DESCRIZIONE CASI CLINICI - Il ruolo della Riabilitazione Respiratoria nella Terapia Intensiva Neonatale (TIN): gestione del neonato pretermine
Lucia Camisassa
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Dopo aver descritto la cartella ed averne riportato un esempio compilativo, ho analizzato i dati raccolti in alcune tabelle.
Nella Tabella 9 sono riassunti i dati generali ricavabili dalla prima pagina della scheda di valutazione e quindi: età gestazionale, peso neonatale e
Apgar score al momento della nascita.
CASO |
EG ALLA NASCITA |
PNN |
APGAR |
U |
25w+1 |
600 |
3/7 |
A |
26w+2 |
900 |
4/6 |
A |
25w+6 |
630 |
1/3 |
A |
29w+5 |
950 |
4/7 |
G |
24w+0 |
590 |
5/8 |
M |
28w+6 |
1048 |
1/3/7 |
M |
24w+6 |
580 |
3/6 |
A |
25w+6 |
630 |
1/3 |
A |
29w+5 |
950 |
4/7 |
A |
29w+5 |
950 |
4/7 |
G |
24w+0 |
590 |
5/8 |
M |
28w+6 |
1048 |
3/7 |
Tabella 9
Da questa prima tabella si può osservare come i neonati pretermine da me osservati siano nati ad una età gestazionale compresa tra le 24 e le 29+5 settimane di età gestazionale.
Il peso neonatale è basso rispetto all’età gestazionale e va da 580 gr a 1048 gr. Questi erano due dei criteri utilizzati per la scelta del campione da valutare.
Nella Tabella 10, invece, ho raccolto i dati che si riferiscono maggiormente alla patologia respiratoria e quindi:
- l’età corretta al momento del trattamento,
- la diagnosi respiratoria per cui è stato richiesto l’intervento,
- l’obiettivo del trattamento riabilitativo
- il tipo di trattamento effettuato.
CASO |
ETÀ TRATTAMENTO |
DIAGNOSI RESPIRATORIA |
OBIETTIVO |
TRATTAMENTO |
U |
33 w |
disatelectasia polmonare bilaterale |
disostruzione bronchiale |
vibrazioni, ELPR |
A |
28 w |
ipodiafania polmonare bilaterale |
disostruzione bronchiale |
vibrazioni |
A |
27 w + 3 |
atelectasia apicaledestra |
disostruzione bronchiale |
vibrazioni, aspirazione |
A |
31 w + 3 |
atelectasia polmonare bilaterale |
disostruzione bronchiale |
vibrazioni |
G |
28 w + 5 |
atelectasia polmonare bilaterale, maggiore a sx (spec alte vie aeree) |
disostruzione bronchiale |
vibrazioni, ELPR, aspirazione |
M |
32 w + 1 |
atelectasia polmonare bilaterale maggiore a sx |
disostruzione bronchiale |
vibrazioni, aspirazione |
M |
32 w + 6 |
BPCO (atelectasia basale maggiore a dx) |
disostruzione bronchiale |
vibrazioni |
A |
28 w + 2 |
atelectasia apicale destra |
disostruzione bronchiale |
vibrazioni, ELPR |
A |
32 w + 5 |
atelectasia polmonare basale bilaterale |
disostruzione bronchiale |
vibrazioni, ELPR |
A |
33 w + 2 |
atelectasia polmonare basale in particolare a dx |
disostruzione bronchiale |
vibrazioni |
G |
29 w + 3 |
pneumospasmo bilaterale |
disostruzione bronchiale |
vibrazioni, pulizia alte vie aeree, aspirazione |
M |
33 w + 6 |
BPCO |
disostruzione bronchiale |
vibrazioni |
Tabella 10
Da questa tabella emerge l’osservazione del trattamento di due neonati con diagnosi conclamata di broncodisplasia polmonare, mentre per gli altri si trattava di atelectasie localizzate in modo diversificato nell’ambito respiratorio.
L’obiettivo, in ambito respiratorio, è stato sempre quello disostruttivo, per cui sono state effettuate, come tecniche riabilitative, vibrazioni, espirazioni lente prolungate (ELPr) e, talvolta, aspirazione delle vie aeree per rimuovere le secrezioni risalite durante il trattamento.
L’età dei neonati al momento del trattamento va dalle 27+3 alle 33+6 settimane di età gestazionale.
Infine ho raccolto i dati riguardanti i parametri vitali rilevati prima, durante e dopo ciascun intervento riabilitativo respiratorio, perché mi sembravano i più significativi da riassumere all’interno del mio lavoro.
Per ogni neonato pretermine ho quindi raccolto la saturazione dell’ossigeno, la frequenza respiratoria e la frequenza cardiaca, come si può osservare dalla Tabella 11.
PARAMETRI VITALI RILEVATI DURANTE L’INTERVENTO RIABILITATIVO |
||||
|
|
PRIMA |
DURANTE |
DOPO |
U |
SpO2 (in %) |
91 |
80 |
96 |
Frequenza respiratoria (atti/m) |
36 |
42 |
35 |
|
Frequenza cardiaca (b/m) |
116 |
134 |
140 |
|
A |
SpO2 (in %) |
95 |
90-96 |
97 |
Frequenza respiratoria (atti/m) |
40 |
43 |
36 |
|
Frequenza cardiaca (b/m) |
142 |
145-158 |
139 |
|
A |
SpO2 (in %) |
98 |
85-97 |
99 |
Frequenza respiratoria (atti/m) |
35 |
38-42 |
36 |
|
Frequenza cardiaca (b/m) |
176 |
182 |
176 |
|
A |
SpO2 (in %) |
98 |
95-98 |
99 |
Frequenza respiratoria (atti/m) |
71 |
73 |
80 |
|
Frequenza cardiaca (b/m) |
175 |
175-179 |
169 |
|
G |
SpO2 (in %) |
98 |
94-96 |
97 |
Frequenza respiratoria (atti/m) |
68 |
68-73 |
65 |
|
Frequenza cardiaca (b/m) |
170 |
172-183 |
166 |
|
M |
SpO2 (in %) |
100 |
96-98 |
99 |
Frequenza respiratoria (atti/m) |
42 |
48 |
45 |
|
Frequenza cardiaca (b/m) |
162 |
161-172 |
140 |
|
SpO2 (in %) |
93 |
98-100 |
99 |
|
M |
Frequenza respiratoria (atti/m) |
75 |
73-78 |
81 |
|
Frequenza cardiaca (b/m) |
148 |
149-156 |
171 |
|
SpO2 (in %) |
93 |
87-97 |
92 |
A |
Frequenza respiratoria (atti/m) |
45 |
50 |
50 |
|
Frequenza cardiaca (b/m) |
182 |
192 |
188 |
|
SpO2 (in %) |
100 |
98-100 |
100 |
A |
Frequenza respiratoria (atti/m) |
75 |
72 |
64 |
|
Frequenza cardiaca (b/m) |
160 |
158-165 |
156 |
|
SpO2 (in %) |
98 |
96-98 |
97 |
A |
Frequenza respiratoria (atti/m) |
65 |
69-72 |
70 |
|
Frequenza cardiaca (b/m) |
164 |
167-170 |
160 |
|
SpO2 (in %) |
99 |
96-98 |
100 |
G |
Frequenza respiratoria (atti/m) |
44 |
43-45 |
31 |
|
Frequenza cardiaca (b/m) |
133 |
135-142 |
133 |
|
SpO2 (in %) |
93 |
89-94 |
95 |
M |
Frequenza respiratoria (atti/m) |
75 |
78-82 |
76 |
|
Frequenza cardiaca (b/m) |
144 |
132-146 |
140 |
Tabella 11
Ho quindi elaborato tre grafici, ciascuno per ogni parametro vitale considerato, inserendo quanto rilevato prima e dopo il trattamento, per osservarne l’eventuale cambiamento.
Figura 55
Da questo primo grafico (Figura 55) si rileva come la saturazione dell’ossigeno vari dal 90 al 100 %.
Nella maggior parte dei casi osservati, si ha avuto un miglioramento della saturazione dopo il trattamento riabilitativo respiratorio, spesso anche netto, mentre solo in tre casi si è assistito ad un lieve peggioramento.
Il saturimetro è uno strumento di routinario impiego nelle unità di terapia intensiva neonatale. Ha un utilizzo continuo ed imperativo nel neonato sottoposto a ventilazione meccanica e NCPAP e l’obiettivo ottimale è il mantenimento di valori di SaO2 compresi fra il 92 ed il 95% che permettono di escludere sia la presenza di ipossia sia di iperossia.
L’emogasanalisi è il metodo d’elezione per la valutazione dei valori di PaO2 e PaCO2 , consiste nel prelievo di un campione di sangue arterioso e viene eseguita dal medico.
Figura 56
Dal grafico riguardante la frequenza respiratoria (Figura 56) si osserva come la distribuzione non sia omogenea in tutti i casi osservati, ma ci sia una grossa discrepanza tra i dati. Infatti, mentre alcuni neonati hanno una frequenza attorno ai 35-40 atti respiratori al minuto, altri arrivano anche a 70-80 atti al minuto, prima e dopo il trattamento.
È utile sottolineare che la respirazione neonatale è prevalentemente addominale, con una frequenza che varia da 40 a 60 atti/minuto.
Si ha bradipnea nel momento in cui il neonato presenta una frequenza regolare inferiore a 30 atti/minuto.
La tachipnea, dopo la prima ora di vita, è il primo segno di patologia respiratoria. Il respiro periodico è caratterizzato da brevi periodi di apnea, inferiori a 20 secondi, intervallati a periodi respiratori di 10-15 secondi. L’apnea è una pausa respiratoria superiore a 20 secondi.
Tuttavia la rilevazione della frequenza respiratoria, deve essere corredata anche dalla valutazione di eventuali segni di dispnea, quali: asincronia toraco-addominale, rientramenti intercostali, rientramenti epigastrici, alitamento delle pinne nasali e presenza di gemito espiratorio. Il murmure respiratorio, udibile all’auscultazione, può essere molto aspro a causa della sottigliezza della parete toracica che specialmente nel prematuro manca di pannicolo adiposo. La presenza di ottusità alla percussione, murmure ridotto, associato o meno a rantoli deve essere sempre confermato da un Rx del torace.
Figura 57
Infine ho valutato la frequenza cardiaca (Figura 57). Si può osservare come molti neonati dopo il trattamento si siano stabilizzati a frequenze lievemente inferiori, rispetto all’inizio. Questo può essere dovuto al fatto che la terapista, oltre ad aver liberato le vie aeree e permesso quindi un respiro meno affannoso, è riuscita a stabilizzarlo contenendolo.
È utile ricordare che il neonato ha generalmente una frequenza cardiaca che va da 120 a 160 battiti/minuto. Le variazioni considerate fisiologiche sono:
- durante il pianto da 180 a 200 battiti al minuto;
- durante il sonno al di sotto dei 90-100 battiti al minuto.
Periodici episodi bradicardici possono essere fisiologici durante il sonno, ma una persistente ed accentuata diminuzione della frequenza cardiaca deve essere risolta con la stimolazione del neonato e se non si ottengono risultati va avvisato il medico che valuterà la necessità della prescrizione di stimolanti cardiaci (uno frequentemente usato nei neonati è la caffeina). Le cause più comuni che determinano l’insorgenza di bradicardie nel neonato sono l’ipossiemia e la stimolazione vagale (frequente durante le lunghe manovre di aspirazione tracheale).
Quello che ho proposto nella mia tesi è solo un esempio di come sia possibile utilizzare i dati raccolti durante un trattamento riabilitativo respiratorio, per poter meglio comprendere il beneficio delle tecniche riabilitative. Questo fornisce la possibilità di confrontare i dati su soggetti raggruppabili per il tipo di patologia, per l’età gestazionale, per il peso alla nascita e per i parametri vitali rilevabili durante il trattamento riabilitativo.
Indice |
ABSTRACT e INTRODUZIONE |
CONCLUSIONI |
BIBLIOGRAFIA |
Tesi di Laurea di: Lucia CAMISASSA |