CONCLUSIONI - Favorire un’armonica integrazione delle Caratteristiche Sensoriali
In questi sei mesi di lavoro, la condivisione degli strumenti presentati ed analizzati nel presente elaborato ci ha permesso di conoscere maggiormente il neonato, il suo modo di processare le informazioni dall’ambiente, la relazione con i genitori, l’iniziale sviluppo dei gesti e del linguaggio. Grazie ai consigli scambiati tra il terapista e i caregivers si è potuto riscontrare, nei bambini tra i 9 e i 12 mesi, e quindi a distanza di tre mesi, un miglioramento in quanto ciascuno, aiutato dai suoi/ dal proprio genitore, ha potuto affinare i diversi processi di elaborazione e integrazione sensoriale necessari per un adeguato sviluppo psicomotorio.
E’ stato dunque di notevole rilievo la condivisione con le famiglie di strategie neuropsicomotorie (vedi cap.7) al fine di ottenere un’armonica integrazione delle caratteristiche sensoriali.
In particolare, il questionario Sensory Profile 2.0 ha permesso di misurare la capacità di elaborazione sensoriale di ciascun bambino, la capacità di apprendimento, così come anche l’opportunità di socializzazione. Allo stesso modo ha dato la possibilità di fornire i primi consigli per migliorare l’impatto sensoriale al fine di sviluppare un adeguato processo di elaborazione.
Questo perché il Sensory Profile 2.0 fornisce informazioni preziose su come un bambino percepisce le informazioni dal mondo e allo stesso tempo come le elabora, identificando anche le preferenze sensoriali e come esse possano influenzare sia negativamente che positivamente sulla modalità di partecipazione dei bambini nei vari contesti di casa rispetto alle proprie routines e relazioni familiari.
I consigli dati ai genitori, come si è visto nei capitoli precedenti, sono stati utili allo scopo di affinare i diversi processi di elaborazione e integrazione sensoriale. Andare ad indagare il tipo di sensorialità nei bambini all’età di nove mesi e fornire adeguati suggerimenti ai caregivers ha dimostrato come in poco tempo (3 mesi) i bambini abbiano maturato una variazione migliorativa nel processo di elaborazione e integrazione sensoriale.
Identificare precocemente un determinato profilo sensoriale potrebbe risultare utile dal punto di vista preventivo: così facendo si potrebbe impedire lo sviluppo, in seguito, di problemi di disfunzione sensoriale.
Il manuale “Il Primo Vocabolario del Bambino” è stato deciso di somministrarlo a partire dai 9 mesi, perché questa è l’età in cui parallelamente emergono determinate abilità fondamentali. Tra queste si evidenziano una migliore capacità di percepire e discriminare i suoni, di utilizzare gli oggetti in modo adeguato, di memorizzare gli eventi, di imitare e di comunicare intenzionalmente (Bates e Dick, 2002).
È a partire da queste capacità che poi continua ad evolversi il linguaggio.
La comprensione delle prime parole è un’abilità che precede la produzione delle parole. Come si è potuto osservare dai risultati del PVB le prime parole comprese, così come quelle prodotte corrispondono ad oggetti e persone familiari.
Contemporaneamente si è osservata una maggiore correlazione tra azioni e gesti e comprensione rispetto alla produzione.
Anche questo studio, effettuato in età precoce, potrebbe essere definito come strumento di prevenzione.
Diversi studi, hanno dimostrato che un ritardo della produzione delle parole ed un eventuale ritardo della comprensione linguistica potrebbero sviluppare nel bambino un persistente disordine del linguaggio in età successive (Rescorla, Mirak e Singh, 2000; Chilosi et al., 2010; Desmarais et al.,2010; Friend, Schmitt e Simpson, 2012; Thal, Marchman e Tomblin, 2013).
In base agli esiti che si sono evidenziati durante il mio lavoro, mi piacerebbe terminare la mia tesi riportando una frase citata da Ban Ki-Moon, Segretario Generale dell’ONU :“Tutti i neonati sono vulnerabili, ma i bimbi prematuri lo sono molto di più”.
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CONCLUSIONI |
BIBLIOGRAFIA |
Tesi di Laurea di: Valentina VESCI |