INTRODUZIONE - IL RUOLO DELL'IMITAZIONE: dallo sviluppo al trattamento nel Disturbo dello Spettro dell'Autismo
Il nucleo di questa tesi è incentrato sul ruolo d’importanza che assume l’imitazione all’interno dello sviluppo. Nonostante non vi sia una definizione univoca, i diversi teorici concordano nell’attribuire all’imitazione due funzioni predominanti. La prima funzione è legata all’apprendimento: grazie all’imitazione l’individuo, può acquisire nuove competenze e conoscenze in maniera più vantaggiosa rispetto all’apprendimento per tentativi ed errori. L’altra funzione è quella sociale, attraverso la quale i soggetti si impegnano negli scambi sociali ed emotivi con gli altri.
In particolare, l’obiettivo di questa tesi di laurea è quello di comprendere se i bambini con disturbo dello spettro dell’autismo presentano una compromissione della suddetta competenza e, se presente, come si manifesta il profilo imitativo.
La motivazione che mi ha spinto ad approfondire tale tema ha una duplice natura.
Una delle ragioni è riconducibile alla scoperta di una grande psicologa che mi ha lasciato un segno: Jacqueline Nadel, che ha incentrato la sua carriera sull’imitazione e l’uso sociale di quest’ultima come approccio terapeutico nei disturbi dello spettro dell’autismo. L’altra motivazione trova le radici nella mia esperienza di tirocinio, la quale mi ha permesso di entrare in stretto contatto con questa realtà.
La tesi è articolata in quattro capitoli. Nel primo capitolo viene approfondito il ruolo dell’imitazione: dall’apprendimento alla sua funzione sociale. Verranno descritti due importanti teorici, il primo è Albert Bandura, che nelle sue teorie definisce tutte le componenti essenziali per far sì che ci sia apprendimento. L’altro teorico è Vygotskij, che considera l’imitazione un processo intellettivo che può essere utilizzato per apprendere dagli adulti, i quali fungono da modelli. Ci occuperemo di comprendere se l’imitazione è una competenza innata o che viene acquisita nel corso del tempo. Verrà posta l’attenzione all’imitazione reciproca all’interno della diade, facendo emergere l’importanza del ruolo “da specchio” assunto dal caregiver, il quale riflette gli stati emotivi del bambino e promuove lo sviluppo del linguaggio. Infine, verrà discusso il ruolo assunto dall’imitazione nel corso dell’infanzia.
Il secondo capitolo si concentra nella definizione delle basi neurobiologiche dell’imitazione e dell’apprendimento per imitazione, cercando di comprendere se tale substrato neurobiologico possa essere compromesso nei soggetti con disturbo dello spettro dell’autismo.
Il terzo capitolo tratterrà esclusivamente delle compromissioni imitative all’interno dei soggetti con ASD, sottolineando come quest’ultime abbiano delle ripercussioni sulle altre aree di sviluppo. L’altro obiettivo è quello di scoprire se tali compromissioni si presentino come un deficit globale o se si presentino con un profilo disarmonico con i rispettivi punti di forza e di debolezza.
Nel quarto capitolo la discussione verterà sui diversi approcci terapeutici incentrati sull’imitazione: passerò in rassegna l’ABA, l’ESDM e il RIT. Infine, parlerò del videomodeling, a sostegno dell’idea che l’imitazione può anche essere uno strumento per apprendere nuove abilità.