ABSTRACT - INTRODUZIONE - L’intervento del TNPEE nel trattamento integrato nel Disturbo di Attenzione e Iperattività in piccolo gruppo in bambini di età scolare
ABSTRACT
L’inscindibilità tra corpo e mente è stata, soprattutto a partire dagli anni ’90, un tema analizzato da molti studi e ricerche.
La nascita del concetto dell’Embodied Cognition ha avvalorato questa tesi, accrescendo la realizzazione di studi approfonditi volti a dimostrare il beneficio del movimento sulla cognizione.
Dall’affermarsi di questa nuova corrente di pensiero il campione degli studi divenne più ampio, le ricerche si focalizzarono sul ruolo del movimento nel trattamento di alcune patologie in età di sviluppo; tra queste ci concentreremo sul Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD).
In seguito ad una prima parte di analisi delle componenti principali del movimento, delle correnti di pensiero che si sono susseguite intorno all’importanza dello stesso e all’esposizione di alcuni studi effettuati sulla correlazione tra movimento e abilità cognitive, viene svolta una descrizione delle aree cerebrali comuni alla realizzazione dell’atto motorio e al pensiero con relativi studi focalizzati sulla nascita dell’Embodied Cognition e sulla relazione tra Funzioni Esecutive e motricità.
Successivamente il focus viene spostato sull’ADHD, con una descrizione approfondita del disturbo, dei criteri diagnostici, degli aspetti evolutivi e le comorbilità associate con una relativa parte di studi atti a dimostrare il beneficio del movimento sulla patologia.
Si espone anche il ruolo del TNPEE sia come figura professionale che nello specifico intervento sull’ADHD con una particolare attenzione al lavoro in piccoli gruppi.
Infine, l’ultimo capitolo dell’elaborato espone lo studio effettuato presso il “Centro Leonardo” a Genova, il quale ha incluso un campione di 7 bambini con diagnosi di ADHD con disturbi associati o meno, che svolgono un trattamento psicologico in piccolo gruppo.
Obiettivi dello studio:
- analizzare la correlazione tra movimento e cognizione
- dimostrare il beneficio che un intervento neuro-psicomotorio, focalizzato sul movimento, può avere su sistema attentivo-esecutivo
- mettere in evidenza l’importanza dell’intervento integrato e del lavoro in piccolo gruppo sui pazienti
Materiali:
- Batteria di Valutazione Neuropsicologica (BVN) protocollo 5-11 e protocollo 12-18
- Checklist ABC-Movement 2
- Edinburgh Handedness Inventory
- Questionario di gradimento per i bambini e per i genitori
Metodi:
- prima fase di valutazione (T0) tramite batteria BVN, somministrazione ai genitori della Checklist ABC-Movement 2 e Edinburgh Handedness Inventory
- seconda fase di intervento neuro-psicomotorio con cadenza settimanale in affiancamento alla seduta psicologica
- terza fase di valutazione (T1) tramite batteria BVN, somministrazione ai genitori della Checklist ABC-Movement 2 e questionari di gradimento per bambini e genitori
Risultati e conclusioni:
Nonostante il limite dato dalla ristrettezza del campione, i risultati ottenuti comparando la valutazione a T0 e quella a T1 mostrano dei miglioramenti, diversi per ogni paziente, che vanno dall’1% al 29% per quanto riguarda la batteria BVN; dallo 0% al 3% nelle sezioni A e B della Checklist ABC-Movement 2 e con un miglioramento complessivo del 18% nella sezione C della stessa. Si è riscontrato un peggioramento in due pazienti del campione che si suppone sia dovuto al cambio di protocollo dell’età nella valutazione con la batteria BVN.
Tramite la somministrazione del questionario di gradimento ai genitori si è osservato che la manifestazione dei sintomi principali dell’ADHD e dei sintomi associati alla patologia in alcuni casi si manifestano con modalità e intensità differenti in base al contesto frequentato dal bambino.
Tramite i risultati del questionario di gradimento ai bambini si osserva un livello di gradimento elevato sia per le attività svolte che per il gradimento e l’utilità del lavoro in piccolo gruppo che ha fatto riscontrare un miglioramento nelle abilità relazionali dei pazienti.
ABSTRACT
The inseparability between body and mind has been, especially since the ‘90s, a theme analysed by many studies and research.
The birth of the concept of the Embodied Cognition supported this theory, increasing the realization of detailed studies aimed at demonstrating the movement’s benefit on cognition.
Since the affirmation of this way of thinking the sample of studies became larger, the research focused themselves on the role of movement in the treatment of developmental disorders; among them we have focused on Attention Deficit and Hyperactivity Disorder (ADHD).
After a first part of analysis of the main movement’s components, the currents of thought that have followed around its importance and the exposition of some studies related to the correlation between movement and cognitive abilities, a description of the cerebral areas in common with the realization of motor act and thought is carried out with related studies focused on the birth of Embodied Cognition and the relationship between Executive Functions and motor skills.
Subsequently, the focus is shifted to ADHD, with an in-depth description of the disorder, the diagnostic criteria, the evolutionary aspects, and the associated comorbidities with a related part of studies which demonstrate the benefit of movement on the pathology. Moreover, is also exposed the role of the TNPEE both as professional figure and in the specific intervention on ADHD with particular attention to work in small groups.
Finally, the last chapter exposes the study carried out at “Centro Leonardo” in Genoa, which included a sample of 7 children either with ADHD diagnosis and associated disorder or without them, who participate in a psychological treatment in small groups.
Study’s purposes:
- Analyse the correlation between movement and cognition
- Demonstrate the benefit that a neuro-psychomotor treatment, focused on movement, can have on attentional-executive system
- Emphasize the importance of the integrated treatment and small group work on patients
Materials:
- Neuropsychological Assessment Battery (BVN) protocol 5-11 and protocol 12-18
- ABC-Movement 2 Checklist
- Edinburgh Handedness Inventory
- Appreciation questionnaire for children and parents
Methods:
- first assessment phase (T0) using BVN battery, administration of ABC-Movement 2 Checklist to parents and Edinburgh Handedness Inventory
- second phase of neuro-psychomotor weekly treatment alongside the psychological session
- third assessment phase (T1) using BVN battery, administration of ABC-Movement 2 Checklist to parents and appreciation questionnaires for children and parents
Results and conclusions:
Despite the restricted sample of children, the results obtained comparing the evaluation between T0 and T1 show us some improvements, different for each child, ranging from 1% to 29% as regards the BVN battery; from 0% to 3% in sections A and B of the ABC- Movement 2 Checklist and an overall improvement of 18% in section C of the checklist.
There was a worsening in two patients of the sample that is assumed to be due to a change in age protocol in the assessment with BVN battery.
Through the administration of the appreciation questionnaire to parents, it was observed that the manifestation of the main symptoms of ADHD and the pathology’s associated symptoms in some cases are manifested in different ways and intensity depending on the context frequented by the child.
Through the results of the questionnaire given to the children, a high level of satisfaction was observed both for the activities carried out and for the enjoyment and usefulness of working in small groups, which led to an improvement in the relational abilities of the patients.
INTRODUZIONE
Come afferma lo psichiatra italiano Antonio Cantelmo, “l’uomo è un’entità formata da corpo e mente; è un insieme inscindibile di queste due parti, aspetti diversi di una sola totalità, corpo e mente non sono separati ma sono parte l’uno dell’altra”.
Intorno a questa affermazione, soprattutto a partire dagli anni ’90, si sono susseguiti numerosi studi scientifici che indagavano questa connessione tra corpo e mente spiegandone tutte le sfaccettature (Black, J.E. et al., 1990; Fordyce, D.E. & Farrar, R.P., 1991; Neeper, S.A. et al., 1996).
Impariamo fin da piccoli a camminare, a correre e a saltare, finché crescendo, tutte le attività che svolgiamo con il nostro corpo diventano azioni quotidiane e automatizzate. Con l’avvento dell’età scolare spesso il movimento passa in secondo piano rispetto allo sviluppo di nuove competenze cognitive e di apprendimento.
In realtà, soprattutto durante l’età dello sviluppo, il movimento influenza positivamente l’intelligenza, le competenze cognitive elementari e superiori, l’interazione sociale, lo sviluppo del carattere e l’affettività.
Questa nuova corrente di pensiero basata sull’inscindibilità tra corpo e mente venne avvalorata dalla nascita del concetto di “Embodied Cognition” (Varela, F.J., Thompson, E., Rosch, E., 1991), anche conosciuta come “cognizione incarnata”, la quale spiega come ogni forma di conoscenza e cognizione umana passi attraverso l’esperienza corporea. Sulla base di questo concetto, dagli anni 2000 in poi, si sono affermate numerose ricerche sul ruolo del movimento nello sviluppo di capacità cognitive superiori nei bambini. Nelson M. e Gordon-Larsen P. nel 2006 condussero uno studio su 11 000 adolescenti, dimostrando come i soggetti più attivi nello sport avessero maggiori possibilità di avere un alto profitto scolastico e meno probabilità di sviluppare comportamenti rischiosi; Davis C.L. e collaboratori nel 2007 presero come campione 94 bambini in età scolare, dimostrando come l’allenamento intensivo avesse migliorato i risultati nella valutazione dei processi cognitivi; la stessa Davis nel 2011 utilizzò lo stesso campione sottoponendolo ad una risonanza magnetica funzionale dimostrando come l’esercizio fisico migliorasse i risultati anche nei test matematici e delle funzioni esecutive.
In seguito, gli studi ampliarono il proprio campione dimostrando come il movimento potesse agire positivamente sui processi cognitivi anche in soggetti con patologie che prevedono un deficit degli stessi.
In seguito agli studi precedenti, Benso F. nel 2004 istituì un protocollo riabilitativo per bambini con diagnosi di Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), che prevedeva esercizi di memoria di lavoro, attenzione divisa e sostenuta uniti ad attività fisica costante; inoltre, Gawrilow C. e collaboratori nel 2016 dimostrarono come l’attività fisica porti dei miglioramenti delle funzioni esecutive nei bambini con diagnosi di ADHD.
Partendo dai concetti sopracitati, il mio studio ha come obiettivo quello di analizzare l’efficacia che un trattamento neuropsicomotorio, basato sul movimento, potrebbe avere sul sistema attentivo-esecutivo in bambini di età scolare con diagnosi di ADHD, in comorbilità o meno con altri disturbi, tramite un lavoro in piccoli gruppi, per sottolineare anche il ruolo della componente emotiva e relazionale.
Tutto ciò è avvenuto paragonando i risultati emersi da una prima valutazione (aprile 2021) a quelli ottenuti dalla rivalutazione a distanza di 6 mesi (ottobre 2021).
Nel primo capitolo viene descritto lo sviluppo del movimento nell’infanzia, tramite una descrizione approfondita delle coordinazioni cinetiche semplici e complesse, fino ad arrivare alle diverse correnti di pensiero che si sono susseguite nel tempo attorno al concetto di movimento, con relativi studi riguardanti la connessione con le abilità cognitive.
Il secondo capitolo è incentrato sulla connessione tra movimento e cognizione, spiegata attraverso studi scientifici sulle aree cerebrali coinvolte nella realizzazione dell’atto motorio e sulle strutture anatomiche comuni al movimento e al pensiero, il tutto attraverso studi scientifici sull’Embodied Cognition e sul ruolo delle funzioni esecutive come processi cognitivi superiori con una particolare attenzione sulla loro connessione con il movimento.
Il terzo capitolo si focalizza sul filo conduttore dello studio effettuato, ovvero il Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), con definizione del disturbo e descrizione dei criteri di diagnosi, sottotipi e comorbilità, considerando anche gli studi relativi alla connessione tra ADHD e movimento.
Nel quarto capitolo viene descritta la figura del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva, i suoi ambiti di competenza e il suo ruolo nella riabilitazione con un approfondimento sull’intervento nell’ADHD e sul trattamento neuropsicomotorio in piccolo gruppo.
Infine, il quinto capitolo è dedicato allo studio condotto su piccoli gruppi di bambini in età scolare: si descrivono i casi presi in considerazione, i materiali utilizzati per la valutazione e i metodi applicati durante il periodo di trattamento; si procede con un’analisi dei risultati ottenuti alla prima valutazione confrontati con quelli emersi alla rivalutazione che verranno discussi e analizzati evidenziando i punti di forza e quelli di debolezza per ogni caso.
Indice |
ABSTRACT - INTRODUZIONE |
N.B. Per questioni di tempi è probabile che per il momento la presente tesi sia stata inserita parzialmente o in formato immagine. Al più presto completeremo l’inserimento rispettando i canoni da noi prefissati e cioè editando direttamente il testo nei diversi articoli del portale. 18/03/2022 - Redazione web |
CONCLUSIONI |
BIBLIOGRAFIA |
Tesi di Laurea di: Federica FANTINI |