Dall’ Imitazione all’ Apprendimento
Imitazione, Comunicazione, Emozioni: una trama invisibile
Nei capitoli precedenti, ho affrontato distintamente diverse competenze, ognuna molto diversa dall’altra, ma tutte fondamentali per uno sviluppo adeguato.
Dunque, giunta a questo punto, mi sembra doveroso chiarire un aspetto cruciale e che, dal mio punto di vista, non può essere tralasciato.
Emerge, leggendo le varie definizioni, peculiarità e funzioni delle abilità descritte, che la competenza imitativa, comunicativa ed emotiva siano strettamente connesse l’una con l’altra e che, nonostante siano così differenti tra loro, lo sviluppo di una influenzi quello dell’altra e che, di conseguenza, lavorando su una delle tre, si andrà probabilmente ad influire anche sulle altre.
La Competenza Imitativa
Scendendo nel dettaglio, possiamo iniziare ragionando sulla competenza imitativa e su come questa è connessa alle altre due.
Abbiamo precedentemente affermato che l’imitazione ha un doppio ruolo:
- Apprendimento: attraverso l’imitazione il bambino impara nuove azioni, gesti, emozioni.
- Sintonizzazione con l’altro
Per quanto riguarda la prima funzione, ossia l’apprendimento, è importante sottolineare il fatto che, dopo aver inserito nella sua esperienza nuove azioni o emozioni, il bambino è in grado di utilizzarle con gli altri; in questo modo si crea un ponte cruciale tra imitazione e comunicazione (Fig. 5.1), in quanto la prima si configura come una modalità di apprendimento che fornisce come risultato la competenza comunicativa.
Fig. 5.1. Collegamento tra competenza imitativa e comunicativa
La seconda funzione rivestita dall’imitazione è quella di consentire al soggetto di entrare in sintonia con l’altra persona grazie alla presenza del sistema dei neuroni specchio, poiché il bambino imitando compie le stesse azioni del suo interlocutore, si muove come lui, imita le sue espressioni emotive, quindi sviluppa un senso di identità nei confronti dell’altro, che consente l’instaurarsi di un sentimento empatico; questa osservazione promuove un collegamento tra imitazione ed emozioni, poiché la prima riveste il ruolo di mezzo attraverso il quale viene a crearsi empatia tra due individui, che a sua volta è il risultato di un’interazione imitativa.
Bisogna, inoltre, soffermarsi su un aspetto importante emerso dai numerosi studi effettuati nel campo delle emozioni: il bambino, sin da quando è molto piccolo, tende ad imitare l’adulto con il quale ha maggior livello di empatia; se tra lui e l’altra persona non si crea un buona sintonia, il bambino lo ignorerà e rivolgerà la sua attenzione verso l’adulto (quasi sempre la madre) con il quale ha un miglior livello empatico. Emerge, quindi, da quanto appena affermato, che la competenza emotiva riveste un doppio ruolo (Fig. 5.2):
- È la chiave (ossia il prerequisito) per poter imitare, in quanto, in sua assenza difficilmente si avvia l’imitazione
- È il risultato del processo imitativo
Anche l’imitazione, in questa trama assume una duplice funzione:
- È il risultato della presenza di un buon livello di empatia
- È il mezzo per far si che si crei un rapporto empatico
Fig. 5.2. Relazione esistente tra competenza emotiva e imitativa
La Competenza Comunicativa
La successiva competenza sulla quale poter ragionare è quella comunicativa.
Attraverso una buona comunicazione, verbale e non verbale, il bambino è in grado di scambiare con l’altro stati d’animo, emozioni, pensieri, concetti; in particolare, attraverso la comprensione li apprende, mediante la produzione li esprime.
Questo, fa sì che si crei nella relazione interpersonale un buon grado di empatia, prerequisito fondamentale per far sì che il processo imitativo possa avviarsi.
Allo stesso tempo, però, per far si che la comunicazione avvenga e che, quindi ci sia una corretta acquisizione del linguaggio e uno scambio di emozioni e pensieri, deve
esserci un minimo di sentimento empatico tra gli interlocutori.
Fig. 5.3. Rapporto tra empatia e comunicazione
Anche la competenza comunicativa, come già precedentemente affermato per quella imitativa ed emotiva, riveste una doppia funzione nei confronti dell’empatia (Fig. 5.3):
- È il risultato della presenza di un sentimento empatico tra due individui, che essendo tra loro in sintonia comunicano pensieri ed emozioni
- È il mezzo utilizzato da un individuo per interagire con un altro scambiandosi sentimenti , concetti e stati d’animo e che, quindi, consente la nascita del processo empatico
L’empatia, dal canto suo, in questa connessione assume contemporaneamente il ruolo di:
- Prerequisito necessario ad avviare l’interazione, soprattutto quella tra madre e bambino
- Risultato del processo comunicativo tra due persone che si scambiano emozioni e sentimenti
La competenza comunicativa, in generale, riveste numerose funzioni nella vita del bambino e questo denota quanto sia importante il suo corretto sviluppo.
- Come abbiamo già sostenuto parlando dell’imitazione, la comunicazione è il risultato di un buon processo imitativo, in quanto da questo deriva uno specifico pattern di azioni, emozioni, sentimenti, pensieri, concetti, che il bambino utilizza, a sua volta, per comunicare agli altri un messaggio ben preciso; se l’imitazione non avviene in modo corretto, oppure è addirittura assente, il bambino, oltre a non entrare in sintonia con l’altro, non apprende nuovi pattern e, di conseguenza, non ha materiale sufficiente per poter comunicare.
- La comunicazione, come già detto, è il mezzo del quale il bambino si serve per esprimere le proprie emozioni, ed è anche lo strumento utilizzato dall’adulto per far sì che il bambino apprenda ogni giorno nuove abilità, sentimenti, stati d’animo.
- Oltre a servire come mezzo in questa circostanza appena citata, la comunicazione è anche uno strumento del quale l’adulto usufruisce durante l’imitazione (soprattutto quella a scopo di apprendimento) per avere un feedback: in altre parole, mentre il nostro interlocutore ci spiega un concetto noi, attraverso la nostra comunicazione non verbale (ad esempio la postura, oppure lo sguardo, oppure un’ espressione del viso) possiamo esprimere il fatto che stiamo comprendendo ciò che spiega, oppure no, e questo feedback è utile all’altra persona perché in questo modo sa che per noi è chiaro ciò che dobbiamo imitare, o al contrario non lo è affatto.
- Un altro ruolo rivestito dalla competenza comunicativa è quello di prerequisito necessario affinchè possa avere luogo una buona imitazione; infatti, se io comunico in modo corretto le mie emozioni, oppure i concetti che devono essere appresi, il bambino sarà in grado di comprendere e quindi di avviare il processo imitativo in modo adeguato: ad esempio, se sto interagendo con lui e gli mostro su di me un’espressione del viso che sostengo essere triste, ma in realtà a causa della mia scarsa comunicazione non verbale sul mio volto appare un’espressione quasi arrabbiata, il bambino mi imiterà ma nel suo repertorio andrà ad etichettare quell’espressione come “triste”, quando invece corrisponde ad “arrabbiata”, perciò l’apprendimento sarà avvenuto, ma in modo errato e non funzionale.
- Un ulteriore ruolo della comunicazione è quello già visto precedentemente, ossia il risultato della presenza empatica tra due persone: la comunicazione per far sì che abbia luogo, deve trovarsi all’interno di un rapporto in cui sia presente almeno un livello minimo di empatia.
Il ruolo di prerequisito rivestito dalla competenza comunicativa non emerge solo nei confronti dell’imitazione, ma anche all’interno della relazione con le emozioni, in particolare con l’empatia; infatti se il bambino acquisisce una buona comunicazione a livello pragmatico, è in grado di adeguarla in base al contesto in cui si trova, quindi sarà conforme alle regole sociali, risulterà in questo modo sempre adeguato e integrato nell’ambiente, di conseguenza potrà essere protagonista di complesse interazioni con l’altro e, modellando la sua comunicazione durante la conversazione a seconda di ciò che il suo interlocutore afferma ed esprime, potrà entrare in sintonia con lui, e l’empatia potrà essere, in questo modo, alimentata.
La medesima funzione di prerequisito assunto dalla competenza comunicativa nei confronti delle emozioni, possiamo osservarlo nei primi anni di vita del bambino; infatti, da numerose ricerche effettuate, è stato dimostrato che una buona comunicazione (sia verbale che non verbale) tra madre e bambino crea un terreno fertile per lo sviluppo futuro della comprensione delle emozioni e della Teoria della Mente: una comunicazione ricca di espressioni e termini emotivi fornirà un ampio repertorio al bambino, dal quale potrà apprendere quotidianamente.
Emergono molto chiaramente, quindi, i numerosi ruoli che la competenza comunicativa riveste, sia in relazione all’imitazione che alle emozioni; nei confronti del processo imitativo, infatti, la comunicazione assume la funzione di (Fig. 5.4 ):
- Prerequisito affinchè possa aver luogo una corretta imitazione
- Risultato del processo imitativo
Fig. 5.4. Ruolo della competenza comunicativa nei confronti dell’imitazione
Nei confronti delle emozioni, la possiamo osservare nel ruolo di (Fig. 5.5):
- Prerequisito per un adeguato sviluppo della comprensione emotiva, della Teoria della Mente e di una buona empatia con l’altro
- Mezzo attraverso il quale vengono espresse le proprie emozioni, consentendo all’individuo di entrare in sintonia emotiva con il suo interlocutore
- Risultato della presenza di empatia tra due persone
Fig. 5.5. Ruolo della comunicazione in relazione alle emozioni
La Competenza Emotiva
L’ultima competenza della quale rimane da analizzare il ruolo che assume in relazione alle altre due è quella rappresentata dalle emozioni.
Il loro ruolo è facilmente deducibile arrivati a questo punto, poiché è già stato in parte messo in luce analizzando quello della competenza imitativa e comunicativa.
- Prima di tutto bisogna sottolineare il fatto che l’espressione delle emozioni rafforza la comunicazione (verbale e non verbale); un pensiero espresso a parole, infatti, arricchito da una mimica eloquente risulta chiaro e inequivocabile.
- Inoltre, la competenza emotiva, più precisamente l’empatia, rappresenta il prerequisito senza il quale il processo imitativo non potrebbe iniziare ; infatti, come già sostenuto all’inizio del presente capitolo, il bambino, ma anche l’adulto, durante la sua vita tende ad emulare la persona con la quale si sente maggiormente in sintonia emotiva.
- Un altro ruolo rivestito da questa competenza è quello di risultato; infatti la comprensione delle emozioni rappresenta il frutto di un’adeguata comunicazione altrui; se la mamma è in grado di spiegare al bambino le emozioni, sia mediante il canale verbale, sia semplicemente mostrandole attraverso la propria mimica facciale, lui potrà comprenderle e farne esperienza.
- Infine, un ultimo ma non meno importante ruolo che appartiene alla competenza emotiva è quello di essere un mezzo; infatti la comunicazione tra un individuo e l’altro non può risultare efficace senza un adeguato livello espressivo delle emozioni: se esprimiamo in modo corretto e chiaro ciò che stiamo provando in un preciso momento, la comunicazione che ne deriva sarà funzionale così come lo sarà la comprensione da parte del nostro interlocutore.
Riassumendo quanto detto finora, i ruoli che la competenza emotiva riveste sono molteplici:
- L’empatia è il prerequisito necessario per l’avvio del processo imitativo (Fig. 5.6)
Fig. 5.6. Ruolo dell’empatia nei confronti del processo imitativo
- La comprensione delle emozioni è il risultato di una corretta comunicazione (Fig. 5.7)
Fig. 5.7. Ruolo della comprensione emotiva in relazione alla comunicazione
- L’espressione emotiva è il mezzo per un buon processo comunicativo (Fig. 5.8)
Fig. 5.8. Ruolo dell’espressione emotiva nei confronti della comunicazione
È importante notare che ogni competenza, a seconda della relazione all’interno della quale si trova, assume un ruolo di volta in volta differente; la competenza imitativa, ad esempio, nei confronti della comunicazione riveste il ruolo di prerequisito, in quelli delle emozioni, invece, il mezzo, lo strumento.
Questo non fa che mettere in luce la complessa rete che unisce queste tre abilità; il fatto che siano così legate l’una all’altra è, allo stesso tempo, un aspetto positivo ma anche negativo; infatti, la nota positiva è che, a livello riabilitativo, basterà lavorare su una per ottenere miglioramenti sulle altre; è negativo, invece, il fatto che sarà sufficiente che una delle tre sia sottosviluppata, o addirittura assente, per osservare una compromissione anche nelle altre.
E l’Apprendimento?
La trama complessa che connette la competenza imitativa, comunicativa ed emotiva, non è fondamentale solo per lo sviluppo del bambino, ma la sua importanza è soprattutto dovuta al fatto che a questa fitta rete si collega un processo cognitivo che abbraccia la vita del bambino in tutta la sua totalità: l’apprendimento.
L’apprendimento può essere definito come l’acquisizione di una conoscenza, di una competenza, una modifica comportamentale, di solito stabili, dovute all’acquisizione dell’esperienza e orientate in senso adattivo.
Come si inserisce la suddetta funzione cognitiva all’interno di questa trama?
Per rispondere a tale quesito, è necessario cercare di comprendere come, e se, le competenze finora descritte possono influire sull’apprendimento del bambino.
La capacità imitativa, come già affermato nel capitolo a lei dedicato, è presente sin dalle prime ora di vita del bambino e si sviluppa gradualmente, trasformandosi da imitazione di movimenti molto semplici a imitazione di pattern di azioni più complessi.
In questo senso, la competenza imitativa è alla base dell’apprendimento, ed opera grazie alla presenza del sistema dei neuroni specchio.
È, inoltre, la prima forma utilizzata dal bambino per imparare, il quale inizialmente imita quasi in modo riflesso, automatico, in quanto non comprende il significato profondo delle azioni, tuttavia aggiunge nel suo repertorio cognitivo e motorio materiale importante; con il passare degli anni impara anche a comprendere ciò che imita, quindi il suo apprendimento diviene più ampio e complesso.
Tuttavia abbiamo precedentemente sostenuto che il processo imitativo ha inizio quando nel rapporto vi è la presenza di sentimento empatico; il bambino molto piccolo, non comprendendo ancora il significato delle azioni o espressioni emotive che osserva, decide chi imitare in base all’empatia, per questo motivo tenderà ad emulare la persona con la quale si sente emotivamente in sintonia.
Inoltre, le emozioni rappresentano anche l’oggetto dell’apprendimento, in quanto tale processo non riguarda solo azioni e concetti, ma anche le espressioni emotive che vengono osservate sul volto dell’adulto, imitate dal bambino, quindi apprese.
I due aspetti-chiave del processo imitativo, (acquisizione di nuove competenze e sintonizzazione empatica tra imitatore e imitato), dunque, sono due colonne portanti dell’apprendimento.
Passiamo ora alla competenza comunicativa che si configura come la risorsa più importante che il bambino ha a disposizione per apprendere nuove azioni, comportamenti, emozioni, parole.
Sin da quando è molto piccolo, infatti, mediante la comunicazione non verbale dell’adulto che richiama la sua attenzione con lo sguardo, il bambino comprende che quando qualcuno lo guarda è perché gli sta rivolgendo attenzione, probabilmente perché ha qualcosa da comunicargli; questo facilita l’apprendimento, poiché così facendo il bambino presterà attenzione non solo allo sguardo dell’adulto, ma anche alle parole che lo accompagnano.
La competenza comunicativa è la base del processo di apprendimento, in quanto consente l’interazione tra due persone, quindi di conseguenza l’instaurarsi di una relazione che porterà ad uno scambio reciproco di informazioni da apprendere.
Attraverso la comunicazione il bambino non solo imparerà il linguaggio parlato, ma anche quello emotivo, che abbiamo visto avere un ruolo cruciale nello sviluppo delle altre competenze e, in generale, nella vita; l’adulto che sarà in grado di comunicare in modo chiaro le emozioni che prova in ogni situazione, darà lo strumento al bambino per poterle comprendere e inserirle nel suo bagaglio esperenziale; a sua volta il bambino sarà in grado di esprimerle, quindi comunicarle al suo interlocutore.
La comunicazione, durante lo sviluppo del bambino, subirà delle trasformazioni, poiché inizialmente sarà non intenzionale, poi lo diventerà ma verrà espressa attraverso una modalità non verbale, quindi legata allo sguardo, all’indicazione, alle espressioni emotive, infine si trasformerà in un tipo di comunicazione che utilizzerà come mezzo di espressione il linguaggio, una forma, quindi, più complessa ed evoluta che rappresenterà un mezzo di scambio intenzionale.
Fai come me ed imparerai
Fin qui abbiamo affrontato la competenza imitativa, comunicativa ed emotiva, abbiamo spiegato i meccanismi di funzionamento di ciascuna, i collegamenti esistenti tra l’una e l’altra, le loro modalità di acquisizione, e abbiamo inoltre collegato queste tre abilità con un processo cognitivo superiore, ossia l’apprendimento. Sembra possibile, dunque, giunti a questo punto mettere insieme i tasselli di questo enorme e complesso puzzle per capire come interagiscono tra loro nella vita del bambino.
Il loro funzionamento può essere rappresentato come un vero e proprio percorso circolare (Fig. 5.9) all’interno del quale ogni competenza influenza l’altra e sono interdipendenti tra loro: è sufficiente l’assenza o il ridotto sviluppo di una di loro per avere ripercussioni negative anche sulle altre; secondo lo stesso principio sarà sufficiente lavorare su una per ottenere progressi nelle altre.
Fig. 5.9. Processo circolare che collega la competenza emotiva, comunicativa, imitativa e l’apprendimento
Il processo circolare inizia con la competenza emotiva, in particolare con l’empatia, in presenza della quale si instaura un rapporto interpersonale, che promuove lo sviluppo della comunicazione (sia verbale che non verbale); la comunicazione nell’interazione tra due persone è il prerequisito necessario perché possa avviarsi il processo imitativo, che a sua volta crea un terreno fertile per l’apprendimento, in quanto il bambino che osservando l’altro lo imita, inserisce nel suo repertorio (motorio o cognitivo) nuove azioni, concetti, pensieri, emozioni che costituiscono il materiale dell’apprendimento; una volta immagazzinato nuovo materiale, il bambino lo può utilizzare a sua volta all’interno di una nuova interazione e quindi, comunicare lui stesso nuove emozioni, stati d’animo, azioni, pensieri; questo tipo di comunicazione è la base per la nascita di un sentimento empatico tra lui e il suo interlocutore.
Siamo tornati, come è evidente, al punto di partenza di questo percorso, che si apre e si chiude con la competenza emotiva, lasciando intendere, quindi, che probabilmente un bambino per poter essere in grado di apprendere e di comunicare deve trovarsi in una condizione di coinvolgimento emotivo, in assenza del quale non può avvenire la nascita di un’interazione tra lui e l’altra persona, che fornisce l’avvio di tutto il processo finora descritto.
Osservando attentamente tale percorso si nota come l’imitazione sia fondamentale all’interno del meccanismo di apprendimento e che il bambino la utilizzi per fare proprie nuove emozioni, azioni o pensieri, incrementando in tal modo anche la sua competenza comunicativa; che sia un tipo di emulazione semplice e addirittura riflessa, o che sia invece più elaborata e cosciente, in ogni caso risulta essere la modalità di apprendimento che guida l’intera vita del bambino.
Inoltre è importante notare che ogni regola, ogni comportamento, ogni nozione da apprendere, passa attraverso l’esperienza concreta, lo scambio relazionale, l’interazione, e sono proprio questi concetti che alimentano nel bambino la volontà di apprendere: risulta molto più immediato e semplice apprendere comportamenti e concetti osservati e di cui si è fatta esperienza, piuttosto che nozioni astratte e teoriche.
Emerge, quindi, l’importanza di lavorare da subito su questa competenza, sia per quanto riguarda il bambino a sviluppo tipico, sia in ambito riabilitativo, in modo tale da favorire l’attivazione del percorso finora descritto e ottenere un apprendimento adeguato che sarà la base su cui poter costruire la competenza comunicativa, nel caso fosse assente, oppure migliorarla fornendo al bambino gli strumenti adeguati che gli mancavano per poter comunicare in modo adeguato ed efficace.