CONCLUSIONI - La presa in carico e l’evoluzione terapeutica in un campione di bambini migranti con Disturbi del Neurosviluppo

Lo studio conferma che la famiglia migrante si trova inconsapevolmente al centro di diverse aspettative. Da una parte vi è l’esigenza di portare avanti la cultura e le tradizioni della famiglia rimasta in patria, dall’altra si sviluppa il desiderio di adattarsi e integrarsi nella nuova rete sociale. I genitori hanno il ruolo di fondere comportamenti diversi, perché provenienti da culture differenti, per permettere ai figli di integrarsi nel nuovo ambiente culturale. Questo riattiva nei genitori molte domande inerenti al motivo per il quale sono emigrati e se ciò che hanno trovato sia proporzionato a ciò che cercavano; queste domande aumentano quando si trovano a guardare le difficoltà presentate dai loro figli.

Lo studio mostra, però, che queste famiglie sono disponibili al confronto e a capire le soluzioni proposte, qualora trovino un ambiente terapeutico che si faccia carico del nucleo famigliare.

Lo studio ha altresì permesso di valutare l’efficacia e l’efficienza della terapia neuropsicomotoria nel campione di bambini migranti con Disturbi del Neurosviluppo in cura presso le U.O.N.P.I.A. della clinica NPI della ASST – Monza.

È stato possibile verificare che, tutti i soggetti del gruppo campione, con diversi gradi di sviluppo globale e di patologia, si sono modificati nell’arco di sei mesi di terapia neuropsicomotoria, convalidando così l’efficacia sia di un approccio ri – abilitativo che utilizza il gioco e un setting ludico – cognitivo come tecnica elettiva, che di una presa in carico multidisciplinare del gruppo famigliare.

 

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