Metodo Terzi - L’organizzazione Spazio-Temporale di Ida Terzi
"Nel nostro continuo andare e venire per il mondo esterno, noi non facciamo altro che ragionare, e bene, con i piedi" - Ida Terzi
Il Metodo esercita l'integrazione delle informazioni relative al proprio corpo ed allo spazio esterno, vicino e lontano, facilitando la coerenza percettiva ed il passaggio da un utilizzo inconscio ad un utilizzo consapevole del corpo in movimento.
Favorisce le rappresentazioni mentali sia attraverso processi di analisi che di sintesi. Interviene sulle immagini mentali motorie, sia in prima che in terza persona, e sulla capacità di apprendimento.
Per le sue caratteristiche può essere qualificato come metododologia cognitivo-motoria.
Il Metodo Terzi
Il metodo spazio-temporale ideato da Ida Terzi è un sistema di esercizi senso-motori che sviluppa la capacità di integrare le informazioni spazio-temporali che giungono al nostro cervello dai diversi canali percettivi.
E' applicato sia in ambito riabilitativo che educativo.
Il metodo ha le seguenti peculiarità:
- potenzia la costruzione di corrette immagini mentali cinestesico-motorie, propriocettive e visuo-spaziali;
- si accede al “capito” attraverso il “vissuto” tramite l’elaborazione consapevole dei dati provenienti dall’attività mediata da tutto il corpo;
- attiva e potenzia i processi mentali di analisi e di sintesi dei dati spazio-temporali;
- utilizza consegne diversificate (verbali, motorie, visive) che si adattano all’età del soggetto, al suo livello cognitivo e possibilità comunicative;
- ha un setting “ecologico” e “originale”. Non si inizia subito con il “lavoro a tavolino con carta e penna”: per scrivere meglio, paradossalmente, si parte con l’insegnare ai bambini a scrivere “con i piedi e ad occhi chiusi”;
- stimola un approccio metacognitivo al compito: non si interviene direttamente sull’ “errore-sintomo” ma si analizzano le risposte in un’ottica che va ad indagare i processi mentali che possono averlo determinato. L’errore è inteso come risorsa per scoprire le aree di miglioramento.
Per l’applicazione nell’ambito della disgrafia sono state estrapolate dal Metodo Terzi alcune aree di intervento specifiche in relazione allo:
Spazio personale
Postura corporea: assunzione e mantenimento di una posizione simmetrica dei due emicorpi rispetto all’asse corporeo, percezione della posizione e funzione del braccio attivo e di appoggio, corretta inclinazione del busto durante il compito di scrittura Impugnatura: consapevolezza delle possibilità motorie delle dita e del polso, individuazione di nuovi patterns motori, prima esercitati separatamente e successivamente integrati, per ottenere una corretta prensione della penna ed apprendere i movimenti (incisione, iscrizione e progressione) da effettuare durante la scrittura.
Spazio extra-personale
Spazio grafico: organizzazione nello spazio del foglio
Grafia in corsivo: rappresentazione mentale delle lettere e trasformazione nel corretto schema grafo-motorio. Ciò si realizza attraverso l’analisi geometrica spazio-temporale di ogni simbolo alfabeto-grafico in corsivo, la sua costruzione deambulatoria ad occhi bendati e la successiva riproduzione dell'immagine mentale della lettera sul muro con ampi movimenti del braccio. L'esclusione della vista nelle fasi di vissuto e rappresentazione è una facilitazione per il bambino perchè attiva l'attenzione e riduce la complessità delle informazioni che deve elaborare. Passaggi successivi porteranno il bambino alla rappresentazione grafica delle lettere in schemi ellittici e nel quadretto.
L'insegnamento delle lettere non segue l’ordine alfabetico, ma un ordine che le accomuna per analisi geometrico-spaziale e per movimenti che ne costituiscono lo schema grafico.
L'ideatrice del Metodo terzi
Ida Terzi nasce a Parma il 21 gennaio 1905. Diventa insegnante elementare e si specializza in tiflologia a Roma. Inizia la sua attività a Reggio Emilia nel 1925. La prima formulazione del Metodo risale a quel periodo e prosegue con l'attività svolta a Milano presso l'Istituto dei Ciechi e l'Istituto di Psichiatria dell'Università. Nel 1958 pubblica sulla rivista Acta Neurologica i primi risultati del suo lavoro. Nel 1985 fonda l'A.I.R.M.T. che per sua volontà porterà avanti la ricerca sul Metodo. Del 1995 è il testo edito da Ghedini "Il Metodo Spazio- Temporale". Muore il 15 settembre 1997.