Gioco
Il gioco è un'attività umana che coinvolge una o più persone in un'esperienza ludica, divertente e spesso competitiva. Il gioco può essere praticato per scopi diversi, come il divertimento, l'apprendimento, la socializzazione, lo sviluppo fisico e mentale, la sfida e la creatività.
Il gioco può assumere diverse forme, tra cui:
- Giochi di società: giochi che si svolgono all'interno di un tavolo, come gli scacchi, il monopoli o il gioco dell'oca.
- Giochi all'aria aperta: giochi che si svolgono all'aperto, come il calcio, il basket o il gioco della corda.
- Giochi di ruolo: giochi che coinvolgono l'interpretazione di personaggi immaginari, come il gioco di carte Magic the Gathering o il gioco di ruolo Dungeons & Dragons.
- Giochi elettronici: giochi che si svolgono attraverso l'uso di dispositivi elettronici, come i videogiochi, i giochi per computer o i giochi per smartphone.
Il gioco può essere influenzato da diversi fattori, come l'età, il sesso, la cultura, la personalità, l'interesse e la motivazione. Il gioco può avere benefici per la salute fisica e mentale, come il miglioramento della coordinazione, della memoria, dell'attenzione e della creatività. Inoltre, il gioco può essere utilizzato come strumento educativo per insegnare concetti complessi, come la matematica, la scienza e la storia.
Lo studio del gioco ha portato alla formulazione di diverse teorie del gioco, tra cui:
- Teoria dell'attività ludica: questa teoria sostiene che il gioco è un'attività spontanea e naturale che consente agli individui di esprimere la loro creatività, la loro fantasia e le loro emozioni.
- Teoria della competizione: questa teoria sostiene che il gioco è un'attività competitiva che consente agli individui di sviluppare la loro abilità, la loro strategia e la loro capacità di problem-solving.
- Teoria dell'apprendimento: questa teoria sostiene che il gioco è un'attività educativa che consente agli individui di apprendere nuove conoscenze, abilità e comportamenti.
Il gioco può essere migliorato attraverso la pratica, la competizione, la sfida e l'uso di tecnologie avanzate. Inoltre, il gioco può essere utilizzato come strumento per promuovere la cooperazione, la socializzazione e la solidarietà.
In sintesi, il gioco è un'attività umana che coinvolge una o più persone in un'esperienza ludica, divertente e spesso competitiva. Il gioco può assumere diverse forme e può essere praticato per scopi diversi, come il divertimento, l'apprendimento, la socializzazione, lo sviluppo fisico e mentale, la sfida e la creatività. Il gioco può essere influenzato da diversi fattori, come l'età, il sesso, la cultura, la personalità, l'interesse e la motivazione. Il gioco può avere benefici per la salute fisica e mentale e può essere utilizzato come strumento educativo e per promuovere la cooperazione, la socializzazione e la solidarietà.
Il gioco in neuropsicomotricità
Il gioco in neuropsicomotricità è un'attività terapeutica che utilizza il gioco come strumento per favorire lo sviluppo neuropsicomotorio dei bambini e dei ragazzi in difficoltà. Questo tipo di gioco viene utilizzato principalmente in ambito riabilitativo, per aiutare i bambini a superare difficoltà motorie, cognitive, emotive e relazionali.
Il gioco in neuropsicomotricità può assumere diverse forme, a seconda delle esigenze del bambino o del ragazzo. Alcuni esempi di giochi utilizzati in neuropsicomotricità includono:
- Giochi di movimento: giochi che coinvolgono il movimento del corpo, come la corsa, il salto, la danza o il gioco della statua.
- Giochi di equilibrio: giochi che coinvolgono l'equilibrio del corpo, come il camminare sui tacchi, sulle punte dei piedi o sul bordo di una linea.
- Giochi di manipolazione: giochi che coinvolgono la manipolazione di oggetti, come i puzzle, i mattoncini o le costruzioni in legno.
- Giochi di coordinazione: giochi che coinvolgono la coordinazione tra le diverse parti del corpo, come il lancio e la presa di una palla o il gioco con i cerchi.
Il gioco in neuropsicomotricità può essere utilizzato per raggiungere diversi obiettivi terapeutici, come migliorare la coordinazione motoria, l'equilibrio, la percezione spaziale, la memoria, l'attenzione e la socializzazione. Inoltre, il gioco in neuropsicomotricità può essere utilizzato per aiutare i bambini a superare difficoltà emotive e relazionali, come l'ansia, la timidezza, la difficoltà di relazione con gli altri o la bassa autostima.
Lo studio del gioco in neuropsicomotricità ha portato alla formulazione di diversi approcci terapeutici, tra cui:
- Approccio globale: questo approccio mira a favorire lo sviluppo neuropsicomotorio del bambino attraverso un lavoro globale sul corpo, la mente e le emozioni. Questo approccio utilizza il gioco come strumento per stimolare la creatività, la fantasia e l'immaginazione del bambino.
- Approccio psicomotorio: questo approccio mira a favorire lo sviluppo neuropsicomotorio del bambino attraverso un lavoro specifico sulla coordinazione motoria, l'equilibrio, la percezione spaziale e la memoria. Questo approccio utilizza il gioco come strumento per migliorare le abilità motorie del bambino.
- Approccio relazionale: questo approccio mira a favorire lo sviluppo neuropsicomotorio del bambino attraverso un lavoro specifico sulla relazione con gli altri. Questo approccio utilizza il gioco come strumento per migliorare le abilità sociali e relazionali del bambino.
Il gioco in neuropsicomotricità può essere praticato da professionisti specializzati, come i neuropsicomotricisti, che utilizzano il gioco come strumento terapeutico per favorire lo sviluppo neuropsicomotorio dei bambini e dei ragazzi in difficoltà.
In sintesi, il gioco in neuropsicomotricità è un'attività terapeutica che utilizza il gioco come strumento per favorire lo sviluppo neuropsicomotorio dei bambini e dei ragazzi in difficoltà. Il gioco in neuropsicomotricità può assumere diverse forme e può essere utilizzato per raggiungere diversi obiettivi terapeutici, come migliorare la coordinazione motoria, l'equilibrio, la percezione spaziale, la memoria, l'attenzione e la socializzazione. Il gioco in neuropsicomotricità può essere praticato da professionisti specializzati, come i neuropsicomotricisti, che utilizzano il gioco come strumento terapeutico per favorire lo sviluppo neuropsicomotorio dei bambini e dei ragazzi in difficoltà.
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BIBLIOGRAFIA - Giocare con le Intenzioni in Terapia Neuropsicomotoria
Parte teorica:
- 1) Anoli L. (2006), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino, Bologna.
- 2) Berthoz A. (1998), Il senso del movimento, trad. it. ed. McGraw-Hill, Milano.
- 3) Berti E., Comunello F. (2011), Corpo e mente in psicomotricità. Pensare l’azione ineducazione e
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CONCLUSIONI - Giocare con le Intenzioni in Terapia Neuropsicomotoria
Le intenzioni necessitano di un contesto e di coinvolgimento e, quindi, sono dirette verso il mondo oggettuale (contesto) e le persone (coinvolgimento), creando con questi delle interazioni fino a giungere ad una relazione significativa e fatta di scambi, di condivisione. Perciò, essendo le intenzioni fondamenti di tale relazione, è comprensibile che i genitori cerchino continuamente di dare
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Giocare con le Intenzioni in Terapia Neuropsicomotoria
CAPITOLO OTTAVO
Dai quattro casi clinici descritti si è potuto individuare quattro diverse immagini metaforiche adatte a rappresentare altrettanti Sé intenzionali tipo: il labirinto, la nebbia, il temporalee il tesoro nello scrigno.
Per queste tipologie di Sé, e in particolare per i loro intenti, si possono individuare ora
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Dalla concettualizzazione alla clinica: giocare con le intenzioni in terapia neuropsicomotoria
CAPITOLO TERZO
Per ritrovare nella clinica le affermazioni teoriche rispetto alle intenzioni ho scelto quattro casi clinici, che, seppur nella loro diversità e specificità individuale, presentano delle caratteristiche che li rendono adatti all’argomento trattato e agli scopi prefissati.
Si tratta di due maschi e due femmine d’età
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L’Intenzione: basi teorico-strutturali - Consapevolezza, Comprensione e Condivisione delle Intenzioni
CAPITOLO PRIMO
L’Intenzione: basi teorico-strutturali. In che modo dovremmo pensare le intenzioni?
Intenzionalità e intenzione
Secondo Berti e Comunello (2011) alla base dell’intenzione vi è l’idea più generale di “intenzionalità”, considerata come “la proprietà di
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INTRODUZIONE - Giocare con le intenzioni in Terapia Neuropsicomotoria
SOMMARIO
Gli Scopi principalidi questo lavoro sono:
- approfondire e chiarire il tema dell’Intenzione, basilare in Neuropsicomotricità, non ancora trattato in maniera sistematica e precisa in letteratura;
- individuare alcune strategie che possono risultare utili nell’intervento neuropsicomotorio per aiutare gli intenti dei
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Schema Corporeo e Paralisi Cerebrali Infantili: materiali e metodi, campione, valutazione, trattamento, risultati
Ricerca
Nell'ambito dei progetti riabilitativi per le PCI vi è sempre un elevata attenzione al trattamento fisioterapico volto a supportare le carenze motorie e ad ottenere la miglior forma di prestazione motoria possibile, cammino o prensione che sia; spesso quando viene inserita la psicomotricità i genitori pensano che questa debba andare “in aiuto” alla fisioterapia dando al
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Valutazione e Trattamento dello Schema Corporeo
La Valutazione dello Schema Corporeo in Neuro e Psicomotricità
Come già affermato in precedenza non esiste una vera e propria batteria di test per la valutazione dello schema corporeo, risulta essere quindi necessario avvalersi di più test di valutazione, di singole scale di test più completi o di un'osservazione approfondita del paziente.
Per quanto riguarda l'osservazione
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Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) e Schema Corporeo
Paralisi Cerebrale Infantile (PCI)
Definizione e classificazioni
Negli anni sono state date diverse definizioni per questo tipo di patologia; ad oggi la più condivisa a livello globale definisce la paralisi cerebrale infantile come “turba persistente (ma non immutabile) della postura e del movimento, dovuta ad alterazioni della funzione cerebrale durante le
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RISULTATI, CONCLUSIONI e LIMITI - Il trattamento precoce di bambini con Sclerosi Tuberosa mediante Parent-Mediated Intervention
Risultati
RISULTATI INIZIALI E FINALI BAYLEY (P. ggio composito):
Paz. G.
Paz .N.
Paz. C.
Paz. E.
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Il progetto “Parent-Mediated intervention”
L’idea del nostro progetto consiste nell’analizzare le valutazioni di sviluppo di alcuni dei bambini arruolati nel progetto “EPISTOP” e di altri bambini in follow-up già da prima che il progetto partisse, identificando le aree di sviluppo deficitarie e i profili di sviluppo non omogenei.
Partendo da queste osservazioni è stato proposto alle famiglie un progetto di “parent- mediated
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Avviso pubblico per l’affidamento di un incarico di lavoro autonomo a tre terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva - - Friuli-Venezia Giulia - Udine - scad. 15 ottobre 2018
Avviso pubblico - Friuli-Venezia Giulia - Udine - scad. 15 ottobre 2018
AVVISO PUBBLICO PER L’AFFIDAMENTO DI UN INCARICO DI LAVORO AUTONOMO A TRE TERAPISTI DELLA NEURO E PSICOMOTRICITÀ DELL’ETÀ EVOLUTIVA OVVERO POSSESSORI DI ATTESTATO DI FORMAZIONE ALMENO ANNUALE IN EDUCAZIONE PSICOMOTORIA O PRATICA PSICOMOTORIA PER LA SCUOLA TERRITORIALE DELLA SALUTE DI
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Il trattamento degli aspetti neurologici e neuropsichiatrici
Diversi studi clinici stanno evidenziando l'efficacia e la sicurezza degli inibitori mTOR nel trattamento di diverse manifestazioni neurologiche e neuropsichiatriche associate alla sclerosi tuberosa.
Il trial EXIST-3 è uno studio internazionale di fase 3 che ha dimostrato l’efficacia e la tollerabilità di everolimus, un inibitore di mTOR, nel trattamento delle crisi focali resistenti
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INTRODUZIONE - Il trattamento precoce di bambini con Sclerosi Tuberosa mediante Parent-Mediated Intervention. Proposte di gioco individualizzate da fare in famiglia
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI - Dal senso di onnipotenza al principio di realtà
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Ammaniti M., Manuale di psicopatologia dell’infanzia, Cortina, 2001, Milano.
- Berti E. e Comunello F., Dall’azione negata all’azione simbolica, V congresso nazionale ANUPI, 2004, Napoli.
- Berti E, Comunello F., Savini P., Il contratto terapeutico in terapia
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CONCLUSIONI - Dal senso di onnipotenza al principio di realtà
La ricerca fatta sul processo di acquisizione del senso di realtà, con la capacità di rapportarsi all’altro e ai propri limiti che esso implica, mi ha portato a comprendere che la normalità nel campo delle relazioni interpersonali non si ha all’interno di un sistema di “quiete”, ma di “conflittualità”. Il ché significa saper costruire relazioni in cui nessuno prevarichi sull’altro in
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IN TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA - Dal senso di onnipotenza al principio di realtà
Indagare sullo sviluppo del bambino e della relazione precoce, in particolare del passaggio da un’illusione onnipotente ad una progressiva disillusione che porta a tener conto della mente dell’altro, delle regole di gioco e di quelle sociali, mi ha portato a chiedermi quali conseguenze possano esserci se una o più delle tappe suddette venga a mancare o se, a causa di gravi patologie, vengano
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Verso l’accettazione della realtà: l’equilibrio di potere; neurobiologia della mortificazione vivificante; reciprocità, co-costruzione di storie, il gioco
VERSO L’ACCETTAZIONE DELLA REALTÀ
L’equilibrio di potere
La necessità di disilludere il bambino dalla primaria attribuzione di onnipotenza porta, come abbiamo visto, a dare risposte meno immediate, a dire dei “No!”, a non esaudire alcuni suoi desideri.
La mortificazione che l’adulto impartisce è necessaria allo stabilirsi di un equilibrio di potere tra
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Madre "sufficientemente buona”, nascita del desiderio, nuove acquisizioni motorie, i divieti, i capricci, il “no”
UNA PROGRESSIVA DISILLUSIONE
Le risposte non immediate che rientrano nell’essere “sufficientemente buona” da parte della madre
Se in un primo periodo l’onnipotenza del bambino (volere e ottenere tutto subito) è alimentata da quella che si potrebbe definire onnipotenza materna (poter dare tutto subito), in un secondo tempo (indicativamente tra le 6 e le 8
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I primi due mesi - Il pianto, primo dialogo; Il seno e la fame - Neurobiologia dell’onnipotenza infantile
L’illusione di essere onnipotente
I primi due mesi: abbozzo d’ordine dal caos e onnipotenza
Come ha definito Sander1, il compito primario di un datore di cure nei primi due mesi di vita è di regolare e stabilizzare i cicli sonno-veglia, fame-sazietà, giorno-notte (regolazione fisiologica o, come dice Greenspan, omeostasi). Generalmente i genitori, ai compiti primari di
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Disturbo dello spettro dell’autismo
Disturbo dello spettro dell’autismo 299.00 (F84.0)
Criteri diagnostici
- Deficit persistenti] delia comunicazione sociale e deli interazione sociale in molteplici contesti, come manifestato dai seguenti fattori, presenti attualmente o nel passato (gli esempi sono esplicativi,
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Strumenti di valutazione - La Partecipazione - coinvolgimento in situazioni di vita
Come già detto in precedenza solo di recente l'interesse dei tecnici si è concentrato sulla possibilità di valutare in maniera standardizzata la partecipazione.
In questo capitolo verranno illustrate quattro misure di partecipazione:
- Children's Assessment of Participation and Enjoiment (CAPE)
- School Function Assessment (SFA)
- Assessment of Life
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La Partecipazione - coinvolgimento in situazioni di vita
Concetto di Partecipazione
Il termine partecipazione si presta a molteplici significati. Secondo l' Organizzazione mondiale della Sanità la partecipazione viene definita come “coinvolgimento in situazioni di vita”; tale definizione è stata adottata anche dall' ICF-CY.
La partecipazione viene considerata come un concetto multidimensionale e universale, importante per tutti
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BIBLIOGRAFIA - Dall’idiozia mongoloide alla Trisomia 21: l’approccio terapeutico neuropsicomotorio in funzione dell’evoluzione della persona. Riflessioni sull’area emotivo-affettiva
Bibliografia
- Ainsworth M.D.S., Blehar M., Waters E. e Wall S.(1978), Patterns of attachment: Assessed in the strange situation and at home, Hillsdale, N.J.: Erlbaum in Camaioni L., Di Blasio P. (2007), Psicologia dello sviluppo,Bologna: Il Mulino
- Ambrosetti, U. and Gualandri, V. (2008). Inquadramento clinico,
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La dimensione emotivo-affettiva
Che cos’è un’emozione?
“Tutti sanno cos’è un’emozione,
finché non gli viene chiesto di darne una definizione”
(Fehr & Russell, 1984)
Le emozioni costituiscono un’importante componente nel percepire se stessi, le persone, l’ambiente e gli oggetti nella quotidianità (Camaioni, 2007 p.203) e sono patrimonio di
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Aspetti generali della Trisomia 21 detta anche Sindrome di Down (SD)
Aspetti genetici
Tra le innumerevoli alterazioni genetiche attualmente conosciute, la Trisomia 21 si pone tra le più frequenti, rappresentando il principale fattore eziologico di disabilità intellettiva. Essa è un’anomalia cromosomica di tipo autosomico non ereditario, determinata da un eccesso di DNA nella dotazione genetica individuale, più precisamente dalla presenza di una copia
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RIASSUNTO - PREMESSA - Dall’idiozia mongoloide alla Trisomia 21: l’approccio terapeutico neuropsicomotorio in funzione dell’evoluzione della persona. Riflessioni sull’area emotivo-affettiva
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Il caso clinico - dall'imitazione all'apprendimento
Presentazione
Il caso clinico affrontato all’interno della presente tesi è un bambino di cinque anni che presenta un ritardo psicomotorio generale con particolare compromissione della competenza imitativa, comunicativa ed emotiva, associata a un marcato deficit delle abilità visuo-percettive.
Il bambino, infatti, non è in grado di imitare su richiesta esplicita dell’altra
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Materiali e Metodi - dall'imitazione all'apprendimento
Il Metodo
I materiali e i metodi che ho deciso di utilizzare durante il trattamento del bambino sono stati studiati e pensati per il raggiungimento dell’obiettivo posto in principio.
Mi sono trovata di fronte ad un ritardo psicomotorio che mostrava in particolar modo deficit a livello della competenza comunicativa, imitativa ed emotiva, con il coinvolgimento di una notevole
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Le Emozioni
Definizione
L’emozione può essere definita come uno stato mentale fisiologico di breve durata, associato a modificazioni psicofisiologiche, a eventi o stimoli interni, esterni, naturali, appresi; sono, cioè, risposte dell’organismo che si manifestano con specifici pattern di azioni e modificazioni dello stato interno.
Sono, inoltre, fenomeni molto complessi e formati da più
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La Comunicazione
Definizione
La comunicazione può essere definita come l’attività che permette di trasmettere informazioni mediante simboli, scambio di idee, sentimenti, intenzioni, atteggiamenti. Comprende qualsiasi comportamento verbale o non verbale (intenzionale o non intenzionale) che influenza l’atteggiamento, le idee e le attitudini di un altro individuo. La comunicazione è fondamentale per
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La Competenza Imitativa e i Neuroni Specchio
Definizione
“l’atto o il fatto di imitare, di operare cioè o di produrre ispirandosi a un modello che si cerca di uguagliare” (Treccani, vocabolario)
Il processo imitativo si riferisce alla capacità dell’individuo di ripetere un’azione messa in atto da un’altra persona che lui sta osservando; questa azione può appartenere già al suo patrimonio motorio in
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Le funzioni esecutive
Cosa sono?
“Una serie di abilità che permettono alle persone di creare obiettivi, conservarli in memoria,controllare le azioni, prevedere gli ostacoli al raggiungimento degli obiettivi” (Stuss, 1992)
“Capacità che consentono alla persona la messa in atto con successo di comportamentiindipendenti, intenzionali ed utili” (Lezak,
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INTRODUZIONE - Fai come me: imitazione ed ampliamento delle competenze comunicative
L’idea di questa tesi nasce quando, durante il mio tirocinio, conosco un bambino che, tra tutti
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BIBLIOGRAFIA - Valutazione dei Disturbi di Regolazione in bambini con Disturbo Pervasivo dello Sviluppo
- AMMANITI MASSIMO, (2001) Manuale di psicopatologia dell’infanzia, Raffello Cortina editore, Milano
- AMERICAN PEDIATRIC ASSOCIATION (1994), Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders ,DSM IV (trad. It. DSM IV Guida alla diagnosi dei Disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza)
- XAIS C., MICHELI E. (2001), Gioco e interazione sociale nell’autismo, Erickson,
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DISCUSSIONE - Valutazione dei Disturbi di Regolazione in bambini con Disturbo Pervasivo dello Sviluppo
Il disturbo pervasivo dello sviluppo è caratterizzato da una serie di problematiche che “pervadono” le diverse aree di sviluppo del bambino e ne alterano il funzionamento generale. La triade dei sintomi, riconosciuta in tutte le classificazioni attualmente usate, comprende un’alterazione nella relazione, nella comunicazione e nel repertorio comportamentale. In questo lavoro è stato utilizzato
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Disturbi di Regolazione in bambini con Autismo - Esperienze personali - Le scale di valutazione - Il trattamento - I pazienti
Esperienze personali
Introduzione
L’obiettivo di questo lavoro è quello di evidenziare la presenza di disturbi della regolazione e la loro evoluzione in bambini affetti da DPS. A questo scopo è stata somministrata una checklist dei sintomi che valuta il funzionamento in alcune aree, che possono essere deficitarie in questa patologia, di cinque piccoli pazienti che svolgono
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Trattamento dei Disturbi di Regolazione in bambini con Autismo
Trattamento
La letteratura scientifica sugli interventi precoci nel disturbo autistico si sta progressivamente ampliando nel corso degli ultimi anni. Ciò è indubbiamente legato alle nuove conoscenze sul disturbo autistico nei primi anni di vita e al fatto che viene largamente affermato che un trattamento precoce può migliorare in modo significativo la sua prognosi. Tale
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Cos'è l' Autismo: definizione, cause, significato, sintomi
Cenni storici
L’autismo è stato considerato in un primo momento di origine, prevalentemente, psicosociale o psicodinamica, ma le evidenze degli ultimi anni chiariscono sempre più l’aspetto predominante del substrato biologico nel disturbo. Il concetto di autismo venne introdotto da Kanner (1943) per descrivere undici bambini dalla sintomatologia molto caratteristica. Il termine
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Discussione - Conclusione - Considerazioni personali - "VALUTAZIONE FUNZIONALE SECONDO ICF-CY" in una casistica di bambini con cerebrolesione acquisita severa
Discussione
La griglia creata, favorisce il passaggio di informazioni tra gli operatori del centro, permette di monitorare il lavoro d’equipe ed i progressi di questi bimbi particolarmente compromessi, valorizzando il lavoro dell’intero team. La costituzione dello strumento ha rilevato ancora una volta quanto sia complesso trovare sistemi di valutazione/misurazione in bambini così
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Intervento riabilitativo - Le cerebro lesioni acquisite
Prima del 1980, data nella quale il Consiglio Mondiale della Sanità ha dato una precisa definizione di “disabilità”, “menomazione” ed “handicap”, con il termine “disabilità”, si intendeva un puro problema riguardante gli organi e le funzioni correlate ad essi.(48) Il concetto di persona era ridotto a processi bio-funzionali tralasciando gli aspetti soggettivi, relazionali e motivazionali:
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LE CEREBROLESIONI ACQUISITE
Cosa sono
Con il termine “cerebrolesione acquisita” si intende una patologia cerebrale acuta avvenuta in epoca postnatale. Nei casi più gravi provoca uno stato di coma rilevato dalla scala di valutazione Glasgow Coma Scale (GCS) < 8 per una lasso di tempo superiore a 24 ore. Proprio la compromissione dello stato di coscienza costituisce un indice di gravità e di severità
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ABSTRACT - PREMESSA - INTRODUZIONE - LA STORIA - "VALUTAZIONE FUNZIONALE SECONDO ICF-CY": studio preliminare per l'applicazione di uno strumento internazionale in una casistica di bambini con cerebrolesione acquisita severa
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Basi emotive dell’apprendimento e risvolti in Terapia Neuropsicomotoria
“ Un ambiente facilitante deve avere qualità umane, non perfezione meccanica”.
(Winnicott - Dal luogo delle origini 1990; pag. 149)
“Sperimentare i limiti del proprio vissuto corporeo aiuta a capire le nostre possibilità, con chi ci è consentito usarle e quando è necessario tirarsi indietro”…
(Libera traduz. da: “La formazione in neuro e psicomotricità dell’età
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La relazione Tonico - Emotiva precoce
“Il lattante è qualcosa che non esiste: se mi mostri un bambino, certamente mi mostrerai anche qualcuno che si prende cura di lui, o almeno una carrozzina cui qualcuno tende occhi e orecchi…” (Donald Woods Winnicott 1896-1971).
L’ipotesi di lavoro che vado ad affrontare è forse così sintetizzabile: il corpo, l’azione, l’interazione, quindi l’esperienza non verbale e le interazioni
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Presentazione del caso clinico - Favorire la comunicazione nella Sindrome di Mowat Wilson
- Nome: Giulio
- Data di nascita: 24/11/2004
- Diagnosi: Sindrome di Mowat Wilson
- Test cognitivo Leither-R: QI 58
Anamnesi
Giulio nasce a termine da gravidanza normodecorsa da genitori sani e non consanguinei (PN 2790gr, L49 cm, CC 32 cm) con fratello maggiore sano. Alla nascita si riscontra criptorchidismo
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Il ruolo del TNPEE in riferimento alla sindrome di Mowat Wilson
Prima di soffermarci sul ruolo svolto dal Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (TNPEE), in riferimento allo specifico caso trattato, è necessario definire chiaramente questa figura facendo riferimento al suo profilo professionale. Il TNPEE è identificato come l’operatore sanitario che, in collaborazione con l’equipe multidisciplinare composta da neuropsichiatra infantile
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La Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA)
“Il silenzio di chi non parla non è mai d’oro. Tutti noi abbiamo bisogno di comunicare e metterci in contatto con gli altri non in un solo modo, ma in tutti i modi possibili. E’ un fondamentale bisogno umano, un fondamentale diritto umano. Di più: è un potere fondamentale dell’uomo”.
(Williams, Beneath the surface: Creative expressions of augmented
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CASI CLINICI - Caratteristiche della relazione madre-bambino in bambini con disturbi del Neurosviluppo in corso di trattamento riabilitativo
CASISTICA E METODOLOGIA
Sono stati seguiti due casi, entrambi di sesso maschile, un bambino di 11 mesi e l’altro di 12 mesi. Al primo bambino è stata diagnosticata una Lissencefalia di tipo 1 con anomalie del gene LIS1, il secondo caso clinico è ancora in fase di accertamento diagnostico per la sindrome di Silver Russell.
Entrambi i bambini sono stati valutati e seguiti
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Relazione: nascita prematura o patologica
Aspettative genitoriali
La gravidanza è il momento in cui il genitore, in relazione al vissuto emotivo personale, costruisce nella sua mente una immagine ipotetica del bambino atteso, inizia a farsi un’idea del piccolo corpo che stringerà tra le braccia e con il quale condividerà il tempo necessario perché diventi un individuo autosufficiente, dal punto di vista fisico e da quello
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Relazione: sviluppo emotivo-affettivo
Interazione nel periodo prenatale
La vita prenatale è il periodo di preparazione del feto, alla vita da neonato. Durante i nove mesi di gestazione, infatti, si assiste alla maturazione neurologica e fisica del feto, grazie alla cooperazione tra il background genetico trasmesso all’individuo dai genitori e le continue interazione ed esposizione del feto con l’ambiente intrauterino
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Descrizione dello sviluppo e dell’acquisizione delle competenze prescolari raggiunte nei bambini di età compresa tra 5 e 6 anni con particolare riferimento agli indicatori di rischio per una difficoltà di apprendimento scolastico
- Competenze linguistiche
- Competenze motorio-prassiche
- Competenze visuo-percettive
- Competenze numeriche
- Funzioni esecutive
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Early Start Denver Model - STUDIO OSSERVAZIONALE: materiali e metodi dello studio, descrizione casi clinici
STUDIO OSSERVAZIONALE
Nei capitoli teorici introduttivi è stato illustrato come sia di fondamentale importanza all’interno del trattamento dei disturbi dello spettro autistico un intervento precoce e individualizzato; ma allo stesso tempo come non sia stato ancora individuato un metodo riabilitativo risolutivo e adatto per
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Mosse del terapista nella pratica neuro psicomotoria e nell’Early Start Denver Model
Dopo aver presentato in modo analitico l’Early Start Denver Model, ritengo ora importante metterlo a confronto con l’approccio neuropsicomotorio e il ruolo del TNPEE.
Saranno evidenziate le caratteristiche, le affinità e le differenze, mettendo in luce come la metodologia ESDM sia
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Early Start Denver Model
L’Early Start Denver Model
In questo capitolo verrà presentato l’Early Start Denver Model, approccio evolutivo per l’autismo, in quanto, dato che l’intervento del TNPEE deve essere sempre costruito, personalizzato e modificato in base
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Early Start Denver Model - NELLA PRATICA: DOBBIAMO GIOCARE ASSIEME! - Setting; Metodologia; Attività
NELLA PRATICA: DOBBIAMO GIOCARE ASSIEME!
Per chiarire la metodologia che il TNPEE può utilizzare all’interno del suo intervento neuro psicomotorio ispirandosi ai principi e al modello dell’ESDM, riporto la descrizione di alcune attività esemplificative della metodologia di lavoro
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Early Start Denver Model: BIBLIOGRAFIA
BIBLIOGRAFIA
- AITNE, 2016. Intervento riabilitativo con bambini con diagnosi di disturbo dello spettro autistico: il punto di vista di AITNE.Roma
- American Psychiatric Association, 2013. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-V).
- Autismo Italia ONLUS & Vivanti, D.,
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Early Start Denver Model: RISULTATI, DISCUSSIONE, CONCLUSIONI
RISULTATI
A luglio 2017 (identificato come momento t2), dopo 4 mesi dalla prima osservazione, sono stati valutati i progressi dei bambini che hanno continuato il loro percorso riabilitativo con il metodo integrato. I risultati del loro percorso riabilitativo verranno mostrati attraverso un’osservazione descrittiva qualitativa nel momento di T2 e i
... - Il Disturbo dello Spettro Autistico ...
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Un modello di intervento Neuro e Psicomotorio precoce nei Disturbi dello Spettro Autistico ispirato ai principi dell’Early Start Denver Model
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La Prevenzione in Neuro e Psicomotricità
La neuro e psicomotricità, soprattutto quella degli ultimi anni, ha aumentato i suoi interessi fino al campo educativo, che nell’ambito sanitario significa soprattutto parlare
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Difficoltà e deficit visuo-spaziali
I deficit visuo-spaziali possono essere definiti come disordini che determinano un'erronea stima degli aspetti spaziali fra diversi oggetti, che riguardano il rapporto tra la persona e
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La Coreologia
“Coreologia” (“Choreology”) è un termine generale introdotto da Rudolf von Laban (1879-1958) nel 1926, per definire i suoi studi sul movimento. Laban si definiva un artista e un ricercatore, due figure che non considerava separate, bensì complementari. Questa sua teoria lo portò a indagare sul movimento non solo attraverso osservazioni, stesure di libri e articoli, ma anche con il proprio
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Il consumo energetico nella normalità e nella patologia
Il metabolismo ed i substrati energetici
La definizione di metabolismo è comunemente intesa come l’insieme delle reazioni biochimiche che si svolgono all’interno di un organismo. Il metabolismo intracellulare (unità fondamentale del metabolismo di un individuo) è costituito sia da reazioni cataboliche, riguardanti la degradazione dei substrati energetici come carboidrati, lipidi e
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Progettazione e attuazione dello studio: Materiale e Metodi, Strumenti, Disegno dello studio, Analisi statistiche
Scopo dello studio
Dato il notevole flusso migratorio che ha caratterizzato l’utenza dei servizi U.O.N.P.I.A. negli ultimi anni, si è resa evidente la necessità di approfondire la condizione psicosociale del bambino migrante e delle possibili fragilità correlate alla sua integrazione.
Lo scopo di questo studio è indagare il Comportamento Adattivo in bambini nativi italiani e
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DISCUSSIONE - OBIETTIVI E LIMITI - Valutazione delle Funzioni Adattive in bambini con PCI: confronto fra bambini migranti e bambini italiani
Discussione
Dall’analisi dei dati ottenuti durante lo studio, emerge in modo sufficientemente evidente una differenza del Comportamento Adattivo nei bambini italiani e nei bambini migranti affetti da Paralisi Cerebrale Infantile. Le coppie dei soggetti all’interno del campione di studio, sono state attentamente relazionate in base all’età, alla compromissione neuromotoria e
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Media digitali: angeli o demoni? - Infanzia digitale - Tecnologia digitale, scuola e apprendimento
Vivendo sempre più a contatto con le nuove tecnologie non solo mostrano dipendenza da queste, ma manifestano un nuovo modo di guardare il mondo,di coglierne i segnali, di ricercarne gli stimoli. Osservatorio
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Disturbi da Dipendenza Tecnologica - L'intervento Neuropsicomotorio: Proposte Riabilitative
"Campanellino, perché non riesco a volare?" "Peter Pan, per volare hai bisogno di ritrovare i tuoi pensieri felici." J. Barrie
Si può parlare di
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INTRODUZIONE - Era Digitale e Neuropsicomotricità: proposta di Intervento Neuropsicomotorio per il trattamento dei Disturbi da Dipendenza Tecnologica
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LO SVILUPPO COMUNICATIVO - SOCIALE: strumenti di screening e criteri semeiologici nel corso dei primi tre anni di vita.
Con il termine di sviluppo comunicativo-sociale viene indicato il processo mediante il quale il bambino acquisisce progressivamente quelle competenze che gli permettono di “capire” e di
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Sindrome di Down - Metodologie riabilitative, Modello di Training e Strumenti di valutazione
Metodologie riabilitative: TNPEE, specificità ed integrazioni
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Sindrome di Down: contributi scientifici
In questo capitolo si illustreranno le caratteristiche della Sindrome di Down che costituiscono l’oggetto di questo lavoro. Di seguito saranno esposti gli studi scientifici, da Piaget ai neuroni mirror, a supporto delle modalità di funzionamento ed evoluzione integrata dagli indici espressivi non verbali mediati dall’azione. Questo impianto teorico costituirà la base su cui si è impostata la
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BIBLIOGRAFIA - Come cambia la riabilitazione: studio sull’utilizzo dei videogiochi per la rieducazione delle abilità di lettura
Bibliografia
- M.W.G. Dye, C.S. Green, D. Bavelier. Increasing Speed of Processing With Action Video Games. (2010)
- Linee-guida del Ministro della Sanità per le attività di riabilitazione (in GU 30 maggio 1998, n. 124). Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano (1998)
- Le risposte attuali del
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CONCLUSIONI - Come cambia la riabilitazione: studio sull’utilizzo dei videogiochi per la rieducazione delle abilità di lettura
Discussione
I test relativi alle abilità attentive, neuropsicologiche e di lettura sono stati somministrati ai bambini in due tempi: prima e dopo il trattamento, sia per quanto riguarda il gruppo di training con la sola Wii sia per il training Ritmico. Per ogni abilità si è indagata: la presenza di differenze iniziali all’interno del gruppo totale di bambini, il confronto tra i
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Trattamento della Dislessia: Razionale e scopo, Materiali e metodi, Test di valutazione, Risultati, Discussione
Razionale e scopo
Scopo di questo lavoro è quello di approfondire le conoscenze relative agli effetti delle recenti proposte riabilitative per i disturbi della lettura in età evolutiva, che permette di raggiungere obiettivi specifici attraverso uno strumento ludico consolidato all’interno delle vite delle nuove generazioni: i videogiochi.
L’obiettivo di questa ricerca è
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Il Disturbo di Apprendimento con compromissione della lettura - Dislessia: Teorie e Modelli
In questo capitolo verrà presentata la dislessia, cui è diretto il lavoro sperimentale che indaga i possibili effetti provocati dall’utilizzo dei videogiochi d’azione sulle abilità di lettura. Verrà presentato il disturbo, i diversi modelli interpretativi e di intervento, con particolare attenzione alle nuove frontiere che si avvalgono dell’utilizzo degli action
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I Videogiochi in Riabilitazione in Età Evolutiva: i nativi digitali, prove di efficacia, controversie, realtà virtuale
I nativi digitali
Come accennato nel capitolo precedente, la scelta di approfondire un tema recente come quello dei videogiochi, è dovuta al fatto che le nuove generazioni vivono questi dispositivi con una quotidianità tale, che li ha ormai resi parte integrante della loro vita.
L'espressione “nativi digitali” è stata coniata da Mark Prensky per indicare la generazione di
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La riabilitazione in età evolutiva e l’uso dei videogiochi
Una definizione di riabilitazione
All’interno del mondo sanitario la riabilitazione viene definita come una disciplina che tende a intervenire direttamente sul paziente, attraverso diversi tipi di approcci e tramite professionisti differenti, ma sempre con il fine di garantire una vita il più normale possibile al paziente di cui si prende cura. (Ministero della sanità,
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ABSTRACT - Come cambia la riabilitazione: studio sull’utilizzo dei videogiochi per la rieducazione delle abilità di lettura
Abstract
Questo progetto è nato da un interesse
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Progettazione ed attuazione dello studio - Ipotesi di individuazione di linee guida per l’utilizzo di Strumenti di Osservazione e Valutazione del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva
Scopo dello studio
Questo studio può essere considerato come il primo passo per confrontare le metodologie utilizzate con le conoscenze che derivano dalla metodologia della ricerca e dalla pratica basata sulle prove di efficacia (Evidence Based Medicine), definita nei riferimenti internazionali e nazionali come la costante integrazione della migliore ricerca disponibile, con
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Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva - INQUADRAMENTO TEORICO
Core Competence
Il Core Competence del Corso di Laurea in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva è stato costruito a partire dalle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle Linee Guida Nazionali inerenti la Professione, proponendo
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Riabilitazione Neuromotoria
Nella riabilitazione neurologica di un paziente sono fondamentale tre obiettivi: l'indipendenza, la buona qualità della vita e il ritorno in famiglia, alle attività sociali e al lavoro. L'effetto delle terapie riabilitative è tuttora un argomento di notevole discussione, spesso molto accesa, fra i sostenitori della loro validità e gli scettici. I primi hanno dalla loro parte il conforto
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Caso Clinico - Le Mucopolisaccaridosi
A.M. È un paziente affetto da Mucopolisaccaridosi I, nello specifico sindrome di Hurler.
Nato il 07/05/2007 alla 38esima settimana di gestazione da parto cesareo con un peso di 3,150 kg, aveva già ricevuto diagnosi di piede torto bilaterale al quinto mese di gravidanza, risoltasi alla nascita con l'ausilio di plantari. I genitori hanno riferito che le tappe dello sviluppo psicomotorio
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CONCLUSIONI - Il ruolo dell'imitazione attiva e passiva in bambini con disturbo dello Spettro Autistico: prospettive di intervento
Madame Michel ha l'eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti.
Da:Muriel Barbery, ‘L'eleganza del riccio’
L’autismo è un fenomeno complesso e ancora non del tutto compreso. Seppur godendo di uno
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CONFRONTO TRA I CASI - Imitazione e Autismo
Il lavoro fatto sui quattro casi è stato lo stesso, però, ovviamente, i quattro bambini hanno risposto in modo differente. In questo capitolo, andrò ad evidenziare quelle che sono le differenze tra questi bambini.
- CASO A.: a livello dell’imitazione, risulta un bambino poco imitativo. Questo è emerso sicuramente dal Berges e Lezine, ma anche nella seduta terapeutica che
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Prospettive di trattamento - Imitazione e Autismo
Progettare interventi è un lavoro interessante e difficile, in quanto è necessario prendere in considerazione molti fattori e c’è anche il rischio di fallimento. Innanzitutto qualsiasi intervento dovrebbe basarsi su un’attenta valutazione dei limiti mostrati dalla persona, ma soprattutto delle sue potenzialità perché è solo attraverso un riconoscimento di queste che la persona si sentirà
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CASI CLINICI - Imitazione e Autismo
Il presente lavoro si pone come obiettivo quello di andare ad analizzare come in bambini con spettro autistico, l’imitazione attiva e passiva, possa andare a modificare il loro modo di interagire con gli altri.
Sono stati presi in esame quattro bambini, in trattamento presso il Centro di Riabilitazione ex art.26 Legge 833/1978- ASL 1 Abruzzo- L’Aquila, ai quali è stata posta la
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Il ruolo sociale dell’imitazione
Ci sono elementi di prova che l’imitazione passiva ha effetti sociali, e che l'imitazione di azioni di un bambino può essere utilizzata come strategia per promuovere l'impegno sociale. L'osservazione di qualcuno che ci imita interessa, infatti, le aree neurali coinvolte nella cognizione sociale. La strategia dell’imitazione passiva migliora gli sguardi sociali, i comportamenti sociali
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Imitazione e Neuroni Specchio
Imitazione (dalla parola latina imitatio –onis, che discende a sua volta dal verbo imitāri - imitare). Con questo termine s'intende un'attività di produzione o un comportamento non originale, basati su un modello preesistente che si ritiene valido e che si cerca di eguagliare intenzionalmente o casualmente.
La parola può avere sia valenza positiva, se il modello è preso solo come
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INTRODUZIONE - Il ruolo dell'imitazione attiva e passiva in bambini con disturbo dello Spettro Autistico: prospettive di intervento
“Abile è colui che sa essere felice, tutti gli altri
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Il lavoro e la somministrazione dei test - Favorire un’armonica integrazione delle Caratteristiche Sensoriali
Il lavoro si è svolto presso l’ U.O. di Medicina Fisica e Riabilitazione dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova, diretta dal Dott. Paolo Moretti e presso l’ U.O di Patologia Neonatale diretta dal Dott. Luca Antonio Ramenghi a partire dal mese di Maggio 2016 fino al mese di Ottobre 2016.
Il lavoro ha incluso lo studio di 11 bambini nati a termine e 17 bambini
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La condivisione con la famiglia di strategie neuropsicomotorie
I genitori, giocano un ruolo essenziale come partecipanti attivi nell’ambito dell’ intervento precoce e per l’individualizzazione degli obiettivi del trattamento e dei bisogni specifici dei loro bambini (Humphry, 1989; Majnemer, 1998; Simeonsson et al,; 1995).
La famiglia deve essere vista come l’elemento basilare e costante all’interno della vita di un bambino. I genitori sono
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Il lavoro e i materiali usati - Favorire un’armonica integrazione delle Caratteristiche Sensoriali
Sensory Profile 2.0
Il profilo sensoriale è un questionario che deve essere compilato dai genitori o da chi si prende cura del bambino. Esso è stato designato da Winnie Dunn,
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Disturbo dell'Integrazione Sensoriale
Il disturbo dell’integrazione sensoriale o disfunzione dell’integrazione sensoriale (SID) è una condizione neurologica che deriva dall’incapacità del cervello di integrare le informazioni ricevute dai cinque sistemi sensoriali base del corpo.
La parola disfunzione equivale a “malfunzionamento”; il cervello non ha maturato la capacità di processare in modo naturale ed
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Sviluppo dell’Integrazione Sensoriale
Il processo dell'Integrazione Sensoriale, come è già stato detto, incomincia nelle prime settimane di vita fetale e il suo sviluppo più intenso dura fino alla prima fase
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Ipotesi Riabilitativa nelle Epilessia Mioclonica Severa dell'Infanzia (EMSI) - Sindrome di Dravet
Perché la riabilitazione?
In assenza di una concreta possibilità di controllare l’epilessia né di comprendere –e conseguentemente correggere- lo specifico meccanismo alla base dell’encefalopatia di Dravet, a causa dei disturbi Neurosensoriali, Neuromotori, Neuropsicologici e Neurocognitivi che frequentemente si associano alla Sindrome, si devono necessariamente aprire le frontiere
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La Sindrome di Dravet (SD)
Definizione
La Sindrome di Dravet è una rara ma grave forma di encefalopatia epilettica, che ha un forte impatto sullo sviluppo Neurologico e psicomotorio. L’esordio avviene in età infantile ed è caratterizzato da differenti tipi di crisi epilettiche, che possono prolungarsi fino ad episodi di status epilepticus. Secondo la classificazione dell’International League Against Epilepsy
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Sindrome di Dravet - Esperimento Clinico: applicabilita’ dell’ipotesi
Applicabilita’ dell’ipotesi
Quanto espresso nei capitoli precedenti è frutto di un attento studio della letteratura scientifica, rielaborato creativamente in relazione alla maggiore esperienza Neuropsicomotoria. Secondo il metodo scientifico, però, ad ogni ipotesi deve seguire un esperimento riproducibile ed infine una tesi conclusiva, in modo che il risultato sia provato,
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ALLEGATI - L’intervento del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età Evolutiva in Oncoematologia Pediatrica
Allegato 1
Scheda di Osservazione/Valutazione Neuropsicomotoria “S. O. N.”.Per una conoscenza più approfondita rimandiamo al testo originale: Una testimonianza del percorso, Erikson, Trento, 2007 di Gison, Minghelli e Di Matteo edito dalla casa editrice Erikson.
Allegato 2
Scheda di Osservazione Psicomotoria.Per una
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Orientamento al contesto - la Clnica di Oncoematlogia Pediatrica
La struttura
La Clinica di Oncoematologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Padova è un centro avanzato per la diagnosi e la cura delle malattie emato-oncologiche dell’infanzia. Si tratta di una struttura facente parte del Dipartimento Strutturale Aziendale Salute della Donna e del Bambino; non solo prende in cura i pazienti affetti da patologie emato-oncologiche per il periodo
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