INTRODUZIONE - Terapia Neuropsicomotoria in Età Evolutiva: centralità della collaborazione con la famiglia (anche) straniera
La presenza costante e ogni giorno in crescita di bambini con origini migratorie, appartenenti a seconde generazioni, all’interno delle stanze di neuropsicomotricità associata alla curiosità e all’interesse personale rispetto la conoscenza dei costumi, delle usanze e delle rappresentazioni custodite dalle diverse culture del mondo ha determinato la scelta dell’argomento affrontato nel seguente elaborato di tesi.
Difatti il progetto è volto ad indagare l’esistenza di eventuali limiti nella compliance Terapista della Neuro e Psicomotricità-famiglia straniera, legati alla presenza di differenze linguistiche e culturali.
Nel primo capitolo viene presentato il fenomeno migratorio, facendo inizialmente riferimento alla definizione ed al contesto. Separatamente vengono poi esposti i numeri e le tendenze relative le migrazioni internazionali, le migrazioni riguardanti il contesto europeo e il territorio italiano. Entrando maggiormente nello specifico rispetto le migrazioni internazionali vengono descritte le diverse tipologie di migranti presenti nel mondo. Per quanto riguarda la presenza del fenomeno migratorio in Italia invece, consultando i dati riportati dall’Istat, è stato possibile analizzare l’incidenza delle diverse nazionalità e le principali motivazioni determinanti lo spostamento di molte persone straniere nel nostro Stato. La definizione in ottica antropologica del concetto di cultura ha permesso di aprire un sottocapitolo, all’interno del quale attraverso l’esposizione dello sviluppo psichico ed emotivo del bambino, con particolare riferimento al contributo apportato da Winnicott è stato possibile affrontare il tema del maternage in chiave interculturale. Infine viene esposto il ruolo assunto dai fattori culturali nella costruzione della genitorialità e il tema della duplice vulnerabilità, intesa quale coesistenza nell’individuo di disabilità e migrazione.
Nel secondo capitolo attraverso l’esposizione di teorie sviluppate da autori quali Georges Devereux, Tobie Nathan, Marie Rose Moro e Jerome Bruner viene presentata l’evoluzione della clinica transculturale. Georges Devereux, indiscusso fondatore della disciplina etnopsichiatrica, colse il rapporto di complementarietà esistente tra lo studio dell’individuo e la sua società e cultura. Successivamente Tobie Nathan, suo allievo, definì un nuovo dispositivo clinico etnopsicoanalito, col fine di superare le difficoltà che i pazienti immigrati affrontavano nella relazione con il clinico occidentale. Marie Rose Moro tenendo conto delle problematiche riguardanti le secondo e le terze generazioni, rivisitò il lavoro di Nathan e mise a punto un dispositivo meticcio e cosmopolita a geometria variabile. A lei si deve anche lo studio del principio di “Decentrage”, riguardante la posizione assunta dai curanti che operano in ambito transculturale. Infine si ricorda Jerome Bruner, fondatore della Psicologia culturale.
Nel terzo ed ultimo capitolo relativo la parte compilativa del presente elaborato di tesi viene riportata la nascita della Psicomotricità, dapprima avvenuta in Francia e in Svizzera e poi in Italia, sia in ambito abilitativo-terapeutico, che educativo-pedagogico. Segue la definizione del ruolo assunto dalla figura professionale del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva e la descrizione del setting terapeutico, ovvero l’ambiente in cui opera. Grazie poi al contributo delle neuroscienze nella comprensione delle problematiche interculturali viene esposta l’esigenza di definire il legame tra Psicomotricità e cultura. Il capitolo termina con alcune riflessioni ed evidenze rispetto la realizzazione di un approccio riabilitativo transculturale.
Terminata la parte compilativa, segue quella sperimentale. Alla base del lavoro di tesi vi è infatti la creazione di cinque questionari esplorativi, riportati all’interno del quarto capitolo e rivolti alle famiglie con bambini di origine straniera che svolgono interventi di terapia neuro psicomotoria presso servizi pubblici, privati e/o privati accreditati. Di questi, quattro sono stati destinati alle famiglie dei bambini con origini migratorie, di età compresa tra 0 e 6 anni in carico presso l’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Voghera (UONPIA). Il quinto questionario, più generale, è stato realizzato principalmente per ricerche future che possano coinvolgere un campione di studio più ampio.
Nel quinto capitolo viene presentato il campione oggetto d’analisi, costituito da sei bambini di nazionalità straniera, già seguiti in trattamento neuropsicomotorio presso l’UONPIA di Voghera. Per ogni bambino viene riportata una breve descrizione, la valutazione neuropsicomotoria effettuata all’inizio del periodo di tirocinio e gli obiettivi dell’intervento abilitativo e riabilitativo perseguiti e conseguiti in questi mesi.
All’interno del sesto capitolo attraverso la rappresentazione grafica dei dati, vengono analizzate, interpretate e confrontate le risposte date dalle famiglie di origine straniera ai quesiti del questionario.
L’elaborato di tesi si conclude con l’esposizione di punti di forza, criticità dei questionari e ipotesi future per la definizione di un approccio riabilitativo di tipo interculturale.