Conquista dello Spazio Attraverso gli Oggetti
3-4 mesi Spazio Corporeo
Questa fase è caratterizzata dall’inizio del controllo intenzionale e finalistico delle mani per realizzare la prensione, prima delle parti corporee della madre e poi degli oggetti. Tale attività manuale, dopo la risoluzione del grasping reflex (2 mesi e mezzo-3 mesi e mezzo), richiede il coordinamento di tre funzioni: il controllo del capo, l’orientamento e l’inseguimento visivo dell’oggetto se è in movimento, l’organizzazione spaziale del movimento della mano. In queste prime attività motorie l’afferramento dell’oggetto è realizzato tra il palmo della mano e le quattro dita con esclusione della partecipazione attiva del pollice (prensione palmare). L’attenzione nei confronti dell’oggetto sarà maggiore se l’oggetto è in lento movimento, colorato, sonoro e, soprattutto, se presentato dall’adulto che ora inizia ad assumere il valore d’intermediario tra il sé e la realtà da scoprire e sperimentare. All’inizio la prensione è insicura, disorganizzata e spesso manca il bersaglio. In questa fase d’apprendimento la mano prima ancora di muoversi inizia ad aprirsi e tale rimane durante il percorso; la mano controlaterale partecipa alla prensione e realizza una manovra a tenaglia, ma spesso è una sola mano che raggiunge l’oggetto, mentre la mano controlaterale può rinunciare o completare l’afferramento. Se dopo l’afferramento gli viene tolto l’oggetto dalla mano, il bambino assume una mimica di stupore e fissa l’oggetto man mano che viene allontanato, ma verso il 6° mese lo insegue con la mano per raggiungerlo.
5-6 mesi Spazio di Conquista
L’evoluzione della presa e la possibilità di realizzare lo spostamento autonomo fanno sì che il movimento del bambino a questa età assuma un significato funzionale. La manipolazione rende sempre più interessanti le mani che il bambino, dal 4°-5° mese, osserva e analizza con curiosità, dapprima succhia e poi usa, avvertendo una duplice sensazione piacevole proveniente dalle mani e dalla cavità orale. La manipolazione e il succhio delle dita dei piedi, che compare verso il 6° mese, sono informazioni corporee indispensabili perché venga attribuita una dimensione spaziale al proprio corpo, i piedi infatti per arrivare alla bocca devono superare uno spazio maggiore di quello percorso dalla mano. Anche il rotolamento unifica percezioni corporee, analisi spaziali e temporali, in quanto rotolando verso l’oggetto, le superfici cutanee ricevono successivi contatti ventro-dorsali.
6-7 mesi Spazio di Esplorazione
Con il progredire delle esperienze e con la ripetizione frequente delle prove migliora il risultato e si verifica l’apprendimento dello schema motorio in cui il bambino si è esercitato: la mano raggiunge con più precisione l’oggetto e il tragitto è organizzato nello spazio in modo tale da utilizzare il percorso più favorevole per quel tipo di schema motorio adottato. A sei-sette mesi la mano si apre ancora alla partenza dell’atto ma è ora in grado di correggere la traiettoria verso l’oggetto. La mano controlaterale non partecipa attivamente all’azione, ma presenta marcate sincinesie imitative; può entrare successivamente in azione per la manipolazione e l’esplorazione dell’oggetto.
7-8 mesi Spazio di Esplorazione
All’età di sette-otto mesi si possono notare diverse modalità di esecuzione dell’afferramento a seconda della posizione spaziale dell’oggetto, che ora viene raggiunto anche se posto al di sopra del capo. È frequente l’uso della prono-supinazione, la mano oltrepassa la linea mediana e raggiunge un obiettivo nell’emispazio controlaterale se l’altra mano è impossibilitata ad agire. Questa tappa assume un significato importante per l’inizio del processo di integrazione tra gli emisomi e i rispettivi emispazi esterni nei quali in precedenza esercitava il suo intervento omolateralmente. Per il bambino che si muove tutto questo significa possibilità di esprimere se stesso nello spazio in un’armonica fusione e distinzione del sé e del fuori di sé, necessaria per favorire il superamento della fase di dipendenza dalle sensazioni spaziali e indistinte ed arrivare a quella sintesi conoscitiva che consente il riconoscimento dell’oggetto. Riconoscere l’oggetto significa percepire il limite del proprio corpo e le caratteristiche di tutto ciò che è posto fuori di esso. È cosi che in questo fondamentale momento dello sviluppo del bambino si delimita il suo spazio corporeo fino a che egli si sente un’individualità ben distinta dal mondo che lo circonda. A questa età, infatti, si verifica la cosiddetta angoscia dell’ottavo mese2 descritta da Spitz: essa si può verificare solo se esiste questa distinzione fra il sé e il fuori da sé. Il lancio degli oggetti va ben differenziato dall’apertura della mano per lasciare cadere a terra un oggetto ed osservarne l’esperienza (circa 5° mese). In questo periodo esso viene effettuato con forza tramite la brusca estensione dell’avambraccio sul braccio che viene tenuto addotto al tronco. Il bambino prova molto piacere in questa attività che gli permette di agire a distanza nello spazio quando non è ancora autonomo nello spostamento; è un prolungamento del sé che anticipa la futura conquista dello spazio.
8-9 mesi Spazio di Conquista
Nel corso dell’ottavo-nono mese compare l’interesse attivo per gli oggetti molto piccoli che possono essere presi con la pinza inferiore (afferramento tra il margine laterale del primo dito esteso e passivo ed il margine laterale del secondo dito esteso e attivo), acquisizione che consentirà nei mesi successivi il perfezionamento nella pinza superiore (opposizione attiva dei polpastrelli del primo e secondo dito), specifico e fine strumento di lavoro.
2 anni Spazio di Conquista
Nel rapporto con gli oggetti il bambino sperimenta il dentro e il fuori, l’inclusione e lo svuotamento, la sovrapposizione degli uni sugli altri, la continuità e la separazione. Impara anche ad usare l’oggetto come strumento. Il grande e il piccolo, il lungo e il corto, il vicino ed il lontano vengono discriminati sulla base di un rapporto topologico e di confronto con il proprio corpo, e non sulla base di unità di misura.
3 anni Spazio Reale
La manualità si arricchisce ulteriormente: costruisce una torre di 5-6 cubi, sa girare le pagine di un libro una alla volta, riesce a piegare in due parti un foglio, apre e chiude scatole con coperchio con una discreta abilità, inizia ad inserire oggetti di forma semplice in appositi incastri.
2 Secondo lo psicanalista Spitz l’evoluzione normale del bambino è scandita dai cosiddetti organizzatori dello psichismo; la comparsa della reazione d’angoscia di fronte al viso di un estraneo rappresenta uno degli organizzatori, assieme alla comparsa del sorriso e alla comparsa del “no”, caratteristici dei primi due anni di vita. A otto mesi, l’oggetto per il bambino è presente ed esiste solo se viene visto, toccato, esplorato: non essendoci ancora la persistenza dell’oggetto, la sua scomparsa equivale alla sua distruzione. Così la madre, appena distinta dal sé, che si sottrae alla vista del bambino non persiste nella sua spazialità ma scompare e l’estraneo che si sovrappone alla figura nota non più presente provoca in lui paura e angoscia.