Descrizione di casi (SAT) e valutazione attaccamento
SAT - Separation Anxiety Test
Il Separation Anxiety Test (SAT) è uno degli strumenti usati nella pratica clinica per misurare i modelli operativi interni, rappresentazioni del legame tra il bambino e la figura di attaccamento principale, ossia la persona che si prende cura e accudisce il bambino, in particolare nei primi mesi di vita. Nella sua versione originale il test, ideato da Micheline Klagsbrun e John Bowlby nel 1976, era utilizzato per misurare le caratteristiche di personalità e gli stili di attaccamento, ossia la modalità di relazione che si struttura tra il bambino e la persona che si prende cura di lui. La valutazione era compiuta attraverso la classificazione delle reazioni emotive che i bambini manifestavano in seguito alla visione di foto legate al tema della separazione dai genitori.
La versione più recente del SAT, modificata da Grazia Attili (2001), è stata prodotta dal Professore Ordinario di Psicologia Sociale presso l'Università di Roma "Sapienza", primo ricercatore presso l'Istituto per le Tecnologie e Scienze della Cognizione, dove tuttora svolge parte della sua attività scientifica.
Il SAT è uno strumento di tipo semi-proiettivo, utilizzabile sia per fini clinici che di ricerca, che consente di misurare le caratteristiche di personalità e i rischi di esiti psicopatologici in bambini di 4-7 anni, attraverso le reazioni e le risposte a ipotetiche separazioni dai genitori; nella versione italiana di Attili del 2001. Il test permette inoltre di rilevare i modelli mentali dell'attaccamento anche in bambini più grandi e in età adulta.
Nello specifico, ai soggetti vengono mostrate e spiegate 12 scenette. Ogni soggetto è poi inviato a dire che cosa prova il bambino raffigurato nella vignetta (reazioni emotive) e come si comporterà una volta che i genitori si siano allontanati (reazioni comportamentali). Il SAT è stato messo a punto a partire ovviamente dalla teoria dell’attaccamento, passando attraverso alcuni concetti cardini di derivazione etologica e giungendo infine al quadro più generale della psicologica cognitiva.
Inoltre, Bowlby condivide con la teoria psicoanalitica l’assunto secondo cui la maniera in cui una persona reagisce alla separazione dalla persona amata, o ad una minaccia di separazione da essa, sia uno degli indici più attendibili di possibili problemi di tipo socio-emotivo. Il SAT è quindi fortemente connotato da un punto di vista teorico. L’idea rivoluzionaria di Bowlby fu quella di sostenere che i disturbi non fossero da ricondurre a fantasie sessuali o aggressive, bensì letti come conseguenza più o meno diretta di esperienze reali vissute dai soggetti, da piccoli, con le loro figure di attaccamento. Bowlby postulò l’esistenza di un vero e proprio sistema dell’attaccamento, innato, presente fin dalla nascita e frutto della selezione naturale. A differenza di quanto sosteneva Freud, secondo questa teoria il bambino cerca un contatto con la madre a seguito di una motivazione primaria. Alla luce di tutto ciò diventa cruciale il modo in cui la figura di attaccamento risponde a questa esigenza innata e adattativa. A seconda appunto del comportamento della figura di attaccamento (solitamente la madre), sono state categorizzate 4 diverse tipologie dell’attaccamento come in precedenza già affermato nel cap. 2.
Le scale di valutazione e gli items di valutazione attraverso costrutti strutturati valutano la tipologia dell'attaccamento e i modelli interni operativi (MOI).
SOMMINISTRAZIONE
Il test può essere somministrato a bambini, adolescenti e adulti per valutarne il tipo di attaccamento. Al soggetto vengono presentate le sei vignette una per una (a seconda del sesso). Al bambino, oltre alla descrizione della situazione, possono essere presentati i personaggi. Descrivendo le situazioni che provano i bambini in questo momento e immedesimandosi in essi. Per ogni tavola si descrive al soggetto ciò che avviene nella vignetta e, in seguito, vengono poste quattro domande (che sono riportate in dettaglio più avanti). In base al tipo di separazione rappresentata nella vignetta, le tavole si distinguono in Severe (S) - tavole I, III e IV - e Moderate (M) - tavole II, IV, VI.
L'attribuzione del punteggio avverrà anche in funzione del tipo di tavola, appunto S o M. La prima tavola rappresenta una situazione severa per un bambino (i genitori stanno uscendo per qualche ora). Quando il test è somministrato a soggetti adolescenti o adulti, la situazione può essere vissuta con minore intensità e considerata moderatamente tranquilla.
Per ogni tavola bisogna riportare la descrizione, trascritta dietro le vignette, specificando se si fa riferimento a situazioni severe o moderate. Al termine della presentazione di ciascuna tavola vengono poste al soggetto quattro domande, ciascuna volta a indagare specifiche aree: (D1) Secondo te cosa prova questo/a bambino/a? (D2) Perché pensi che provi questo? (D3) Che cosa pensi che faccia ora questo/a bambino/a? (D4) Secondo te cosa farà questo/a bambino/a quando rivedrà i genitori?
Le prime due domande (D1 e D2) indagano le reazioni emotive del soggetto e la sua giustificazione sulle stesse; la domanda tre (D3) indaga il modo in cui il soggetto fronteggia la separazione e le strategie di coping messe in atto; l'ultima domanda (D4) invece valuta la modalità relazionale del soggetto nel momento del ricongiungimento. Al soggetto verranno attribuiti un punteggio per ogni tavola, sulla base delle risposte che fornirà alle prime tre domande.
- Tavola I: descrizione: In questo disegno il papà e la mamma vanno fuori per la sera e lasciano il/la bambino/a a casa. Qui stanno uscendo e lo stanno salutano. (Separazione Severa - S - anche se gli adolescenti e gli adulti possono considerarla una situazione moderata).
- Tavola II descrizione: Questo è il primo giorno di scuola. Qui ci sono la maestra e i compagni. La mamma ha appena lasciato il/la bambino/a. (Situazione moderata, M).
- Tavola III descrizione: Il padre e la mamma vanno via per il week-end, per due giorni, e la mamma ha portato il/la bambino/a a stare dalla zia. Qui il/la bambino/a e la mamma si stanno salutando. (Situazione severa, S).
- Tavola IV descrizione: Il/la bambino/a è andato/a al parco con il padre e la madre. Qui i genitori gli/le stanno dicendo di allontanarsi e di giocare un po' da solo/a perché vogliono starsene per conto loro a parlare. (Situazione moderata, M).
- Tavola V descrizione: I genitori stanno per andare via per due settimane e lasciano il/la bambino/a a casa; prima di partire, però, gli/le fanno un bel regalo. Qui si stanno salutando. (Situazione severa, S).
- Tavola VI descrizione: La mamma porta il/la bambino/a a letto, lo/la saluta e poi lo/la lascia nella stanza. (Situazione moderata, M).
CODIFICA DEL SAT E SCORING DELLE CLASSI
Le reazioni emotive dei soggetti vengono inizialmente classificate in 17 categorie, sulla base delle risposte alla prima e alla seconda domanda:
- Solitudine
- Tristezza
- Rifiuto
- Rimprovero per se stesso
- Rabbia
- Colpevolizzazione degli altri
- Benessere
- Incredulità
- Evitamento
- Evasione
- Paura generalizzata/Ansietà
- Reazione somatica
- Fame
- Paura di catastrofi/Paura irrazionale
- Preoccupazione inversa
- Risposte bizzarre
- Risposta confuse
Queste categorie vengono successivamente raggruppate in 8 classi:
- Attaccamento
- Mancanza di autostima
- Ostilità
- Fidarsi di se stesso
- Evitamento
- Ansia
- Ansia incontrollabile/Angoscia
- Confusione
A queste classi viene dato un punteggio da -2 a +2. Viene assegnato un punteggio -2 alle classi (es. mancanza di autostima, evitamento, ansia incontrollabile/angoscia), che includono risposte che da un punto di vista teorico sono riconducibili ad attaccamento a rischio, disorganizzato o evitante. Viene assegnato un punteggio -1 alle classi riconducibili a comportamenti ambivalenti (es. ostilità o più di due risposte valutate nella classe ansia). Viene riportato un punteggio +1 alle classi che riconducono a reazioni emotive normali in una separazione (es. risposte riconducili alla classe Attaccamento in situazioni di separazione moderata), ma che possono sembrare leggermente esagerate rispetto al tipo di separazione.
CODIFICA DELLE REAZIONI EMOTIVE E CLASSIFICAZIONE DELLE RISPOSTE
Di seguito verranno presentate le categorie (1-17) e le classi (I-VIII). Il punteggio viene attribuito in base alla classe alla quale la risposta data alla prima e alla seconda domanda appartiene. Le categorie, invece, aiutano e orientano l'esaminatore nella valutazione della risposta per l'attribuzione della stessa alla classe corrispondente. Solitudine e Tristezza (es. "Sono triste, perché mamma e papà sono usciti; mi sento solo perché i miei genitori non ci sono, ...") sono riconducibili alla classe I, Attaccamento, in quanto fanno riferimento a sentimenti normalmente vissuti dai bambini nei casi di separazione dai genitori.
Le risposte che comportano modi di reagire adeguati alla situazione, ad esempio la ricerca di una persona di fiducia con cui giocare, attività di svago nell'attesa del ritorno dei genitori o azioni sottese a ripristinare il contatto con i genitori (nelle situazioni severe) sono indice di attaccamento sicuro. Ad esempio alla domanda "Cosa farà ora questo bambino?" (D3), la risposta "Telefona ai genitori" può essere indice di attaccamento sicuro nelle situazioni di separazioni severe, mentre potrebbe rivelare un attaccamento insicuro nelle situazioni moderate. Il clinico potrà considerare queste risposte soprattutto per la diagnosi descrittiva. Quelle risposte che fanno riferimento all'attaccamento, ma non sono accompagnate da una giustificazione adeguata che riconduce alla separazione dai genitori (es. "Sono triste perché mi annoio"), andranno codificate nella classe Evitamento, in quanto il bambino attribuisce il sentimento di tristezza a cause non legate alla separazione dai genitori; quelle non seguite da un'azione appropriata (es. si butta a terra e piange disperatamente) vanno codificate nella classe Ansia, in quanto il soggetto non ha un modo adeguato per affrontare la situazione.
In questa classe possono essere codificate anche risposte che riconducono a emozioni ambivalenti che rimandano alla classe Attaccamento e a quella Fidarsi di sé (es. è serena, perché sa che i genitori torneranno presto, ma un po' triste perché stanno uscendo). Il punteggio da attribuire è +2. Rifiuto e Rimprovero per se stesso riconducono alla classe II, Mancanza di autostima, quando la reazione emotiva negativa (es. solitudine e tristezza) è legata al senso di colpa per non meritare l'affetto dei genitori.
Il soggetto non si sente degno di essere amato e nella risposta tende a rimproverarsi di questo (es. sono triste perché i miei genitori non mi amano più). Il punteggio da attribuire è -2. Rabbia e Accusa gli altri sono riconducibili alla classe III, Ostilità; in questa classe saranno riportate tutte quelle risposte negative di rabbia e ostilità verso gli altri, che spesso implicano l'esigenza di punire l'altro o di vendicarsi (es. "Sono arrabbiato perché i miei genitori mi lasciano solo"). A questa classe si attribuisce punteggio -1. Benessere è riconducibile alla classe IV, Fidarsi di se stesso. Le risposte di questa classe fanno riferimento a emozioni positive, che riconducono al benessere, ad esempio "il bambino sta bene perché sa che i genitori torneranno presto". In tavole moderate, il punteggio da attribuire è +2, in quanto le risposte sono adeguate al tipo di separazione e il soggetto dimostra di avere fiducia nelle sue risorse personali; in separazioni più lunghe, invece, la risposta viene conteggiata -2, in quanto l'enfasi sul saper stare da solo è indice di un comportamento evitante. Il bambino non prende contatto con la tristezza e la solitudine, normali nelle situazioni di separazione dai genitori. Tali risposte andranno classificate nella classe V, Evitamento con il punteggio -2. La stessa codifica sarà utilizzata per risposte miste non coerentemente giustificate (es. "Sto bene e sono triste per diverse ragioni"). Se le risposte rimandano alla capacità di riconoscere sentimenti misti di solitudine, tristezza e benessere (es. "Sono triste perché mamma e papà sono andati via, ma sto bene perché so che mi verranno a prendere"), vengono codificate nella classe I, Attaccamento, a cui va attribuito punteggio +2 in situazioni S, e +1 in situazioni M. Nella tavola I, i soggetti adulti e alcuni bambini tendono a dare come risposta «sta bene, perché sa che i genitori tornano presto; in questi casi la Tavola 1 è da considerarsi M e non S e il punteggio da assegnarsi sarà +2» (Attili, 2001). Nelle situazioni, nelle quali l'emozione positiva è ricondotta alla presenza di un'altra persona (es. "Sto bene perché c'è mia zia... o mia cugina..."), le risposte vengono comunque codificate nella categoria Benessere, ma viene attribuito un punteggio di -1. Tali situazioni sono etichettate come S1. Incredulità, Evitamento ed Evasione sono riconducibili alla classe V, Evitamento, in cui sono codificate tutte quelle risposte che evitano il contatto con le emozioni generalmente negative, nel tentativo di normalizzare, negare l'emozione provata o spiegarla attraverso motivazioni che non hanno nulla a che vedere con la separazione dai genitori. In questa classe vanno inserite risposte del tipo "È triste perché deve rimanere con la zia" (Attili, 2001), in quanto il soggetto non attribuisce la tristezza alla separazione dai genitori. Inoltre a questa classe vanno assegnati anche i silenzi, i tentativi di cambiare discorso o gli sforzi di focalizzarsi su aspetti irrilevanti; queste sono strategie usate dal soggetto per evitare di affrontare temi connessi alla separazione. Alle categorie che rientrano nella classe V è assegnato punteggio -1. Paura generalizzata, Paura somatica e Fame appartengono alla classe VI, Ansia. A questa classe vanno ricondotte le reazioni emotive come ansia, spavento, paura di fantasmi o mostri, molto comuni tra i bambini. Le risposte di ansia o paura devono essere accompagnate da una giustificazione e da un modo adeguato di risolvere la situazione. Anche il pianto risulta una modalità appropriata di contenere l'ansia della separazione. La paura e l'ansia sono reazioni emotive appropriate per un bambino quando i genitori non ci sono. Nei casi in cui il bambino è travolto dall'angoscia al punto da non riuscire a fare niente, il Clinico può considerare questa reazione come fattore di rischio per l'esordio di patologia e codificarla nella classe Ansia incontrollabile/Angoscia. «A questa risposta si dà punteggio +1. Se sono presenti più di due risposte della classe Ansia, si da un punteggio -1, alla terza e quarta risposta, mentre alla quinta e sesta risposta si dà come punteggio -2». (Attili, 2001) Paura di catastrofi/Paura irrazionale, Preoccupazione inversa, Risposte bizzarre rientrano nella classe VII, Ansia incontrollabile/Angoscia. In questa classe vanno classificate quelle reazioni emotive esagerate di paura per la madre o per i genitori (es. "Sono terrorizzato perché i miei genitori potrebbero morire in un incidente e non tornare più a prendermi"). Il bambino ha una paura immotivata che ai genitori possa accadere qualcosa di molto brutto, come essere coinvolti in un incidente e morire; alcuni bambini possono esprimere desideri di odio e vendetta che sono indice di fattori di rischio molto alti per lo sviluppo di patologia. Alle risposte di questa classe è attribuito il punteggio -2. Risposte confuse sono classificate nella classe VIII, Confusione. In questa classe vanno classificate tutte le risposte che rimandano a un senso di confusione, in quanto il soggetto dice di provare emozioni miste e contrastanti; il soggetto prende in considerazione varie ipotesi e per ognuna presuppone l'emozione adeguata (es. "Se la zia è simpatica, sarà felice, altrimenti proverà un senso di smarrimento. Tuttavia...").
Queste risposte indicano la difficoltà del soggetto di potersi vivere l'emozione a pieno e il dover sempre controllare la situazione prima di lasciarsi andare. Vanno codificate in questa classe tutte quelle risposte che comportano la coesistenza di due emozioni opposte, non adeguatamente giustificate (es. "Sono triste e felice per diverse ragioni"). Nel caso in cui le due emozioni siano giustificate, come nell'esempio "È triste perché i genitori vanno via, ma è contenta per il regalo", la risposta rientra nella classe I, Attaccamento. Alle risposte della classe VIII, si attribuisce punteggio -2.
-Codifica delle reazioni emotive. Categorie, classi e punteggi relativi adattamento da Attili (2001)-
PAZIENTE 1
A. è un bambino di 6 anni con diagnosi di ritardo dello sviluppo psicomotorio, con tratti di ADHD che vanno in comorbilità con la sua diagnosi, è in trattamento di psicomotricità inizialmente con frequenza trisettimanale, successivamente bisettimanale, dal 2015 e dal 2017 è in trattamento logopedico.
Il bambino si presentava nel 2016 con difficoltà dal punto di vista della figura di attaccamento, ma ampiamente superato nel corso del tempo, infatti si mostra in questo periodo staccato dalla figura genitoriale come si evidenzia nel test successo in cui si mostra un attaccamento sicuro. Dal test si evidenzia dal punto di vista emotivo che il bambino è capace di esprimere, controllandole con razionalità, le esperienze negative e le sue preoccupazioni (paura, tristezza, solitudine), inoltre è in grado di trovare strategie nel caso del bisogno di situazioni stressanti. Dal punto di vista sociale il bambino si mostra capace di interagire con l'altro, rispettando l'interazione reciproca. Inoltre si evidenzia una notevole capacità nel colloquiare ed evidenzia una propensione nel raccontare storie, infatti è molto loquace e racconta con enfasi vicissitudini della sua vita, ha una propensione verso l'umorismo, caratterizzato anche da una buona autoironia.
Dal punto di vista motorio il bambino non presenta disarmonie, sia dal punto di vista della motricità globale che della motricità fine. Egli si manifesta propenso in un ascolto funzionale nell'attività ludica del raccontare storie, infatti, propone l'attività incrementandola e ambientando la trama in un luogo fantastico, allusivo, come una casa costruita da cuscini.
Il fanciullo dimostra piccole difficoltà dell'attenzione, che generalmente migliorano costantemente, dal punto di vista della percezione del contatto oculare, che non manifesta nella visione mediata dallo specchio, anche se non si lascia facilmente condurre dalle parole del terapista. Inoltre ci sono difficoltà nel porsi in maniera adeguata nella relazione con l'altro e nella concentrazione utilizzata nelle varie attività proposte, ma nonostante ciò risulta favorevole nel proporre attività ludiche di movimento; anche se, durante il loro svolgimento, molto spesso non rispetta le regole e i tempi di attenzione, ad esempio il bambino dimentica di contare i punti, oppure tende a non rispettare i tempi di attesa.
PAZIENTE 2
L. è un bambino di 7 anni con diagnosi di difficoltà comportamentali. Il bambino nel primo impatto, si mostra molto affettuoso e propenso, ma a più stretto contatto a volte si dimostra annoiato, oppure rifiuta la sua presenza adducendo avvenimenti personali.
Dal punto di vista della macroarea riguardante la relazione e l'affettività, il bambino non mostra grandi problemi nello staccarsi dalla figura materna, inoltre i segnalatori dello sviluppo comunicativo/sociale sono ben sviluppati poiché è partecipe nei giochi proposti, anche se con molte frustrazioni. Partecipa ad una interazione con l'altro, a volte si alternano cambiamenti d'umore caratterizzati da giorni oppositivi e comportamenti aggressivi e infantili, oppure giorni positivi in cui partecipa attivamente all'interazione ludica.
Le aree della comunicazione linguistica e della motricità sono più che adeguate per la sua età.
Il bambino presenta un comportamento ben sviluppato e adeguato dal punto di vista cognitivo legato all'attenzione, alla capacità di memorizzazione e alle sue funzioni sensoriali. Presenta difficoltà nel tollerare le frustrazioni durante i tempi di attesa, o nel rispettare i turni. Ha una buona propensione nella capacità di pianificare uno spazio ludico, introducendo una notevole capacità di introdurre elementi fantastici e non convenzionali.
Spesso le attività ludiche proposte sono decise insieme al terapista, con cui collabora volentieri e cerca di trovare un punto d'incontro tale da permettere la costruzione di un attività ludica soddisfacente, che così possa raggiungere più facilmente l'obiettivo stabilito dal terapista.
Il bambino durante le attività ludiche molto spesso manifesta comportamenti contrapposti, inizialmente elabora umori positivi, successivamente dimostra ostilità ed evitamento. Nel test si evidenzia un attaccamento evitante/insicuro lieve caratterizzato da emozioni contrastanti e sbalzi di umore con atteggiamenti infantili caratterizzati dal non rispetto delle regole e talvolta da comportamenti oppositivi.
RISULTATI
Confrontando i risultati delle analisi condotti su due pazienti, si evince nel primo bambino un comportamento di attaccamento sicuro, come riportato nella tabella 1 sottostante, mentre nel secondo un attaccamento evitante/insicuro lieve, sempre evidenziato nella tabella 2.
PAZIENTE 1
PAZIENTE 2
Nome |
Anni |
Test Data |
Diagnosi |
Trattamento Farmacologico |
TNPEE |
LOG |
FK |
Scuola |
Sostegno |
Risultato Test |
A. |
6 |
29.3.2019 |
ritardo psicomotorio |
no |
2015-2019 |
2017-2019 |
no |
I elem. |
no |
att. sicuro |
L. |
7 |
3.04.2019 |
difficoltà comportamentali |
Breve periodo |
2017-2019 |
No |
no |
II elem |
no |
att. evitante |
PROPOSTE TERAPEUTICHE
Le proposte terapeutiche per il paziente 1 che presenta un attaccamento sicuro, mirano a consolidare la relazione con l'altro. Infatti il suo attaccamento si mostra propenso nella relazione con l'altro e sicuro della relazione con la madre e il padre. Sostenere e rafforzare il legame parentale lo aiuta particolarmente in questo periodo della sua vita scolastica, poiché inizia un nuovo ciclo scolastico. Ciò comporta che ci sarà un periodo di adattamento in cui il bambino dovrà essere supportato dalle figure di riferimento, genitoriali oppure istituzionalizzate in modo che possa riuscire ad affrontare le eventuali ostacoli relazionali e sociali, con più fiducia.
Le proposte terapeutiche del paziente 2 che dimostra un attaccamento insicuro-evitante, devono permeare nel suo mondo interiore lavorando sulle emozioni contrastanti che vive durante la terapia, in modo da fortificare la sua autostima. Infatti lavorare sulle emozioni e sugli impulsi significa modulare l'autocontrollo, quindi insegnare a gestire la funzione esecutiva di regolazione delle proprie emozioni, in modo che si possano raggiungere gli altri obiettivi preposti oppure adattare il proprio comportamento all'ambiente in modo adeguato. E' possibile intervenire su abilità quale l'introspezione, analizzando gli stati emotivi così che il bambino possa fermarsi prima di raggiungere il punto di non ritorno; oppure che sia capace di bloccare d'impulso ogni reazione in modo che possa prendere tempo e pensare ad una risposta migliore. La capacità di bloccare le reazioni istintive non si sviluppa completamente fino all'età di 7 anni, quando i lobi prefrontali sono abbastanza maturi, ma può essere stimolata in età precoce. In ultima analisi la proposta terapeutica deve mirare a consolidare l'abilità dell'auto-rinforzo, cioè indurre il bambino ad essere soddisfatto dei suoi risultati e che percepisca che è corretta nella direzione che sta intraprendendo pur se frutto di una elaborazione di interazione con il terapista, in modo che egli riconosca i propri progressi, attraverso ricompense e gratificazioni, ad esempio congratulandosi per i suoi successi con lui.
Le tecniche per lo sviluppo delle abilità sopra elencate posso essere rappresentate da giochi (gioco delle statue che consiste nel far restare fermo il bambino nel momento in cui sente la parola statua, oppure farlo restare immobile imitando smorfie o movimenti strani in modo da complicare il gioco, così da a stimolare e controllare i propri impulsi).
Proposte terapeutiche efficaci possono utilizzare anche tecniche di rilassamento basate sulla percezione dei cinque sensi, come toccare l'acqua o la sabbia, o anche concentrarsi sulla respirazione, mirano a controllare le emozioni, in modo da non utilizzare tecniche troppo invasive che possano influire negativamente l'IO della persona.