanti e genitori).

I dati raccolti hanno evidenziato che il 65% dei bambini del campione ha mostrato un comportamento resiliente, esprimendo buone capacità risolutive e di rielaborazione cognitiva. Il restante 35%, invece, ha manifestato indici di sofferenza emotiva e abilità di problem solving immature, limitate alla fase di elaborazione del problema, che possono configurarsi come fattori di rischio per la loro resilienza, richiedendo interventi di sostegno attivo e di ascolto individuale. Gli stessi fattori di rischio e una generale immaturità del funzionamento adattivo sono stati riscontrati anche nel bambino a rischio evolutivo, che è risultato essere emotivamente coinvolto e destabilizzato dal problema emergente.

Si è verificata, inoltre, una correlazione tra l’età anagrafica e la fatica emotiva, che appare maggiore nei bambini più grandi (seconda e terza elementare). Su questi bambini la pandemia potrebbe avere avuto un impatto più significativo sullo sviluppo della resilienza in termini di fattori di rischio, perché ha direttamente impattato la creazione degli schemi adattivi e resilienti che, in questo specifico momento evolutivo della costruzione del sé, prendono forma dentro e insieme al gruppo dei pari che durante la pandemia non ha potuto realizzarsi (Basile, 2012).

CONCLUSIONI

Il percorso neuro e psicomotorio, avvalendosi dello strumento narrativo della fiaba che evidenzia frustrazioni ma al contempo offre soluzioni rispetto ad un problema emergente, si è rivelato un’importante esperienza educativa per sostenere lo sviluppo di fattori resilienti nei bambini, in termini di consapevolezza emotiva-metacognitiva e di problem solving adattivo, ma anche per promuovere l’empowerment dei caregiver nell’ascolto e risposta ai bisogni evolutivi emergenti. Tale esperienza è stata permessa dal Tnpee, quale esperto elettivo di fattori di protezione e della lettura di eventuali segnali di rischio riscontrabili nel percorso neuroevolutivo di ogni bambino.

 

Indice
 
ABSTRACT – INTRODUZIONE

N.B.

Per questioni di tempi è probabile che per il momento la presente tesi sia stata inserita parzialmente o in formato immagine. Al più presto completeremo l’inserimento rispettando i canoni da noi prefissati e cioè editando direttamente il testo nei diversi articoli del portale.

24/06/2022 - Redazione web

 
CONCLUSIONI
 
BIBLIOGRAFIA
 
Tesi di Laurea di: Giorgia QUIETI
 































































































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