INTRODUZIONE - Progetto Riabilitativo nella Sindrome di Moebius
“Il terapista deve diventare un attivo problems solver utilizzando ampie conoscenze di base per individuare modalità e strategie che aiutino il singolo paziente a raggiungere un obiettivo funzionale”
(Gentile, 1987)
L’idea dell’argomento scelto ed approfondito in questo elaborato è arrivata in seguito ad un evento fortuito: nello stesso periodo si sono presentati presso il nostro centro 2 casi di Sindrome di Moebius di circa la stessa età, rispettivamente 3 e 4 mesi.
La Sindrome di Moebius, anche detta la “Malattia del Sorriso”, è una malattia rara, la cui caratteristica principale è quella di andare a colpire, durante l’epoca gestazionale, lo sviluppo e la formazione di alcuni dei nervi cranici. È ancora poco conosciuta in Italia e, molto spesso, non viene diagnosticata, se non dopo mesi o, addirittura, anni dalla nascita.
Oltre alle complicazioni che già comporta di per sé la malattia, la sua rarità va a costituire un’ulteriore difficoltà, in quanto le persone affette e le loro famiglie vivono in un clima di insicurezza, sconforto ed angoscia e la diagnosi e la ricerca sono limitate.
Infatti dalla letteratura, anche la più recente, vengono fornite solo delle indicazioni generali sul trattamento da svolgere. Partendo da questo presupposto ed in linea con il pensiero di Gentile, l’obiettivo che ci siamo prefissati in questo lavoro è stato quello di elaborare un progetto riabilitativo, basato sulle conoscenze e sulle tecniche a nostra disposizione, per cercare di recuperare, quanto più possibile, dal punto di vista funzionale i vari deficit derivanti da tale patologia.
Considerata l’età precoce dei due casi, abbiamo ipotizzato che un intervento tempestivo potesse in qualche modo andare ad influire positivamente sullo sviluppo di sistemi che andassero a sostituire ed a controllare le funzioni a cui erano deputati quelli deficitari. Tramite l’utilizzo di varie strategie siamo andati ad agire su tutte le aree colpite dalla patologia, sollecitando l’acquisizione dei mezzi più idonei per migliorare lo sviluppo globale del bambino e stimolando al massimo le possibilità di adattamento rispetto alle limitazioni, primarie e secondarie. Intervenendo così precocemente, fornendo il maggior numero possibile di incoraggiamenti, sollecitazioni e stimoli al bambino, abbiamo tentato di sfruttare le enormi capacità di plasticità cerebrale presenti nei primi 2 anni di vita, basandoci sul principio della vicarianza neuronale.
Come scrive infatti Piero Angela:
“Il cervello del bambino è come una scacchiera. All’inizio qualunque partita è teoricamente possibile, qualunque mossa brillante ipotizzabile. Poi quando si cominciano a muovere i pezzi, le combinazioni iniziali via via diminuiscono ed il gioco comincia a strutturarsi in un certo modo.
Se le mosse iniziali sono appropriate e l’impianto del gioco è ben sviluppato, la partita è ben avviata; ma se le mosse iniziali sono sbagliate, sarà estremamente difficile risollevare le sorti del gioco. Lo svantaggio dovuto ad una cattiva impostazione sarà difficilmente recuperabile”.
Indice |
INTRODUZIONE |
CAPITOLO I LA SINDROME DI MOEBIUS: epidemiologia, classificazione ed eziopatogenesi
CAPITOLO II
CAPITOLO III LA SINDROME DI MOEBIUS: prognosi, diagnosi e terapia
CAPITOLO IV Progetto Riabilitativo nella Sindrome di Moebius
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CONCLUSIONI |
BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA |
Tesi di Laurea di: Alessandra MURRU |