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Terapia assistita con il cane integrata al trattamento neuropsicomotorio

CAPITOLO 1

 TERAPIA ASSISTITA CON IL CANE INTEGRATA AL TRATTAMENTO NEUROPSICOMOTORIO

  1. Cenni Storici
  2. Linee guida e classificazione IAA
  3. La Terapia Assistita con il cane
    1. La relazione uomo-animale: studi di etologia e psicologia
    2. Il cane
    3. La TAA e la Terapia Neuropsicomotoria; aspetti di integrazione ed esperienze presso il centro A.I.A.S. città di Monza

INDICE PRINCIPALE

INDICE

TERAPIA ASSISTITA CON IL CANE INTEGRATA AL TRATTAMENTO NEUROPSICOMOTORIO

Gli Interventi assistiti con gli animali (IAA), genericamente indicati con il termine di “Pet-Therapy”, includono una vasta gamma di progetti finalizzati a migliorare la salute e il benessere delle persone con l’ausilio di animali d’affezione.

La convivenza  con  gli  animali,  quando  impostata  sul  principio  di  relazione, rappresenta già di per sé fonte di beneficio per la società, tuttavia gli animali domestici possono svolgere anche un importante ruolo di mediatori nei processi terapeutico- riabilitativi ed educativi. La loro partecipazione in ambito terapeutico ha avuto una notevole diffusione ed è sempre più mirata e guidata da un approccio scientifico1. Come riportato da Luigi Peresson nella presentazione del libro “Pet Therapy” di M. Giacon, la “novità” di questa modalità di trattamento non risiede tanto nella forma di terapia per mezzo dell’animale, quanto nel fatto che essa venga affrontata attraverso un’indagine scientifica, che permette di riscoprire un’antica modalità di rapporto uomo-animale rinvenendo in essa motivi autenticamente terapeutici 2.

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CENNI STORICI

Da sempre l’uomo nel corso della sua evoluzione è stato affiancato dalla presenza degli animali.  I  primi  dati  scientifici  relativi  agli  Interventi  Assistiti  con  gli  Animali risalgono all’ultimo decennio del 1700, mentre dagli inizi del ‘900 si collocano i veri e propri studi e le prime ricerche specifici, stimolati anche dalla nascita dell’etologia3. Al 1961 si fa risalire la nascita della “terapia con gli animali” come la si intende attualmente: “il neuropsichiatra infantile statunitense Boris Levinson per la prima volta enuncia delle teorie plausibili e verificabili che spiegano i benefici della compagnia degli animali e che egli applica nella cura dei suoi giovani pazienti”4. Per definire tale nuova modalità di trattamento, lo stesso Levinson, coniò il termine Pet-Therapy. Quest’ultima arriva formalmente in Italia nel 1987 al convegno interdisciplinare su «Il ruolo degli animali nella società odierna» e  nel 1990 viene fondata A.I.U.C.A., la prima associazione in Italia ad occuparsi di Interventi Assistiti con gli Animali 5.

Nel 2003, viene riconosciuta come cura ufficiale e complementare dall’Istituto Superiore  di  Sanità  e  dal  Comitato Nazionale  di  Bioetica 6 .  Nel  2015  vengono approvate, dal Ministero della Salute, le Linee Guida Nazionali, recepite da tutte le regioni e dalle province autonome, con l’intento di creare un’omogeneità normativa nel campo degli IAA su tutto il territorio italiano. Esse offrono, inoltre, indicazioni circa le norme di progettazione, identificano i requisiti sanitari e comportamentali degli animali e i percorsi formativi degli operatori coinvolti7.

In seguito all’emanazione delle Linee Guida Nazionali gli studi proseguono, al fine di conferire a tali interventi una valenza scientifica secondo protocolli operativi standardizzati.

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LINEE GUIDA E CLASSIFICAZIONE Interventi Assistiti con gli Animali (IAA)

Le linee guida Nazionali descrivono gli Interventi Assistiti con gli Animali come “aventi valenza terapeutica, riabilitativa, educativa e ludico-ricreativa e che prevedono l’impiego di animali domestici quali cane, cavallo, asino, gatto e coniglio. Tali interventi sono rivolti prevalentemente a persone con disturbi della sfera fisica, neuromotoria, mentale e psichica, dipendenti da qualunque causa, ma possono essere indirizzati anche a individui sani”8.

L’ applicazione degli IAA, secondo le Linee Guida, richiede il coinvolgimento di una équipe multidisciplinare composta, a seconda del tipo di intervento, da figure sanitarie, pedagogiche e tecniche con diversi compiti e responsabilità 9.

I principali benefici della Pet-Therapy si esplicano trasversalmente in varie linee evolutive: asse cognitivo, asse comportamentale, asse psicosociale, asse neuropsicomotorio, asse emozionale 10.

La necessità di utilizzare una terminologia uniformata a livello nazionale ed internazionale, che evidenzi il coinvolgimento dell’animale in programmi di trattamento di malattie e disagi nell’essere umano, ha portato all’impiego di una denominazione maggiormente specifica ed appropriata che suddivide gli Interventi

Assistiti con gli Animali in base agli ambiti di attività e applicazione in: Attività Assistita con gli Animali (AAA), Educazione Assistita con gli Animali (EAA) e Terapia assistita con gli animali (TAA) 11.

Attività Assistita con gli Animali

“L’Attività assistita con gli animali è un intervento con finalità di tipo ludico-ricreativo e di socializzazione attraverso il quale si promuove il miglioramento della qualità della vita e la corretta interazione uomo-animale al fine del reciproco benessere; nelle AAA la relazione con l’animale, quindi, è fonte di conoscenza, di stimoli sensoriali ed emozionali” 12.

Sono interventi in cui si svolgono semplici momenti di compagnia e gioco che vengono progettati e attivati dal coadiutore dell’animale e dall’operatore referente dell’utente. È quindi possibile impostare un lavoro con finalità generiche.

Educazione Assistita con gli Animali

“L’Educazione Assistita con gli Animali è un intervento di tipo educativo che ha il fine di promuovere, attivare e sostenere le risorse e le potenzialità di crescita e progettualità individuale, di relazione ed inserimento sociale delle persone in difficoltà.” Contribuisce, quindi, a migliorare la qualità di vita della persona e a rinforzare l’autostima del soggetto coinvolto 13.

L’EAA prevede l’attuazione di specifici progetti di educazione alla conoscenza e al rispetto del mondo animale che nascono dalla collaborazione tra le figure educative e i conduttori degli animali14. La coppia cane-coadiutore offre lo spunto per lavorare su obiettivi educativi e didattici 15, così da poter integrare la sfera degli apprendimenti con quella emotivo-relazionale 16.

Terapia Assistita con gli Animali

“La Terapia Assistita con gli Animali può definirsi come un intervento a valenza terapeutica finalizzato alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, emotiva e relazionale, rivolto a soggetti con patologie fisiche, psichiche, sensoriali o plurime, di qualunque origine. L’intervento è personalizzato sul paziente e richiede apposita prescrizione medica”17.

Secondo le linee guida, le interazioni paziente-animale avvengono all’interno di un setting predefinito ed istituzionale, per un preciso lasso temporale e secondo una linea d’intervento prestabilita. Esso richiede, inoltre, un’accurata fase progettuale per la definizione di obiettivi specifici e personalizzati per il singolo paziente, che vanno costantemente valutati e documenti 18.

La TAA viene svolta e diretta da operatori sanitari nel quadro delle loro attività professionali; si realizza in diversi ambiti, quali case di riposo, centri diurni, ospedali pediatrici e istituti riabilitativi19, e può trattarsi di una terapia individuale o di gruppo. In questa modalità terapeutica, quindi, il professionista svolge la seduta integrando l’animale nel trattamento, creando un equilibrio e potenziando l’intervento 20.

 

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LA TERAPIA ASSISTITA CON IL CANE

LA RELAZIONE UOMO-ANIMALE: STUDI DI ETOLOGIA E PSICOLOGIA

Gli studi zooantropologici effettuati negli anni Novanta hanno permesso il superamento di una visione limitata e limitante dell’animale come oggetto da utilizzare, per arrivare ad una concezione di soggetto con piena dignità21.

Un elemento utile per comprendere il rapporto uomo-animale è osservare come si possa coerentemente inserire nella scala dei bisogni umani proposta nel 1954 dallo psicologo Abraham Maslow. Egli sostiene che l’essere umano non sia mai pienamente soddisfatto, se non in maniera relativa, e che sia possibile disporre i suoi desideri in quella che definisce una “gerarchia di prepotenza”. Maslow organizza, quindi, un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una gerarchia di bisogni disposti a piramide, in base alla quale la realizzazione dei bisogni più elementari è condizione necessaria per far emergere quelli di ordine superiore 22.

Alla base di un corretto equilibrio sociale e della salute umana vi è il soddisfacimento dei bisogni fisiologici e di sopravvivenza. A tale livello gli animali intervengono, come sopra citato, soprattutto come fornitori di alimenti, pellicce e lavoro.

Immediatamente dopo vi è la necessità di appagare il bisogno di sicurezza, realizzato da animali da guardia delle greggi o della casa e da animali da combattimento. Quando l’uomo ha esaudito i bisogni elementari deve realizzare il bisogno di amore e di legami interpersonali. Quest’ultimo bisogno rappresenta la base degli Interventi Assistiti con gli Animali, poiché l’affetto incondizionato, senza alcun pregiudizio, che l’animale sa dare all’uomo favorisce l’emergere delle potenzialità dell’individuo e partecipa alla formazione di un buon equilibrio psichico e mentale.

La scala prosegue verso l’alto con il bisogno di stima, che trova soddisfacimento nel rapporto con alcuni animali capaci di esprimere apprezzamento incondizionato per il loro proprietario.

In modo analogo anche il bisogno di realizzazione personale  trova negli animali una finalizzazione, come quella di un certo “successo”, grazie al senso di autostima e autoefficacia che può derivare dal prendersi cura di un altro essere vivente 23.

La spiegazione teorica della relazione uomo-animale si avvale della teoria dell’Attaccamento proposta dallo psicologo, psicanalista e medico britannico John Bowlby che definisce l’attaccamento come : “un legame affettivo che amalgama gli stati emozionali che si stabiliscono tra gli esseri umani e che può realizzarsi anche tra specie diverse” 24 . Tale concetto è di fondamentale importanze nelle TAA perché l’animale rappresenta per il bambino la base sicura da cui poter sempre tornare 25. Bowlby postula che sia presente negli individui, fin dalla nascita, un sistema con una funzione biologica di sopravvivenza che ha lo scopo di mantenere in equilibro le condizioni esterne e interne riguardanti la sicurezza26.

I fattori implicati nella genesi e nell’evoluzione del legame d’attaccamento etero- specifico possono essere distinti in cause remote e cause prossime. Le prime sono attribuibili a processi genetici ed evolutivi che consistono sostanzialmente in meccanismi di autoconservazione e pertanto evocano comportamenti innati negli individui: l’essere umano è predisposto all’attrazione e al senso di cura indotti dalle caratteristiche somatiche e sociali tipicamente infantili, che sono presenti nei cuccioli degli animali d’affezione, così come nei bambini 27.

Le cause prossime sono invece rappresentate dalle esperienze emozionali, da fattori ambientali, da segnali sensoriali e dal tempo trascorso insieme all’animale 28 . Gli uomini e gli animali vivono tra loro una relazione di attaccamento in cui trovano mutuo supporto, comprensione e forme di cooperazione.

Altro elemento fondamentale nelle TAA riguarda la possibilità di osservare il funzionamento del paziente per comprendere il suo Modello Operativo Interno. I MOI vengono definiti dalla docente di psicologia sociale Grazia Attili come: “delle prospettive rispetto alla propria amabilità, nello specifico la capacità di essere amati e di trovare aiuto e sostegno in caso di bisogno”29. Questi ultimi consentono, quindi, all’individuo di fare previsioni e creare aspettative rispetto alle proprie relazioni, scegliendo la modalità di relazione ottimale, e influenzano le emozioni, i processi cognitivi, la memoria , l’attenzione, il comportamento e i sentimenti30.

La relazione tra il paziente e il cane può incentivare lo sviluppo di modelli operativi funzionali che costituiscano delle matrici significative ed efficienti per i rapporti interpersonali del soggetto.

È utile sottolineare, inoltre, che alla base del positivo inserimento degli animali in contesti di cura sono stati evidenziati due processi psichici inconsci, che aiutano l’individuo a maturare un corretto equilibrio emotivo e comportamentale per adattarsi alle richieste del mondo esterno: la proiezione e l’identificazione31.

La proiezione è un processo psichico che prevede il trasferimento nel mondo esteriore dei propri stati d’animo, attribuendo in modo inconscio le proprie caratteristiche ad altri elementi. Tale meccanismo si verifica spesso nel rapporto tra il bambino e il cane e permette l’acquisizione di sicurezza e stabilità emozionale. Il paziente può condividere le sue difficoltà attribuendole al cane, che svolge la funzione di un vero e proprio specchio. Riconoscere l’animale come proiezione di sé stesso può aiutare il bambino ad affrontare situazioni di ansia e paura vissute nei momenti di difficoltà e a lavorare sui propri punti di debolezza32.

L’altro importante processo psichico è l’identificazione, che porta all’introiezione di

valori e caratteristiche dell’altro, imitandone il comportamento e facendo propri i suoi sentimenti. Il bambino immagina che il cane provi le sue stesse emozioni e utilizza l’animale come mezzo per condividere vissuti difficili da esternare33.

In questo paragrafo abbiamo visto come diversi studi e teorie si collochino alla base del rapporto uomo-animale e ci conducano verso una visione completa, complessa e non scontata di quest’ultimo.

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IL CANE

Gli animali impiegati negli IAA appartengono a specie domestiche. Tra queste il cane è la specie che con l’uomo ha avuto la relazione più lunga e mutevole: si ipotizza siano entrati in contatto 12.000 anni fa34.

Le caratteristiche intrinseche del cane hanno permesso lo sviluppo di tale legame relazionale con la specie umana, rendendo la Terapia Assistita con questa specie peculiare, rispetto a quella con altri animali d’affezione.

Alcuni ricercatori hanno confermato, attraverso i loro studi, la convergenza di strutture e sistemi fisiologici deputati al comportamento sociale, che permettono di osservare come l’uomo e gli animali abbiano molti punti in comune sia da un punto di vista biologico che psicologico35.  Tali elementi permettono di spiegare perché i cani sono in grado di leggere le emozioni, e ciò li rende degli animali sociali, non solo con i propri conspecifici, ma anche con gli esseri umani 36 . Oltre alle caratteristiche di socialità ed emotività, il cane è un animale comunicativo: esprime con la mimica del corpo e con suoni vocali le proprie intenzioni, sensazioni e bisogni e lo fa in modo coerente e non ambiguo. Al contrario, è anche in grado di cogliere minimi segnali e movimenti che gli permettono di interpretare i messaggi non verbali dell’uomo 37. Nonostante tali caratteristiche intrinseche, in ambito terapeutico è di fondamentale importanza tenere in considerazione il carattere del singolo individuo, definito da una serie di fattori genetici e ambientali. Esistono, forse, delle razze più predisposte di altre all’ambiente terapeutico , ma questo non è un parametro sufficiente per stabilire l’indole dell’animale. Per tale motivazione, e per la tutela del cane stesso, è necessaria una valutazione sanitaria da parte del medico veterinario, ed è importante considerare la propensione verso capacità relazionali inter e intra-specifica38.

Nello specifico campo degli Interventi Assistiti con l’Animale la predisposizione non si riferisce solo all’animale ma alla coppia conduttore-animale, osservabile tramite una valutazione, come quella proposta da Aiuca Pet Partners39.

Al cane non può essere richiesto un esplicito consenso alla partecipazione dell’attività; è, dunque, compito del coadiutore tutelare il suo benessere psicofisico e rilevare segnali di stress e stanchezza40. Gli animali non devono essere addestrati ma educati ad osservare le regole sociali, nel rispetto delle attitudini e delle inclinazioni caratteriali del singolo soggetto 41.

Ciò che rende il cane un compagno di giochi ideale per il bambino in un Intervento Assistito è “la sua capacità di relazionarsi con gli esseri umani immediatamente, senza condizionamenti culturali, senza pregiudizi, prescindendo dall’aspetto esteriore e dalla moda”, “il cane riconosce l’essenza della persona, ne condivide i pregi ed i difetti senza giudicare e senza attesa di vantaggi futuri”42. Questo permette al bambino di sviluppare autostima e senso di efficacia, così da poter mettere in campo tutte le proprie risorse per il raggiungimento di un determinato obiettivo.

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LA TAA E LA TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA; ASPETTI DI INTEGRAZIONE ED ESPERIENZE  PRESSO IL CENTRO A.I.A.S. – CITTÀ DI MONZA

Analizzando in modo approfondito le TAA è possibile osservare molti ambiti di sovrapposizione con la professione del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva; queste due modalità d’intervento, infatti, sono particolarmente predisposte ad integrarsi, sulla base di alcuni aspetti comuni.

Tale modalità viene particolarmente valorizzata all’interno del servizio di Pet-Therapy proposto dal Centro A.I.A.S. - Città di Monza. Come le altre terapie, la Pet-Therapy presso il Centro si svolge dietro prescrizione medica del neuropsichiatra infantile; l’equipe è multidisciplinare e costituita da medici specialisti e operatori, tra cui il NPI e  il  TNPEE  appositamente  formato 43 .  È  fondamentale  che  il  terapista  possieda un’adeguata conoscenza e abbia una predisposizione intrinseca verso i cani.

La presa in carico prevede la definizione di obiettivi specifici e individualizzati per ciascun  paziente,  verificati  e/o  ridefiniti  ogni  sei  mesi  tramite  l’osservazione  in trattamento svolta dal neuropsichiatra infantile in collaborazione con il TNPEE. L’invio da parte del NPI non è strettamente legata all’eventuale passione del bambino per gli animali: si propone la Pet-Therapy quando il cane rappresenta un valore aggiunto o una risorsa motivazionale per il raggiungimento degli obiettivi. Tale terapia non è prescrivibile in presenza di allergia. In caso di fobie è implicata la presenza di uno psicologo o psicoterapeuta.

Gli ambiti di intervento tra TAA e terapia neuropsicomotoria sono sovrapponibili, in quanto entrambe le modalità di trattamento sono rivolte a disturbi della sfera fisica e percettivo-motoria, dell’area neuro-psicomotoria, di quella cognitiva e delle capacità emotivo e relazionali 44 . La presenza dell’animale può rivelarsi un utile strumento motivazionale per il bambino all’interno della terapia neuropsicomotoria.

Così come il TNPEE utilizza il gioco (spontaneo o strutturato) come strumento elettivo della terapia per conoscere e sostenere lo sviluppo evolutivo del bambino e per raggiungere gli obiettivi del progetto terapeutico individuale, anche nel rapporto con l’animale esso è un elemento chiave che può essere sfruttato ai fini terapeutici. Il cane, infatti, ha una forte motivazione collaborativa che esprime la sua vera essenza nel gioco condiviso. Questa caratteristica intrinseca facilita lo sviluppo di competenze comunicative, emotive, adattive, motorie e delle autonomie che sfruttano il gioco come un  organizzatore  per  facilitare  il  dialogo  tra  terapista,  animale  e  paziente 45 . Una delle peculiarità della terapia assistita con il cane è la trasversabilità, cioè lavorare contemporaneamente su più obiettivi, in quanto i diversi meccanismi d’intervento agiscono e si potenziano tra loro coinvolgendo globalmente tutte le capacità del bambino46. Grazie alla presenza del cane in stanza di neuropsicomotricità  è possibile strutturare  una  vasta  gamma  di  attività  volte  al  raggiungimento  delle  finalità terapeutiche. Presso il Centro A.I.A.S.- Città di Monza, vengono svolte numerose proposte di gioco che prevedono la partecipazione del cane. Quelle più richieste e apprezzate dai bambini sono (Allegato I):

  • Dare i comandi: L’attività consiste nel dare dei comandi al cane; solitamente si inserisce in una cornice più ampia in cui la richiesta fatta al cane è finalizzata ad uno scopo ludico e piacevole per il paziente e per l’animale. Alcuni obiettivi perseguibili riguardano l’integrazione dei canali comunicativi verbali e non verbali, che devono essere utilizzati in modo finalizzato e preciso, il miglioramento della tolleranza alla frustrazione e l’esercizio della memoria a breve termine per riproporre delle sequenze in modo adeguato. È possibile, inoltre, insegnare al cane nuovi comandi, promuovendo l’assunzione della prospettiva dell’altro  (conoscere le modalità di apprendimento, leggere il comportamento dell’animale e rinforzare positivamente ogni azione che si avvicina all’apprendimento del comando).
  • Giocare a calcio: In questa attività il cane ha il ruolo di portiere, e il bambino tira per fare goal. Tra gli obiettivi si incentiva la pianificazione, sollecitando il bambino a strutturare lo spazio di gioco; si migliora la motricità globale, la coordinazione occhio-piede e la regolazione tonica, al fine di centrare correttamente la porta. È un esercizio utile per sostenere l’attività grafo-motoria di scrittura, creando tabelle dei punteggi, e la memoria a breve termine ricordando i punti; è utile per migliorare la comunicazione e la gestione della frustrazione quando è necessario ripetere varie volte le indicazioni al cane dove posizionarsi o quando lasciare la palla. Può, inoltre, essere richiesto di prestare attenzione al rispetto della turnazione se il gioco viene svolto in terapia di gruppo o condiviso con la terapista.
  • Gioco dell’oca dei cani: l’attività consiste in un tabellone del gioco dell’oca personalizzato con caselle di colori differenti che permettono lo svolgimento di giochi condivisi con il cane. A ciascun colore corrispondono categorie differenti di attività: cura dell’animale, dare i comandi, lanciare il “dado delle emozioni” (raccontare cosa suscita una determinata emozione in se stessi e nel cane), ritirare o saltare un turno, etc. Tra gli obiettivi principali si individuano la promozione dell’attenzione sostenuta, delle capacità di attesa e della memoria, al fine di ricordare e mettere in atto le regole del gioco; vengono inoltre sostenute le funzioni esecutive (pianificazione, verifica, problem-solving), si promuove l’orientamento spaziale e si sostiene la gestione della tolleranza alla frustrazione in caso di sconfitta. Tutte le attività svolte insieme al cane mirano   allo       sviluppo   delle   competenze   relazionali,   comportamentali,   e   al miglioramento delle abilità comunicative verbali e non verbali.
  • Gioco del riporto: l’attività consiste nel lanciare un giocattolo al cane e chiedere che lo riporti per riavviare la routine di gioco. L’attività può essere spontanea oppure integrata con richieste (mano con cui effettuare il lancio, direzione, forza etc.). Gli obiettivi perseguibili riguardano la promozione della capacità d’attesa, il sostegno della motricità globale e della coordinazione occhio-mano, la regolazione tonica e la stimolazione alla conoscenza dei concetti spaziali. È possibile inoltre lavorare sulle abilità comunicative (comando “lascia”, “resta”, “seduto” etc…) e sulla tolleranza alla frustrazione, perché il cane potrebbe non riportare o non lasciare il gioco.
  • Gioco simbolico con il cane: è possibile strutturare una vasta gamma di giochi simbolici con la partecipazione dell’animale, per esempio il gioco del negozio, il gioco del veterinario, il gioco del toelettatore, il gioco del soccorso, il gioco della biblioteca dei cani, etc. Tramite il gioco simbolico è possibile lavorare su numerosi obiettivi: evoluzione della simbolizzazione e delle capacità di astrazione, migliorare la pianificazione e la strutturazione dello spazio ludico, stimolare la creatività e il problem solving, stimolare l’interesse verso il calcolo, la lettura e gli aspetti cognitivi (valore del denaro, orientamento spaziale etc.). Questa attività incentiva, inoltre, al rispetto dei turni e dei ruoli e promuove lo sviluppo dell’attenzione sostenuta.
  • Nascondere i biscotti: l’attività consiste nel nascondere dei biscotti nei pugni, sul corpo o sotto coni, cilindri e oggetti in legno. Si chiede, poi, al cane di trovarli (tramite il comando “cerca”). Gli obiettivi su cui è possibile lavorare riguardano: l’accettazione del contatto corporeo e il superamento di paure, la conoscenza dello schema corporeo, l’autoregolazione,   la pianificazione dello spazio ludico e l’organizzazione spaziale. È possibile sostenere l’attenzione, la memoria di lavoro e la memoria spaziale, chiedendo al bambino di ricordare dove ha nascosto i biscotti o programmare sequenze di ricerca per il cane; si domanda, infine, di verificare se la richiesta sia stata svolta correttamente o se manchino dei biscotti.
  • Progettare un percorso: l’attività consiste nella programmazione, realizzazione ed esecuzione di un percorso creato nella stanza con materiale psicomotorio destrutturato; può essere svolto solo dal bambino, solo dal cane o contemporaneamente, per favorire il rispecchiamento. Alcuni obiettivi: migliorare la motricità e la coordinazione globale, sviluppare le prassie grafiche (disegnare il progetto) e di costruzione, incentivare l’utilizzo dei concetti spaziali e sviluppare funzioni esecutive e neuropsicologiche (attenzione, problem solving, logica, memoria). Nell’esecuzione con il cane il bambino deve mettere in atto adeguate competenze comunicative, memorizzare i comandi, mantenere un ritmo sostenuto e tollerare la frustrazione nel caso in cui il cane non seguisse le sue istruzioni.
  • Relax e coccole con l’animale: l’attività consiste nello sdraiarsi sul materasso e rilassarsi insieme al cane. La vicinanza non giudicante del cane favorisce nel paziente la condivisione dei propri stati d’animo. Tale attività promuove l’autoregolazione (rimanere fermi e mantenere uno stato di calma), la regolazione e il rilassamento del tono muscolare, lo sviluppo dello schema corporeo ed incentiva alla relazione ed alla condivisione con i cani e l’operatore.
  • Spazzolare, pulire e profumare: l’attività consiste nell’utilizzare gli strumenti della cura del pelo del cane nel modo corretto. È possibile chiedere al bambino di utilizzare specificatamente una mano, di spazzolare con intensità diverse o in direzioni diverse in base alla zona corporea, o di eseguire una successione di compiti. Gli obiettivi principali sono:  migliorare la motricità fine e la conoscenza dello schema corporeo, sostenere l’attenzione e la working memory per seguire le indicazioni e rielaborare le sequenze, promuovere le autonomie e sviluppare il senso di autoefficacia. Vengono, inoltre, richieste adeguate capacità di autoregolazione e rispetto delle regole.

La presentazione di queste attività vuole mostrare come sia possibile elaborare una serie di proposte specifiche per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici prefissati, ma anche  lavorare trasversalmente su più aree, grazie alla serie di competenze necessarie che devono essere messe in atto per condividere l’attività con il cane.


  1. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_276_allegato.pdf
  2. Giacon M., Pet Therapy: Psicoterapia con l’aiuto di “amici” del mondo animale, Edizione mediterranee, 1992, Roma, pag.9
  3. Pergolini L., Reginella R., Educazione e riabilitazione con la Pet therapy, 1a ed, Erikson, Trento, 2009, pag.23-24
  4. Ballarini G., Animali amici della salute: curarsi con la Pet-Therapy. 2a ed, Xenia edizioni, Milano, 2005, pag.69
  5. http://www.aiuca.eu/
  6. Pergolini L., Reginella R., Educazione e riabilitazione con la Pet therapy, 1a ed, Erikson, Trento, 2009, pag.
  7. Gullì M., Interventi assistiti con gli animali nei disturbi del linguaggio,1a ed., Erikson,Trento, 2018, pag.31 -32
  8. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_276_allegato.pdf
  9. ibidem
  10. Guarino  A.,  Lancelotti  R.,  Terapie  distrazionali  nei  contesti  clinici,  sanitari  ed  educativi:  Pet -Therapy,  Musicoterapia, Arteterapia e Teatroterapia, 1a ed, FrancoAngeli, Milano, 2017, pag.62
  11. Pergolini L., Reginella R., Educazione e riabilitazione con la Pet therapy, 1a ed, Erikson, Trento, 2009, pag.32
  12. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_276_allegato.pdf
  13. Ibidem.
  14. Guarino  A.,  Lancelotti  R.,  Terapie  distrazionali  nei  contesti  clinici,  sanitari  ed  educativi:  Pet-Therapy,  Musicoterapia, Arteterapia e Teatroterapia, 1a ed, FrancoAngeli, Milano,  2017, pag.63
  15. Gullì M., Interventi assistiti con gli animali nei disturbi del linguaggio,1a ed., Erikson, Trento, 2018, pag.37
  16. Pergolini L., Reginella R., Educazione e riabilitazione con la Pet therapy, 1a ed, Erikson, Trento, 2009, pag.35
  17. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_276_allegato.pdf
  18. Pergolini L., Reginella R., Educazione e riabilitazione con la Pet therapy, 1a ed, Erikson, Trento, 2009, pag.38
  19. Ibidem,  pag.39
  20. Gullì M., Interventi assistiti con gli animali nei disturbi del linguaggio,1a ed., Erikson, Trento, 2018, pag.39
  21. Ballarini G., Animali amici della salute: curarsi con la Pet-Therapy. 2a ed, Xenia edizioni, Milano, 2005, pag.42
  22. Maslow A.H., Motivazione e Personalità, 2a ed,Armando Editore, Roma, 2010, pag.119
  23. Ballarini G., Animali amici della salute: curarsi con la Pet-Therapy. 2a ed, Xenia edizioni, Milano,  2005, pag.14-15
  24. Del Negro E., Pet Therapy: un metodo naturale, 2a ed., FrancoAngeli, Milano, 2002, pag.12
  25. Julius H., Beetz A., Kotrshal K., Turner D., Uvnas-Moberg K., L’attaccamento agli animali: una visione integrata alla relazione uomo-animale nella pet-therapy, 1a ed., Hogrefe Editore, Firenze, 2014, pag.169-170
  26. Ballarini G., Animali amici della salute: curarsi con la Pet-Therapy. 2a ed., Xenia edizioni, Milano, 2005, pag. 14-15
  27. Ibidem, pag. 59
  28. Ballarini G., Animali amici della salute: curarsi con la Pet-Therapy. 2a ed, Xenia edizioni, Milano, 2005, pag.60
  29. Vettori  M., IAA per i bambini con ADHD, 1a ed., Erikson, Trento, 2018, pag. 17
  30. Ibidem
  31. Ballarini G., Animali amici della salute: curarsi con la Pet-Therapy. 2a ed, Xenia edizioni, Milano, 2005, pag. 109
  32. Ibidem, pag 110
  33. Ibidem, pag 112
  34. Coppinger R. & Coppinger L., Dogs: Una nuova sorprendente chiave di lettura dell’Origine, dell’Evoluzione e del Comportamento del Cane, 1a ed., Haqihana, Fenegrò(CO), 2012, pag. 335
  35. Gullì M., Interventi assistiti con gli animali nei disturbi del linguaggio,1a ed., Erikson, Trento, 2018, pag.45
  36. Ibidem
  37. Ballarini G., Animali amici della salute: curarsi con la Pet-Therapy. 2a ed, Xenia edizioni, 2005, Milano, pag. 86-87
  38. http://www.aiuca.eu/
  39. ibidem
  40. Vettori M., IAA per i bambini con ADHD, 1a ed., Erikson, Trento, 2018, pag.21
  41. http://www.aiuca.eu/i-nostri-corsi/, A.I.U.C.A. Pet Partners, Gli Interventi Assistiti con gli Animali – L’approccio A.I.U.C.A.: aspetti teorici, metodologici e pratici – Corso Propedeutico A.I.U.C.A. Pet Partners.
  42. http://www.canidavita.it/Download/atti_1999.pdf, Onofri M.P., Roscio a., Volontè M.V, AttardoM., Disagio e handicap: l’approccio integrato della Pet-Therapy in Atti del convegno “Il cane in aiuto all’uomo: alla scoperta della Pet Therapy”, pag.33
  43. http://www.aiasmonza.it/it/riabilitazione.html
  44. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1997/03/14/097G0084/sg
  45. Vettori M., IAA per i bambini con ADHD, 1a ed., Erikson, Trento, 2018 pag.19-20
  46. Ibidem

 

 

Indice
 
INTRODUZIONE
 
  1. Terapia assistita con il cane integrata al trattamento neuropsicomotorio
  2. Il cane come mediatore a sostegno del sistema attentivo e delle abilità di autoregolazione

NB

Per questioni di tempi è probabile che per il momento la presente tesi sia stata inserita parzialmente o in formato immagine. Al più presto completeremo l’inserimento rispettando i canoni da noi prefissati e cioè editando direttamente il testo nei diversi articoli del portale.

19/04/2023 - Redazione web

 
CONCLUSIONI
 
BIBLIOGRAFIA 
 
Tesi di Laurea di: Elena COLOMBO
 

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