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Metodo Vojta

Vaclav VojtaÈ la prima impostazione di un trattamento abilitativi preventivo, basato su una diagnosi precoce. Questo metodo non è detto che deve essere applicato solo ai bambini a rischio e non è detto che sia l'unico metodo valido nei bambini molto piccoli. Il metodo parte dal presupposto che nelle lesioni infantili del snc, periferico e nei disordini neuropsicomotori non si realizza l'integrazione tra alcune funzioni e cioè:

  • la componente posturale che consiste nell'attività automatica riflessa di tutto il corpo; ossia l'attività di orientamento del corpo nello spazio, sia in riposo che in movimento;
  • la componente di raddrizzamento che significa la possibilità di avere sempre, in qualsiasi posizione, la testa orientata in maniera che la rima boccale sia orizzontale e la faccia sia dritta frontalmente nello spazio;
  • la componente fasica significa coordinazione motoria che porta ad una traslazione con una sua direzione ed una sua velocità.

Qualsiasi tipo di movimento possiede queste tre caratteristiche. La carenza prolungata di adeguate stimolazione sensitivo-sensoriali, dovuta ad un danno cerebrale anche minimo, (ciò ricorda la legge della reciprocità di gessell: “lo sviluppo di ogni struttura nervosa è sempre legato a quelle di altre strutture nervose a cui essa è collegata o è destinata a collegarsi”;) finisce, quindi, per incidere negativamente sulla organizzazione delle attività encefaliche.

Il trattamento dovrebbe avere lo scopo di indurre la coordinazione automatica riflessa del comportamento motorio attraverso la stimolazione di aree somatiche chiamte zone grilletto o reflessogene.

Le zone reflessogene, sono quattro zone principali e cinque ausiliare corrispondenti a determinati livelli spinali.

Sull'arto superiore facciale la zona grilletto è l'epicondilo mediale dell'omero, tale zona viene stimolata per ottenere il movimento di raddrizzamento; la zona ausiliare del lato facciale è sul margine mediale della scapola. All'arto inferiore facciale, la zona grilletto è il condilo mediale del femore; la zona ausiliare corrispondente è la spina iliaca antero superiore.

All'arto superiore occipitale la zona grilletto è la parte distale laterale dell'avambraccio; le zone grilletto corrispondenti sono due: una a livello della spalla, sul margine anteriore, l'altra zona è la regione D8 del torace. All'arto inferiore occipitale, la zona grilletto è la zona calcaneare; la zona ausiliare corrispondente è la regione del gran troncantere. Le suddette stimolazione nelle zone grilletto hanno lo scopo come si è visto di provocare risposte motorie complesse, che contengono i requisiti fondamentali del movimento e siano pertanto carettirizzate da una determinata modalità posturale, da definiti meccanismi di raddrizzamento e da una specifica motilità fasica. Con la stimolazione dei punti grilletto, il metodo Vojta da particolare rilievo alla elicitazione di due schemi riflessi fondamentali, quello di rotolamento e quello dello strisciamento, ritenuti i modelli di ogni successivo movimento coordinato. La stimolazione di tali schemi, ripetuta più volte nella giornata anche con collaborazione della famiglia; può trasformare la risposta inizialmente automatica in movimento attivo.

Ogni zona stimolata, infatti, determinerebbe la messa in corrispondenza del metamero di riferimento; la stimolazione contemporanea di più zone reflessogene, soprattutto nei casi patologicamente conclamati, attiverebbe la sommazione spaziale e temporale degli impulsi, che attraverso il midollo perverrebbero alle strutture superiori fino alla corteccia cerebrale.

Tratto da www.neuropsicomotricista.it  + Titolo dell'articolo + Nome dell'autore (Scritto da...) + eventuale bibliografia utilizzata

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