La postura seduta del paziente con atrofia muscolare spinale (SMA): progettazione ed attuazione, scopo del lavoro, protocollo di studio, descrizione della scala, analisi e risultati
- CAPITOLO 5: LA POSTURA SEDUTA
- PARTE SECONDA: Progettazione ed attuazione dello studio
- CAPITOLO 6: BACKGROUND E SCOPO DEL LAVORO
- CAPITOLO 7: MATERIALI E METODI
- CAPITOLO 8: RISULTATI.
- CAPITOLO 9: DISCUSSIONE
CAPITOLO 5: LA POSTURA SEDUTA
LO SVILUPPO DELLA POSTURA E IL SUO SIGNIFICATO
Secondo Boccardi e Lissoni (1984), il termine postura definisce un “atteggiamento individuale assunto dal singolo soggetto, definito dai rapporti che si stabiliscono tra i vari segmenti corporei inseriti nello spazio gravitazionale, e quindi corredati dalle forze relative, in particolare dei muscoli, cui presiede l’attività di controllo del sistema nervoso centrale”.
Per mantenere una postura è necessario che:
- La verticale condotta dal baricentro del corpo cada all’interno della base d’appoggio;
- A livello di ogni articolazione la somma delle forze e dei momenti sia uguale a 0 (equilibrio statico).
Nel soggetto “sano”, la capacità di raggiungere e mantenere la postura seduta autonoma emerge intorno al sesto-ottavo mese di vita come meccanismo automatico finalizzato a supportare funzioni più evolute (esplorazione visiva, coordinazione oculo-manuale, manipolazione, etc.) che risulterebbero, altrimenti, impossibili o alterate, poco efficaci. Nel tempo e grazie all’esperienza, questa posizione, servomeccanismo di azioni coscienti e volontarie, diventa sempre più efficiente, stabile e sicura.
I requisiti fondamentali di una buona posizione seduta, ovvero quella che garantisce il massimo comfort, economicità, sicurezza e funzionalità possibili, sono soddisfatti grazie all’interazione di meccanismi di controllo interni (sistema neuromotorio) ed esterni (sistemi di postura). Tra i primi si evidenziano i meccanismi automatici e i riflessi di controllo neuromotorio, in grado di adattare in continuazione la posizione seduta al compito motorio che l’individuo sta svolgendo, garantendo il miglior supporto posturale, la migliore stabilità e la distribuzione equilibrata degli sforzi sui muscoli e sugli altri tessuti di sostegno. (Occhi, 2019)
BIOMECCANICA DELLA POSTURA SEDUTA
La postura seduta presenta caratteristiche cinematiche e cinetiche simili in tutti gli individui, con differenze dall’uno all’altro in rapporto alla conformazione fisica, all’eventuale presenza di menomazioni, alla personalità e a fattori socioculturali. Poiché qualsiasi posizione risulta nociva se mantenuta a lungo, quando si parla di postura ideale non ci si riferisce ad uno schema posturale statico ed immutabile, bensì ad una postura di riferimento attorno a cui il soggetto effettua continui movimenti di aggiustamento (azione peraltro infattibile in presenza di gravi disabilità).
Di seguito verrà analizzata, secondo la descrizione di Eugenio Occhi (Occhi, 2019), la postura seduta “ideale” nella persona “normale” (ovvero in assenza di menomazioni di natura essenzialmente neurologica e/o ortopedica). L’analisi sarà rivolta ai singoli segmenti corporei e all’influenza di ciascuno di essi sull’intero sistema posturale.
Bacino
L’assetto del bacino condiziona ed è condizionato da quello dei segmenti sovra e sottostanti. La stabilità di questa struttura e la sua adattabilità ai cambiamenti posturali dei vari segmenti costituisce un presupposto fondamentale per garantire l’equilibrio di tutto il sistema. Il bacino deve essere allineato orizzontalmente (sul piano frontale) per garantire il corretto allineamento del rachide e la distribuzione omogenea delle pressioni sulle zone d’appoggio: se così non fosse, la sua obliquità determinerebbe una deviazione compensatoria della colonna e un sovraccarico ischiatico. Sul piano sagittale, l’angolo di inclinazione del bacino (angolo tra l’orizzontale e la linea tesa tra promontorio del sacro e il bordo superiore della sinfisi pubica) in posizione seduta assume un’ampiezza di circa 30°, minore rispetto a quella riscontrata in stazione eretta (circa 60°). L’equilibrio del bacino su questo piano è piuttosto precario, in quanto la forza peso della massa che grava sulle anche tende a spostarsi anteriormente e posteriormente rispetto all’asse trasverso delle stesse, generando momenti esterni destabilizzanti. Per contrastare l’effetto di questi momenti è necessario l’intervento dei muscoli ad azione su bacino e tronco o, in alternativa, l’utilizzo di validi sostegni anteriori (es. tavolino) o posteriori (es. schienale).
Sul piano trasversale in condizioni normali, ovvero in assenza di rotazione pelvica, le spine iliache si trovano allineate.
Rachide
Lombare. Il rachide lombare presenta un angolo di lordosi sul piano sagittale inferiore rispetto a quello riscontrato in posizione eretta (30° vs 50°), per via dell’aumentata retroversione del bacino. In condizioni fisiologiche non dovrebbero essere presenti deviazioni di questa porzione di colonna sui piani frontale e trasversale.
Dorsale. La colonna dorsale, per la sua ridotta libertà di movimento, è la porzione meno condizionata dall’assetto posturale dei segmenti sovra e sottostanti. La conservazione della sua cifosi fisiologica e l’assenza di inclinazione laterale e di rotazione sul piano trasversale costituiscono un fattore importante per il mantenimento di una postura corretta e, in particolare, per la funzionalità cardio-respiratoria.
Cervicale. La posizione ideale di questo segmento è quella che consente l’ottimizzazione dell’orientamento dello sguardo senza fatica né dolore. In condizioni normali non dovrebbero essere presenti deviazioni né sul piano frontale, né su quello trasversale. Sul piano sagittale, in posizione seduta, il rachide cervicale dovrebbe essere posto in modo che la verticale condotta dal baricentro del capo passi anteriormente all’asse trasverso dell’articolazione atlanto-occipitale.
Spalle
La posizione del cingolo scapolare è condizionata da quella del rachide. Le spalle, nella postura ideale di riposo (con mani appoggiate sulle cosce e gomiti semiflessi), dovrebbero trovarsi alla stessa altezza sul piano frontale e non presentare alterazioni sul piano sagittale (anteposizioni) e trasversale (rotazioni).
COSA CAMBIA NEL PAZIENTE SMA?
Se la postura ideale della persona “normale” costituisce un riferimento da tenere sempre presente nello studio della postura di soggetti con disabilità, non bisogna dimenticare che molto spesso questa si discosta, e anche di molto, dalla postura ideale di questi ultimi.
Nella postura seduta del paziente con SMA si ritrovano spesso complicazioni di tipo muscolo-scheletrico, come scoliosi, deformità toraciche, retrazioni muscolari e lussazione/sub-lussazione dell’anca (Stępień, et al., 2020). Per esempio, il 60-90% dei pazienti affetti da SMA di tipo 2 sviluppa una scoliosi ipotonica precoce e progressiva, spesso accompagnata da flessione laterale e rotazione del rachide cervicale e del capo, deformità toracica ed obliquità pelvica (Fujak, et al., 2013).
Questi disturbi muscolo-scheletrici possono influenzare il funzionamento quotidiano dei pazienti con SMA. Un allineamento anomalo di capo e collo può limitare la mobilità del rachide cervicale e/o causare difficoltà nella deglutizione (Engel-Hoek, et al., 2009); le deformità toraciche, associate alla scoliosi, contribuiscono ad aggravare i disturbi respiratori (Chng, et al., 2003), mentre l’obliquità pelvica può influenzare la capacità di mantenere l’equilibrio in posizione seduta (Fujak, et al., 2013). Questi dati evidenziano come le capacità motorie e funzionali dei soggetti con SMA dipendano non solo da fattori come range di movimento e forza muscolare, ma anche dalle componenti più prettamente posturali (Stępień, et al., 2021).
L’IMPORTANZA DELLA POSTURA SEDUTA NEL PAZIENTE SMA
Nello sviluppo fisiologico del bambino, l’acquisizione della postura seduta rappresenta un appuntamento evolutivo importante, in quanto permette e favorisce l’orizzontalizzazione dello sguardo, la coordinazione oculo-manuale, l’esplorazione visiva, la manipolazione e quindi l’emergere di nuove e più complesse funzioni cognitive, relazionali e comunicative.
Lo stesso accade nel bambino con SMA: la possibilità di stare seduto, sia in autonomia che tramite ausili e supporti esterni, rappresenta un fattore di arricchimento e beneficio da diversi punti di vista.
In questa posizione, infatti, riesce ad esprimere e comunicare in modo migliore i propri bisogni, può esplorare lo spazio più facilmente e viverlo attivamente, partecipando in modo ottimale alla vita di relazione. La postura seduta promuove il gesto funzionale e l’autonomia possibile nella vita quotidiana: permette, ad esempio, di sperimentare lo spostamento autonomo tramite carrozzina manuale o elettronica, facilitando così anche il processo di separazione-individuazione.
Un altro aspetto essenziale è quello legato alla nutrizione: in questo senso la possibilità di mantenere la postura seduta concede una notevole facilitazione nella gestione del cibo e della deglutizione.
Alla luce di queste considerazioni, si può intendere la postura seduta non solo come una questione “strutturale” e biomeccanica, ma bensì come una condizione significativa dal punto di vista del benessere e della dignità dell’individuo.
PARTE SECONDA: Progettazione ed attuazione dello studio
CAPITOLO 6: BACKGROUND E SCOPO DEL LAVORO
Background
L’Atrofia Muscolare Spinale (SMA) è una grave patologia neuromuscolare, caratterizzata da degenerazione e perdita degli alfa-motoneuroni delle corna anteriori del midollo spinale e dei nuclei del troncoencefalo, con conseguente debolezza muscolare prossimale progressiva e paralisi. Questa condizione clinica implica, nei pazienti affetti, la presenza di progressive alterazioni muscolo-scheletriche e posturali, come scoliosi, deformità toraciche, retrazioni muscolari e lussazione delle anche, che possono influenzare negativamente il funzionamento quotidiano dei pazienti con SMA.
Perciò si evidenzia la necessità e l’importanza di valutare in modo specifico la postura seduta dei pazienti con SMA, in quanto questa ricopre un ruolo di primaria importanza all’interno del loro profilo funzionale e adattivo.
Le scale standardizzate utilizzate nella pratica clinica prendono in considerazione gli aspetti posturali in modo marginale.
In letteratura sono invece presenti due lavori (Stępień, et al., 2020; Stępień, et al., 2019) che trattano l’affidabilità e l’effettivo utilizzo di alcuni test di misurazione di parametri posturali in un campione di soggetti affetti da SMA. I test in questione sono quello di rotazione cervicale (CR), dell’angolo di rotazione del tronco da supino (SATR) e di obliquità pelvica (PO). Da questi studi emerge che i test sono affidabili e offrono la possibilità di rilevare cambiamenti precoci del sistema muscolo-scheletrico nei soggetti SMA. Si evidenzia, inoltre, come i valori ottenuti siano significativamente più elevati nel campione di pazienti SMA rispetto al gruppo di controllo e come possiedano un’alta correlazione con i valori dell’angolo di Cobb.
Tuttavia, questi due studi si basano sull’utilizzo di strumenti di misura (Scoliometro per i test SATR e PO e Plurimetro di Rippstein per il test CR), e non di una scala di valutazione che prenda in considerazione il pattern posturale del soggetto nella sua complessità, come somma dei rapporti tra i vari segmenti e dei continui aggiustamenti e compensi necessari al suo mantenimento.
Uno studio successivo (Stępień, et al., 2021) indaga l’esistenza di una relazione tra funzione motoria e deformità del bacino e della colonna in due gruppi di soggetti SMA, valutati rispettivamente tramite scala CHOP e scala HFMSE. I risultati mostrano una forte relazione tra funzione motoria e dimensioni della scoliosi, gravità della deformità toracica e obliquità del bacino. In entrambi i gruppi di studio, i bambini con deformazioni maggiori hanno mostrato risultati peggiori se valutati su scale funzionali. Ciò significa che la deformazione della colonna vertebrale, del torace e del bacino può limitare il funzionamento del bambino.
Questo lavoro evidenzia la presenza di un interesse verso la relazione tra la postura del paziente e le sue capacità funzionali. Nonostante ciò, attualmente non sono presenti in letteratura scale di valutazione dedicate in modo specifico alla valutazione della postura seduta del paziente con SMA.
Scopo del lavoro
Lo scopo di questo lavoro è quello di studiare la postura seduta dei pazienti affetti da Atrofia Muscolare Spinale, attraverso l’elaborazione di uno strumento di valutazione oggettiva, con i seguenti obiettivi:
- descrivere quantitativamente il livello di alterazione della postura seduta di un soggetto con SMA;
- distinguere una postura fisiologica da una patologica;
- individuare una correlazione con le scale HFMSE e RULM e l’esistenza di un rapporto tra le abilità funzionali di un paziente e il livello di compromissione del suo assetto posturale.
CAPITOLO 7: MATERIALI E METODI
PROTOCOLLO DI STUDIO
È stato creato un gruppo di studio in cui sono stati inseriti pazienti affetti da Atrofia Muscolare Spinale, afferenti per i follow-up clinici presso la Sezione dei Disordini dello Sviluppo Motorio dell’U.O. di Neurologia dello Sviluppo della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano.
I criteri di inclusione nello studio sono stati i seguenti:
- Età compresa tra i 4 e i 12 anni;
- Possibilità di mantenere la posizione seduta in autonomia senza supporto esterno e/o degli arti superiori;
- Compliance sufficiente allo svolgimento delle riprese video previste dal protocollo di studio;
- Consenso informato del caregiver alla partecipazione allo studio e allo svolgimento delle riprese video.
È stato successivamente creato un gruppo di controllo, i cui componenti fossero soggetti sani che rispettassero i medesimi criteri di inclusione del gruppo di studio.
È stata elaborata una scala per la valutazione della postura seduta.
Ogni partecipante (sia appartenente al gruppo di studio che a quello di controllo) è stato filmato mentre si trovava in posizione seduta su un sistema privo di schienale, con appoggio dei piedi al suolo e delle mani sulle cosce, in modo da assumere una postura comoda e naturale. La richiesta è stata di mantenere la posizione guardando fisso davanti a sé per 15 secondi. Le riprese video sono state effettuate contemporaneamente sui piani frontale (anteriormente e posteriormente) e sagittale (da entrambi i lati del soggetto).
La scala è stata in seguito applicata sulla base delle riprese video ottenute.
Le valutazioni dei soggetti appartenenti al gruppo di studio sono state svolte da due valutatori facenti parte dell’équipe multidisciplinare del Servizio.
La scala è stata in seguito somministrata anche al gruppo di controllo; in questo caso le valutazioni sono state effettuate da un solo operatore.
Le scale Hammersmith Functional Motor Scale Expanded (HFMSE) e Revised Upper Limb Module (RULM) sono state somministrate ai soggetti appartenenti al gruppo di studio nella stessa data in cui sono state svolte le riprese video utili alla valutazione posturale.
Infine, tutti i dati ottenuti sono stati inseriti all’interno di un database e sottoposti alle analisi statistiche necessarie.
DESCRIZIONE DELLA SCALA
La scala elaborata per la valutazione della postura seduta del paziente con SMA prende il nome di Sitting Posture Index (SiPI).
Si tratta di uno strumento che fornisce una prima indicazione, piuttosto immediata, del livello di alterazione della postura seduta di un paziente. Questo strumento è da intendere come una misura di quanto i pattern che caratterizzano la postura seduta di un determinato paziente si discostano dalla normalità in termini di accentuazione di atteggiamenti fisiologici. La scala SiPI è stata concepita come uno strumento rapido e intuitivo: perciò, per ottenere una visione reale ed esaustiva della postura seduta del soggetto, dovrà essere accompagnata da una descrizione clinica più dettagliata che possa implementarlo e completarlo.
La scala SiPI prende in considerazione tutti i segmenti che, in relazione fra loro, permettono ad un soggetto di mantenere la posizione seduta in autonomia. I segmenti considerati sono: bacino, colonna vertebrale e tronco, spalle, capo e collo. Si è deciso di comprendere questi distretti sia in base a quanto affermato da diversi autori, tra cui quelli citati in precedenza (Occhi, 2019; Stępień, et al., 2019, 2020, 2021) e sia tenendo in considerazione l’esperienza degli operatori rispetto alle caratteristiche della patologia.
Per ognuno dei segmenti considerati sono stati individuati determinati pattern posturali, che costituiscono i vari items della scala. Sono stati stabiliti 13 items suddivisi in quattro dimensioni: 4 per Capo/Collo, 2 per Spalle, 4 per Tronco/Colonna e 3 per Bacino.
Ad ogni item viene assegnato un punteggio relativo all’entità di alterazione di ogni singolo pattern posturale: in questo modo si ottiene un punteggio totale che offre una prima indicazione della postura di un paziente e del suo livello di alterazione. Minore sarà il punteggio, meno la postura del soggetto valutato sarà compromessa.
Ad ogni item può essere assegnato uno score in un range 0-1, 0-2 o 0-3, a seconda del “peso” che esso assume all’interno dello schema posturale e della sua alterazione; ad item riferiti ad elementi posturali più influenti, corrispondono range di punteggi più ampi.
Secondo questa logica di base, gli score sono così suddivisi:
- Score 0-1: Rotazione capo, Proiezione anteriore capo, Disallineamento asse delle spalle (piano frontale), Anteposizione delle spalle, Rotazione bacino e Inclinazione laterale bacino.
Dove si intende:
0 = assente o lievemente presente;
1 = moderatamente o marcatamente presente.
- Score 0-2: Inclinazione capo, Estensione collo, Flessione colonna dorsale (Cifosi), Estensione colonna lombare (Lordosi), Rotazione tronco e Retroversione del bacino.
Dove si intende:
0 = assente (nel range fisiologico);
1 = lievemente presente;
2 = marcatamente presente.
- Score 0-3: Flessione laterale colonna (Scoliosi).
Dove si intende:
0 = assente;
1 = lieve;
2 = moderata angolo di Cobb 15°- 40°;
3 = grave angolo di Cobb > 40°.
Per questo item sono fornite delle indicazioni supplementari per guidare la valutazione:
- il punteggio 1 corrisponde indicativamente ad un angolo di Cobb < 15°;
- il punteggio 2 corrisponde indicativamente ad un angolo di Cobb 15°- 40°;
- il punteggio 3 corrisponde indicativamente ad un angolo di Cobb > 40°.
È necessario fare presente che la scala SiPI è stata originariamente progettata in due sezioni: una sezione riguardante la valutazione della postura seduta del soggetto “a riposo”, non in movimento, e una sezione, strutturata in modo molto simile, per la valutazione delle modificazioni e dei compensi adottati per mantenere la postura seduta durante un atto motorio (flessione a 90° della spalla combinata ad estensione del gomito). In questo progetto si è deciso di utilizzare esclusivamente la sezione dedicata allo studio della postura del soggetto a riposo.
Figura 4. Scala Sitting Posture Index (SiPI)
ANALISI STATISTICHE
Le analisi statistiche hanno riguardato i risultati delle valutazioni effettuate da due valutatori utilizzando la scala SiPI.
La concordanza tra valutatori è stata misurata attraverso il coefficiente Kappa di Cohen (k), la correlazione con le scale cliniche HFMSE e RULM è stata misurata attraverso l'indice di correlazione di Pearson (r), il confronto tra pazienti e controlli è stato effettuato attraverso statistiche descrittive (i.e. numeri assoluti e percentuali).
L’interpretazione dei risultati del calcolo del coefficiente Kappa di Cohen va eseguita secondo i seguenti criteri:
- valori ≤ 0 indicano una mancanza di concordanza;
- valori compresi tra 0.01 e 0.20 indicano una concordanza minima;
- valori compresi tra 0.21 e 0.40 indicano una concordanza presente;
- valori compresi tra 0.41 e 0.60 indicano una concordanza moderata;
- valori compresi tra 0.61 e 0.80 indicano una concordanza sostanziale;
- valori compresi tra 0.81 e 1.00 indicano una concordanza perfetta o quasi perfetta.
L’interpretazione dei risultati del calcolo del coefficiente di correlazione di Pearson va eseguita secondo i seguenti criteri:
- valori compresi tra 0 e 0.20 indicano una correlazione debole;
- valori compresi tra 0.21 e 0.70 indicano una correlazione moderata;
- valori compresi tra 0.71 e 1.00 indicano una correlazione forte.
CAPITOLO 8: RISULTATI
Sono stati reclutati un totale di 13 pazienti con SMA per il gruppo di studio e di 9 soggetti sani per il gruppo di controllo.
Le caratteristiche cliniche e demografiche dei pazienti del gruppo di studio sono riassunte nella Tabella 5.
Caratteristiche |
N = 13 |
Genere n – (%) |
|
Femmine |
9 (69%) |
Maschi |
4 (31%) |
Età (anni) |
|
Media ± DS |
7.92 ± 1.7 |
Mediana (range) |
7 (5-11) |
Tipo di SMA n – (%) |
|
2 |
11 (85%) |
3 |
2 (15%) |
N° copie SMN2 n – (%) |
|
2 |
2 (15%) |
2-3 |
1 (8%) |
3 |
10 (77%) |
Categoria funzionale n – (%) |
|
Sitters |
10 (77%) |
Walkers |
3 (23%) |
Trattamento farmacologico n – (%) |
|
Nusinersen |
10 (77%) |
Risdiplam (prec. Nusinersen) |
3 (23%) |
Età all’inizio del trattamento farmacologico (anni) |
|
Media ± DS |
3.81 ± 1.8 |
Mediana (range) |
4 (2-7) |
Punteggio scala HFMSE |
|
Media ± DS |
31.23 ± 18.58 |
Mediana (range) |
25 (9-64) |
Punteggio scala RULM |
|
Media ± DS |
24.85 ± 8.14 |
Mediana (range) |
26 (14-37) |
DS = Deviazione Standard, SMA = Spinal Muscular Atrophy, SMN2 = Survival Moto Neuron gene, HFMSE = Hammersmith Functional Motor Scale Expanded, RULM = Revised Upper Limb Module |
Tabella 5. Caratteristiche cliniche e demografiche del gruppo di studio
Le caratteristiche demografiche dei soggetti appartenenti al gruppo di controllo sono riassunte nella Tabella 6.
Caratteristiche |
N = 9 |
Genere n – (%) |
|
Femmine |
5 (56%) |
Maschi |
4 (44%) |
Età (anni) |
|
Media ± DS |
7.33 ± 1.58 |
Mediana (range) |
7 (5-10) |
Tabella 6. Caratteristiche demografiche del gruppo di controllo
I risultati ottenuti dal gruppo di studio e da quello di controllo alla scala SiPI e quelli del gruppo di studio alle scale standardizzate sono riportati nella Tabella 7.
Soggetti |
Punteggio SiPI |
Punteggio HFMSE |
Punteggio RULM |
|
Gruppo di studio |
Caso 1 |
4 |
16 |
14 |
Caso 2 |
11 |
25 |
26 |
|
Caso 3 |
10 |
9 |
14 |
|
Caso 4 |
7 |
17 |
18 |
|
Caso 5 |
1 |
41 |
27 |
|
Caso 6 |
0 |
53 |
36 |
|
Caso 7 |
9 |
22 |
24 |
|
Caso 8 |
3 |
18 |
19 |
|
Caso 9 |
10 |
11 |
18 |
|
Caso 10 |
4 |
28 |
27 |
|
Caso 11 |
5 |
45 |
26 |
|
Caso 12 |
4 |
57 |
37 |
|
Caso 13 |
0 |
64 |
37 |
|
Gruppo di controllo |
Controllo 1 |
0 |
||
Controllo 2 |
2 |
|||
Controllo 3 |
0 |
|||
Controllo 4 |
1 |
|||
Controllo 5 |
0 |
|||
Controllo 6 |
1 |
|||
Controllo 7 |
0 |
|||
Controllo 8 |
1 |
|||
Controllo 9 |
0 |
Tabella 7. Punteggi alle scale SiPI, HFMSE e RULM
Concordanza tra valutatori (agreement inter-rater)
Il calcolo della concordanza tra due valutatori (agreement inter-rater) ha restituito i seguenti risultati:
- gli items Inclinazione capo (k = 1.0000), Disallineamento asse delle spalle (k = 0.8312), Anteposizione delle spalle (k = 1.0000), Flessione laterale colonna (Scoliosi) (k = 0.8917), Rotazione tronco (k = 8060), Retroversione bacino (k = 1.0000), Rotazione bacino (k = 1.0000) e Inclinazione laterale bacino (k = 0.8312) hanno ottenuto un agreement inter-rater perfetto o pressoché perfetto.
- gli items Proiezione anteriore capo (k = 0.7547), Estensione collo (k = 0.6286), Flessione colonna dorsale (cifosi) (k = 0.7045) ed Estensione colonna lombare (Lordosi) (k = 0.7400) hanno ottenuto un agreement inter-rater
- la dimensione Capo/Collo (k = 0.7524) ha ottenuto una concordanza sostanziale, le dimensioni Spalle (k = 0.8774) e Bacino (k = 0.8818) hanno ottenuto una concordanza pressoché perfetta, mentre la dimensione Tronco/Colonna (k = 0.4621) ha ottenuto una concordanza moderata, così come quella ottenuta tra i punteggi totali (k = 0.4583).
Correlazione scala SiPI con scale HFMSE e RULM
Il calcolo della correlazione tra la scala SiPI e le scale HFMSE e RULM ha restituito i valori riportati nella Tabella 8.
(r) HFMSE valutatore 1 |
(r) HFMSE valutatore 2 |
(r) RULM valutatore 1 |
(r) RULM valutatore 2 |
|
Capo/Collo |
− 0.5511 |
− 0.5258 |
− 0.4681 |
− 0.4820 |
Spalle |
− 0.1630 |
− 0.2388 |
− 0.1031 |
− 0.1779 |
Tronco/Colonna |
− 0.6716 |
− 0.6597 |
− 0.5381 |
− 0.4989 |
Bacino |
− 0.4650 |
− 0.5855 |
− 0.3928 |
− 0.5280 |
Totale |
− 0.7069 |
− 0.7487 |
− 0.5722 |
− 0.6079 |
Tabella 8. Risultati di correlazione con le scale cliniche
Confronto tra gruppo di studio e gruppo di controllo
È stata eseguita un’analisi descrittiva del confronto tra i punteggi ottenuti dal gruppo di studio e quelli ottenuti dal gruppo di controllo.
I risultati sono riportati nelle tabelle 9, 10, 11, 12, 13 e nei grafici 1, 2, 3, 4, 5.
Capo/Collo |
Casi |
Controlli |
Totale |
0 |
7 53.85% |
8 88.89% |
15 68.18% |
1 |
3 23.08% |
1 11.11% |
4 18.18% |
2 |
1 7.69% |
0 0.00% |
1 4.55% |
3 |
2 15.38% |
0 0.00% |
2 9.09% |
Totale |
13 100.00% |
9 100.00% |
22 100.00% |
Grafico 1. Risultati confronto punteggi dimensione Capo/Collo |
Tabella 9. Risultati confronto punteggi dimensione Capo/Collo |
Spalle |
Casi |
Controlli |
Totale |
0 |
7 53.85% |
8 88.89% |
15 68.18% |
1 |
3 23.08% |
1 11.11% |
4 18.18% |
2 |
3 23.08% |
0 0.00% |
3 13.64% |
Totale |
13 100.00% |
9 100.00% |
22 100.00% |
Tabella 10. Risultati confronto punteggi dimensione Spalle |
Grafico 2. Risultati confronto punteggi dimensione Spalle |
Tronco/ Colonna |
Casi |
Controlli |
Totale |
0 |
3 23.08% |
8 88.89% |
11 50.00% |
1 |
1 7.69% |
1 11.11% |
2 9.09% |
2 |
4 30.77% |
0 0.00% |
4 18.18% |
4 |
1 7.69% |
0 0.00% |
1 4.55% |
5 |
2 15.38% |
0 0.00% |
2 9.09% |
6 |
1 7.69% |
0 0.00% |
1 4.55% |
7 |
1 7.69% |
0 0.00% |
1 4.55% |
Totale |
13 100.00% |
9 100.00% |
22 100.00% |
Tabella 11. Risultati confronto punteggi dimensione Tronco/Colonna |
Grafico 3. Risultati confronto punteggi dimensione Tronco/Colonna |
Bacino |
Casi |
Controlli |
Totale |
0 |
4 30.77% |
7 77.78% |
11 50.00% |
1 |
6 46.15% |
2 22.22% |
8 36.36% |
2 |
3 23.08% |
0 0.00% |
3 13.64% |
Totale |
13 100.00% |
9 100.00% |
22 100.00% |
Grafico 4. Risultati confronto punteggi dimensione Bacino |
Tabella 12. Risultati confronto punteggi dimensione Bacino |
Totale Valutatore 1 |
Casi |
Controlli |
Totale |
0 |
2 15.38% |
5 55.56% |
7 31.82% |
1 |
1 7.69% |
3 33.33% |
4 18.18% |
2 |
0 0.00% |
1 11.11% |
1 4.55% |
3 |
1 7.69% |
0 0.00% |
1 4.55% |
4 |
3 23.08% |
0 0.00% |
3 13.64% |
5 |
1 7.69% |
0 0.00% |
1 4.55% |
7 |
1 7.69% |
0 0.00% |
1 4.55% |
9 |
1 7.69% |
0 0.00% |
1 4.55% |
10 |
2 15.38 |
0 0.00% |
2 9.09% |
11 |
1 7.69% |
0 0.00% |
1 4.55% |
Totale |
13 100.00% |
9 100.00% |
22 100.00% |
Tabella 13. Risultati confronto punteggi totali |
Grafico 5. Risultati confronto punteggi totali |