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DISCUSSIONI - Il movimento attivo nella memoria di lavoro visuo-spaziale in bambini con paralisi cerebrale infantile

L'età gestazionale costituisce un fattore di rilevante importanza per lo sviluppo neuro-psicomotorio futuro: infatti la risposta del sistema nervoso a un evento nocivo, risulta sensibilmente diversa a età gestazionali differenti e determina il verificarsi di quadri distinti sia dal punto di vista neuropatologico che clinico. Come risulta dall'analisi statistica effettuata sul nostro campione, l'età gestazionale, correla in modo statisticamente significativo con il “Walked Corsi Test”: in particolare, la nascita pretermine costituirebbe un fattore negativo determinante sul valore dello span di memoria dei soggetti.

I valori degli span ottenuti dai soggetti nati pretermine sono compresi tra 3 e 4,3 (media=3,89) mentre quelli dei soggetti nati oltre le 38 settimane gestazionali sono compresi tra 4 e 8 (media=5.25). I soggetti nati pretermine quindi ottengono dei valori nettamente inferiori rispetto a quelli nati a termine.

I soggetti diplegici del nostro campione sono tutti nati pretermine mentre tra i soggetti emiplegici è presente una maggiore eterogeneità dal punto di vista gestazionale: 7 soggetti sono nati oltre la 38settimana e 4 prima di essa.

Il ruolo negativo di una bassa età gestazionale nella determinazione dello span al al WCT sarebbe quindi evidente, tuttavia non è possibile affermare in che modo la nascita pretermine sia in grado di influenzare tale performance.

Come emerge dalla letteratura e come confermato anche dal nostro piccolo campione l'età gestazionale influenza lo sviluppo cognitivo del bambino, soprattutto per quanto riguarda l'area non verbale.

Tra i nostri soggetti, infatti, nati pretermine,( soprattutto tra quelli di alto grado), è molto evidente una caduta del profilo cognitivo nell'area non verbale. Quasi tutti i soggetti nati pretermine possiedono un profilo cognitivo non verbale nettamente inferiore a quello verbale ad eccezione di due soggetti in cui il profilo verbale e quello non verbale coincidono: questi ultimi, comunque, due sono nati quasi a termine (37 settimane).

Un profilo non verbale deficitario, come possiamo facilmente immaginare e come provato anche dall'analisi statistica di correlazione parziale, non permetterebbe una buona esecuzione del WCT essendo questo un compito di memoria visuo-spaziale ”complesso” che coinvolge anche la pianificazione sequenziale di un atto motorio, l' organizzazione temporale di materiale non verbale,e l' analisi spaziale, tutte funzioni attribuite all'emisfero destro, risulta facilmente comprensibile come tale compito possa essere compromesso in soggetti con un profilo di performance deficitario.

Considerato ciò, ci si potrebbe chiedere quale sia il valore dell'indipendenza della nascita pretermine sullo sviluppo delle funzioni visuo-spaziali, prendendo anche in considerazione i soggetti senza una lesione cerebrale.

Alcuni studi sembrano dimostrare che le funzioni visuo-spaziali siano compromesse anche nei soggetti nati pretermine senza lesione (Palliano e al., 2007).

Del resto è gia noto come tra i soggetti diplegici la prematuranza giochi un ruolo determinante nelle funzioni visuo-spaziali.

Il fatto che nel nostro campione l'età gestazionale risulti fortemente correlata con i valori degli span ottenuti al WCT , indipendentemente dalla forma di Paralisi Cerebrale Infantile, sembrerebbe confermare questa ipotesi, secondo la quale l'età gestazionale influirebbe sulle funzioni visuo-spaziali anche in assenza di lesione.

Alcuni soggetti del nostro campione hanno partecipato, nell'ambito di un lavoro parallelo, anche al test di Corsi: i valori degli span ottenuti dai soggetti a questa prova solo in due casi coincidono con i valori ottenuti al nostro test.

I valori degli span ottenuti al test di Corsi risultano essere anch'essi determinati negativamente da una bassa età gestazionale e da un profilo di performance deficitario. Pertanto, questi due test di memoria visuo-spaziale sarebbero entrambi correlati in modo significativo all'età gestazionale e al profilo cognitivo di performance.

Una correlazione inattesa è apparsa tra i valori degli span del WCT e l'età mentale verbale dei soggetti: questa correlazione non appare invece significativa con il test di Corsi. L'età mentale verbale del soggetto appare quindi significativa in un tipo di prova come quella del WCT in cui la memoria di lavoro visuo-spaziale richiede anche il reclutamento dello spostamento del soggetto.

Data l'esiguità del campione che ha eseguito il WCT , e la ancora maggiore esiguità di quello che ha eseguito il test di Corsi, e considerata l'eterogeneità del tipo di lesione dei soggetti del nostro campione non appare possibile trarre delle conclusioni certe sui meccanismi fisiopatologici alla base di questa differenza tra le due prove. Di certo, però, la differenza che intercorre tra i valori degli span ottenuti al WCT e al test di Corsi, e la correlazione solo del primo con l'età mentale verbale fa ipotizzare che alla base della memoria di lavoro visuo-spaziale all'interno di un compito come quello del WCT ci siano dei circuiti neurali almeno in parte differenti da quelli coinvolti nella memoria di lavoro visuospaziale.

L'importante formazione dell'ippocampo, compresa nel lobo temporale mediale, avrebbe un ruolo dominante nell'acquisizione delle relazioni spaziali fra oggetti in un ambiente e nella formazione di una mappa spaziale (Maguire et al., 1996). In particolare l'ippocampo destro sarebbe coinvolto nella navigazione spaziale mentre quello sinistro si attiva fortemente in compiti che impegnano la memoria verbale a lungo termine, come nella memoria dichiarativa e nei ricordi che possono essere verbalmente esplicitati.

Il complesso compito richiesto al soggetto dal WCT potrebbe coinvolgere strutture non reclutate dutante semplici compiti di memoria visuo-spaziale; inoltre nei bambini potrebbero esserci delle strategie di memorizzazione verbale del percorso.

Indice

  INTRODUZIONE
   
Capitolo 1

1. LA PARALISI CEREBRALE INFANTILE

  1.1 DEFINIZIONE
  1.2 EPIDEMIOLOGIA
  1.3 DIAGNOSI DI LESIONE
  • 1.3.1 Il neonato pretermine
  • 1.3.2 Il neonato a termine
 

1.4 CLASSIFICAZIONI

  • 1.4.1 Hagberg e al. (1975)
  • 1.4.2 Rosembaum e al.(2007)
  • 1.4.3 Ferrari-Cioni (2010)
 

1.5 LE FORME SPASTICHE

  • 1.5.1 La tetraplegia
  • 1.5.2 La diplegia (Segni clinici caratteristici, Forme cliniche)
  • 1.5.3 L'emiplegia (Segni clinici caratteristici, Forme cliniche)
  1.6 DISTURBI E FATTORI ASSOCIATI - Ritardo mentale, Epilessia, Disturbi della funzione visiva, Disturbi psichiatrici
Capitolo 2 2. FUNZIONI NON VERBALI
  2.1 FUNZIONI NON VERBALI
  2.1.1 Le funzioni visuo-percettive
 

2.1.2 Le funzioni visuo-spaziali

2.1.2.1 I disturbi visuo-spaziali

  • Disturbi dell'esplorazione visiva
  • Disturbi della percezione spaziale
  • Disturbi del pensiero spaziale
  • Disturbi visuo-costruttivi
 

2.2 ASPETTI EVOLUTIVI

  • 2.2.1 Prima infanzia
  • 2.2.2 Seconda infanzia
  • 2.2.3 Terza Infanzia
  2.3 Vie anatomo-funzionali di elaborazione visiva:le vie del "What" e del "Where"
Capitolo 3 3. LA MEMORIA DI LAVORO
  3.1 LA MEMORIA E LE SUE SOTTOCOMPONENTI
 

3.2 LA MEMORIA DI LAVORO

  • 3.2.1 I modelli teorici
    • Il modello di Cornoldi e Vecchi (2003)
  • 3.2.2.1 La memoria di lavoro visuo-spaziale (MLVS), La MLVS nel bambino
  • 3.2.3 Aree cerebrali coinvolte nella memoria di lavoro
Capitolo 4 4. LO SPAZIO E IL MOVIMENTO
  4.1 LO SPAZIO
  4.2 Il movimento - LA NAVIGAZIONE
 

4.3 DUE TIPI DI STRATEGIE PER LA CODIFICA SPAZIALE

  • 4.3.1 Le strategie egocentriche
  • 4.3.2 Le strategie allocentriche
  4.4 ASPETTI EVOLUTIVI
 

4.4.1 ASPETTI EVOLUTIVI

  • 4.4.2 Il neonato e lo spazio, Il bambino e lo spazio
 

4.5 STUDI RECENTI

  • 4.5.1 Aree cerebrali coinvolte nella codifica spaziale
Capitolo 5 5. LO STUDIO: MATERIALI E METODI - Introduzione allo studio
  5.1 IL CAMPIONE
 
  • 5.1.1 Caratteristiche del campione
  • 5.1.1.1 Età gestazionale
  • 5.1.1.2 Lesione cerebrale
  • 5.1.1.3 Livello cognitivo
  • 5.1.1.3.1 Profilo cognitivo
 

5.2 IL "WALKED CORSI TEST"

  • 5.2.1 Apparato sperimentale
  • 5.2.2 Svolgimento della prova
  • 5.2.3 Le sequenze
  5.3 ANALISI DEI DATI
  6. LO STUDIO: RISULTATI
   
  7. DISCUSSIONI
  7.1 CONSIDERAZIONI
  CONCLUSIONI
   
  Tesi di Laurea di: Ylenia Capuzzo

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