PREMESSA - Il Metodo SaM (Sense and Mind) nel trattamento del DANV: presentazione di un caso clinico
Sofia Posca
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Introduzione - Nei bambini con disturbo dell’apprendimento non verbale (DANV) è presente molto spesso una carente organizzazione ed integrazione delle informazioni spazio-temporali. Questo può portare a difficoltà in diversi ambiti; è compito del TNPEE occuparsi degli aspetti sopraccitati al fine di favorire un corretto sviluppo globale.
Scopo - Lo scopo di questa tesi è presentare un nuovo approccio riabilitativo per il trattamento del DANV. Il metodo S.a.M., avendo come principale modello teorico di riferimento la teoria dell’embodied cognition, parte dal corpo e dal movimento per arrivare alla conoscenza, rappresentazione dei diversi spazi e alla creazione, manipolazione delle immagini mentali. In questo modo si focalizza anche su funzioni esecutive e pensiero spaziale.
Introduzione - Nell’elaborato sono descritte le caratteristiche del metodo e la sua applicazione in bambini con diverse patologie, in particolare nei casi di DANV. A livello esemplificativo ho presentato la presa in carico con il metodo S.a.M. di un bambino con disturbo non verbale dell’apprendimento.
Risultati - Le valutazioni effettuate mostrano un netto miglioramento nell’organizzazione spaziale, una diminuzione dell’impaccio motorio e l’aumentata capacità di attuare strategie di problem solving, caratterizzate anche da una maggiore flessibilità. Il bambino è in grado di percepire le informazioni propriocettive, tattili e vestibolari integrandole maggiormente con vista e udito. Il cambiamento è evidente anche nella quotidianità, a scuola in particolare, dove è migliorato negli aspetti grafici e in matematica. Il bambino stesso riconosce l’utilità del trattamento.
Discussione - Si sono verificati, in questo caso clinico, una serie di miglioramenti sia nell’organizzazione degli spazi del corpo che in quelli rappresentati, avvalorando la tesi che partendo dall’esperienza è possibile agire a livello delle immagini mentali e cognitivo. Per quanto riguarda le funzioni esecutive, sono riscontrabili parziali cambiamenti; la parte di trattamento dedicata in maniera più specifica agli aspetti cognitivi non è ancora conclusa e può ottenere ulteriori progressi. Il soggetto è inoltre riuscito a generalizzare quanto appreso all’interno della stanza di terapia, dopo qualche mese sono infatti già visibili cambiamenti in ambito scolastico.
Conclusione - L’approccio riabilitativo al DANV con il metodo S.a.M. è utile per il miglioramento dei problemi motori, di percezione/integrazione delle informazioni, di organizzazione degli spazi e cognitivi, caratteristici di questo quadro clinico. Inoltre questo metodo e l’embodied cognition offrono un interessante contributo teorico e metodologico alla neuropsicomotricità. Attraverso questa metodologia il TNPEE è portato a curare l’esperienza proposta al bambino, favorendo un continuo passaggio dal vissuto al rappresentato e lavorando sulle sue modalità comunicative.
Premessa
In questi anni di formazione ho appreso che la riabilitazione è un ambito vastissimo, la neuropsicomotricità soprattutto, in quanto non si concentra su uno specifico settore ma cerca di considerare il bambino nella sua globalità. È dunque importante approfondire ed ampliare sempre di più la propria formazione integrandola anche con metodi riabilitativi strutturati.
Tra i tanti approcci, mi interessava conoscere e sperimentare un trattamento specifico degli aspetti spazio-temporali perché, partecipando a sedute con bambini con questo tipo di problematiche, mi sono accorta di essere in difficoltà, in quanto la mia organizzazione spazio-temporale non era così strutturata da permettermi di guidare i pazienti nell’acquisizione o ridefinizione di queste competenze. Imparare un metodo mi dava quindi la possibilità, non solo di acquisire una tecnica specifica, ma anche di lavorare su di me.
Venendo in contatto con il metodo SaM mi ha colpito il fatto che si focalizzi sul corpo, che esperisce attraverso il movimento, per potenziare aspetti propriamente cognitivi. Mi ha affascinato anche l’intrinseco legame esistente tra vissuto e rappresentazione e quindi tra motorio, cognitivo ed affettivo-relazionale, entrambi aspetti presenti anche nella neuropsicomotricità.
Inoltre, durante le lezioni abbiamo affrontato il DANV, disturbo dell’apprendimento non verbale, e mi aveva colpito perché non è presente nel DSM IV e nell’ICD 10 ma esiste. A volte risulta la più adatta etichetta diagnostica per quadri clinici che altrimenti risulterebbero poco chiari.
Quando, presso il servizio riabilitativo Ronzoni Villa della Fondazione Don Gnocchi Onlus di Seregno, dove utilizzano questo metodo, mi è stata proposta una tesi sull’applicazione di questo metodo al disturbo dell’apprendimento non verbale, mi è subito interessata e ho accettato.
Desideravo infatti, oltre che conoscere ed apprendere il metodo S.a.M., approfondire il DANV e vedere se l’approccio riabilitativo a cui mi stavo avvicinando poteva essere efficace per il trattamento di questo tipo di disturbo.
Lo scopo di questa tesi è presentare un nuovo approccio riabilitativo per il trattamento del DANV. Il metodo s.a., infatti, partendo dal corpo potrebbe essere utile per gli aspetti motori, di integrazione spaziale e cognitivi, fornendo la possibilità di lavorare in modo flessibile su immagini mentali, funzioni esecutive, sia in analisi che in sintesi. L’utilizzo di molti canali sensoriali potrebbe favorire la percezione ed integrazione delle informazioni.
Indice |
PREMESSA |
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CONCLUSIONI |
BIBLIOGRAFIA - Sitografia |
APPENDICE |
Tesi di Laurea di: Sofia POSCA |