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Dalla valutazione del profilo motorio all’intervento neuropsicomotorio dai 3 ai 6 anni in soggetti con sviluppo atipico

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ABSTRACT

Il movimento è l’espressione vitale per eccellenza, rappresenta per ogni bambino la possibilità di apprendere grazie alla sperimentazione motoria dell’ambiente circostante, attraverso lo spostamento, le possibilità di relazione, ed è il motore del nostro comportamento. Grazie a schemi motori sempre più complessi che si integrano a informazioni sensoriali e percettive, l’individuo può fare esperienza per conoscere se stesso e il mondo.

Secondo lo sviluppo fisiologico il bambino fino a 3 anni si impegna a consolidare l’acquisizione delle coordinazioni cinetiche semplici, per dar spazio in età prescolare a concentrarsi sul movimento integrato alle capacità adattive. Il bambino dai 3 ai 6 anni appare più spericolato, sperimenta in modo diverso il movimento concentrandosi sull’acquisizione di pattern motori complessi che mettono in gioco l’integrazione tra coordinazione, equilibrio, relazione con l’ambiente e con gli alti.
Il bambino in età prescolare entra nella società, in linea con il suo sviluppo cognitivo, comunicativo e del gioco, integra le sue potenzialità motorie in una relazione affettiva con i suoi coetanei.

In soggetti con sviluppo atipico appartenenti a una precisa identità diagnostica, possono essere presenti dei disturbi motori minori, magari non identificabili ad una prima osservazione, ma che potrebbero compromettere l’armonia dello sviluppo globale e talvolta essere invalidanti. A tal proposito esistono vari test che vanno a valutare le capacità motorie del bambino, screening generali e test specifici delle abilità motorie.

Attraverso la somministrazione delle Scale Griffiths, con un’attenta analisi del costrutto della scala A (Locomotoria) e il test ABC Movement questa tesi si pone l’obiettivo di comparare le caratteristiche del movimento, andando a studiare lo specifico fenotipo in soggetti con diverse diagnosi, di cui l’aspetto grosso-motorio non ne rappresenta le caratteristiche principali, per poi poter ottenere uno specifico profilo motorio.

Lo studio comprende una casistica di 15 soggetti, appartenenti a tre patologie diverse: Disturbo dello Spettro dell’Autismo (ASD), Disabilità Intellettiva (DI), Disturbo del Linguaggio (DL).

A seguito della valutazione con i test standardizzati sopra citati è stato possibile rilevare che la maggior parte dei bambini di ogni gruppo presenta una compromissione motoria più o meno accentuata, con particolare interesse per due componenti: Coordinazione motoria generale e equilibrio.

Dall’analisi delle abilità emergenti e/o carenti di ogni bambino sono stati inseriti dei cicli di trattamento psicomotorio incentrati sugli aspetti grosso motori, senza però tralasciare gli obiettivi su cui già ogni bambino doveva lavorare per rafforzare i punti critici del suo disturbo. È stato interessante poter integrare gli aspetti dinamici del movimento con scambi reciproci, aspetti ludici e cognitivi e comunicativi, per non tralasciare nessun aspetto e lavorare tenendo sempre presente l’importanza della globalità del bambino.

È stato effettuato quindi un trattamento abilitativo individuale o in piccolo gruppo dove il bambino ha acquisito nuove competenze motorie, per alcuni soggetti è stato possibile integrare aspetti motori, ludici, percettivi attraverso sedute di acquaticità, per concludere con la messa in pratica e generalizzazione di ciò che era stato acquisito in un contesto quotidiano comune come la realtà di un centro estivo.

La somministrazione della Scala A delle GMDS-ER, da cui si è ottenuto un Quoziente di sviluppo Parziale (QA) a T0 e T1 relativo esclusivamente alla scala Locomotoria ha rappresentato una misura globale importante che tuttavia non raccoglie in maniera significativa i cambiamenti più qualitativi e/o specifici che possono anche avvenire in un intervallo di tempo non molto ampio. Mentre il riferimento ad un raggruppamento delle prove della Scala A (sulla base dei più elementari meccanismi funzionali che necessitano di venire attivati per superarle, ossia il considerare quello che viene definito “specifico costrutto sottostante”) ha facilitato l’identificazione degli obiettivi dell’intervento, è la somministrazione di uno strumento specifico: ABC Movement con punteggi settoriali relativi alle differenti aree di abilità e con la possibilità di test-retest che ha reso possibile la valutazione dell’efficacia del trattamento.

A fine progetto è stato interessante notare inoltre come il potenziamento della abilità motorie abbia reso meno invasiva la disabilità del bambino nei confronti dell’adattabilità all’ambiente, e come questo sia stato garantito da una presa in carico terapeutica globale.

Key words:

  • Sviluppo atipico
  • Valutazione delle abilità motorie
  • Profilo motorio specifico
  • Trattamento neuropsicomotorio
  • Verifica dell’efficacia dell’intervento

 

INTRODUZIONE

Questa tesi vuole mettere in evidenza quanto il movimento sia importante per l’individuo, ai fini della sua sopravvivenza e del suo apprendimento nella realtà. Il movimento, infatti, permette lo spostamento, la percezione della realtà circostante, la relazione con gli altri ed è espressione del nostro comportamento e delle nostre emozioni.

I sistemi di connessione tra diverse aree del Sistema Nervoso permettono la pianificazione, il controllo e l’esecuzione motoria, e tale programmazione si sviluppa con la crescita.
È molto importante, quindi, riconoscere le diverse tappe fisiologiche dello sviluppo motorio, che iniziano dalla nascita fino a concludersi in età adolescenziale.

In molti bambini con sviluppo atipico sono anche presenti disturbi del movimento le cui manifestazioni non sono così vistose come in altre patologie della funzione motoria (paralisi, movimenti involontari incontrollabili). Questo non significa che non siano invalidanti: l’incoordinazione motoria, per esempio, ostacola le autonomie della vita pratica, lo spostamento nello spazio, intralcia la possibilità di relazioni sociali, le esperienze ludiche e gli apprendimenti.

Per questo motivo la figura del Terapista della Neuropsicomotricità può intervenire e applicare le sue conoscenze per educare e/o rieducare il movimento tenendo conto dell’importante correlazione tra il difetto motorio, la vita emotiva e le funzioni mentali, considerando anche che la Terapia Psicomotoria nasce proprio dalla pratica del movimento con bambini maldestri, poco inibiti o con instabilità psicomotoria.

Le motivazioni che portano a questo studio sono appunto date dall’importanza che il movimento e la consapevolezza corporea assumono nella vita professionale del neuropsicomotricista e come queste dimensioni esperienziali siano poi alla base del piacere e della formazione del pensiero.

Il terapista valuta l’eventuale presenza di disordini motori anche in patologie nelle quali la motricità non rappresenta il criterio essenziale della diagnosi.

Ed è proprio questo uno degli scopi della tesi, comparare i profili motori nelle diverse patologie, verificare se all’interno di queste categorie le difficoltà del movimento e delle sue componenti possono essere ritenuti in comorbilità con i disturbi principali dati dalle patologie stesse (difficoltà sostanziali nella relazione, nelle abilità cognitive e adattive, nella comunicazione verbale) e se è possibile stabilire un profilo pressoché comune per le tre patologie prese in esame, andando ad evidenziare le componenti della motricità globale che risultano essere più o meno carenti, analizzando nello specifico i risultati ottenuti dai test; dopo di che intervenire sulle eventuali difficoltà motorie in modo da potenziare indirettamente le criticità di base delle patologie in esame.

Nello studio effettuato si vuole indagare il diverso profilo motorio ottenuto con test standardizzati, quali Griffiths Mental Development Scale (GMDS-ER) e ABC Movement (MABC), in bambini facenti parte di tre diversi gruppi diagnostici (Disturbo dello Spettro dell’Autismo, Disabilità Intellettiva, Disturbo del Linguaggio).

Lo studio prende come riferimento l’analisi delle abilità acquisite o meno, secondo il profilo prestazionale ottenuto secondo il modello di costrutto della Scala A (Locomotoria) delle GMDS-ER. Questa metodologia permette di evidenziare le varie componenti del movimento e se queste sono acquisite, emergenti o non acquisite dal bambino, per poter identificare il livello di gravità della compromissione motoria.

Oltre ad essere un buono strumento di valutazione e analisi rappresenta un bilancio funzionale del soggetto che permette al terapista di ragionare sugli eventuali obiettivi del trattamento abilitativo-riabilitativo a breve, medio e lungo termine, rispettando sempre la linea evolutiva fisiologica dell’individuo, procedendo per piccoli passi.

Il Test per la valutazione motoria M-ABC permette di ottenere non solo un riscontro a livello quantitativo, ma anche qualitativo, cioè come la compromissione motoria abbia influenza sul funzionamento adattivo e sulla relazione con i pari.

L’integrazione delle analisi di entrambi i test potranno portare all’identificazione e realizzazione degli obiettivi terapeutici ed essere successivamente un importante strumento di verifica dell’efficacia dell’intervento per il terapista.

 

Indice

 
 
PREMESSA, ABSTRACT E INTRODUZIONE
 
  1. Lo sviluppo motorio dai 3 ai 6 anni: Coordinazioni Cinetiche Semplici; Coordinazioni Cinetiche Complesse; Coordinazioni Oculo-Motorie; Coordinazioni Oculo-Manuali.
  2. Test per la Valutazione Motoria: BAYLEY-III (Bayley Scales Of Infant And Toddler Development - Third Edition); GMDS–ER (Griffiths Mental Developmental Scales); M-ABC (Movement Assessment Battery for Children); BOT-2 (Bruininks-Oseretzky Test of Motor Proficiency, Second Edition); APCM – 2 (Abilità prassiche e della Coordinazione Motoria, 2° Edizione); TGMD–2 (Test of Gross Motor Development–Second Edition); GOAL (Goal-Oriented Assessment of Lifeskills); SCALA METRICA DI OSERETZKY E GUILMAN; PDMS-2 (Peabody Developmental Motor Scales, Second Edition)
  3. Profili di Sviluppo Motorio nello Sviluppo Atipico: Disturbi dello Spettro dell’Autismo; Disabilità Intellettiva; Disturbo specifico del Linguaggio.
  4. Descrizione del lavoro e Casistica: Materiale e metodo di valutazione; Risultati ottenuti alla valutazione a T0; Discussione dei risultati a T0, obiettivi e metodologia di intervento;
    1. Trattamento neuropsicomotorio: Introduzione: Trattamenti individuali o in piccolo gruppo, Coordinazione generale, Ritmo, corsa, inibizione e controllo, Equilibrio, Coordinazioni oculo-manuali; Psicomotricità in acqua; Trattamento estivo intensivo; Risultati alla rivalutazione a T1 e confronto con T0.
 
CONCLUSIONI
 
BIBLIOGRAFIA
 

Tesi di Laurea di: Chiara MONDINI

 

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