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CONCLUSIONI - Dalla valutazione del profilo motorio all’intervento neuropsicomotorio dai 3 ai 6 anni in soggetti con sviluppo atipico

Partendo dall’ipotesi iniziale di questa tesi, a seguito di un’attenta valutazione del profilo motorio di bambini in età prescolare attraverso la somministrazione di test standardizzati, è stato possibile comparare il movimento in tre diverse patologie e accertarsi che sono presenti difficoltà motorie minori globali in disturbi evolutivi quali Disturbo dello Spettro dell’Autismo, Disabilità Intellettiva e Disturbo del Linguaggio.

Nonostante l’estrema variabilità prestazionale dei quindici soggetti appartenenti allo studio, sia per caratteristiche diagnostiche sia per caratteristiche individuali, si sono riscontrate le maggiori difficoltà motorie nella coordinazione motoria generale, nei pattern motori complessi e nell’equilibrio. Questi ambiti di funzionamento hanno rappresentato la base per identificare i principali obiettivi riabilitativi sui quali i bambini hanno lavorato per circa 6 mesi, durata totale del progetto.

Gli obiettivi per ogni componente motoria e le strategie relative sono state proposte al bambino in base al suo livello di sviluppo e alle sue abilità emergenti, in modo da procedere per piccoli passi e garantire uno stabile consolidamento delle abilità acquisite.

Le abilità motorie che sono state apprese hanno contribuito nel rendere le differenti patologie meno interferenti nell’adattabilità della vita quotidiana.

Aumentare le competenze motorie, come saper lanciare e ricevere una palla o tirare un calcio verso la porta, poter saltare con una certa agilità e saper salire e scendere dalle attrezzature del parco giochi, in un bambino con Disturbo dello Spettro dell’Autismo è utile e strategico per migliorare le sue competenze relazionali in un piccolo gruppo di suoi coetanei. Ogni attività motoria implica una serie di scambi reciproci, attenzione all’altro, imitazione di movimenti globali, che aiutano il bambino con difficoltà relazionali a costruirsi più facilmente una rete sociale, in quanto le abilità motorie non sono deficitarie e non interferiscono con la creazione di contesti ludici condivisi.

I cinque bambini appartenenti al primo gruppo con Disturbo dello Spettro dell’Autismo (ASD) risultano nel complesso migliorati anche dal punto di vista delle autonomie sociali, nell’aggancio visivo, nell’interazione reciproca, ricercano il coetaneo e tendono più facilmente all’imitazione spontanea.

Il miglioramento di abilità motorie in bambini con Disabilità Intellettiva (DI) favorisce oltre alla costruzione di una rete sociale, come illustrato precedentemente, anche la realizzazione di autonomie personali come prerequisiti per la vita scolastica e l’adattabilità all’ambiente, attraverso la pianificazione e organizzazione motoria e la prevedibilità delle conseguenze delle proprie azioni.

L’armonia dei movimenti e il miglioramento degli aspetti qualitativi del movimento stesso facilita il bambino a trovare un canale comunicativo più efficace e motivante con i coetanei. Aumentare le abilità motorie in soggetti con Disturbi del Linguaggio può facilitare il bambino nella gestione della tolleranza alla frustrazione per concentrare le proprie energie soltanto sugli aspetti comunicativo-linguistici.

Al termine del progetto si può notare come il trattamento neuropsicomotorio incentrato sugli aspetti motori globali sia stato efficace per la maggior parte dei soggetti appartenenti alla casistica, e come siano migliorati anche gli aspetti peculiari delle loro patologie di base.

La somministrazione della Scala A delle GMDS-ER, da cui si è ottenuto un Quoziente di sviluppo Parziale (QA) relativo esclusivamente alla scala Locomotoria rappresenta una misura globale importante che non raccoglie in maniera significativa i cambiamenti più qualitativi e/o specifici che possono anche avvenire in un intervallo di tempo non molto ampio. Inoltre, mentre il riferimento ad un raggruppamento delle prove della Scala A (sulla base dei più elementari meccanismi funzionali che necessitano di venire attivati per superarle, ossia il considerare quello che viene definito “specifico costrutto sottostante”) facilita l’identificazione degli obiettivi, è la somministrazione di uno strumento specifico: ABC Movement con punteggi settoriali relativi alle differenti aree di abilità che rende possibile la valutazione dell’eventuale efficacia del trattamento.
Non si possono infine tralasciare gli aspetti quali la presa in carico globale e la costanza sia nel trattamento in stanza di psicomotricità, sia nella continua proposta di attività che investano la globalità del corpo, quali attività sportive, ricreative; la condivisione e generalizzazione degli obiettivi con la scuola dell’infanzia, con la famiglia o con la “non meno importante” frequentazione dei giardinetti. Infatti solo i soggetti che si sono impegnati in un continuo “allenamento” in vari contesti della vita quotidiana hanno dimostrato un rilevante miglioramento di tutti gli aspetti dello sviluppo, non solo motori.

 

Indice

 
 
PREMESSA, ABSTRACT E INTRODUZIONE
 
  1. Lo sviluppo motorio dai 3 ai 6 anni: Coordinazioni Cinetiche Semplici; Coordinazioni Cinetiche Complesse; Coordinazioni Oculo-Motorie; Coordinazioni Oculo-Manuali.
  2. Test per la Valutazione Motoria: BAYLEY-III (Bayley Scales Of Infant And Toddler Development - Third Edition); GMDS–ER (Griffiths Mental Developmental Scales); M-ABC (Movement Assessment Battery for Children); BOT-2 (Bruininks-Oseretzky Test of Motor Proficiency, Second Edition); APCM – 2 (Abilità prassiche e della Coordinazione Motoria, 2° Edizione); TGMD–2 (Test of Gross Motor Development–Second Edition); GOAL (Goal-Oriented Assessment of Lifeskills); SCALA METRICA DI OSERETZKY E GUILMAN; PDMS-2 (Peabody Developmental Motor Scales, Second Edition)
  3. Profili di Sviluppo Motorio nello Sviluppo Atipico: Disturbi dello Spettro dell’Autismo; Disabilità Intellettiva; Disturbo specifico del Linguaggio.
  4. Descrizione del lavoro e Casistica: Materiale e metodo di valutazione; Risultati ottenuti alla valutazione a T0; Discussione dei risultati a T0, obiettivi e metodologia di intervento;
    1. Trattamento neuropsicomotorio: Introduzione: Trattamenti individuali o in piccolo gruppo, Coordinazione generale, Ritmo, corsa, inibizione e controllo, Equilibrio, Coordinazioni oculo-manuali; Psicomotricità in acqua; Trattamento estivo intensivo; Risultati alla rivalutazione a T1 e confronto con T0.
 
CONCLUSIONI
 
BIBLIOGRAFIA
 

Tesi di Laurea di: Chiara MONDINI

 

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