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Mio figlio presenta disturbi nell'area della NEURO e PSICOMOTRICITÀ - Che cosa devo fare?

PROGETTAZIONE E ATTUAZIONE DELLO STUDIO - Confronto interculturale della comunicazione nella diade Mamma-Bambino

SCOPO DELLO STUDIO

Lo studio effettuato parte dalla necessità di analizzare le modalità di relazione all’interno di diadi mamma-bambino di culture diverse da quella italiana e di valutare se le modalità di interazione materne influenzano i comportamenti del bambino.

Un primo obiettivo è quello di verificare la possibilità di utilizzo dello strumento Neuropsychomotor Video Anlysis of Parent and Child Interaction (NVA) per l’analisi dell’interazione della diade mamma-bambino straniera e dell’osservazione di come questi due soggetti “stanno insieme”. Si vuole verificare, attraverso l’analisi, quanto vari l’importanza che ogni cultura attribuisce agli aspetti presi in considerazione della relazione dall’NVA e quanto essi siano presenti nelle prime interazioni mamma-bambino.

Il secondo obiettivo dello studio risulta essere quello di misurare le differenze nelle modalità di relazione e di interazione al’interno della diade mamma-bambino confrontando coppie straniere con coppie italiane.

Il terzo obiettivo dello studio è valutare quanto incida il livello socio-economico nelle modalità di relazione nella diade mamma-bambino.

Per raggiungere tali scopi si è deciso di valutare la relazione mamma-bambino attraverso l’utilizzo dello strumento Neuropsychomotor Video Analysis of Parent and Child Interaction (NVA), che utilizza la tecnica di videoregistrazione di una seduta di gioco mamma-bambino al fine di osservare le modalità di relazione intercorrenti all’interno della diade.

MATERIALI E METODI

CAMPIONE

Per questo studio è stato scelto un campione di 40 bambini sani di origine straniera, con un’età compresa tra 0 e 36 mesi, contattati presso strutture educative di Monza.

22 genitori dei bambini contattati si sono rifiutati di partecipare allo studio.

Il campione definitivo risulta pertanto essere formato da 18 bambini stranieri (9 maschie e 9 femmine), così suddivisi a seconda della provenienza:

  • 5 bambini di cultura asiatica;
  • 5 bambini di cultura dell’Europa dell’Est;
  • 4 bambini di cultura sudamericana;
  • 4 bambini di cultura africana.

È stato poi selezionato un gruppo controllo di 45 bambini italiani sani di età compresa tra 0 e 36 mesi frequentanti le strutture educative di Monza. Di questi, 14 hanno rifiutato di partecipare. Il gruppo controllo definitivo è formato da 31 bambini italiani.

Sia ai genitori del campione che a quelli del gruppo controllo è stata effettuata una videoregistrazione della durata di 10 minuti per valutare l’interazione mamma-bambino ed è stata fatta compilare la scheda anagrafica per la raccolta dei dati socio-demografici di Hollingshead.

Le videoregistrazioni sono state effettuate nel periodo tra febbraio e luglio 2012.  

STRUMENTI

L’INDICE DI HOLLINGSHEAD

Ad ogni genitore che ha preso parte alla ricerca è stato chiesto di compilare una scheda in cui venivano richieste la scuola frequentata e l’occupazione lavorativa.

I dati emersi relativi al livello di istruzione e alla professione dei genitori sono stati utilizzati per il calcolo dell’indice di stato socio-economico (SES) utilizzando il Four Factor Index proposto da Hollingshead[22] nel 1975.

Questo indice si basa sostanzialmente su due variabili: il livello educativo/culturale e il lavoro svolto. Il livello educativo è misurato su una scala di 7 valori così costituita:

  • 1 punto: Scuola Elementare;
  • 2 punti: Scuola Media Inferiore;
  • 3 punti: 2/3 anni di Scuole Superiori;
  • 4 punti: Scuola Media Superiore;
  • 5 punti: Qualche anno di Università;
  • 6 punti: Università;
  • 7 punti: Corsi/Specializzazione post-Università.

Il tipo si lavoro svolto viene classificato su una scala a 9 livelli, che pone le mansioni e i lavori economicamente più poveri e socialmente poco qualificanti ai livelli inferiori e le mansioni economicamente più rilevanti o socialmente più importanti ai livelli superiori.

Per il calcolo dell’indice sintetico di Hollingshead, si usa questo algoritmo: si pondera il livello educativo di ciascuno dei genitori moltiplicandolo per 3, si pondera il lavoro di ciascuno dei genitori moltiplicandolo per 5. Successivamente si sommano, per ogni individuo, i valori ponderati relativi all’educazione e al lavoro svolto; se entrambi i genitori lavorano, si fa la media della somma dei loro indici, se invece, lavora solo uno dei due genitori si usa solo il suo indice.

Una volta ottenuto l’indice socio-economico dei genitori è possibile andare ad individuare in quale delle 5 fasce si colloca la famiglia.

IL NEUROPSYCHOMOTOR VIDEO ANALYSIS OF PARENT AND CHILD INTERACTION (NVA)

Il Neuropsychomotor Video Analysis of Parent and Child Interaction (NVA)21 è uno strumento utilizzato per l’osservazione strutturata, la valutazione e la codifica di sequenze videoregistrate di interazione mamma-bambino nei primi tre anni di vita (All. 1). Tale strumento permette di valutare separatamente i comportamenti della figura di riferimento e quelli del bambino, ponendoli, però, sempre in relazione tra di loro.

La modalità con cui vengono rilevati e codificati i comportamenti della mamma e del bambino è basata sull’analisi di sette aree di valutazione:

  • Lo sguardo;
  • La mimica facciale e le azioni del viso;
  • I gesti delle mani e delle braccia;
  • La postura corporea, l’uso del corpo e dello spazio;
  • L’uso della voce;
  • L’uso delle parole (a partire dai 24 mesi);
  • L’uso degli oggetti e del gioco.

All’interno di ciascuna area si individuano diversi comportamenti, a loro volta organizzati in stili “in avvicinamento” e “in allontanamento” dallo stile relazionale centrale che corrisponde ad un’interazione positiva all’interno della diade. All’interno di ogni stile ci sono tre categorie che descrivono le modalità comportamentali della mamma e del bambino.

Tra le sette categorie definite per l’adulto e per il bambino, se ne individua una centrale, che include i comportamenti di una coppia mammasensibile”-bambinopartecipativo” funzionante, in cui vi è una condivisione dello stesso progetto di gioco con un manifesto piacere condiviso all’interno della coppia. Da questa categoria centrale si distanziano, con intensità crescente, sia per la mamma che per il bambino, tre categorie “in avvicinamento” e tre “in allontanamento”.

Per quanto riguarda la mamma, le tre categorie “in avvicinamento” sono: “controllante”, “intrusivo” e “violento”. Si parla di categoria “controllante” quando il genitore riesce a interagire con il bambino, attivando un gioco con lui, ma non è in grado né di concedergli la possibilità di muoversi spontaneamente, né di far gestire a lui l’attività e né di staccare il controllo, evidenziando una scarsa corrispondenza tra i progetti di gioco dell’adulto e quelli del bambino; non sono, però, presenti azioni intrusive. Nella categoria “intrusivo” si evidenziano comportamenti agiti dell’adulto sul bambino senza il suo consenso; l’adulto persegue un obiettivo assolutamente individuale, risultando invadente e disturbante per il bambino e andando a ostacolare il suo gioco. Si definisce, invece, “violento” una categoria caratterizzata da aggressione verbale o motoria, in comportamenti a volte con valenze espulsive.

Le tre categorie “in allontanamento” dell’adulto sono: “collaborante”, “passivo” ed “espulsivo”. Identifichiamo la categoria “collaborante” nell’adulto che è in grado di giocare insieme al bambino senza però manifestare quella componente di vero piacere dello stare insieme; in questo tipo di interazione si riscontra, talvolta, un’intenzione di positività inficiata, però, da altri elementi di passività, che non permettono all’adulto di godere appieno dell’attività condivisa. La seconda categoria è quella “passivo”, di gran lunga più rilevante della precedente, in cui si evidenziano agiti caratterizzati da una non-risposta o da una risposta data in tempi non adeguati alle interazioni, le quali risultano essere parziali, isolate e non coinvolgono le aree dello sguardo, delle azioni e della voce in modo coordinato; non è presente il piacere di condividere l’azione o gli oggetti con il bambino. Infine vi è la categoria “espulsivo”, in cui si vede l’adulto direttamente attivo nel respingere i tentativi di condivisione da parte del bambino.

Le categorie che caratterizzano il bambino nello stile “in avvicinamento” sono: “controllante”, “reattivo” ed “aggressivo”. Si definisce “controllante” un bambino che, seppur non rinunciando alla relazione con l’altro, non è in grado di affidarsi a lui completamente, ponendosi come attore dominante nella relazione. La categoria “reattivo” è caratteristica di quei bambini le cui azioni sono spesso in risposta alle azioni dell’altro e caratterizzate da un eccesso di energia applicata al gesto stesso. Infine la categoria “aggressivo” risulta caratterizzata da aggressione verbale o motoria nei confronti dell’adulto, talvolta con valenze evitanti.

Le categorie “in allontanamento” del bambino sono: “collaborante”, “passivo” ed “evitante”. Nella categoria “collaborante” il bambino è in grado di interagire con il genitore, ma le sue azioni sono principalmente la risposta alle proposte dell’adulto; il gioco appare condiviso ma non si evidenzia piacere o divertimento da parte del bambino, che sembra talvolta voler compiacere l’adulto mettendo da parte la propria iniziativa personale. La categoria “passivo” è caratterizzata da una non-risposta o da una risposta data in tempi non adeguati alle interazioni, le quali sono spesso parziali e isolate e coinvolgono le varie aree in modo disgiunto e non coordinato; non è presente il piacere della condivisione delle attività. Infine, la categoria “evitante” vede il bambino impegnato a respingere attivamente ogni tentativo di condivisione da parte dell’adulto.

Ai fini dell’omogeneità dei dati raccolti è importante strutturare il setting di gioco per la videoregistrazione in modo il più uniforme possibile; la stanza, preferibilmente sempre la stessa, deve rivelarsi ben illuminata e sufficientemente silenziosa. Il setting deve prevedere un’area in cui vi sia un tappeto morbido con alcuni cuscini e giocattoli con caratteristiche diverse, per poter dare al genitore la possibilità di scegliere quale gioco utilizzare in base ai bisogni e alle caratteristiche del bambino. Una volta predisposto il setting, si invita il genitore a prendere posizione come preferisce all’interno dello spazio prestrutturato, dandogli come unica indicazione quella di “stare insieme” al proprio bambino nel modo che preferisce, utilizzando o meno i giochi a disposizione.

La videoregistrazione viene effettuata da una telecamera interna alla stanza; dopo che l’operatore ha collocato la telecamera in modo da rendere ben visibili soprattutto le espressioni e i volti di entrambi i soggetti e dopo averli fatti posizionare, esce dalla stanza lasciandoli da soli per i dieci minuti di videoregistrazione.

Una volta effettuata la videoregistrazione vengono selezionati soltanto i primi cinque minuti, sui quali verterà la valutazione dell’interazione mamma-bambino. La videoregistrazione viene poi rivista dall’esaminatore che compila le schede di valutazione della e del bambino.

Dopo aver terminato la compilazione della tabella inerente i comportamenti della figura materna e del bambino sarà possibile, grazie a un programma informatico appositamente predisposto per l’elaborazione dei dati, visualizzare un grafico relativo a che tipo di correlazione esiste tra gli stili dei due attori, ricavando così informazioni utili per la gestione clinica complessiva delle problematiche riferibili all’ambito relazionale a fini diagnostici o d’intervento.

Lo scopo dell’utilizzo della videoregistrazione è quello di andare a valutare i comportamenti manifesti dei genitori e del bambino nell’interazione.

DISEGNO DELLO STUDIO

Lo studio si compone di 3 tempi di valutazione (Tab. 1):

  • Tempo 0 > Tempo 1 > Tempo 2 .

 

Operatore Sanitario

Tempo 0 (T0)

Compilazione della scheda per la raccolta dei dati socio-demografici e per il calcolo dell’indice di Hollingshead

Tempo 1 (T1)

Videoregistrazione del gioco mamma-bambino

Tempo 2 (T2)

Utilizzo delle videoregistrazioni per la compilazione della griglia NVA

Tab. 1 Descrizione della procedura e disegno dello studio

Tempo 0 (T0)

I genitori compilano la scheda per la raccolta dei dati socio-demografici e per il calcolo dell’indice di Hollingshead.

Tempo 1 (T1)

Nella stanza preparata appositamente viene effettuata la videoregistrazione, della durata di 10 minuti, dell’interazione mamma-bambino. Durante la videoregistrazione l’operatore esce e rientra solamente dopo che il tempo stabilito è terminato. Vengono successivamente selezionati per effettuare lo studio soltanto i primi 5 minuti della videoregistrazione.

Tempo 2 (T2)

I video raccolti vengono rivisti dall’operatore e utilizzati per la compilazione delle griglie di osservazione NVA. I risultati ottenuti vengono infine inseriti all’interno dell’apposito programma informatico al fine di poter ricavare per ogni video un grafico rappresentante le modalità di relazione tra i due soggetti.

RISULTATI

CARATTERISTICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE

Lo studio è stato effettuato su di un campione di 18 bambini di paesi diversi, frequentanti le strutture educative di Monza di età compresa tra 0 e 36 mesi. (Tab. 2)

Gruppo BS (18)

Sesso F

10 (55,6 %)

Sesso M

8 (44,4 %)

Indice di Hollinshead

M: 22,91 (Ds: 9,52)

Tab. 2 Caratteristiche socio-demografiche del campione

Il gruppo dei 18 bambini stranieri è stato poi suddiviso secondo la provenienza. Delle 18 coppie mamma-bambino che hanno partecipato allo studio 4 (22,2%) provengono dal Sud America di cui 3 maschi (75%) e una femmina (25%), 4 (22,2%) dall’Africa di cui un maschio (25%) e 3 femmine (75%), 5 (27,8%) dall’Asia di cui 2 maschi (40%) e 3 femmine (60%), 5 (27,8%) dall’Europa dell’Est di cui 3 maschi (60%) e 2 femmine (40%). (Tab. 3)

BSA (4)

(22,2%)

BAF (4)

(22,2%)

BAS (5)

 (27,8%)

BEE (5) (27,8%)

Sesso F

1 (25%)

3 (75%)

3 (60%)

3 (60%)

Sesso M

3 (75%)

1 (25%)

2 (40%)

2 (40%)

Indice di Hollinshead

M: 16,25

(ds: 9,66)

M: 30,87        (ds: 9,85)

M: 17,9

(ds: 6,55)

M: 26,9  

 (ds: 6,36)

Tab. 3 Caratteristiche socio-demografiche del gruppo degli stranieri suddiviso a seconda della provenienza

Ai fini dello studio sono state anche contattate 31 mamme italiane con bambini di età compresa tra 0 e 36 mesi. (Tab. 4)

Gruppo controllo (BI) (31)

Sesso F

22 (71 %)

Sesso M

9 (29 %)

Indice di Hollinshead

M: 44,83 (Ds: 11,29)

Tab. 4 caratteristiche socio-demografiche del gruppo controllo

L’indicatore socio-economico (SES) è rappresentato nei suoi 5 livelli con differenze significative nei 2 gruppi analizzati. (Fig. 1)

Fig. 1 Distribuzione in fasce dei livelli socio-economici nei 2 gruppi

Fig. 1 Distribuzione in fasce dei livelli socio-economici nei 2 gruppi

CORRELAZIONE TRA IL LIVELLO SOCIO-ECONOMICO E LE CATEGORIE DI INTERAZIONE DEI BAMBINI

Per valutare la correlazione esistente tra il livello socio-economico delle famiglie e le categorie di interazione dei bambini, stranieri e italiani, è stato utilizzato il test di Correlazione per ranghi di Spearman. (Tav. 1 a e b)

I risultati dei bambini stranieri evidenziano che ad un livello socio-economico appartenente alla fascia 1 correla uno stile “violento” del bambino con coefficiente di correlazione pari a 0,845 (p-value 0,034) e uno stile “controllante” con coefficiente di correlazione pari a 0,754 (p-value 0,084).

Nei bambini italiani, ad un SES di fascia 3 correla uno stile “controllante” del bambino con coefficiente di correlazione pari a 0,949 (p-value 0,051).

ANDAMENTO MEDIO DELLE CURVE DEI BAMBINI E DELLE MAMME

A seguito delle videoregistrazioni è stato effettuato un confronto tra l’andamento medio delle curve dei bambini stranieri e di quelli del gruppo controllo.

Sono state calcolate le medie e le deviazioni standard per ciascuna delle 7 categorie e dei 3 stili di interazione valutati dallo strumento. (Tav. 2 a e b)

Dai risultati si può osservare come i bambini del gruppo controllo presentino nella categoria “partecipativo” un punteggio medio pari a 67 (ds 21,02) che risulta essere superiore rispetto a quello dei bambini del gruppo BS, il quale è pari a 50,44 (ds 21,19). Al contrario, i bambini del gruppo BS presentano un punteggio medio più alto in tutte le altre categorie e in particolar modo in quella “collaborante” dove esso è pari a 20,28 (ds 9,53), in confronto a quello del gruppo controllo che risulta essere pari a 14,35 (ds 9,45), in quella “passivo” che è pari a 12,44 (ds 13,37) rispetto a 8,48 (ds 12,36) del gruppo controllo, in quella “controllante” che è pari a 9,11 (ds 7,25) in confronto a quello del gruppo controllo che è pari a 7,45 (ds 6,58) e in quella “reattivo” che è pari a 4,94 (ds 5,99) rispetto a 1,32 (ds 2,05) del gruppo controllo.

Il gruppo controllo dei bambini italiani presenta nello stile “interazione positiva” un punteggio medio pari a 67 (ds 21,03) superiore rispetto a quello del gruppo BS che è 50,44 (ds 21,18). Il gruppo BS, al contrario, presenta un punteggio medio più elevato negli altri due stili, rispettivamente pari a 35,33 (ds 17,21) nello stile “in allontanamento” rispetto a 24,22 (ds 19,21) del gruppo controllo e 14,11 (ds 12,44).

TAVOLA 1

Nonparametric Correlations

Fascia

Stili b.

Rho Spear.

P-Value

1

Viol.

0,845

0,034

Itrus.

0,371

0,468

Control.

0,754

0,084

Sensib.

-0,086

0,874

Collab.

-0,543

0,266

Passivo

-0,086

0,872

Espuls.

0,265

0,612

2

Viol.

Itrus.

0,103

0,793

Control.

-0,034

0,93

Sensib.

0,026

0,948

Collab.

-0,282

0,462

Passivo

0,103

0,793

Espuls.

-0,247

0,521

3

Viol.

Itrus.

1

Control.

1

Sensib.

-1

Collab.

-1

Passivo

1

Espuls.

Tav. 1 a Correlazione tra il SES e i comportamenti dei bambini stranieri

Nonparametric Correlations

Fascia

Stili b.

Rho Spear.

P-Value

2

Itrus.

Control.

1

Sensib.

-1

Collab.

1

Passivo

1

Espuls.

1

3

Itrus.

Control.

0,949

0,051

Sensib.

0,5

0,5

Collab.

0,056

0,944

Passivo

-0,738

0,262

Espuls.

-0,544

0,456

4

Itrus.

-0,271

0,247

Control.

0,088

0,713

Sensib.

0,239

0,309

Collab.

-0,158

0,505

Passivo

0,088

0,714

Espuls.

-0,003

0,988

5

Itrus.

-0,258

0,742

Control.

0,4

0,6

Sensib.

0,6

0,4

Collab.

-0,632

0,368

Passivo

-0,949

0,051

Espuls.

-0,258

0,742

Tav. 1 b Correlazione tra il SES e i comportamenti dei bambini italiani

Tav. 2 a Media e deviazione standard dei punteggi delle categorie dei bambini nei due gruppi

nello stile “in avvicinamento” in confronto a 8,77 (ds 7,03) del gruppo controllo.

L’andamento medio delle curve mostra gli stili di interazione dei bambini (Fig. 2 e 3)

Fig. 2. Andamento medio delle curve dei bambini nei due gruppi

Fig 3. Andamento medio delle curve dei bambini nei due gruppi

Fig. 2 e 3. Andamento medio delle curve dei bambini nei due gruppi

Anche per i 2 gruppi delle mamme sono state calcolate le medie e le deviazioni standard per le 7 categorie e i 3 stili di interazione. (Tav. 3 a e b)

Dai risultati si può osservare come le mamme del gruppo controllo presentino nella  categoria “sensibile” un punteggio medio pari a 66,06 (ds 21,55) che risulta essere superiore rispetto a quello delle mamme del gruppo BS, il quale è pari a 41,28 (ds 27,5). Al contrario, le mamme del gruppo BS presentano un punteggio medio più elevato in tutte le altre categorie e in particolar modo in quella “collaborante” dove esso è pari a 17,28 (ds 13,05), in confronto a quello del gruppo controllo che risulta essere pari a 11 (ds 10,22), nella categoria “passivo” che è pari a 10,22 (ds 13,95) rispetto a 3,1 (ds 4,36) del gruppo controllo, nella categoria “controllante” che è pari a 14,22 (ds 8,73) in confronto a quello del gruppo controllo che è pari a 12,74 (ds 9,85) e nella categoria “intrusivo” dove è pari a 16,67 (ds 18,21) rispetto a 6,68 (ds 11,32) del gruppo controllo.

Il gruppo controllo delle mamme presenta nello stile “interazione positiva” un punteggio medio pari a 66,1 (ds 21,55) superiore rispetto a quello del gruppo BS che è pari a 41,28 (ds 27,5). Il gruppo BS, al contrario, presenta un punteggio medio più elevato negli altri due stili, rispettivamente pari a 30,28 (ds 27,3) nello stile “in allontanamento” rispetto a 14,51 (ds 14,6) del gruppo controllo e 28,33 (ds 24,8) nello stile “in avvicinamento” in confronto a 19,42 (ds 18,88) del gruppo controllo.

Tav. 3 a Media e deviazione standard dei punteggi delle categorie delle mamme nei due gruppi - Tav. 3 a Media e deviazione standard dei punteggi delle categorie delle mamme nei due gruppi

Dai punteggi medi dei due gruppi è stato calcolato l’andamento delle curve che rappresentano le modalità di interazione delle mamme. (Fig. 4 e 5)

Fig. 4. Andamento medio delle curve delle mamme nei due gruppi

Fig. 5. Andamento medio delle curve delle mamme nei due gruppi

 Fig. 4 e 5. Andamento medio delle curve delle mamme nei due gruppi

ANDAMENTO MEDIO DELLE CURVE DEI BAMBINI E DELLE LORO MAMME DIVISI PER PAESI DI ORIGINE

Il gruppo BS è stato suddiviso a seconda della provenienza e sono state calcolate le medie e le deviazioni standard delle categorie e degli stili dei bambini. (Tab. 5 e 6)

Tab. 5 Media e deviazione standard dei punteggi delle categorie dei bambini nei quattro gruppi stranieri e nel gruppo controllo

Tab. 5 Media e deviazione standard dei punteggi delle categorie dei bambini nei quattro gruppi stranieri e nel gruppo controllo

Dai risultati si può osservare come i bambini del gruppo controllo presentino nella categoria “partecipativo” un punteggio medio pari a 67 (ds 21,02) che risulta essere superiore rispetto a quello del gruppo BFA, che mostra un punteggio medio di 66,5 (ds 13,02) a quello del gruppo BAF che è 51,75 (ds 14,29), a quello del gruppo BAS che è 31 (ds 13,69) e a quello del gruppo BEE che è pari a 56 (ds 25,86). I gruppi BSA, BAF e BAS presentano un punteggio più elevato nella categoria “collaborante” rispettivamente pari a 19 (ds 4), 23,5 (ds 14,15) e 25,2 (ds 9,93) rispetto a 14,35 (ds 9,54) del gruppo controllo. I gruppi BAF, BAS e BEE presentano un punteggio più elevato nella categoria “passivo” rispettivamente pari a 10,75 (ds 8,99), 16,6 (ds 13,87) e 15,2 (ds 19,49) rispetto a 8,48 (ds 12,36) del gruppo controllo. I gruppi BAS e BEE presentano un punteggio medio più elevato nella categoria “controllante” rispettivamente pari a 13 (ds 10,17) e 10,8 (ds 5,26) rispetto a 7,45 (6,58) del gruppo controllo. Il gruppo BAS presenta un punteggio più elevato nella categoria “reattivo” pari a 9,8 (ds 9,08) rispetto a quello del gruppo controllo che è pari a 1,32 (ds 2,05).  

Tabella 6 Media e deviazione standard dei punteggi degli stili dei bambini nei quattro gruppi stranieri e nel gruppo controllo 

Il gruppo controllo presenta nello stile “interazione positiva” un punteggio medio pari a 67 (ds 21,02) superiore rispetto a quello degli altri gruppi rispettivamente pari a 51,75 (ds 14,29) del gruppo BAF, 31 (ds 13,69) del gruppo BAS e 56 (ds 22,87) del gruppo BEE. I gruppi BAF, BAS e BEE presentano un punteggio medio più elevato nello stile “in allontanamento” rispettivamente pari a 38,25 (ds 5,44), 45,6 (ds 20,53) e 30,6 (ds 22,43) rispetto a 24,22 (ds 19,21) del gruppo controllo. I gruppi BAS e BEE presentano un punteggio medio più elevato nello stile “in avvicinamento” rispettivamente pari a 23,2 (ds 19,6) e 13,2 (ds 5,93) in confronto a 8,77 (ds 7,03) del gruppo controllo.

Anche per le mamme sono state calcolate le medie e le deviazioni standard delle categorie e degli stili analizzati. (Tab. 7 e 8)

Tab. 7 Media e deviazione standard dei punteggi delle categorie delle mamme nei quattro gruppi stranieri e nel gruppo controllo

Dai risultati si può osservare come le mamme del gruppo controllo presentino nella categoria “sensibile” un punteggio medio pari a 66,06 (ds 21,55) che risulta essere superiore rispetto a quello del gruppo BSA, che mostra un punteggio medio di 54,25 (ds 36,68), a quello del gruppo BAF che è 43,75 (ds 38,98), a quello del gruppo BAS che è 20,2 (ds 3,56) e a quello del gruppo BEE che è pari a 52,2 (ds 15,88). I gruppi BAF, BAS e BEE presentano un punteggio medio più elevato nella categoria “collaborante” rispettivamente pari a 14 (ds 8,75) e 23,6 (ds 19,1) e 18,6 (ds 12,48) rispetto a quello del gruppo controllo che è pari a 11 (ds 10,22). I gruppi BAF, BAS e BEE presentano un punteggio più elevato nella categoria “passivo” rispettivamente pari a 21,25 (ds 21,8), 10,8 (ds 13,48) e 9 (ds 7,78)  rispetto a 3,1 (ds 4,36) del gruppo controllo. I gruppi BSA e BAS presentano un punteggio medio più elevato nella categoria “intrusivo”rispettivamente pari a 18 (ds 21,37) e 23 (ds 27) rispetto a quello del gruppo controllo che è pari a 6,68 (ds 11,32). Il gruppo BAS presenta un punteggio medio più elevato nella categoria “espulsivo” pari a 6,8 (ds 10,47) rispetto a quello del gruppo controllo che è pari a 0,35 (ds 0.91)

Tabella 8 Media e deviazione standard dei punteggi degli stili delle mamme nei quattro gruppi stranieri e nel gruppo controllo

Tabella 8 Media e deviazione standard dei punteggi degli stili delle mamme nei quattro gruppi stranieri e nel gruppo controllo

Il gruppo controllo presenta nello stile “interazione positiva” un punteggio medio pari a 66,06 (ds 21,55) superiore rispetto a quello degli altri gruppi rispettivamente pari a 54,25 (ds 36,68) del gruppo BSA, 43,75 (ds 38,98) del gruppo BAF, 20,2 (ds 3,56) del gruppo BAS e 50 (ds 15,1) del gruppo BEE. I gruppi BAF e BAS presentano un punteggio medio più elevato nello stile “in allontanamento” rispettivamente pari a 37,5 (ds 32,93) e 41,6 (ds 35,15) in confronto a 14,52 (ds 14,61) del gruppo controllo. I gruppi BSA e BAS presentano un punteggio medio più elevato nello stile “in avvicinamento” rispettivamente pari a 34,75 (ds 30,86), e 38 (ds 36,03) rispetto a 19,44 (ds 19,88) del gruppo controllo.

Sono state successivamente poste a confronto l’andamento medio delle curve delle interazioni madre-bambino nei rispettivi gruppi. (Tav. 4 a, b, c, d, e)

TAVOLA 4

Tav. 4 a Curve mamma-bambino sudamericane

Tav. 4 a  Curve mamma-bambino sudamericane

Tav. 4 b Curve mamma-bambino africane

Tav. 4 b Curve mamma-bambino africane

Tav. 4 c Curve mamma-bambino asiatiche

Tav. 4 c Curve mamma-bambino asiatiche

Tav. 4 d Curve mamma-bambino esteuropee

Tav. 4 d Curve mamma-bambino esteuropee

Tav. 4 e Curve mamma-bambino gruppo controllo

Tav. 4 e Curve mamma-bambino gruppo controllo

CORRELAZIONE TRA LE CATEGORIE DEI BAMBINI E DELLE MAMME

Per valutare la correlazione esistente tra le modalità di interazione dei bambini e quelle delle mamme, sia stranieri che italiani, è stato utilizzato il test di Correlazione per ranghi di Spearman.(Tav. 5 a e b)

I risultati delle diadi straniere evidenziano che ad un comportamento “partecipativo” del bambino si correla un atteggiamento “sensibile” della mamma con un coefficiente di correlazione pari a 0,679 (p-value 0,002). Un comportamento “passivo” del bambino correla con un atteggiamento “violento” della madre con coefficiente di correlazione pari a 0,542 (p-value 0,02) o con un atteggiamento “intrusivo” con coefficiente di correlazione pari a 0,456 (p-value 0,057). Ad un comportamento “evitante” del bambino si correla un atteggiamento “collaborante” della madre con coefficiente di correlazione pari a 0,543 (p-value 0,02), o un atteggiamento “passivo” con coefficiente di correlazione pari a 0,498 (p-value 0,035) o un atteggiamento “espulsivo” con coefficiente di correlazione pari a 0,576 (p-value 0,012). Un comportamento “reattivo” del bambino correla con un atteggiamento “espulsivo” della madre con coefficiente di correlazione pari a 0,619 (p-value 0,006). Ad un comportamento “controllante” del bambino si correla un atteggiamento “passivo” della madre con coefficiente di correlazione pari a 0,424 (p-value 0,079) o con un atteggiamento “espulsivo” con coefficiente di correlazione pari a 0,667 (p-value 0,003).

Per quando riguarda le diadi italiane un comportamento “partecipativo” del bambino correla con un atteggiamento “sensibile” della mamma con coefficiente di correlazione pari a 0,622 (p-value 0,000). Ad un comportamento “passivo” del bambino si correla un atteggiamento “intrusivo” della madre con coefficiente di correlazione pari a 0,647 (p-value 0,000) o un atteggiamento “controllante” con coefficiente di correlazione pari a 0,413 (p-value 0,021) o un atteggiamento “espulsivo” con coefficiente di correlazione pari a 0,413 (p-value 0,021). Un comportamento “evitante” del bambino correla con un atteggiamento “intrusivo” della mamma con coefficiente di correlazione pari a 0,652 (p-value 0,000) o un atteggiamento “controllante” con coefficiente di correlazione pari a 0,57 (p-value 0,001). Ad un comportamento “reattivo” del bambino si correla un atteggiamento “intrusivo” della madre con coefficiente di correlazione pari a 0,447 (p-value 0,012)

TAVOLA 5

Nonparametric Correlations

                

Nonparametric Correlations

Stile b.

Stile m.

Rho Spear.

P-Value

Stile b.

Stile m.

Rho Spear.

P-Value

Aggres.

Viol.

-0,189

0,453

Aggres.

Viol.

0

0

Intrus.

-0,12

0,634

Intrus.

0

0

Control.

0,073

0,774

Control.

0

0

Sensib.

0,075

0,768

Sensib.

0

0

Collab.

0,347

0,158

Collab.

0

0

Passivo

0,084

0,74

Passivo

0

0

Espuls.

0,035

0,891

Espuls.

0

0

Reatt.

Viol.

0,184

0,464

Reatt.

Viol.

0

0

Intrus.

0,28

0,26

Intrus.

0,447

0,012

Control.

0

1

Control.

0,439

0,014

Sensib.

-0,576

0,012

Sensib.

-0,221

0,232

Collab.

0,306

0,217

Collab.

-0,201

0,277

Passivo

0,343

0,163

Passivo

-0,305

0,053

Espuls.

0,619

0,006

Espuls.

-0,335

0,066

Control.

Viol.

0,22

0,381

Control.

Viol.

0

0

Intrus.

0,073

0,773

Intrus.

0,99

0,597

Control.

0,141

0,578

Control.

0,259

0,16

Sensib.

-0,51

0,031

Sensib.

-0,456

0,008

Collab.

0,361

0,141

Collab.

0,356

0,049

Passivo

0,424

0,079

Passivo

0,086

0,646

Espuls.

0,667

0,003

Espuls.

0,058

0,759

Partecip.

Viol.

-0,632

0,005

Partecip.

Viol.

0

0

Intrus.

-0,55

0,018

Intrus.

-0,605

0

Control.

-0,135

0,594

Control.

-0,539

0,002

Sensib.

0,679

0,002

Sensib.

0,622

0

Collab.

-0,212

0,399

Collab.

-0,115

0,538

Passivo

-0,3

0,226

Passivo

-0,81

0,664

Espuls.

-0,534

0,022

Espuls.

-0,433

0,015

Collab.

Viol.

0

1

Collab.

Viol.

0

0

Intrus.

0,325

0,187

Intrus.

0,25

0,174

Control.

0,097

0,702

Control.

0,189

0,308

Sensib.

-0,363

0,138

Sensib.

-0,287

0,117

Collab.

-0,115

0,648

Collab.

0,119

0,524

Passivo

-0,167

0,507

Passivo

0,005

0,977

Espuls.

0,099

0,695

Espuls.

0,203

0,272

Passivo

Viol.

0,542

0,02

Passivo

Viol.

0

0

Intrus.

0,456

0,057

Intrus.

0,647

0

Control.

0,43

0,865

Control.

0,413

0,021

Sensib.

-0,12

0,637

Sensib.

-0,567

0,001

Collab.

-0,53

0,835

Collab.

0,29

0,877

Passivo

0,132

0,601

Passivo

0,167

0,368

Espuls.

0,086

0,735

Espuls.

0,413

0,021

Evit.

Viol.

0,11

0,663

Evit.

Viol.

0

0

Intrus.

0,187

0,457

Intrus.

0,652

0

Control.

-0,204

0,417

Control.

0,57

0,001

Sensib.

-0,614

0,007

Sensib.

-0,429

0,016

Collab.

0,543

0,02

Collab.

-0,18

0,33

Passivo

0,498

0,035

Passivo

-0,155

0,407

Espuls.

0,576

0,012

Espuls.

0,197

0,288

Tav. 5 a Correlazione nelle diadi straniere                    Tav. 5 b Correlazione nelle diadi italiane  

o un atteggiamento “controllante” con coefficiente di correlazione pari a 0,439 (p-value 0,014). Un comportamento “controllante” del bambino correla con un atteggiamento “collaborante” della mamma con coefficiente di correlazione pari a 0,356 (p-value 0,049).

CORRELAZIONE TRA LE CATEGORIE DI INTERAZIONE DELLE MAMME E LA DISTANZA DAL MOMENTO DI SEPARAZIONE DALLA CULTURA DI ORIGINE

Per valutare la correlazione esistente tra le categorie di interazione delle mamme e la  durata della permanenza in Italia è stato utilizzato il test di Correlazione per ranghi di Spearman. (Tab. 9)

Stili m.

Rho Spear.

P-Value

3

Viol.

-0,186

0,764

Itrus.

-0,811

0,096

Control.

-0,738

0,155

Sensib.

0

1

Collab.

0,949

0,014

Passivo

0,884

0,047

Espuls.

0,412

0,49

10

Viol.

Itrus.

0,447

0,45

Control.

0,894

0,041

Sensib.

0,447

0,45

Collab.

-0,447

0,45

Passivo

-0,783

0,118

Espuls.

-0,344

0,571

Tab. 9 Correlazione tra gli anni in Italia e i comportamenti delle mamme

Dai risultati si evidenzia che le mamme presenti in Italia da meno di 3 anni mostrano un atteggiamento di tipo “collaborativo” con un coefficiente di correlazione pari a 0,949 (p-value 0,014) o un atteggiamento “passivo” con coefficiente di correlazione pari a 0,884 (p-value 0,047).

Le mamme presenti in Italia da più di 10 anni correlano con uno stile “controllante” con un coefficiente di correlazione pari a 0,894 (p-value 0,041).

DISCUSSIONE DEI RISULTATI

CARATTERISTICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE

Lo studio è stato condotto su bambini stranieri frequentanti alcune strutture educative di Monza e su di un gruppo controllo formato da bambini italiani. 

Dall’analisi dei risultati del livello socio-economico del gruppo degli stranieri si riscontra che le fasce più numerose sono la 1 (33%) e la 2 (50%) e che nessuno appartiene alle fasce 4 e 5. Si può quindi affermare che il livello socio-economico del gruppo degli stranieri è medio-basso. Questi risultati ci permettono di considerare che, per quanto concerne il livello socio-demografico, il gruppo degli stranieri è omogeneo.

Dall’analisi dei risultati del gruppo controllo dei bambini italiani emerge che essi si collocano maggiormente nelle fasce 3 (20%) e 4 (65%): si può quindi affermare che essi appartengono ad un livello socio-economico medio-alto.

È stata riscontrata una non omogeneità per quanto riguarda il livello socio-economico tra il gruppo campione e il gruppo controllo. Risulta impossibile reclutare un gruppo controllo di bambini stranieri con livello socio-economio pari a quello di famiglie italiane, pertanto si è deciso di considerare il campione valido.

La maggiore appartenenza alle fasce socio-economiche più basse del gruppo degli stranieri può, tuttavia, essere manifestazione di una criticità nell’applicazione dell’Indice di Hollingshead. Nella somministrazione del questionario a questo gruppo, infatti, è stata spesso riscontrata una scarsa correlazione tra il livello di studi sostenuti (ad es. università) e il lavoro effettuato in Italia al momento dell’intervista (ad es. cameriere, pulizie), legata alla difficoltà per una persona straniera di trovare un lavoro adeguato alla sua istruzione nel nostro Paese. Anche i dati Istat mostrano come gli stranieri in Italia siano impiegati in lavori a bassa specializzazione nonostante abbiano un livello d’istruzione medio-elevato e spesso simile a quello degli italiani: gli stranieri sono di frequente occupati in lavori per i quali il titolo di studi richiesto è inferiore rispetto a quello posseduto.[23]    

Dall’analisi dei risultati delle correlazioni tra il livello socio-economico delle famiglie e le categorie di interazione dei bambini, si è osservato come condizioni di precarietà economica e sociale (fasce 1 e 2) influenzino le modalità di interazione dei bambini. Infatti, nel gruppo di bambini stranieri, ad un livello socio-economico più basso correlano le categorie “violento” e “controllante”. Questi dati sono confermati anche in letteratura da altri studi che mettono in evidenza come condizioni di precarietà economica e sociale siano associate a peggiori performance comportamentali del neonato17 e siano predittivi sia di problematiche comportamentali che di salute.[24] 

CONFRONTO TRA GLI ANDAMENTI DELLE CURVE NEI CINQUE GRUPPI

E’ stato effettuato un confronto tra l’andamento medio delle curve dei bambini stranieri e italiani dal quale è emerso che i bambini stranieri presenatano punteggi medi più elevati nello stile “in allontanamento”, il che denota la presenza di un’interazione con la mamma parziale e isolata.21 I bambini italiani mostrano una maggiore concentrazione di punteggi medi nella categoria “partecipativo”, indice di una relazione in cui è presente una condivisione di gioco ed emotiva, mentre il gruppo BS presenta punteggi significativamente elevati anche in altre categorie, in particolar modo in quelle “collaborante” e “passivo”.

Dal confronto tra l’andamento medio delle curve delle mamme straniere e italiane emerge che le mamme straniere presentano punteggi medi elevati sia nello stile “in allontanamento” che in quello “in avvicinamento”, mostrando dunque una maggiore difficoltà nello stabilire una relazione positiva con il bambino rispetto al gruppo delle mamme italiane. Le mamme del gruppo controllo presentano una più elevata concentrazione di punteggi nella categoria “sensibile” il che denota la capacità di intraprendere una relazione positiva con il bambino, mentre il gruppo delle mamme straniere presenta punteggi più elevati rispetto al gruppo controllo in altre categorie ed in particolare nelle categorie “passivo” e “intrusivo”. Ciò è indice di una limitata capacità delle mamme di avere con il bambino un’interazione positiva, che è inficiata da comportamenti caratterizzati o da una risposta data in tempi non adeguati o da agiti sul bambino senza il suo consenso.

Dall’andamento medio delle curve dei bambini e delle mamme si osserva che le mamme straniere presentano spesso un punteggio medio inferiore nella categoria centrale rispetto a quello dei bambini e anche in quelle relazioni che si collocano sul valore centrale “sensibile/partecipativo”, si notano punteggi più elevati da parte del bambino che della mamma. Questo dato potrebbe essere una manifestazione delle  difficoltà incontrate dalle mamme immigrate nel nostro Paese, legate al processo della migrazione, alla rottura con i legami dal proprio paese, all’integrazione e all’inserimento nel paese di accoglienza, del quale la madre non conosce la cultura e le modalità di accudimento del bambino. La migrazione, come viene riportato in letteratura, è un processo potenzialmente traumatico per chi lo vive,6 in particolar modo per le donne che vivono la maternità senza il sostegno delle reti familiari ed affettive che permetterebbero loro di essere protette e aiutate durante le prime interazioni con il bambino; proprio per questo nella donna immigrata si potrebbe creare una condizione di vulnerabilità psicologica17 che si mostra in modo più accentuato nel momento della gravidanza, dove coesistono una vulnerabilità dovuta alla migrazione e al diventare madre lontano dagli affetti familiari e in ambienti a lei sconosciuti.[25] I bambini, invece, sembrano riuscire meglio ad instaurare una relazione positiva poiché non hanno vissuto direttamente la migrazione, che implica la formazione di un equilibrio tra gli aspetti dell’ambiente di accoglienza e quelli della propria cultura di origine. 

L’analisi dei risultati dell’andamento medio delle curve dei bambini stranieri divisi secondo il paese di provenienza, mostra la presenza di modalità di interazione simili tra i bambini del gruppo BSA e quelli del gruppo controllo, con punteggi medi più elevati e più concentrati sul valore centrale “partecipativo”. Altri studi hanno dimostrato come le modalità di giocare dei bambini sudamericani siano simili a quelle dei bambini italiani: il gioco è maggiormente evoluto  quando è la mamma che lo intraprende coinvolgendo il bambino, rispetto a quando lo inizia il bambino stesso.[26] Al contrario, il gruppo BAS presenta punteggi medi bassi nella categoria “partecipativo” e punteggi più elevati in tutte le altre categorie, in particolare in quelle “collaborante” e “passivo”.

Per quanto riguarda le curve delle mamme straniere divise a seconda del paese di provenienza si sono riscontrate differenze significative a seconda del gruppo di appartenenza: tutte le mamme straniere, eccetto quelle appartenenti al gruppo BAS, presentano punteggi medi elevati nella categoria centrale e poi punteggi significativamente elevati in altre categorie che variano a seconda del paese. Ad esempio, le mamme del gruppo BSA mostrano un punteggio elevato nella categoria “intrusivo”: alcuni comportamenti delle mamme, in particolare quando vengono usati dei giochi durante l’interazione, tendono ad infastidire il bambino; quando, invece, la modalità di interazione è verbale e gestuale attraverso un racconto o un dialogo all’interno della diade, si notano comportamenti più spontanei della mamma ed una miglior interazione mamma-bambino. In letteratura si evidenzia che nella cultura sudamericana sono presenti, infatti, comportamenti più diretti alla persona che incentivano un dialogo verbale tra la mamma e il bambino piuttosto che modalità di relazionarsi tramite la mediazione di oggetti condivisi; altri studi sostengono che l’uso prevalente della comunicazione verbale e gestuale, però, tende a diminuire quando le mamme non vivono più nel loro paese di origine.[27] Per l’attribuzione del punteggio nella categoria sensibile/partecipativo lo strumento NVA da’ molta importanza a fattori come l’utilizzo dello sguardo, l’uso del corpo, la modulazione della voce, il contatto corporeo, tutte modalità comportamentali che sono ampiamente utilizzate sia nella cultura italiana che in quella sudamericana nella quale, come viene riportato anche in letteratura, viene data grande importanza alla comunicazione verbale e al contatto corporeo tra la mamma e il bambino; l’uso degli oggetti in questa cultura, è poco praticato e quando ciò avviene serve per integrare la comunicazione verbale.[28]   

Le mamme del gruppo BAS, presentano un punteggio molto basso, rispetto alla media, nella categoria “sensibile” e molto più elevato in tutte le altre, in particolare in quella “collaborante” e “intrusiva”. Altri studi sullo stile relazionali delle madri straniere riportano come ad esempio le mamme cinesi e le donne che non hanno desiderato la gravidanza sembrano stimolare in modo inadeguato i loro bambini.17

Le mamme del gruppo BAF presentano un punteggio elevato nella categoria “passivo” denotando degli agiti caratterizzati da una risposta parziale alle richieste del bambino. In letteratura si sostiene che nella cultura africana, il distacco nell’interazione con il proprio bambino dipenda dal fatto che non vi sia l’abitudine di passare del tempo a giocare con i propri figli e che gli oggetti non siano usati abitualmente per relazionarsi con il bambino.[29]    

Tutte le diadi che hanno partecipato allo studio, sia straniere che italiane, ad eccezione di quelle asiatiche, mostrano un andamento simile delle due curve, quella della mamma e quella del bambino, con punteggi medi più elevati nello stile centrale di interazione positiva e nella categoria “sensibile-partecipativo”, con valori compresi tra 43 e 67.

Le curve mamma-bambino asiatiche, invece, presentano punteggi medi molto bassi nella categoria centrale “sensibile-partecipativo”e distribuiti in tutte le altre categorie. Questi atteggiamenti delle mamme asiatiche più “in allontanamento” e “in avvicinamento” rispetto ad un’interazione positiva, potrebbero essere dovuti ad un’alta percentuale di sintomi depressivi in mamme asiatiche. In letteratura più studi mostrano come mamme dell’Asia, in particolar modo della Cina o del Bangladesh, presentino durante la gravidanza o durante le prime fasi di sviluppo del bambino condizioni di disagi psicologici caratterizzati da ansia o depressione.17 In questi studi si riscontra anche che le mamme depresse possono avere nei confronti dei loro bambini due modalità differenti di rapportarsi con loro: o diventano più intrusive oppure più chiuse in se stesse e quindi passive. Condizioni di depressione materne rendono più difficile l’interazione con il bambino e le modalità di cura non sono adeguate per favorire lo sviluppo del bambino.[30]

CORRELAZIONE TRA LE CATEGORIE DEI BAMBINI E DELLE MAMME

Dalla correlazione effettuata tra le categorie dei bambini e quelle delle mamme, divisi nei due gruppi, stranieri e italiani, emerge che in entrambi i gruppi condotte partecipative del bambino sono significativamente correlate con comportamenti sensibili della mamma e non correlano con comportamenti intrusivi e espulsivi. A comportamenti passivi del bambino si associano delle modalità comportamentali della mamma di tipo violente o intrusive.

Nelle diadi straniere comportamenti reattivi o controllanti o evitanti del bambino sono in risposta a modalità comportamentali materne espulsive e mai sensibili.

Nelle diadi italiane si evidenzia che a comportamenti reattivi o evitanti del bambino si hanno in risposta condotte intrusive e controllanti delle mamme e mai sensibili.

Generalmente, in tutte le diadi, ad un comportamento partecipativo del bambino non sono mai correlate condotte “in avvicinamento” né “in allontanamento” della madre. Questo dimostra come lo strumento sia valido per la lettura delle modalità di interazione mamma-bambino, anche se si sono riscontrate difficoltà nella lettura di alcuni aspetti tipici delle culture. 

CORRELAZIONE TRA LE CATEGORIE DI INTERAZIONE DELLE MAMME E LA DISTANZA DAL MOMENTO DI SEPARAZIONE DALLA CULTURA DI ORIGINE

Dalla correlazione esistente tra le categorie di interazione delle mamme e il tempo trascorso dall’immigrazione emergono modalità differenti di rapportarsi con il bambino a seconda degli anni passati in Italia. Infatti, mamme immigrate da meno di tre anni e che quindi hanno vissuto la gravidanza e la nascita del figlio poco tempo dopo l’arrivo in Italia, mostrano un atteggiamento maggiormente “collaborante” e “passivo” nei confronti del proprio figlio e tendono quindi ad avere una relazione più “in allontanamento”. Questo potrebbe essere spiegato dal fatto che una donna, appena giunta in un nuovo paese, deve cambiare i suoi stili di vita per ambientarsi nella nuova realtà e l’affrontare subito una gravidanza la mette nelle condizioni di dover accudire un figlio in un contesto da lei vissuto come estraneo. Queste sue preoccupazioni si ripercuotono sulla relazione con il bambino. Come viene suggerito dalla letteratura17, madri immigrate da poco tempo hanno bassi livelli di comportamenti stimolatori nei confronti del bambino e tendono ad interagire poco con lui.

Secondo la teoria di Stern sulla “costellazione materna”1, nelle madri immigrate da pochi anni non vi è quella matrice di supporto necessaria affinché una madre possa occuparsi solo del suo bambino perché protetta dalla realtà esterna; la madre immigrata, essendo lontana dai suoi affetti originari, fatica a riorganizzare la sua identità, che è uno dei compiti fondamentali, secondo Stern, della neo-mamma: decentrarsi dal ruolo di figlia, per passare a quello di mamma per vivere una relazione positiva con il proprio figlio.

Quando, invece, le mamme sono in Italia da più di 10 anni, le loro modalità di interazione con il bambino si modificano e assumono un atteggiamento di tipo “controllante” nel quale la mamma lascia poco spazio al bambino nel gioco, come se sentisse di dover dimostrare attraverso l’agire il suo ruolo materno e al tempo stesso di dover proteggere il suo bambino dall’ambiente esterno attraverso un avvicinamento esagerato. Questi comportamenti in avvicinamento potrebbero essere dovuti ad una difficoltà nel conciliare gli aspetti della propria cultura di origine con quelli del paese di accoglienza, poiché, come riportato in letteratura la madre deve costruire una reale strategia di meticciamento che le permetta di passare da una cultura all’altra senza rinunciare alle proprie rappresentazioni.[31] Altri studi riportano che, in presenza di un cambiamento che è vissuto attraverso molte appartenenze (lingua, cultura…), queste ultime richiedono un lavoro di ricostruzione paziente, che può durare anche per molti anni,  per costruire un nuovo senso dell’esserci[32].

OBIETTIVI E LIMITI

Uno dei limiti dello studio è dato dalla numerosità del campione che risulta essere limitata per trarre conclusioni sull’interazione mamma-bambino nei diversi paesi, nonostante i risultati ottenuti concordino con quanto descritto in letteratura.

La numerosità del campione è stata condizionata dalla necessità di utilizzare lo strumento della videoregistrazione che è di difficile accettazione per le mamme straniere: questo è il motivo per cui molte si sono rifiutate di partecipare allo studio.

Un ulteriore limite è dato dal fatto che all’interno di uno stesso gruppo di bambini appartenenti ad uno stesso continente (ASIA, AFRICA, SUDAMERICA) siano presenti diverse culture differenti le une dalle altre, in particolare in Asia e in Africa. D’altro canto è difficile reperire campioni omogenei, anche ricercando, come abbiamo fatto in questo studio, il campione presso strutture educative interculturali.

Un altro limite è dato dalla differenza socio-economica tra il gruppo campione e il gruppo controllo. Per gli stranieri si riscontra una scarsa correlazione tra il livello di studi sostenuti (ad es. università) e il lavoro effettuato in Italia al momento dell’intervista (ad es. cameriere, pulizie), legata alla difficoltà per una persona straniera di trovare un lavoro adeguato alla sua istruzione nel nostro Paese, come rilevato dai dati Istat. Si è quindi ritenuto indispensabile, per un confronto italiani e stranieri, accettare due SES così diversi.

Come obiettivo futuro ci si propone di riproporre lo studio ad un campione più ampio  focalizzando l’attenzione sulle culture già analizzate in questo studio per poter confermare e convalidare i dati emersi da questo elaborato, dividendo i gruppi più per cultura che per continenti.


[22] Hollingshead A.B,  Four Factor Index of Social Status. New Haven, Yale University, Department of Sociology,  1975

[23] Albissini M.(a cura di) Gli stranieri nel mercato del lavoro. I dati della rilevazione sulle forze di lavoro in un’ottica individuale e familiare .Roma: Argomenti n. 36, Istat, 2008

[24] Dodge K.A, Pettit G.S, Bates J.E. Socialization Mediators of the Relation between Socioeconomic Status and Child Conduct Problem in Child Dev,1994; 65: 649-665

Bradley R.H. e Corwyn R.F. Socioeconomic Status and Child Development in Annu. Rev. Psychol. 2002;53:371-399

[25] Balsamo E, Favaro G, Giacalone F, Pavesi A, Samaniego M. Mille modi di crescere. Bambini immigrati e modi di cura. Milano: Franco Angeli, 2009

[26] Cote L.R. e Bornstein M.H. Child and Mother Play in Three U.S. Cultural Groups: Comparisons and Associations, in J Fam Psychol; 2009,  23 (3): 355–363

[27]Cote L.R, Bornstein M.H, Haynes O.H. Mother-Infant Person and Object-Directed Interactions in Latino Immigrant Families: A Comparative Approach in Infancy  2008; 13 ( 4): 338-365

[28]Cote L.R., Bornstein M.H., Mother-infant interaction and acculturation: II. Behavioural coherence and correspondence in Japanese American and South American families in Int J Behav Dev, 2001; 25 (6): 564–576

Bernstein V.J, Harris E.J., WeLaLa Long C., Iida E., Hans S.L Issues in the multi-cultural assessment of parent–child interaction: an exploratory study from the starting early starting smart collaboration in App Develop Psy, 2005, vol. 26 241–275

[29] Rabain-Jamin J. Culture and Early Social Interactions. The Example of Mother-Infant Object Play in African and Native French families in European Journal of Psychology of Education 1989; 4 (2): 295-305

[30]Black M.M, Baqui A.H, Zaman K, McNary S.W, Le K, Arifeen S.E, Hamadani J.D, Parveen M, Yunus Md, Black R.E Depressive symptoms among rural Bangladeshi mothers: implications for infant development in J Child Psychol Psychiatry 2007; 48(8): 764-772

[31] Moro M.R. Per una prevenzione precoce che trasformi il rischio transculturale in una nuova risorsa per i genitori migranti e per i loro bambini in Giornale di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva, 2006; 26:395-406 

[32] Cima R. Incontri possibili. Educazione e lavoro di cura in una prospettiva etnoclinica in Educazione interculturale, 2011; 1: 77-88


 

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