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INTRODUZIONE - L’Attività Assistita con Animali nella Sindrome di Rett: ipotesi di terapia di supporto finalizzata al potenziamento delle funzioni cognitive

 

INTRODUZIONE - L’Attività Assistita con Animali nella Sindrome di Rett: ipotesi di terapia di supporto finalizzata al potenziamento delle funzioni cognitive

Il presente studio si incentrerà sulla Sindrome di Rett (RTT), una patologia neurologica progressiva altamente complessa di origine genetica, che colpisce quasi esclusivamente soggetti di sesso femminile. In particolare, lo studio porrà l’attenzione sulla forma più comune della patologia, ovvero quella classica.

Le bambine con RTT presentano una concomitante presenza di disturbi percettivi, motori e cognitivi che determinano l’impossibilità o la difficoltà di interazione con l’ambiente circostante e conseguenti ed importanti alterazioni dello sviluppo.

Una delle caratteristiche della patologia è rappresentata da un deterioramento cognitivo profondo che seppur in presenza di una discreta comprensione, è caratterizzato da un deficit delle funzioni esecutive, dell’elaborazione degli stimoli ambientali, della formazione di una corretta rappresentazione mentale e della pianificazione dell’atto motorio, ulteriormente compromesso dalla presenza di comportamenti involontari, ripetitivi e persistenti, quali le stereotipie delle mani.

Le funzioni cognitive comprendono quelle capacità quali il linguaggio, la memoria, l’apprendimento, che risultano essere alla base di un corretto funzionamento mentale e adattivo. Nonostante queste capacità risultino compromesse nelle bambine con RTT, numerose osservazioni e rapporti dei genitori indicano che molti individui con la patologia siano in grado di stabilire un contatto visivo tale da poter indicare e comunicare attraverso lo sguardo, suggerendo che essi possano avere capacità cognitive più evidenti di quanto si pensi.

Il presente studio si incentrerà sull’analisi dei deficit cognitivi e sull’ipotesi di una terapia di supporto che possa apportare dei benefici a favore di questi, permettendo alle bambine una maggior espressione dei propri desideri e delle proprie volontà.

Il progetto verrà organizzato sulla base di otto bambine divise in due gruppi: il gruppo A che usufruirà di una sessione di ambientamento e di nove sessioni di Attività Assistita dal Delfino nel rispetto della legge italiana per ciò che concerne la tutela dei delfini e il gruppo B, che usufruirà di una sessione di ambientamento e di nove sessioni di facilitazione in acqua.

I risultati con valutazioni e test verranno esaminati prima dell’inizio del progetto (T0), entro quindici giorni dal termine della terapia (T1) e a tre mesi di distanza (T2) per verificare se effettivamente gli eventuali miglioramenti, potenzialmente riscontrabili, potranno mantenersi anche dopo un periodo di tempo prolungato. I dati del primo gruppo verranno comparati con il secondo per verificare se esiste un’effettiva differenza di risultato fra i due e quindi un’efficacia o meno della Attività Assistita con Animali (AAA).

Al termine di tale analisi lo studio si concentrerà sulle modificazioni eventualmente riscontrabili nell’area cognitiva per quello che concerne in particolare l’attenzione e la memoria, valutando i risultati a breve e a lungo termine.

Per verificare la significatività statistica dei test riguardanti l’area cognitiva si effettuerà il t di student, ovvero un test di verifica di ipotesi. Da questo si otterrà il p-value che rappresenta la probabilità di osservare un valore uguale o più estremo di quello rappresentato dall’ipotesi nulla e che deve essere inferiore o uguale a 0,05 per rendere i risultati statisticamente significativi.

Si auspica che tale terapia potrà dare risultati concreti, attraverso valutazioni standardizzate e non, che ci permettano di comprendere se effettivamente questa attività potrà essere una valida soluzione terapeutica, in associazione alle terapie tradizionali, volta al potenziamento delle funzioni cognitive nelle bambine con RTT.

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