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L'emergenza dell’Orientamento Spaziale

Il neonato appare dotato di meccanismi innati di controllo spaziale del movimento. Egli si gira alla ricerca del capezzolo della madre cercandolo alla sua destra, dopo essere stato solitamente allattato dalla mammella sinistra della madre, anche quando viene invertita la sua posizione di allattamento offrendogli la mammella destra: questo esempio dimostra quanto precoce sia l'organizzazione spaziale del movimento e del comportamento e di quanto precocemente tale organizzazione venga vincolata sia da elementi presenti nel contesto percettivo, sia da elementi anticipati spazialmente e cercati in un determinato luogo anche quando mancano (e quindi non possono attrarre il movimento direzionandolo). Il cervello confronta continuamente la geometria del mondo esterno, direttamente percepita  dalle superfici recettoriali, con le geometrie interne dei suoi numerosi sistemi percettivi e motori, distribuiti nei due emisferi cerebrali. Ogni variazione esterna si traduce in variazioni spaziali e temporali, sulle superfici recettoriali, che  sono elaborate dalle molteplici rappresentazioni corticali e sottocorticali. Tali rappresentazioni anatomo–funzionali permettono l’emergenza di mappe spaziali,  ovvero di dispositivi di trasformazione di coordinate sensoriali in altre coordinate propriamente spaziali, attraverso il quale il movimento viene controllato e modificato. Le mappe spaziali emergono più facilmente dall’esplorazione attiva del bambino attraverso la locomozione (nelle sue varie forme) che gli consente di modificare i suoi punti di vista e di viverne le trasformazioni. Le mappe degli oggetti sembrano richiedere  un’attiva modificazione della loro prospettiva (visiva, tattile,  uditiva) realizzabile sia tramite la manipolazione degli oggetti stessi sia tramite il loro trasporto nell’ambiente da un luogo ad un altro nello spazio. L’emergenza naturale dell’orientamento spaziale sembra così imporsi, fin dalla nascita, come funzione adattiva, biologicamente significativa per la sopravvivenza nell’ambiente. I meccanismi che la supportano emergono già nei primi movimenti spontanei e nelle prime forme di attività direzionata del neonato.

Tratto da www.neuropsicomotricista.it  + Titolo dell'articolo + Nome dell'autore (Scritto da...) + eventuale bibliografia utilizzata

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