Le interazioni tra caregiver e bambino modellano letteralmente il cervello del bambino. Il “SERVE AND RETURN” è utile per lo sviluppo del cervello del bambino: SCOPRIAMO CHE COS'È e come sfruttare questa possibilità
Il “Serve and Return” cos’è e qual è il suo significato?
“Serve and Return” è una espressione coniata dai ricercatori dell'Harvard University Center on the Developing Child (Cambridge - Massachusetts - Stati Uniti), per indicare le interazioni tra caregiver e bambino. Rappresenta l’interazione a doppio senso che avviene tra il bambino e l’adulto, “Servi e ritorna” è la traduzione letteraria dall’inglese all’italiano.
Per comprendere il concetto del “Serve and Return”, possiamo far riferimento ai due termini utilizzati per le partite di ping pong o di tennis.
- Il primo giocatore colpisce la palla, inviandola o “servendola” al secondo giocatore.
- Il secondo giocatore, immediatamente, colpisce la palla, “restituendola” al primo giocatore.
Se al posto della palla immaginiamo una conversazione, un sorriso, un gesto o un’altra azione, potremmo avere una idea più chiara della teoria del “Serve and Return”.
Ecco alcuni semplici esempi di “Serve and Return” che ogni giorno avvengono inconsapevolmente e spontaneamente tra adulti e bambini:
- Il bambino sorride e l’adulto sorride di rimando.
- Durante la spesa al supermercato o nell’attesa quando si è in fila per pagare, capita spesso che neonato e adulto incrociano lo sguardo ed entrambi ripetono in sequenza o in maniera alternata suoni, vocalizzi, i quali sono accompagnati da gesti a da mimiche facciali. Spesse volte entrambe le parti effettuano tali azioni in maniera coordinata, entusiasta e con piacere sia durante l’attivazione dell’azione sia durante la risposta.
Questi esempi e molte altre azioni possono risultare banali e scontati per un adulto ma, sono attimi importantissimi per la strutturazione, la crescita e lo sviluppo delle interazioni e delle connessioni neurali. Questi istanti, oltre a generare condivisioni di momenti emotivamente positivi, vengono considerati dai ricercatori interazioni cruciali perché modellano letteralmente il cervello del bambino.
Punti salienti:
- “Serve and Return” si riferisce alle interazioni che avvengono in sincronia tra bambino e adulto.
- Secondo l'Harvard University Center on the Developing Child, il “Serve and Return” è l’insieme di due momenti:
- il bambino "mostra / serve" un segnale (es. sorride),
- l’adulto " Return / ricambia” con una risposta coinvolgente (es. sorridendo al bambino).
- Le interazioni regolari, in sinergia e significative favoriscono lo sviluppo intellettuale, sociale, emotivo, fisico, comportamentale e morale.
- Il “Servire e restituire” si sviluppa gradualmente e diventa più complesso man mano che i bambini acquisiscono nuove abilità. Ad esempio, il "Serve" inizia con il contatto visivo, i sorrisi e i vocalizzi, successivamente il bambino “servirà” le nuove abilità per iniziare l’interazione come: la lallazione, l’indicare ed etichettare gli oggetti e successive competenze.
Gli adulti di riferimento devono amplificare le opportunità del “Serve and Return” rispondendo il più possibile in maniera sincronizzata e condividendo l'importanza di questa teoria anche con le altre persone che si prendono cura del bambino.
In che modo servire e restituire influisce sullo sviluppo del cervello
Secondo l'Harvard University Center on the Developing Child (Cambridge - Massachusetts - Stati Uniti), ogni volta che il bambino "presta / offre un input" e l’adulto "restituisce" con una risposta coinvolgente, coerente ed in sincronia, si plasmano nuove connessioni neurali. Queste connessioni neurali costruiscono l’ "architettura del cervello" del bambino diventando la base per tutti gli sviluppi futuri e quindi per le abilità che dovrà ancora acquisire.
Il “Serve and Return” è un aspetto dell'attaccamento, esso è definito come un sistema dinamico di atteggiamenti e comportamenti che contribuiscono alla formazione di un legame specifico fra due persone, un vincolo le cui radici possono essere rintracciate nelle relazioni primarie che si instaurano fra bambino e adulto.
I genitori sono consapevoli che quando il loro neonato guarda il volto dell’adulto, piange o vocalizza, ha bisogno di qualcosa (ha fame, ha sete, ecc.) o sta semplicemente chiedendo attenzione. La risposta dell’adulto di riferimento può essere diversa poiché dipende dalla conoscenza che ha del bambino, dalla sua esperienza come genitore o dall’azione stessa che il bambino sta emettendo: potrebbe essere che il bambino abbia voglia solo di un sorriso del genitore, oppure vuole che si avvicini o che giochi con lui. L’adulto potrebbe anche non riuscire a capire che tipo di risposta deve offrire. La maggior parte dei genitori si sforza di capire il proprio figlio e a trovare la reazione corretta per soddisfare i suoi bisogni e quindi prova per tentativi ed errori fino a quando non ci riesce.
Interazioni come questi esempi sono stati studiati dai ricercatori. Gli studi dimostrano che tali interazioni tra genitore-figlio sono fondamentali per l'architettura del cervello e per la formazione del cervello in via di sviluppo del bambino. Servire e restituire la genitorialità è così importante che un bambino che non sperimenta questo tipo di dare e ricevere con i propri caregiver rischia di avere uno sviluppo tortuoso e difficile.
La mancanza di reattività coerente e amorevole può impedire la formazione di importanti percorsi neurali, proprio per la scarsità di stimolazione. La ricerca dimostra anche che i bambini si sentono angosciati quando i loro tentativi di “connettersi” con un genitore o un caregiver vengono costantemente ignorati.
Eventuali interruzioni dell'attenzione da parte degli adulti danneggeranno lo sviluppo di un bambino?
Probabilmente no. Se la diminuzione dell'attenzione si verifica su base intermittente in un ambiente amorevole e reattivo, non c'è bisogno di preoccuparsi. In effetti, alcuni scienziati dello sviluppo suggeriscono che le variazioni nella reattività degli adulti promuovono la crescita, poiché possono aiutare i bambini piccoli a riconoscere la distinzione tra "sé" e "l’altro", che è un passo successivo e necessario verso una maggiore indipendenza e una crescente capacità di autonomia personale - sociale e del problem-solving.
Benefici del “Serve and Return”
Il “Servire e restituire” influisce su tutti gli aspetti dello sviluppo di un bambino che cresce, inclusi quelli: intellettuali, sociali, emotivi, fisici, comportamentali e della comunicazione. L'interazione regolare con genitori e/o tutori in maniera ricca e significativa è correlata con la fiducia in se stessi, la salute mentale stabile, la motivazione ad apprendere, il controllo degli impulsi, la capacità del problem-solving e della risoluzione dei conflitti. In futuro, addirittura: sullo sviluppo e sul mantenimento delle relazioni con i genitori e persone di riferimento, sui risultati scolastici e in ambito lavorativo e sul comportamento etico-morale.
Esempi del “Serve and Return”
Le interazioni tra il “Servire e restituire” determineranno il funzionamento cerebrale del bambino, saranno importanti per tutta la sua vita e si evolveranno man mano che acquisisce nuove competenze.
Come ogni aspetto dello sviluppo, anche il “Serve and Return” si svilupperà per fasi e le successive saranno possibili grazie a quelle precedenti. Le prime interazioni che il bambino avvierà saranno tramite il contatto visivo, i sorrisi e i vocalizzi. In queste prime fasi la risposta dell’adulto può essere un sorriso, una parola dolce o un tocco affettuoso. Quando inizia la lallazione o altre successive competenze, le risposte dell’adulto dovranno essere più articolate e contestuali come il ripetere gli stessi suoni associandoli alle espressioni facciali. Quando inizia a indicare oggetti o azioni attraverso il pointing, l’adulto dovrà etichettare (nominare) ciò che il bambino sta puntando. Quando il bambino sarà capace di disegnare, l’adulto dovrà chiedere informazioni inerenti alla produzione grafica. Rapidamente il bambino diventerà un fanciullo capace di compiere azioni più complesse e sebbene il “Serve and Return” sia diventato molto articolato rispetto al passato, continua a influenzare positivamente il suo cervello poiché è ancora in via di sviluppo.
Il “Servire e restituire” e la genitorialità: come ampliare le opportunità del “Serve and Return”
I caregiver sono già predisposti per essere sensibili e reattivi ai segnali e ai bisogni di un bambino piccolo pertanto, già naturalmente forniscono senza dubbio un ambiente ricco di esperienze positive relative al “Serve and Return”.
I bambini cercano in maniera spontanea e fisiologica l'interazione con l’adulto inizialmente emettendo suoni, espressioni e movimenti semplici. Rispondere a queste azioni sempre, in modo sincronico, contestuale e naturale è il modo migliore per ampliare il “Serve and Return” con il bambino. È ovvio che non sarà possibile impegnarsi in questa operazione per tutto l’arco della giornata ma, il consiglio più valido è quello di trovare dei momenti durante il quotidiano per interagire con il bambino non sottovalutando questa teoria, alimentando la reattività in maniera spontanea.
È necessario però riuscire a capire anche quali sono i precisi attimi da rispettare durante le interazioni sia per “Servire” sia per “Restituire”. Come nel tennis o nel ping pong, se si sbagliano i momenti per effettuare la giusta azione la palla difficilmente resterà nel campo. Il bambino potrebbe arrendersi o scoraggiarsi se emette una azione e non ottiene la risposta, poiché riconosce che l’azione desiderata non avviene da parte dell’adulto. Dopo alcuni fallimenti il bambino potrebbe distogliere lo sguardo, distanziarsi e non tentarci più, come una sorta di sconfitta generata dalla percezione del rifiuto da parte del genitore. Le relative sensazioni negative che vive il bambino sono direttamente proporzionali con il suo sviluppo: più sono competenti, più saranno rilevanti le sensazioni negative. Se tale situazione perdura o peggiora, lo sviluppo del bambino potrebbe essere soggetto ad anomalie e a irregolarità.
Inoltre, è necessario coinvolgere gli altri adulti che interagiscono con il bambino, spiegando loro l’importanza di queste interazioni le quali solitamente vengono sottovalutate, sottolineando la valenza che hanno per lo sviluppo del suo cervello e per tutte le relative funzioni. Queste attività, semplici e ordinarie alla vista dell’adulto, possono invece sostenere e ampliare diverse aree dello sviluppo del bambino consolidando al contempo l’interazione bambino-caregiver.
Poiché le relazioni reattive sono sia attese sia essenziali, la loro assenza è una seria minaccia per lo sviluppo e il benessere di un bambino. L'architettura sana del cervello dipende da solide fondamenta costruite dagli input appropriati da parte del bambino e da relazioni stabili e reattive da parte degli adulti “premurosi”. Se le risposte di un adulto alle esigenze di un bambino sono inaffidabili, inadeguate o semplicemente assenti, l'architettura in via di sviluppo del cervello può essere interrotta e la conseguente salute fisica, mentale ed emotiva può essere compromessa. La persistente assenza di interazione tra “il Servire e il restituire” agisce come un "doppio colpo" per uno sviluppo sano:
- il cervello non riceve la stimolazione positiva di cui ha bisogno per svilupparsi,
- l’assenza di risposta o risposte inadeguate inducono la produzione degli “ormoni dello stress” nel corpo del bambino, i quali sono potenzialmente dannosi per un cervello in via di sviluppo.
Amplificando i concetti e precisando che ciò non riguarda la maggior parte dei genitori e figli, se a un bambino manca il sano “Servire e restituire” potrebbe essere soggetto a ritardi dello sviluppo o maggiormente predisposto a sviluppo di patologie: la realtà di alcuni bambini che vengono abbandonati e che finiscono nel sistema di affidamento.
La sincronia delle azioni tra genitore-figlio fornisce la prima esperienza di comunicazione non verbale in cui la madre adatta il suo sguardo, l'espressione affettiva, la qualità vocale e i movimenti ai primi segnali del bambino per creare un dialogo condiviso. La sincronia supporta: lo sviluppo delle abilità sociali, l’uso del simbolo, la comprensione morale, la regolazione delle emozioni e la tolleranza alla frustrazione. Inoltre, fornisce un modello per la sincronia biologica: durante questi momenti il genitore e il figlio coordinano i ritmi della respirazione e quelli cardiaci, le risposte neurale, il rilascio di ossitocina. La sincronia è un meccanismo mediante il quale i sistemi fisiologici maturi del genitore regolano i sistemi dipendenti del bambino e li sintonizzano sulla vita sociale.