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Autonomie Personali

  • Mio figlio non vuole vestirsi da solo.
  • Quando dobbiamo uscire, ci fa perdere tempo e puntaulmente facciamo tardi agli appuntamenti.

Molte volte i genitori pongono questi quesiti.

Le domande che bisognerebbe porsi di fronte a questi interrogativi, secondo il mio parere, sono:

  • Della richiesta del genitore, quanto è stato recepito dal bambino?
  • Quanto tempo viene dato al bambino per eseguire determinate richieste?
  • Quali sono le capacità reali del bambino per eseguire le richieste che gli sono state fatte? E quand'è il momento in cui l'adulto deve intervenire con aiuto per fargli portare a termine il compito?
  • Quanta disponibilità/pazienza l'adulto investe per questi importanti momenti?

Il caso di Fabio

La mamma di Fabio riferisce al terapista che suo figlio non è capace di vestirsi da solo ed è lei che puntualmente ogni mattina deve provvedere a questo. Per di più, appena sveglio, il bambino si siede di fronte alla tv guardando tutti i cartoni animati del programma mattutino. Così, siccome arriva il momento di avviarsi a scuola, è costretta, per fare in fretta, ad imboccargli il latte con i biscotti.

Fabio è un bambino che deve compiere 6 anni, ha delle buone competenze in tutte le aree di sviluppo, tranne appunto nelle autonomie personali, e ciò si ripercuote sull'autostima e di conseguenza nelle relazioni sociali: mostra una marcata inibizione "iniziale".

Il terapista dopo aver valutato alcuni aspetti, suggerisce ai genitori:

  • Dare al bambino un ritmo quotidiano più regolare: Farlo addormentare presto la sera, Svegliarlo prima la mattina
  • Dare quindi al bambino più tempo per le attività quotidiane personali (vestirsi, lavarsi, mettere a posto le proprie cose, ecc.)
  • Non aiutarlo, se non strettamente necessario e fargli sentire che l'attenzione è comunque rivolta a lui anche se si stanno facendo altre faccende
  • Quando è necessario l'aiuto, mostrargli in modo pratico come poter continuare quello che sta facendo, spiegandogli in modo semplice e sintetico come, nelle volte successive potrà riuscirci da solo
  • Accertarsi che abbia recepito bene il messaggio: ovviamente la descrizione dell'aiuto deve essere di facile comprensione (utilizzare termini e frasi adeguati per il bambino)
  • Dirgli, che, se si impegna in queste attività, gli rimarrà del tempo a disposizione per fare cose a lui piacevoli (giochi, guardare un cartone alla tv, ecc.)

Importante

  • Costanza e decisione da parte dei genitori nell'espletare e far portare a termine al bambino tali richieste.
  • Stare attenti a non stressare troppo il bambino con richieste eccessive, rispettare i suoi tempi e le sue reali capacità.
  • In tutto questo, è indispensabile: serenità, un'atmosfera di gioco, e molto affetto.

Il caso di Fabio: Evoluzione

Dopo alcune settimane; periodo in cui i genitori hanno seguito il programma stabilito con il terapista e guidato con una sorta di feedback periodico, si organizza un altro incontro terapista-genitori.
Dai racconti che vengono fuori da questo incontro, ci si rende conto che il bambino aveva già capacità, riguardo alle autonomie personali, capacità che in precedenza non metteva in atto. Il genitore, per evitare ritardi e quindi condizionato dalla fretta, sottraeva la possibilità al bambino di mettere in pratica le strategie utili per portare a termine il compito e soprattutto per fargli trovare e sperimentare quelle più adeguate secondo il suo punto di vista .
Quando il bambino si è trovato a disposizione più tempo e sopratutto, costretto a svolgere il compito da solo, ha dovuto ampliare le strategie di sua conoscenza (questo processo stimola la rappresentazione mentale e di conseguenza amplia il livello cognitivo). Solo quando si trovava in evidente difficoltà, il genitore interveniva in aiuto, dandogli il solo spunto perchè continuasse l'operazione. Aiuto correlato da spiegazione e dimostrazione perchè potesse eseguire da solo il compito le volte successive.

Il bambino, ampliando le sue conoscenze strategiche, utili per portare a termine i compiti che gli venivano affidati dal genitore, ha potuto vivere momenti in assoluta autonomia, fondamentali per l'accrescimento dell'autostima.
Vedendo e mettendo in pratica le sue capacità, ha potuto diminuire le richieste di aiuto verso il genitore.
Questo, da un lato ha rafforzato la visione che i genitori avevano nei confronti del loro figlio; dall'altro ha permesso al bambino di svolgere in modo più sereno le attività per lui più piacevoli.
Di conseguenza, essendoci più momenti sereni tra bambino e genitore e sentendosi più capace in queste autonomie, il bambino acquisisce più sicurezza di fronte a nuove situazioni. Infatti, quei momenti di inibizioni che in precedenza mostrava, sono diminuiti.

31 Marzo, 2005

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