Funzione Uditiva
La funzione uditiva in età evolutiva si riferisce alla capacità dei bambini di percepire e di elaborare i suoni, e di utilizzare questa informazione per comunicare e interagire con l'ambiente circostante. La funzione uditiva è importante per lo sviluppo del linguaggio, della comunicazione e della socializzazione.
Nel corso dei primi mesi di vita, i bambini imparano a distinguere i suoni e a riconoscere la voce dei loro genitori. In seguito, sviluppano la capacità di discriminare i suoni del linguaggio e di comprendere il significato delle parole. Questi progressi nella funzione uditiva sono il risultato di una combinazione di fattori biologici e ambientali, come ad esempio la maturazione del sistema uditivo e l'esperienza linguistica.
La funzione uditiva in età evolutiva ha molteplici benefici. Ad esempio, aiuta a sviluppare il linguaggio e la comunicazione, migliorando così la capacità dei bambini di interagire con gli altri e di apprendere. Inoltre, la funzione uditiva è importante per lo sviluppo cognitivo, poiché aiuta i bambini a sviluppare la memoria e la percezione sensoriale. Infine, la funzione uditiva è importante per la socializzazione, poiché aiuta i bambini a comprendere le intenzioni e le emozioni degli altri.
Per aiutare i bambini a sviluppare la funzione uditiva in modo efficace, è importante fornire un ambiente ricco di stimoli acustici, che includa la musica, i suoni della natura e il linguaggio parlato. Inoltre, i genitori e gli educatori possono utilizzare tecniche di interazione verbale e di lettura ad alta voce per aiutare i bambini a sviluppare il linguaggio e la comprensione. Infine, l'identificazione precoce e il trattamento di eventuali disturbi uditivi possono aiutare i bambini a sviluppare la funzione uditiva in modo efficace e prevenire eventuali ritardi nel linguaggio e nella comunicazione.
In sintesi, la funzione uditiva in età evolutiva si riferisce alla capacità dei bambini di percepire e di elaborare i suoni, e di utilizzare questa informazione per comunicare e interagire con l'ambiente circostante. Questa funzione è importante per lo sviluppo del linguaggio, della comunicazione e della socializzazione, e può essere sviluppata attraverso l'esperienza diretta, l'ambiente ricco di stimoli acustici e le tecniche di interazione verbale.
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L’IDROTERAPIA - Cenni Storici; Vita fetale e competenze in liquido amniotico; Acquaticità e importanza dell’acqua; Principi di trattamento; La terapia in acqua e aspetti generali
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Studio di valutazione dell’efficacia della Attività Assistita con Animali (AAA) nella sindrome di Rett. AAD: descrizione del progetto, valutazioni, risultati
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Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) - DIPLEGIA - GAIT ANALYSIS
PARALISI CEREBRALE INFANTILE (PCI)
La paralisi cerebrale infantile (PCI) è definita come un gruppo di disturbi permanenti dello sviluppo del movimento e della postura, che causano una limitazione delle attività, attribuibili ad un danno permanente (non progressivo) che si è verificato nell’encefalo nel corso dello sviluppo cerebrale del feto, del neonato o del lattante. I disturbi
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Il progetto “Parent-Mediated intervention”
L’idea del nostro progetto consiste nell’analizzare le valutazioni di sviluppo di alcuni dei bambini arruolati nel progetto “EPISTOP” e di altri bambini in follow-up già da prima che il progetto partisse, identificando le aree di sviluppo deficitarie e i profili di sviluppo non omogenei.
Partendo da queste osservazioni è stato proposto alle famiglie un progetto di “parent- mediated
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Il caso clinico - dall'imitazione all'apprendimento
Presentazione
Il caso clinico affrontato all’interno della presente tesi è un bambino di cinque anni che presenta un ritardo psicomotorio generale con particolare compromissione della competenza imitativa, comunicativa ed emotiva, associata a un marcato deficit delle abilità visuo-percettive.
Il bambino, infatti, non è in grado di imitare su richiesta esplicita dell’altra
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CASI CLINICI - Caratteristiche della relazione madre-bambino in bambini con disturbi del Neurosviluppo in corso di trattamento riabilitativo
CASISTICA E METODOLOGIA
Sono stati seguiti due casi, entrambi di sesso maschile, un bambino di 11 mesi e l’altro di 12 mesi. Al primo bambino è stata diagnosticata una Lissencefalia di tipo 1 con anomalie del gene LIS1, il secondo caso clinico è ancora in fase di accertamento diagnostico per la sindrome di Silver Russell.
Entrambi i bambini sono stati valutati e seguiti
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Disturbo dell'Integrazione Sensoriale
Il disturbo dell’integrazione sensoriale o disfunzione dell’integrazione sensoriale (SID) è una condizione neurologica che deriva dall’incapacità del cervello di integrare le informazioni ricevute dai cinque sistemi sensoriali base del corpo.
La parola disfunzione equivale a “malfunzionamento”; il cervello non ha maturato la capacità di processare in modo naturale ed
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Il bambino Prematuro o Pretermine
Il termine prematurità, è un termine molto generico, e si riferisce a tutte le condizioni che indicano una nascita avvenuta prima del termine completo della 37ª settimana di gestazione.
La nascita
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BIBLIOGRAFIA - La variazione dello stato comportamentale del bambino in risposta agli stimoli sonori in TIN
- Abou Turk C., Williams A.L., Lasky R.E. (2009). A randomized clinical trial evaluating silicone earplugs for very low bird weight newborns in intensive care, Journal Perinatology, 29 (5), 358-363.
- Als H., Duffy F.H., McAnulty G.B., Rivkin M.J., Vajapeyam S., Mulkern R.V., Warfield S.K., Huppi P.S., Butler S.C. Conneman N., Fischer C., Eichenwald E.C. (2004). Ealty Experience
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CONCLUSIONI - La variazione dello stato comportamentale del bambino in risposta agli stimoli sonori in TIN
Sin dai primi rilevamenti, è possibile notare che l’inquinamento acustico, frutto di tanti fattori combinati, sia ovunque nettamente superiore a quanto consigliato da tutti gli studi riferibili alla care in TIN. Le percentuali estrapolate nella parte di studio riguardante le variazioni dello stato comportamentale del neonato, ci inducono a riflettere sulla significatività del
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La variazione dello stato comportamentale del bambino, in risposta agli stimoli sonori in TIN - PROGETTAZIONE E ATTUAZIONE DELLO STUDIO e RISULTATI
SCOPO DELLO STUDIO
Basandoci sui dati forniti dalla letteratura, infatti, è stato possibile cogliere le conseguenze alle quali inevitabilmente va incontro lo sviluppo del sistema uditivo del neonato prematuro, esposto a stimoli sonori eccessivi, trovandosi in un ambiente extrauterino.
Scopo dello studio è quello di misurare, in prima battuta, l’intensità sonora che
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Esperienza uditiva, definizioni di rumori, teorie dello sviluppo e prevenzione
ESPERIENZA UDITIVA
L’udito è “la funzione sensoriale specifica relativa alla percezione di suoni e rumori, avendo per organo di ricezione degli stimoli l’orecchio” (Devoto Oli, 2013).
Dal punto di vista fisiologico, “l’udito è la nostra percezione dell’energia delle onde sonore, che sono onde pressorie che alternano zone di aria compressa e rarefatta”.
La sensazione
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Progetto Riabilitativo nella Sindrome di Moebius
Casistica
Il campione è costituito da 2 bambine, della stessa età circa ( 3 e 4 mesi), a cui è stata fatta la diagnosi di Sindrome di Moebius. Entrambe, attraverso percorsi differenti, sono arrivate presso il nostro centro, il Dipartimento di Pediatria e Neuropsichiatria Infantile (UOC B) di Roma “La Sapienza”, dove è avvenuta la loro presa in carico.
I due casi si sono
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Elenco degli allegati - Applicazione di una ICF-CY checklist 0-3 anni
- Allegato 1a: linee guida per la compilazione dell’ICF-CY checklist
- Allegato 1b: ICF-CY checklist 0-3 anni
- Allegato 1c: parallelo protocollo osservativo neuropsicomotorio - codici ICF-CY( 0-3 anni)
- Allegato 2: tabella VI – Bambini entro il primo anno di vita
- Allegato 3: tabella VII – Bambini oltre il primo anno di vita
- Allegato
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Le Paralisi Cerebrali Infantili
Cenni storici
Un chirurgo ortopedico inglese, William John Little, in un suo lavoro del 1862 presentato all'Ostetrical Society of London ha fornito la prima descrizione di Paralisi Cerebrale Infantile:“rigidità spastica tipo tetano e una distorsione delle gambe del neonato” [1]. Successivamente Sigmund Freud nel suo “Die infantile cerebrallahmung” nel 1897 descrive i possibili
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