Dalle premesse alla stanza
Presentazione
Il caso esposto di seguito esemplifica efficacemente la necessità d'integrazione tra la diagnosi nosografica e la valutazione funzionale, nonché i benefici che si possono trarre da un approccio globale, centrato sui bisogni del paziente inteso come sistema dinamico, liberato dai vincoli di una definizione cristallizzante data una volta per tutte.
Scopo di questa tesi è illustrare come, attraverso un utilizzo metodico di dispositivi quali la valutazione neuropsicomotoria, la supervisione e, soprattutto, il gioco secondo le sue molteplici declinazioni, sia possibile fare leva sulle risorse funzionali del paziente per promuovere l'interruzione di un circolo vizioso, che si pone nei termini di un ostacolo allo sviluppo delle competenze, sia relazionali che cognitive e comportamentali, facilitando l'avviarsi, all'opposto, di un circolo virtuoso. In questo modo, le nuove acquisizioni vanno a compensare fissità e deficienze che inficiano il funzionamento e l'avanzamento del bambino lungo il naturale percorso evolutivo, e si consolidano attraverso un'integrazione promossa dalla terapia neuropsicomotoria. Essendo fondamentalmente una terapia dell'azione (Berti, Comunello, Savini, 2001), essa è, infatti, ricomposizione coerente delle porzioni di realtà che il bambino si è costruito.
Il focus specifico sarà orientato sull'utilizzo dell'attività ludica secondo il suo significato più propriamente relazionale, con l'obiettivo di sostenere l'apprendimento delle regole di pragmatica comportamentale e di rendere il bambino maggiormente aperto a nuove possibilità di gioco (si legga: opportunità di sviluppo). Queste costituiscono il preminente tramite e fondamento delle acquisizioni cognitive e il luogo elettivo dell'integrazione tra funzioni diverse, didatticamente ascrivibili ad ambiti distinti.
Si vedrà dunque quanto strette siano le interconnessioni tra i vari ambiti di competenza e in che modo si possa intervenire per determinare una catena di variazioni positive attraverso il gioco, che si dispiegherà così in tutte le sue potenzialità.
Verranno prese in esame le varie fasi del processo terapeutico ed il valore che il gioco stesso ha rivestito, nel caso di specie, nel loro preciso contesto, configurandosi al contempo come mezzo e come obiettivo da raggiungere nella forma del gioco fatto bene.
Per descrivere le modificazioni intervenute si farà ricorso all'utilizzo delle medesime schede di osservazione/valutazione in due diversi momenti dell'intervallo temporale preso in esame, che chiameremo T1 e T2 e che segneranno rispettivamente l'inizio e la fine del mio lavoro con G. presso Davide e Golia Onlus.
Collocarsi nello spazio
Possiamo allargare il concetto di dispositivo spaziale, riconosciuto come imprescindibile nel contesto della terapia neuropsicomotoria, dal microambiente della stanza al macroambiente del contesto istituzionale in cui il trattamento ha luogo. In questo senso intendiamo per spazio l'insieme delle relazioni che legano i soggetti che si muovono all'interno dell'ambiente riabilitativo, la cui conoscenza ci permette di contestualizzare il caso che ci accingiamo a trattare, assumendo dunque il valore di un elemento che ci orienta nella comprensione dell'impostazione del lavoro.
Davide e Golia Onlus è un'Associazione nata nel 2010 con l'obiettivo di fornire terapie di (ri)abilitazione neuropsicomotoria continue e specializzate a bambini con problemi di disabilità, garantendo parallelamente ai genitori un supporto informativo e un aiuto psicopedagogico, educativo e psicologico grazie all'accompagnamento della famiglia attraverso un percorso evolutivo. Punto cardine dei servizi erogati dall'Associazione è la centralità del bambino in un intervento di tipo globale e multidisciplinare, volto ad accogliere i bisogni di un'utenza estremamente eterogenea in termini di diagnosi e di caratteristiche funzionali.
L'elemento operativo che ci preme sottolineare è la modalità della presa in carico doppia: ciascun paziente viene seguito con cadenza settimanale dal neuropsicomotricista che se ne occupa; in virtù, tuttavia, dell'importanza che la supervisione riveste al fine di integrare la visione del terapista partecipante con quella di un osservatore competente esterno al trattamento, meno partecipe e più obiettivo, le sedute di terapia neuropsicomotoria vengono mensilmente supervisionate da una pedagogista e psicomotricista. Il suo fondamentale contributo permette una periodica revisione delle strategie riabilitative adottate, ponendosi come ulteriore garanzia di un intervento mirato alle necessità del singolo paziente (pag. 6). La presenza all'interno dell'Associazione di sei professionisti con competenze nel campo sociosanitario, nonché la collaborazione con altri specialisti che all'esterno operano nello stesso ambito, permette la realizzazione di quel confronto tra vertici emotivi e risonanze diverse che rappresenta la ricchezza dell'esperienza di gruppo. È così che il microambiente della stanza e il macroambiente dell'istituzione sono legati da un continuo incontro, che li porta a determinarsi e a ridefinirsi reciprocamente.
In questo luogo concreto e ideale ho seguito la terapia individuale di G. per sette mesi, da Marzo a Ottobre 2013.
Indice |
INTRODUZIONE |
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CONCLUSIONI - Precisazioni metodologiche; Osservazione/valutazione finale; Verifica degli obiettivi; Sul serio, per gioco |
BIBLIOGRAFIA - SITOGRAFIA |
RINGRAZIAMENTI |
Tesi di Laurea di: Francesco CANGIOLI |