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INTRODUZIONE - Alla ricerca di una spiegazione motoria delle difficoltà comunicative nell’ Autismo

PREMESSE

Un'ipotesi  piuttosto attuale sull'origine del linguaggio propone che la capacità umana di esprimersi verbalmente si sia evoluta dal gesto manuale (Armstrong, 1999; Corballis, 2002; Donald, 1991; Givon 1995). Una questione critica per le teorie che sostengono che l'evoluzione del linguaggio sia avvenuta dal gesto manuale riguarda il come abbia avuto luogo il passaggio da un sistema visuo-manuale a un sistema acustico-vocale. Ad un livello più generale, varie evidenze supportano la continuità tra comunicazione gestuale e comunicazione verbale. Tra queste quelle alla base della teoria motoria della percezione del linguaggio (Liberman et al.; 1967) la quale propone che il linguaggio verbale  non coincida tanto con un sistema di produzione di suoni, ma con un sistema di gesti articolatori. Per quanto concerne la relazione tra comunicazione gestuale di tipo manuale e la comunicazione verbale, Gentilucci e collaboratori (2001) provano l'esistenza di un sistema di controllo accoppiato di movimenti manuali e di movimenti articolatori alla base del parlato. Essi riportano che al crescere dell'apertura delle dita durante la prensione di oggetti di diverse dimensioni, si osserva un aumento dei parametri dello spettro vocale di sillabe pronunciate simultaneamente all'interazione manuale con l'oggetto. Tali effetti sono selettivi per elementi del parlato, mentre non si verificano per suoni non linguistici (Gentilucci et al., 2004a) e per la sola presentazione di oggetti di diverse dimensioni, con i quali non vi è interazione manuale (Gentilucci, 2003). Sulla base di queste evidenze,  gli autori propongono che tale "sistema di doppi comandi motori alla mano e alla bocca" sia stato il tramite per l'evoluzione della capacità di esprimersi verbalmente a partire dal gesto manuale (Gentilucci e Corballis, 2006; Gentilucci e Dalla Volta, 2008) e che esso possa essere alla base delle strette interazioni esistenti tra gesto e parlato durante la comunicazione.

Anche l'osservazione di un altro individuo che compie un'azione può influenzare la pronuncia di sillabe. In altre parole, la formante (F1) dello spettro vocale, strettamente legata all'apertura della bocca interna durante la produzione del parlato (Leoni e Maturi, 2002), aumenta per osservazione di prensioni di un oggetto grande e diminuisce per osservazioni di prensioni di un oggetto piccolo (Gentilucci et al., 2004b). Gentilucci e collaboratori (Gentilucci et al., 2004b, Gentilucci e Corballis, 2006; Gentilucci e Dalla Volta, 2008) suggeriscono, quindi, che nei processi evolutivi che hanno portato allo sviluppo del linguaggio, l'attività del sistema dei doppi comandi alla mano e alla bocca potesse essere congiunta all'attività del sistema specchio, ossia quel sistema che, essendo composto di neuroni che controllano sia l'osservazione che l'esecuzione della medesima azione manuale (Gallese et al., 1996)., sembra essere coinvolto nel riconoscimento delle azioni altrui, grazie al fatto che esso permette il "confronto" automatico delle azioni percepite con il repertorio motorio di chi le osserva (Rizzolatti et al., 2001). Rizzolatti e Arbib (1998) propongono che, in un contesto comunicativo, il sistema specchio sia alla base dello stabilirsi di un contatto tra mittente e ricevente e, accettando l'idea che il linguaggio verbale si sia evoluto dal gesto manuale, suggeriscono che il sistema specchio possa anche essere implicato nell'evoluzione di capacità comunicative complesse come il linguaggio verbale.

Poiché lo stabilirsi di nessi motori tra mano e "bocca", sembra essere così importante per lo sviluppo delle abilità linguistiche, la presente  tesi si concentra sullo studio dei legami esistenti tra azione e linguaggio nell'autismo, poiché tale sindrome si caratterizza  oltre che per la presenza di peculiari difficoltà nelle abilità comunicative (verbali e non verbali), anche per alcune anomalie sul versante delle abilità motorie precoci.

Zwaingenbaum e collaboratori (2005) suggeriscono che i deficit nelle abilità motorie precoci  potrebbero interferire con il successivo raggiungimento di tappe evolutive cruciali dello sviluppo motorio (Teitelbaum et al., 1998) e non solo. Secondo Leary e Hill (1996) i disturbi motori potrebbero perfino essere alla base dei sintomi centrali dell'autismo. Tale idea appare plausibile se si considera, ad esempio, che Iverson e Thelen (1999) collocano lo sviluppo del sistema comunicativo gesto-parola all'interno di un contesto evolutivo più ampio, in cui lo sviluppo della coordinazione mano-bocca nella coproduzione di gesto e parlato è solo un esempio specifico di una più generale abilità di coordinazione motoria. La teoria proposta da Iverson  e Thelen (1999) è in linea con l'idea di Gentilucci e collaboratori (2001) che il sistema di doppi comandi motori alla mano e alla bocca abbia un ruolo nello sviluppo della capacità di esprimersi verbalmente e che i nessi motori tra mano e bocca possano essere legati alle interazioni tra gesto e parlato in un contesto comunicativo (Gentilucci e Corballis, 2006). Se ci concentriamo sulla difficoltà comunicative di tipo verbale, emerge come, nell'autismo, le difficoltà linguistiche siano presenti a diversi livelli (Stefanatos e Baron, 2011). L'importanza dello sviluppo dei nessi motori mano-bocca appare evidente se si considera che, nell'autismo, lo sviluppo motorio e oro motorio sembrano predire lo sviluppo di diverse abilità linguistiche (Gernsbacher et al., 2008; McCleery et al., 2006; ), Vihman e Croft, 2007). Secondo Iverson e Thelen (1999), un passaggio fondamentale per lo sviluppo dei nessi motori mano-bocca, e poi per lo sviluppo della comunicazione verbale e non verbale, è identificabile nel momento in cui, verso gli 8 mesi, in seguito all'aumento della ritmicità dei movimenti manuali emerge la lallazione canonica (Oller e Eilers, 1998). Proprio nell'autismo si osservano numerose anomalie sia a livello dei movimenti dell'arto superiore che a livello oro motorio (Gernsbacher et al., 2008) e nella lallazione (Dawson et al., 2000).

 

SCOPI

Lo scopo di questo studio è quello di indagare la presenza e il funzionamento del sistema di doppi comandi motori alla mano e alla bocca in bambini con diagnosi di Disturbo Generalizzato dello Sviluppo (DGS), dal momento che tali nessi sembrano cruciali per lo sviluppo linguistico e comunicativo, che nel bambino con autismo e DGS risulta deficitario.  A tal proposito, lo studio si concentrerà sulla ricerca di eventuali effetti della prensione manuale di oggetti di diverse dimensioni sullo spettro vocale di parole pronunciate appena dopo l'interazione con gli oggetti, confrontando tali effetti in bambini con DGS e con sviluppo tipico, che quindi non presentano i deficit comunicavi e motori precedentemente descritti. Nello specifico, l'effetto della prensione sul linguaggio verrà analizzato studiando i valori della formante (F) 1, una delle frequenze dello spettro vocale dove si registra un picco di energia acustica. Essa si correla al grado di apertura della bocca interna e  sembra modificarsi con il variare dell'apertura delle dita durante atti di prensione (Gentilucci, 2004). Tale parametro quindi, in accordo con gli obiettivi del presente studio, consentirebbe uno studio indiretto dei nessi motori alla mano e alla bocca.

In senso più ampio, lo scopo del presente lavoro di tesi è quello di approfondire le caratteristiche dei DGS e (in particolare dell'autismo) portando al centro di essa quei sintomi motori per anni considerati marginali rispetto alla classica triade sintomatologica, ma che attualmente si pensa possano addirittura esserne alla base.

 

Indice

 
All’inizio era il verbo? No, all’inizio era l’azione! Alla ricerca di una spiegazione motoria delle difficoltà comunicative nell’autismoRiassunto; Abstract
 
 INTRODUZIONE: premesse; scopi.
 
  1. L' AUTISMO: definizione di autismo; incidenza e prevalenza; criteri diagnostici e sintomi; disturbi pervasivi dello sviluppo; strumenti diagnostici, la valutazione funzionale; diagnosi differenziale; eziopatognesi, eredita' e geni coinvolti, teorie neurologico-patofisiologiche, teorie interpretative e neuropsicologiche.
  2. ALLA RICERCA DI UNA SPIEGAZIONE MOTORIA DELL’AUTISMO E DEI SUOI SINTOMI: cenni introduttivi; azione e linguaggio, dalla mano alla bocca: evoluzione della comunicazione verbale; sistema specchio, cognizione sociale e evoluzione del linguaggio, caratteristiche anotomo-funzionali del sistema specchio, sistema specchio e linguaggio; controllo motorio accoppiato di mano e bocca, associazione del sistema specchio con i doppi comandi; sviluppo del sistema orale-manuale precoce in soggetti con sviluppo tipico; spiegazione motoria delle difficolta' comunicative verbali nei soggetti con autismo.
  3. MATERIALI e METODI: presupposti teorici; partecipanti, gruppo sperimentale, gruppo di controllo; apparato, stimoli e procedura; registrazione e analisi dei dati, registrazione e analisi cinetica, registrazione e analisi vocale, analisi statistica.
  4. RISULTATI: analisi cinematica; analisi vocale.
  5. DISCUSSIONE
 
CONCLUSIONI
 
BIBLIOGRAFIA
 
RINGRAZIAMENTI
 
Tesi di Laurea di: Valentina DEL BELLO 

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