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Psicomotricità esercizi pratici

Psicomotricità esercizi pratici

La psicomotricità, nella pratica si realizza attraverso questi punti fondamentali:

  • Schema corporeo
  • Coordinazione ed equilibrio
  • Rilassamento
  • Adattamento al tempo (ritmo)
  • Strutturazione spaziale
  • Schema corporeo

Schema corporeo

Per l'acquisizione dello SCHEMA CORPOREO procediamo attraverso due tappe:

1^ TAPPA: percezione globale del corpo, della sua unità, della sua posizione nello spazio.

Tale scopo lo otteniamo concretamente ponendo il ragazzo in "situazioni corporee" (precisate verbalmente ed associate a determinate sensazioni globali) le quali consistono:

  • posizioni: da assumere col corpo (in piedi - seduto - disteso ecc.) a ognuna delle quali deve corrispondere una immagine verbalmente chiara con esempi tratti dalla vita corrente e la cui integrazione deve essere facilitata con l'introduzione di varianti e di nuove precisazioni (es. star sulle punte dei piedi facendosi grande grande).
  • Spostamenti del corpo di cui il ragazzo prende coscienza attraverso:
    • il contrasto spostamento- arresto
    • le variazioni di tempo nello spostamento
    • le modificazioni dell'appoggio al suolo
    • le variazioni possibili della corsa, del cammino quadrupedale, dello striscio, del salto ecc.

2^ TAPPA studio dei rapporti spaziali per permettere al ragazzo di differenziare le posizioni e i movimenti dei singoli arti. Si raggiunge questo scopo partendo da esperienze motorie percettive ed esterocettive, ciò spiega l'importanza del fatto che proprio attraverso il linguaggio e l'uso dello specchio, il ragazzo assimila e definisce:

  • i dati che riguardano il corpo nello spazio (davanti, dietro)
  • i principali riferimenti corporei (segmenti, articolazioni)
  • le posizioni relative dei segmenti rispetto al corpo.

Si giunge così alla:

  • presa di coscienza dello spazio gestuale attraverso diverse posizioni segmentarie realizzate in diverse posture, (es. posizioni orizzontali e verticali delle braccia in stazione eretta, posizione delle gambe, variazione degli appoggi, ecc.)
  • conoscenza corporea che si articola in questi punti: individuazione dell'asse corporeo sempre attraverso il manuale e le azioni personali sul proprio corpo con discriminazione destra sinistra, effettuabile solo quando il ragazzo ha raggiunto e superato gli stadi precedenti.

Coordinazione ed equilibrio

Altrettanto importanti e significativi sono gli esercizi sulla COORDINAZIONE che si eseguono con lo stesso criterio attuato per lo schema corporeo, alla cui elaborazione contribuiscono, facendo appello all'interiorizzazione e all'organizzazione mentale.

Parallelamente ad esso infatti si inizia con azioni globali e spontanee per giungere in seguito ad aspetti più analitici. Bisogna raggiungere:

  • Perfezionamento degli automatismi, attraverso la marcia e la corsa, esercizi peraltro già eseguiti per lo schema corporeo. Ora si richiede un'esecuzione più precisa, facendo porre l'attenzione sulle singole situazioni corporee nella corsa e nella marcia. Utili sempre a questo scopo, la marcia quadrupedale, lo striscio, esercizi già noti, il cui movimento viene scomposto in un ritmo lento, in modo da attirare l'attenzione del ragazzo sulle diverse fasi dell'esercizio con automatizzazione progressiva e presa di coscienza delle variazioni possibili. Col salto, si richiede al ragazzo un'esecuzione qualitativamente più attenta di esercizi sempre più complessi (es. saltare una corda tesa facendo poco rumore, ecc.)
  • L'equilibrio: l'equilibrio dinamico spontaneo che si realizza utilizzando gli esercizi or ora descritti ( marcia, salti, ecc. ). Importante l'equilibrio al suolo (equilibrio sulla punta dei piedi, appoggio su un solo piede, ecc.), esercizi che via via si possono rendere più complessi associandoli a movimenti degli arti superiori (esercizi di controllo del corpo) e alla chiusura degli occhi se si eliminano le eventuali cause di apprensività del soggetto.
  • Giochi ed esercizi di destrezza. Contribuiscono all'educazione dei riflessi, dei controlli, e dell'economia dello sforzo, inducono un aggiustamento dinamico continuo del corpo durante l'azione e portano il ragazzo a pensare al suo corpo come un'entità inserita non solo nello spazio, ma anche nel tempo, perché attraverso l'acquisizione di questo ultimo dato il gioco riesce senza errori e quindi senza sconfitte psicologiche. Abbiamo fatto eseguire ad esempio giochi con palla e cerchi. Materiale diverso per volume, peso, consistenza ecc. permette un progressivo adattamento degli esercizi alle possibilità reali del ragazzo; questa progressività è, però, anche determinata dalla complessità dell'esercizio, dalla variabilità dei fattori temporali, spaziali e dinamici (velocità, distanza, forza, ecc.). Gli esercizi permettono di acquisire successivamente: la padronanza del meccanismo del gioco, la padronanza del corpo e dello spazio gestuale (passaggi della palla da una mano all'altra, lancio a destra ruotando il tronco ecc.).
  • L'adattamento allo spazio e al movimento (es: tirarsi la palla mentre si gira in cerchio, ecc.), la coordinazione dei movimenti (es. far rimbalzare la palla mentre si salgono e scendono i gradini, fare lo stesso in ginocchio).
  • Oltre ai giochi con palle e cerchi, insegniamo il gioco del salto con la corda. All'inizio è l'educatore che fa girare la corda, fissata ad una estremità, adattandosi alle possibilità del ragazzo, in seguito è il ragazzo stesso che previene il passaggio della corda con spostamenti del corpo. Infine saranno i ragazzi a tenere l'estremità della corda, azione quest'ultima fonte di ulteriore apprendimento.

Rilassamento

Oltre agli esercizi sulla coordinazione, ne abbiamo introdotti altri non meno importanti di RILASSAMENTO.

Questi favoriscono, infatti, l'affinamento del gesto sopprimendo tensioni muscolari superflue e facilitano l'elaborazione dell'immagine corporea.

Adattamento al tempo (ritmo)

Raggiunto un certo grado di padronanza del proprio corpo anche attraverso le diverse tecniche di rilassamento, l'interpretazione del ritmo (altra tappa molto importante) avviene spontaneamente. Ma, occorre procedere ugualmente gradatamente per evitare disorganizzazioni e sconfitte. Ogni esercizio deve essere presentato in forma verbale e codificata. Si inizia quindi un lavoro preparatorio per acquisire nozioni di ritmo e andatura (accelerazioni e rallentamenti, tempi, veloci e lenti, ritmi regolari e irregolari e loro simbolizzazioni con battute deboli, medie, accentuate ecc..) Si procede poi con l'introduzione di ritmi più complessi presentati sia in modo verbale, sia sotto forma di consegne codificate (marce, arresti, battute di mani e di piedi, associazione dei propri movimenti ritmici a quelli del compagno ecc...).

Strutturazione spaziale

Fondamentale è anche l'acquisizione della STRUTTURAZIONE SPAZIALE.

Le nozioni spaziali (alto-basso, destra-sinistra, dentro-fuori, avanti-indietro), già utilizzate in molti esercizi precedenti, vengono ora integrate attraverso la sperimentazione personale, che fa prendere coscienza dei rapporti spazio-tempo, pensiero-azione, se stesso-altri e dei concetti tipo: disposizione dello spazio, distanza, anticipazione, ecc...

E' infatti proprio attraverso il contatto personale e cosciente con la realtà, che il ragazzo si svincola dal suo egocentrismo e giunge a considerare quelli degli altri. E' di fondamentale importanza curare proprio l'aspetto relazionale favorendo l'inserimento del ragazzo all'interno del gruppo cercando di conquistare la fiducia già dal primo incontro, premesse queste ultime indispensabili per ottenere risultati concreti e collaborazione. Azioni immaginate o giocate, quali girotondi, scenette, semplici esercizi, aiutano all'inserimento nel mondo degli altri ragazzi e soprattutto il judo, stimolando la competizione, ci aiuta ad ottenere l'impegno e la collaborazione del singolo.

Il gioco diventa un mezzo di espressione globale, sia corporea che verbale, che permette all'immaginazione e alla creatività del ragazzo di sbrigliarsi.

Siamo infatti spesso ricorsi al gioco per interessare i più pigri per invitare alla collaborazione e alla socializzazione, fino ad ottenere gradualmente la strutturazione del gruppo.

Questa strutturazione progressiva del gruppo e il suo funzionamento sono strettamente legati alla presenza di un valido istruttore che sappia contemporaneamente interessare ed ascoltare il ragazzo e il gruppo, ma anche mettersi da parte per permettere a ciascuno di vivere pienamente la sua azione nel corso delle differenti situazioni educative. Il judo offre la possibilità di costrure sia momenti di lavoro a corpo libero, che attività di stretto contatto fisico con gli altri, permettendo di graduare attentamente le difficoltà che possono nascere da un contatto ravvicinato in cui sia in gioco quello spazio di rispetto e di difesa che normalmente è presente in tutti, ma che in certe persone può assumere una dimensione talmente ampia da inibire la relazione. Nel judo il gruppo è fondamentale, non è più il semplice tollerare altre presenze, ma vi è un rapporto attivo di identificazioni, di aiuto e partecipazione ad una funzione collettiva. E' questa funzione del gruppo che permette di toccare ed essere toccati, di agire in qualche modo sul corpo degli altri e tollerare che lo si faccia al proprio

La psicomotricista che lavora nella scuola è essenziale che collabori con le insegnanti del bambino, impostando un percorso ben preciso da svolgere durante l'anno.

Il materiale utilizzato è piuttosto semplice e non troppo grande come per esempio fazzolettini, foulard.

I requisiti necessari per svolgere un lavoro di psicomotricità sono:

  • buon schema corporeo: vuoI dire avere un buon dialogo con se stessi, con il proprio corpo e sentirsi tonici.

Nel caso manchi un dialogo tonico è importante:

  • fare un gioco corporeo che si effettua inizialmente con materiali concreti come ad esempio la terra, fino ad arrivare a giochi più complessi che implicano il processo di simbolizzazione;
  • respirazioni effettuando sia rilassamento che coordinazioni dinamiche;
  • equilibrio ad esempio attraverso il controllo della postura;
  • coordinazioni dinamiche che possono essere verticali ad esempio attraverso lo sguardo, orizzontali attraverso ad esempio i salti.

Il bambino ha una buona relazione con il mondo degli oggetti quando acquisisce un buon schema corporeo e, consequenzialmente, non ha alcun problema con il mondo esterno e con la sua manipolazione.

Riesce a lavorare con i suoni, le forme, i colori, lo spazio, il tempo, 'organizzazione grafica. In specifico, parlando dell'organizzazione grafica, si può attuare un' attività pre-grafica ad esempio utilizzando una lavagna, un pennarello lavabile, spugna e acqua che permette di cancellare l'eventuale errore senza creare possibili ansie e paure di sbagliare.

Un'altra tecnica è legata alla scrittura fatta sulla sabbia, utile soprattutto ai bambini che hanno la cattiva abitudine di calcare sul foglio; in questo modo si cerca di migliorare la manualità del bambino e il movimento fine (vedi ad es. i disgrafici).

In psicomotricità risulta molto interessante il racconto che consiste nel raccontare una storia, da parte della psicomotricisti, precludendo alcuni aspetti e trasformandola in una scena di psicomotricità.

Una buona relazione con gli altri.

S' instaura una buona relazione con l'altro nel momento in cui si conoscono gli oggetti e ciò consequenzialmente permette di :

  • autoidentificarsi;
  • riconoscersi nel gruppo muovendosi in una particolare maniera; per esempio l'ipercinetico si muove sempre allo stesso modo perché avendo paura di sbagliare fa sempre le stesse cose.

Molto importante il ruolo della figura adulta che deve raccogliere gli input e capire il problema cercando di farlo risolvere al bambino creando un' atmosfera di sicurezza che permette di raggiungere una certa autonomia.

Per esempio i bambini affetti da Sindrome Down hanno grossi problemi di identificazione con l'altro perché lo vivono come se “… lui può tutto, io no.”

Come accogliere il bambino per fare motricità?

Non ci sono regole precise e tutto dipende dalla psicomotricista. È importante non accogliere mai il bambino giù a gattoni perché è una posizione aggressiva che potrebbe intimidire il bambino .

Qual è il materiale utilizzato per fare psicomotricità?

Il materiale utilizzato va a discrezione della psicomotricista , è piuttosto soggettivo in base ai suoi vissuti e le sue esperienze.

Per fare un esempio pratico: si è evidenziato come il materiale più gradito dai bambini affetti da autismo siano i cerchi piuttosto della palla. Perché?

  • Il cerchio: permette al bambino di entrarvi con più facilità; può farlo girare; ha una presa più immediata; un colore uniforme fa meno male.
  • La palla: è dura; non c'è possibilità di sentire il rumore; dimensioni piccole non occupa tutto il campo visivo.

Si evidenzia come la psicomotricità possa essere applicata in modo completo attraverso i diversi 'giochi tradizionali-popolari' come il famoso “Gioco della Campana “ chiamato anche in altri modi tra i quali 'Mondo' .

In breve, consiste nel disegnare a terra con un gesso nove caselle e ogni bambino a turno con un sasso deve porlo sul n. 1 e saltare con un piede tutti i quadrati e tornare indietro senza schiacciare le righe o uscire dagli spazi e senza perdere l’equilibrio.

Questo gioco permette di:

  • analizzare la figura che il bambino deve disegnare, è evidente il concetto logico-matematico di figura chiusa;
  •  entra in gioco un discorso di organizzazione spaziale ( quanto grandi bisogna disegnare i quadrati per fare in modo che possa entrare il piede del bambino );
  •  è necessario avere un buon schema corporeo che permette di regolare al meglio la forza del braccio per lanciare il sasso all'interno del quadrato;
  • entra in gioco l'equilibrio, dettato dal fatto che bisogna saltare in ogni quadrato con un piede solo;
  • è importante il fatto che si tratta di un gioco di gruppo quindi s'impara a rispettare i turni, si sperimenta la competizione ma anche la cooperazione;
  • è un gioco funzionale legato a delle regole ben precise che si devono rispettare;
  •  il livello simbolico è minimo solo la trascrizione da forma ad un gioco attraverso la simbolizzazione grafica.

Questo gioco viene fatto in gruppo da bambini dai 7 anni in su.

Il “Gioco della stella-stellina”' consiste nel fare girare un bambino verso il muro che dice stella stellina e gli altri che man mano devono avanzare senza farsi vedere in movimento mentre l 'altro si gira.

Questo gioco permette di:

  • evidenziare il tempo, in particolare la simultaneità (mentre il bambino dice stella stellina girato verso il muro l'altro deve muoversi e immediatamente fermarsi come una statua);
  • si formano le relazioni nel gruppo ( se un bambino è antipatico chi girato verso il muro dirà di averlo visto in movimento anche se non è vero).

Nella semplice “Conta am bim bom. ..” che noi tutti almeno per una volta abbiamo cantato nella nostra infanzia, è presente una base per la preparazione sia alla scrittura che alla lettura, poiché avviene una segmentazione della parola, e la dimensione di psicomotricità è presente nelle spazio tra una sillaba e l' altra.

Gioco creativo:

Già sopra, è stato accennato il 'Racconto in psicomotricità” legato al fatto di dover inventare una storia insieme, più breve possibile altrimenti stanca; la psicomotricista in questo caso dei suggerimenti legati a tre parole:

  1. CAVERNA
  2. RUSCELLO;
  3. ALBERO.

Vengono formati tre gruppi uno interpreta appunto la caverna, l'altro il ruscello e l'ultimo l' albero utilizzando il materiale disponibile e molto spesso conquistandoselo a svantaggio dell'altro gruppo.

Attraverso il racconto in psicomotricità si effettua:

  1. Costruzione nello spazio: degli oggetti da sinistra verso destra tipico della cultura occidentale, questo avviene in modo diverso dallo psicodramma.
  2. Gioco corporeo: uno dei componenti del gruppo dovendo rappresentare un serpente ha dovuto strisciare a terra quindi conclusa la seduta ha evidenziato un fastidio alle gambe, anche questo serve per scoprire alcune parti del nostro corpo .
  3. Rappresentazione grafica: alla fine di ogni seduta di psicomotricità viene chiesto di disegnare ciò che si è provato, le sensazioni, le emozioni ciò che si è vissuto.

La psicomotricista a questo punto evidenzia se per caso il soggetto non ha vissuto bene la costruzione del posto dove si trovava, oppure se il bambino non disegna nulla significa che ha una gran paura della situazione.

Eventualmente si po' utilizzare un cartello per evidenziare dove si è arrivati nel percorso descritto dal racconto, come e perché.

La seduta:

Una seduta di psicomotricità dura minimo 40 minuti ed è divisa in tre fasi:

Fase di rilassamento

In questa fase viene messo un sottofondo musicale adeguato al gruppo.

Se si tratta di bambini con gravi deficit è meglio utilizzare musiche popolari che non lasciano il bambino solo per troppo tempo e quindi non creano tensioni.

Soprattutto se si hanno problemi di respirazione, se si vive la sensazione che la cassa toracica venga schiacciata quindi non si riesce a respirare per l'angoscia è necessario un ritmo molto lento e scandito che permetta una respirazione profonda.

È una fase molto importante in psicomotricità, perché si prende visione del gruppo, ogni componente è lo stesso, nulla è cambiato, e se per caso qualcosa cambia ci sono gli altri con i quali instaurando un forte relazione ti garantiscono sicurezza e fiducia.

La psicomotricista interviene riassumendo ciò che è accaduto nella seduta precedente per dare continuità al lavoro, successivamente distribuisce il materiale e avviene la collocazione corporea a volte circolare, altre volte segnata dai cuscini.

Molto spesso se uno dei bambini ha paura di un componente del gruppo tende a

posizionarsi il più distante possibile, oppure si rifiuta di sdraiarsi in pancia in su, non potrebbe controllare la situazione.

Fase di dinamicità

Cambia musica, il ritmo incalza. Avviene la distribuzione del materiale, per esempio, grossi cerchi, ognuno prende possesso con il proprio ci si alza, si cammina, si va avanti, indietro, fino a quando il gruppo si amalgama e si arriva a fare tutti la stessa cosa. II culmine viene raggiunto quando cadono le difese e si ritorna bambini.

Si passa da un lavoro individuale ad uno di coppia e infine a quello di gruppo .

II linguaggio è prettamente non verbale fatto di gesti e di sguardi.

Fase della simbolizzazione

È momento di rilassamento dove viene chiesto di rappresentare una delle sedute attraverso una vera e propria simbolizzazione.

 


Fonte: http://giochiesorrisi.forumcommunity.net/?t=20423357


 

Tratto da www.neuropsicomotricista.it  + Titolo dell'articolo + Nome dell'autore (Scritto da...) + eventuale bibliografia utilizzata

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