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Ontogenesi della Conoscenza Spaziale

Il termine conoscenza spaziale indica quella sensazione di conoscere dove si trovano le cose quando ci si sposta da un posto a un altro nell’ambiente. Inizialmente i bambini sembrano utilizzare il frame di referenza procurato dalle posizioni e dai movimenti del proprio corpo. Tale primo sistema di referenza elabora coordinate corporee rispetto alle quali sono rappresentati i propri movimenti nello spazio. Questo sistema implica una continua automatizzazione dei propri movimenti attraverso l’analisi della velocità e della direzione di questi, e il loro successivo uso con strategie adattive basate sul ricordo di come si è girato il proprio corpo. Questo sistema (noto come dead reckoning o navigazione inerziale) è limitato dall’utilizzo esclusivo dell’informazione interna (cinestetica, vestibolare) e può essere facilmente disturbato da perturbazioni esterne che muovono l’organismo. Un secondo sistema di referenza basato su riferimenti (landmarks) nel mondo esterno è indispensabile per compensare gli errori del primo sistema. Tale sistema di referenza coinvolge la capacità di rappresentarsi gli attributi spaziali di oggetti\eventi, così come la localizzazione di queste entità in un ambiente a larga scala entro il quale entrambi (gli oggetti e l’organismo) coesistono. Per correggere gli errori accumulati durante l’uso esclusivo della navigazione inerziale è indispensabile il rilevamento almeno intermittente di landmarks nel mondo esterno, cioè di elementi ampi, rilevabili da grande distanza, che quindi restano molto sulla loro posizione, costituendo un punto di riferimento relativamente stabile (Nadel). La relazione tra l’organismo e il landmark può essere analizzata in un contesto prevalentemente egocentrico (relativa al soggetto), oppure più allocentrico, quando più landmarks sono presi contemporaneamente in considerazione, nelle loro relazioni reciproche. In tal caso l’abilità ad usare la trasformazione dinamica delle relazioni tra landmarks consente l’emergenza improvvisa di un sistema di referenza non-egocentrico. I bambini devono essere in grado di utilizzare tutte le informazioni per riconoscere se il ripetersi dello stesso evento (o simile) si verifica nello stesso luogo e nello stesso tempo. Ciò corrisponde all’emergenza di un terzo sistema di referenza nel quale i landmarks sono rappresentati sia nelle loro relazioni reciproche sia nelle relazioni con l’organismo; esso rappresenta un vero e proprio modello interno o mappa cognitiva (Neisser, Blanc, Nadel) che consente la triangolazione della posizione dell’organismo nei suoi spostamenti.

Acredolo (1990) sottolinea l’importanza dell’inizio dello spostamento locomotorio (nel periodo 12-18 mesi), con l’esperienza relativa del cambiamento attivo dei punti di vista attraverso l’esplorazione locomotoria, per l’emergenza delle mappe spaziali interne.

Tratto da www.neuropsicomotricista.it  + Titolo dell'articolo + Nome dell'autore (Scritto da...) + eventuale bibliografia utilizzata

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