CONCLUSIONE - Lettura ad alta voce e Comunicazione Aumentativa Alternativa: riabilitazione e partecipazione
In questo lavoro di tesi la premessa basilare che ne fa da pilastro è che il fatto di comunicare, di scambiare idee ed emozioni con le persone che ci circondano, rientra nell’esperienza primaria di ciascuno di noi ¹²: nella comunicazione si apre la relazione con l’altro e si crea la nostra identità personale, di fatto "diventiamo noi stessi attraverso gli altri”²². Di conseguenza, la mancata possibilità di comunicare con gli altri comporta gravi ricadute negative nello sviluppo della relazione, del linguaggio, nello sviluppo cognitivo e sociale. Su questa condizione sono stati svolti numerosi studi ed è stato ampiamente dimostrato che l'inizio precoce di interventi di comunicazione aumentativa può contribuire a prevenire un ulteriore impoverimento comunicativo, simbolico e cognitivo e la comparsa di disturbi del comportamento.
Avendo come base tale premessa teorica, questo lavoro di tesi si poneva un duplice obiettivo: il primo era quello di cercare di indagare il grado di generalizzazione che lo stesso progetto e lo strumento proposto (libri in simboli) ha sulla vita del bambino e della sua famiglia all’interno dei vari ambienti di vita degli stessi, attraverso la somministrazione del “Questionario sull’impatto socio-familiare della lettura in simboli” ai genitori. Il secondo obiettivo era quello di svolgere una valutazione di follow-up rispetto al “Laboratorio di lettura ad alta voce: una risorsa a 360° gradi” attraverso la somministrazione del “Questionario di esposizione alla lettura ad alta voce” a genitori e terapiste.
Per quanto riguarda la valutazione dell’impatto socio-familiare, si è evidenziato un andamento sostanzialmente positivo del questionario e, in particolare, l’area maggiormente potenziata è risultata essere quella relativa al rapporto tra il bambino e il mondo sociale. Ciò significa che il percorso riabilitativo intrapreso è riuscito a trovare un aggancio nei contesti di vita del bambino al di fuori del setting di neuro psicomotricità favorendone l’integrazione nei propri contesti di vita.
La partecipazione e il coinvolgimento del genitore si è rivelata una risorsa indispensabile, in quanto permette loro di conoscere e impossessarsi di nuovi strumenti che favoriscano una comunicazione efficace con il proprio figlio, e quindi di ridurre frustrazione e valenze ansiose legate alla patologia di quest’ultimo. Coinvolgere i genitori e ascoltare il loro punto di vista consente loro anche di avere una maggiore responsabilità e un maggiore controllo sullo sviluppo del proprio bambino. E’ difatti fondamentale che il genitore si senta, e sia, parte integrante del percorso di riabilitazione del proprio figlio. L’ambiente familiare infatti, così come tutti gli ambiti della vita del bambino (gruppo dei pari, scuola ecc..), costituiscono una risorsa necessaria e basilare per il processo di cura dello stesso. E’ proprio all’interno di questi ambienti che il bambino deve riportare apprendimenti, conoscenze e strumenti conosciuti e appresi in terapia, in modo da favorire la generalizzazione di tali competenze e farle diventare parte integrante della sua vita, promuovendone la partecipazione e la serenità. Con tale finalità era stato pensato l’incontro alla scuola primaria nel caso di Ni., che si è infatti rivelato essere molto efficace e utile per indagare sia in che modo l’ambiente incoraggi il bambino all’utilizzo dello strumento CAA sia il risultato di tale integrazione. Come possibile sviluppo futuro si potrebbe quindi pensare di creare un progetto specifico incentrato sulla collaborazione tra servizio riabilitativo e “servizio scolastico”, così da stimolare la cooperazione e l’integrazione di questi due ambienti di vita. I contesti sociali infatti, tra cui l’ambiente familiare e scolastico per primi, costituiscono una risorsa necessaria e basilare per il processo di cura del bambino stesso e rappresentano un campo di intervento molto aperto e ancora da approfondire e indagare per sfruttarne a pieno tutte le potenzialità.
Per quanto riguarda la valutazione del follow-up le considerazioni fatte, analizzando i dati risultanti, hanno fatto emergere una generale difficoltà nel mantenere gli obiettivi raggiunti nel ciclo precedente; tale difficoltà si declina in un quadro di sostanziale stabilità della funzione o in un lieve peggioramento della stessa. Questo porta a porsi dei quesiti sia verso lo strumento utilizzato, non standardizzato, sia verso l’organizzazione del laboratorio (in particolare il numero delle sedute) sia verso la possibilità di allargare il campione sia verso un’analisi più specifica e attenta dei singoli casi, per meglio comprendere le dinamiche del percorso riabilitativo dei singoli utenti.
Nonostante ciò, riprendere con il follow-up questo tipo di attività è stato importante per ritornare sulla sua utilità intrinseca mirata al potenziamento del percorso personale e individualizzato di comunicazione, di partecipazione e di integrazione sociale e per rinnovare la motivazione, partecipazione e attivazione delle famiglie coinvolte nel progetto. Per questo motivo c’è l’intenzione di continuare con il progetto “Laboratorio di lettura ad alta voce: una risorsa a 360 gradi ” anche nell’anno 2016 presso la U.O.N.P.I.A. di Como, e in esso verranno creati due gruppi di bambini nuovi: una fascia 4/5 anni e una 6/7. Per il gruppo dei piccoli saranno pensate e organizzate 6 sedute, mentre saranno 10 per il gruppo dei grandi. Di questi gruppi verranno considerati i follow-up fra 6 mesi circa. Inoltre, per alcuni bambini del laboratorio, soprattutto se seguiti e supportati con la CAA anche in terapia, ci si accorderà con la scuola sia dell’infanzia che primaria per programmare uno, o due, incontri di lettura libri in simboli da condividere con i compagni di classe, attività che poi dovrebbe essere ripresa e conseguita dalle insegnanti della classe o dalle insegnanti di sostegno.
Indice |
INTRODUZIONE - ABSTRACT - PREMESSA E SCOPO |
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CONCLUSIONE |
BIBLIOGRAFIA |
APPENDICE |
Tesi di Laurea di: Noemi MOLTANI |