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Il ruolo del TNPEE in riferimento alla sindrome di Mowat Wilson

Prima di soffermarci sul ruolo svolto dal Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (TNPEE), in riferimento allo specifico caso trattato, è necessario definire chiaramente questa figura facendo riferimento al suo profilo professionale. Il TNPEE è identificato come l’operatore sanitario che, in collaborazione con l’equipe multidisciplinare composta da neuropsichiatra infantile e altre discipline di riferimento in ambito pediatrico, attua interventi di prevenzione, terapia e riabilitazione delle malattie neuropsichiatriche infantili nelle aree della psicomotricità, della neuropsicologia e della psicologia dello sviluppo. Per questo motivo, il TNPEE risulta essere una figura di massima competenza del periodo evolutivo ( fascia compresa tra 0 e 18 anni) e nel campo delle disabilità dello sviluppo intese come situazioni in cui, a causa di un disturbo o di una patologia, il soggetto presenta difficoltà nell’attuazione e nell’utilizzo delle abilità necessarie a garantirne la partecipazione sociale e, in generale, la realizzazione di un progetto armonico di crescita (Flori,2011)

Nel caso specifico della sindrome di Mowat Wilson, descritta nel primo capitolo, essendo il ritardo neuro psicomotorio una delle conseguenze, il TNPEE risulta essere importante fin dai primi anni di vita sia per farsi carico del bambino e della sua famiglia in maniera globale sia per facilitare una crescita armonica, caratterizzata da un’integrazione bilanciata tra le diverse aree di sviluppo.

Il TNPEE, inoltre, a differenza delle altre figure professionali, affianca alle nozioni cliniche e scientifiche delle competenze corporee e personali che lo rendono flessibile e capace di rapportarsi al bambino in modo poliedrico, enfatizzando i punti di forza dai quali partire per creare un progetto riabilitativo rispetto ai fattori di debolezza.  Inoltre, il TNPEE ha ben presente di come ogni bambino, pur presentando la stessa patologia, sia molto diverso dagli altri e per questo deve adattare le proprie caratteristiche e quelle del setting in maniera differente a seconda del bambino che ha davanti.

Strumento fondamentale di cui dispone il TNPEE è il gioco, che offre al piccolo un clima leggero in cui potersi sperimentare e gli permette di mettere in gioco tutte le sue abilità motorie, cognitive, psicologiche e sociali.

Attraverso l’uso del gioco che motiva il bambino, il TNPEE si serve della Comunicazione Aumentativa Alternativa e la presenta al piccolo come una nuova lingua a cui farlo avvicinare in maniera piacevole.

Per il TNPEE la CAA è uno strumento utile per attivare più canali, passando attraverso il canale linguistico che, se compromesso, limita le altre aree di sviluppo.

Sulla base di queste premesse gli obiettivi che il TNPEE si pone sono:

  • Migliorare la comprensione comunicativa e linguistica
  • Favorire l’intenzionalità comunicativa
  • Cambiare alcune modalità comunicative non efficaci
  • Potenziare e sviluppare altri canali comunicativi
  • Favorire  la comprensione delle dinamiche sociali e ambientali attraverso le strisce di attività
  • Sviluppare una maggiore capacità di orientamento e conoscenza di spazi e oggetti attraverso l’etichettatura
  • Fornire strumenti di conoscenza interpersonale e strumenti di apprendimento efficaci, utilizzando i libri su misura.

Non meno importante risulta essere il ruolo riferito alle figure genitoriali, alle quali può dare consigli utili per aiutarli a comprendere i bisogni del bambino e accompagnarlo nelle varie tappe di sviluppo. Può essere importante anche fare degli interventi a domicilio, in un setting del tutto naturale per osservare le modalità di interazione tra il bambino e la sua famiglia e intervenire, dove necessario per modificare eventuali comportamenti poco efficaci.

L’altro intervento del TNPEE è rivolto alla scuola, in quanto, oltre a cooperare con gli operatori scolastici all’attuazione della prevenzione e alla definizione della diagnosi funzionale e del piano educativo individualizzato (PEI), interviene all’interno del setting scolastico per favorire l’integrazione del bambino con difficoltà e organizzare nel miglior modo possibile l’ambiente.

Tutti questi interventi si rivelano necessari in quanto, come già detto in precedenza, per attuare l’intervento di CAA è necessario rendere pronto non solo il bambino ma soprattutto il partner comunicativo.

 

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