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Il ruolo sociale dell’imitazione

Ci sono elementi di prova che l’imitazione passiva ha effetti sociali, e che l'imitazione di azioni di un bambino può essere utilizzata come strategia per promuovere l'impegno sociale. L'osservazione di qualcuno che ci imita interessa, infatti, le aree neurali coinvolte nella cognizione sociale. La strategia dell’imitazione passiva migliora gli sguardi sociali, i comportamenti sociali prossimali, e le abilità di gioco, in particolare nei bambini con basso livello di sviluppo, e anche quando la strategia è attuata dalle madri dei bambini. L'"essere imitati" può essere utilizzato come strumento di intervento precoce per migliorare le abilità sociali, aiutando a valutare gli effetti di un intervento sia a livello comportamentale che neurale.

L'imitazione, quindi, come abbiamo detto svolge un ruolo cruciale nell’interazione sociale, sia in età adulta (Chartrand e van Baaren, 2009), che in prima infanzia (Meltzoff e Moore, 1992). La tendenza degli adulti ad imitare inconsciamente posture e gesti di un partner, il cosiddetto "effetto camaleonte", è pensato essere una sorta di "collante sociale" che promuove comportamenti affiliativi (Uzgiris, 1981; Chartrand e van Baaren, 2009) così come l'identificazione all'interno di un gruppo sociale (Lakin et al., 2003). Secondo il mio punto di vista gli effetti sociali dell’imitazione influenzano sia l'imitatore che i soggetti imitati. Alcuni studi sperimentali, infatti, hanno dimostrato che, dopo essere stati imitati, le persone si sentono più vicine agli altri (Ashton-James et al., 2007).

Durante l'infanzia, l’imitazione passiva promuove un orientamento sociale verso gli altri. Dall'età di 9 mesi, i bambini percepiscono quando gli altri li stanno imitando (Agnetta e Rochat, 2004). Essi prestano maggiore attenzione e sorridono di più a un adulto che imita le loro azioni rispetto a uno che risponde alle loro azioni senza imitare. Questo aumento di attenzione sociale è stato considerato come una forma implicita di riconoscimento dell’imitazione (Nadel, 2002). Dai 14-18 mesi di età, i bambini mostrano una forma più matura di riconoscimento dell’imitazione. Dopo essere stati imitati, si impegnano in "comportamenti di prova" (vale a dire, ripetendo o variando le azioni mentre si guarda il partner imitativo) per verificare se l'altro li sta imitando (Meltzoff, 1995; Asendorpf et al, 1996;. Nielsen, 2006).

Pertanto, molto presto nello sviluppo, i bambini producono imitazione e riconoscono quando gli altri li stanno imitando; queste competenze rappresentano le due facce dell’imitazione e sono entrambi legati allo sviluppo delle capacità socio-comunicative, come l'attenzione congiunta, la comprensione dell’intenzione e la reciprocità sociale (Carpenter e Tomasello, 1995; Meltzoff, 1995; Nadel, 2002; Tomasello et al., 2005). Attraverso le sue due facce (imitare ed essere imitati), l'imitazione rappresenta un potente sistema di comunicazione. L'imitazione reciproca aiuta i bambini a capire che possono agire come gli altri e che gli altri possono agire come loro. Secondo la teoria del "Like me" di Meltzoff, il riconoscimento dell’”essere imitati” da altri è il punto di partenza per lo sviluppo sociale e cognitivo.

Questo riconoscimento “Like me” degli altri è pensato essere radicato nello stesso sistema neurale su cui si basa l’imitazione: il sistema dei neuroni specchio come spiegato sopra.

 

L’effetto dell’imitazione passiva in bambini con autismo

Grazie al suo ruolo cruciale per lo sviluppo sociale cognitivo, l'imitazione è stata ampiamente studiata nei bambini con disturbo dello spettro autistico (SDA), un disturbo neurologico caratterizzato da menomazioni nella comunicazione sociale e dagli interessi e comportamenti limitati e stereotipati. È importante sottolineare l’importanza dell’imitazione nelle funzioni sociali, in particolare per lo sviluppo dell’individuo, sottolineando alcuni aspetti cruciali dell’interazione tra i bambini autistici e gli adulti di riferimento.

Dell’autismo se ne è parlato molto e in questi ultimi anni è stato molto studiato. È una patologia che si può diagnosticare a 3 anni, anche se i genitori di sicuro se ne rendono conto già dai primi giorni. Nei bambini con SDA le abilità di imitazione o propensione ad imitare sono significativamente ridotte sin dall’inizio, o meglio sembrano cogliere solo gli aspetti più formali e superficiali, perdendo così gli aspetti di comunicazione e condivisione. Tuttavia, alcuni elementi di prova suggeriscono che, come in genere per lo sviluppo di bambini e adulti, essi riconoscono l'imitazione, e reagiscono positivamente se sono imitati da un partner adulto. Pertanto, se da un lato la loro capacità di produrre imitazione è compromessa, è possibile che la loro risposta all’imitazione passiva sia relativamente mantenuta. Alcuni interventi per i bambini con SDA riguardano l'imitazione di azioni del bambino in quanto strategia per promuovere il coinvolgimento sociale. Questi interventi comportamentali hanno dimostrato di essere efficaci nel migliorare le capacità di imitazione (McDuffie et al., 2007;. Ingersoll, 2008) così come le abilità sociali (Dawson et al, 2010;. Rogers et al.; 2012).

Si è anche visto che i bambini con autismo imitano gli adulti solo quando vedono nelle loro azioni uno scopo ben preciso, selezionando quindi azioni utili da quelle inutili, al contrario degli altri bambini che imitano sia azioni utili che azioni inutili. Sono importanti da andare ad osservare nel comportamento di bambini con autismo:

  1. l’attenzione sociale (soprattutto per quanto riguarda lo sguardo);
  2. la capacità di reazione sociale (sorridere, verbalizzare, vocalizzare, avvicinarsi, toccare in direzione dello sperimentatore, gestualità);
  3. le attività motorie e stereotipie;
  4. la manipolazione di oggetti;
  5. il gioco;
  6. le abilità di imitazione.

Bisogna andare ad osservare, inoltre, il livello di sviluppo dei partecipanti e la familiarità del partner che vanno a imitare, il numero di sessioni imitative e il tipo di procedura imitativo. Entrambi questi fattori, infatti, hanno un ruolo cruciale nella pianificazione di strategie di intervento.

Sono stati fatti una serie di studi secondo una proceduta still face, in cui si andavano ad osservare questi aspetti di imitazione sia con uno sperimentatore non familiare e che con uno familiare (quale la madre).

Si seguono due fasi distinte: una di imitazione e una di gioco spontaneo. Nella prima fase è l’adulto che va ad imitare i comportamenti del bambino, inclusi i comportamenti autistici, come le stereotipie e le azioni ripetitive con gli oggetti. Nella seconda parte, invece, si passa all’interazione spontanea in cui l’adulto gioca spontaneamente con il bambino. In questo modo si è ipotizzato che il bambino in questo modo sviluppi aspettative sociali verso l’adulto. La cosa importante è che i bambini poi riescono a generalizzare queste situazioni.

I risultati di questi studi sono, pertanto, fondamentali per identificare strategie che possono essere realmente efficaci sul comportamento sociale. I bambini con SDA, infatti, sono noti per avere difficoltà a generalizzare a nuovi ambienti le competenze recentemente acquisite (Ozonoff e Miller, 1995).

L’effetto dell’imitazione passiva sui comportamenti sociali è stato confrontato con gli effetti di una interazione contingente, in cui il partner sociale risponde immediatamente al bambino con un comportamento simile ma non imitativo (Field et al., 2001, 2013 ; Escalona et al, 2002;.. Heimann et al, 2006; Sanefuji e Ohgami,

2011, 2013). Quest'ultima forma di interazione, infatti, è stata riconosciuta come strategia utile per promuovere l'impegno in casi di SDA.

Negli studi esaminati le misure comportamentali di interesse sono state quello sopra citate.

 

L’attenzione Sociale

Uno dei sintomi principali dello SDA è la presenza di precoci deficit nell’attenzione sociale, e nello stabilire e mantenere il contatto visivo. Alcuni autori hanno ipotizzato che l’andamento atipico precoce dell’attenzione preclude l’input sociale che promuove normalmente lo sviluppo sociale e linguistico nei primi periodi sensibili (Dawson, 2008). Per questo motivo, capire quali strategie sono utili per rafforzare l'attenzione sociale visiva è fondamentale per un intervento precoce.

Il comportamento dello sguardo è stato l’interesse della maggior parte degli studi esaminati.

I bambini mantengono più contatto visivo proprio dopo che sono stati imitati (Nadel et al.2000) Questo effetto sembra dipendere dall'interazione imitativa con l'altro e non è dovuto da un’interazione contingente reattiva con un partner. Sei studi, infatti, hanno confrontato gli effetti di una reazione imitativa con una interazione reattiva semplicemente contingente, impiegando una procedura di still face in cui la prima fase poteva essere o imitativa (Condizione di imitazione, CI) o contingentemente reattiva (condizione contingente, CC). Tutti gli studi tranne uno (Escalona et al., 2002) hanno scoperto che la frequenza e la durata del comportamento dello sguardo verso l'adulto era maggiore dopo l'imitazione che dopo la condizione contingente. Escalona et al. (2002), utilizzando lo stesso paradigma, hanno riscontrato che il tempo a guardare l'adulto non è variato durante la condizione di imitazione, ma ha fatto registrare un aumento solo nella condizione contingente. Nello studio di Heimann et al. (2006) la percentuale di tempo durante la quale i bambini mostravano il comportamento del "guardare una persona" è stato associata con i comportamenti di "toccare" e “chiedere” in un risultato combinato di sentimento comunitario, per cui non è possibile conoscere lo specifico aumento nel comportamento dello sguardo. Tuttavia, il livello di sentimento comunitario è aumentato nello nella seconda fase rispetto alla prima in ciò che concerne la condizione di Imitazione, ma non nella condizione contingente (Heimann et al., 2006). Anche altri studi (Field et al., 2013;. Sanefuji e Ohgami, 2013; Slaughter e Ong, 2014) hanno riscontrato un effetto sull'attenzione sociale durante una fase di gioco spontaneo dopo l’essere imitati. Questo potrebbe indicare un possibile effetto di generalizzazione. Nessuno studio, tuttavia, ha valutato se l'aumento di attenzione sociale dopo essere stati imitati si estende a persone diverse dall'imitatore.

Un differente modello di risposta all’interazione imitativa rispetto a quella contingente con la madre è stata rintracciata in un bambino con sviluppo tipico rispetto ai bambini con SDA (Sanefuji e Ohgami, 2011). I bambini con SDA, infatti, hanno guardato le loro madri più a lungo nella condizione imitativa che in quella contingente, mentre i bambini con uno sviluppo tipico guardavano le loro madri più a lungo rispetto a quelli con SDA, ma senza differenze tra le due condizioni. Pertanto, il modello di interazione che è in grado di determinare un effetto sociale in bambini con SDA può essere diverso rispetto a bambini con uno sviluppo tipico.

La capacità di prevedere che le nostre azioni producono l'azione di un'altra persona potrebbe generare i comportamenti sociali. Quindi, uno dei motivi per cui l'imitazione potrebbe essere più saliente rispetto alla contingenza è che la prima è più prevedibile e familiare per i bambini con SDA, e richiede meno competenze anticipatorie.

Impiegando una procedura sperimentale diversa, Tiegerman e Primavera (1984) hanno rintracciato un effetto dell’imitazione passiva sull’attenzione sociale durante la sessione imitativa. Questi autori, infatti, hanno confrontato gli effetti di imitare le azioni del bambino con lo stesso oggetto durante ripetute sessioni di gioco, con altri due diversi processi di interazione non imitativa: l'esecuzione di un'azione diversa con lo stesso oggetto o eseguire un'azione diversa con un oggetto diverso. Essi hanno scoperto che la frequenza e la durata del comportamento dello sguardo erano maggiori durante il primo processo di interazione che in altre interazioni non imitative. È stato inoltre scoperto che la frequenza e la durata media del comportamento dello sguardo sono aumentate significativamente nel corso di sessioni ripetute sia per il primo che per il secondo processo di interazione, e tale incremento è stato superiore di quello per il terzo processo. Un'ulteriore considerazione può derivare da questi risultati. Mentre un'interazione imitativa, caratterizzata da una stretta contingenza (la stessa azione con lo stesso oggetto nello stesso tempo) è in grado di determinare un effetto immediato, un'interazione non imitativa in cui l'esaminatore utilizza lo stesso oggetto (allo stesso tempo) è in grado di determinare lo stesso effetto ma dopo ripetute sessioni. Potrebbe essere possibile che anche l'uso contingente dell'oggetto stesso potrebbe essere in grado di aumentare l'attenzione visiva in bambini con SDA. Infatti, i bambini potrebbero essere stati attratti dallo stesso oggetto nelle prime sessioni e quindi avrebbero potuto rendersi conto che la propria azione aveva causato l'azione dell'altro. Questo rapporto predittivo tra le azioni del bambino e quelle dell’esaminatore potrebbe aver contribuito al comportamento sociale.

Poi è stato fatto un intervento parent-based che era o imitativo o contingente, Sanefuji e Ohgami (2013) hanno riscontrato un maggiore aumento dello sguardo sociale nella condizione di imitazione rispetto a quella contingente. Pertanto, il maggiore effetto dell’imitazione rispetto alla contingenza sull'attenzione sociale, è stato evidente anche quando la madre del bambino è stato il partner imitativo. Nel loro studio, Dawson e Galpert (1990) hanno messo in luce tale effetto dopo un'interazione imitativa bambino-madre. Essi hanno osservato una durata superiore dello sguardo dei bambini durante una sessione imitativa V.S. sessione di gioco libero, e un aumento di questo effetto, dopo un periodo di 2 settimane durante il quale i bambini sono stati impegnati in un gioco imitativo con oggetti insieme alla madre per 20 minuti al giorno. In questo studio, l'aumento di attenzione sociale dopo essere stati imitati non si è connesso al livello di sviluppo delle capacità di imitazione, delle abilità di gioco, dell’età sociale, del QI, o alla gravità dei sintomi autistici. Slaughter e Ong (2014) hanno esaminato se la familiarità con il partner sociale potrebbe modulare l'effetto dell’imitazione passiva utilizzando un processo still face (Slaughter e Ong, 2014). I comportamenti sociali dei bambini sono stati codificati sia prima che dopo un periodo di 3 minuti in cui un adulto ha imitato tutto quello che facevano. In una condizione, il partner era la madre del bambino, e l'altra condizione, il partner era uno sperimentatore sconosciuto. I risultati hanno rivelato un aumento significativo di attenzione sociale (sguardi verso l'adulto) e di reattività (comportamenti sociali distali) nella fase successiva all’imitazione da parte di entrambi i partner. Questa scoperta sostiene l'impegno della famiglia come un aspetto importante di un intervento precoce in SDA (Rogers et al, 2012; Estes et al 2013).

Nello studio di Dawson e Adams, i bambini con SDA sono stati esposti a quattro procedure interattive: (1) lo stato di gioco libero, (2) la condizione di imitazione simultanea (lo sperimentatore ha simultaneamente imitato le azioni di tutti i bambini), (3) la condizione di modello familiare (lo sperimentatore ha prodotto un'azione nota del repertorio comportamentale del bambino), e (4) la condizione di schema insolito (lo sperimentatore ha prodotto un’azione insolita). Solo nei bambini con bassa capacità imitativa (testata con la Scala Uzgiris-Hunt), la frequenza e la durata del comportamento dello sguardo verso lo sperimentatore era più alto quando lui / lei modellavano un'azione imitativa, piuttosto che un'azione familiare o insolita. Al contrario, i bambini con abilità di imitazione più sviluppate hanno mostrato reazioni simili a tutte le condizioni.

La scoperta di un effetto maggiore sull’attenzione sociale in bambini con basse funzionalità può essere spiegata come la manifestazione di una forma implicita di riconoscimento dell’imitazione che è presente in bambini con SDA e determina un aumento della frequenza dello sguardo verso l'altro, ma non un aumento di ulteriori competenze sociali avanzate. A sostegno di questa ipotesi, i risultati del lavoro di Berger e Ingersoll (2013) dimostrano che una forma meno matura di riconoscimento dell’imitazione è più frequente rispetto a una forma più matura. Inoltre, i comportamenti sociali più avanzati dopo l’"essere imitati", nell’offrire giocattoli per lo sperimentatore e nel chiedere allo sperimentatore di imitare la sua azione, si connettono positivamente con l'età e il livello di sviluppo. Di conseguenza, i bambini con più alta capacità di imitazione e maggiore età evolutiva e biologica potrebbero mostrare un effetto minore sull’attenzione visiva perché reagiscono all’imitazione passiva con comportamenti sociali più maturi. Tuttavia, l'aumento dell’’attenzione visiva, mostrata dai bambini con basse funzionalità, potrebbe essere la dimostrazione della capacità di percepire, durante le interazioni altamente predittive, la contingenza tra il proprio comportamento e quello di un'altra persona. Nel loro insieme, tutti gli studi hanno riscontrato un aumento di attenzione sociale, sia durante che dopo la sessione imitativa.

 

La risposta Sociale

Per risposta sociale si intende qui comportamenti che includono il sorridere e il verbalizzare verso l'adulto (comportamenti sociali distali), toccare, avvicinarsi all'adulto (comportamenti sociali prossimali), impegnarsi in giochi reciproci, e la produzione di gesti sociali.

Dawson e Adams (1984) hanno riferito che solo i bambini con basse abilità di imitazione hanno mostrato una frequenza di comportamenti sociali prossimali e distali, che era più alta nel corso di una imitazione simultanea, che nel corso di una condizione insolita. I bambini con abilità elevate di imitazione hanno mostrato una reazione simile a tutte le condizioni. Pertanto, la strategia dell’imitazione passiva potrebbe essere uno strumento utile per i bambini con SDA, in particolare per quelli con un basso livello di sviluppo. D'altra parte, in bambini con elevata abilità di imitazione e di sviluppo, un'interazione meno predittiva, come processo non imitativo ma contingente, potrebbe provocare lo stesso effetto sociale di un processo imitativo.

Un aumento significativo della capacità di risposta sociale nei bambini con basso funzionamento è stata rintracciata anche in altri studi utilizzando un paradigma still face. Essi hanno riferito un aumento di comportamenti sociali prossimali durante la parte successiva alla sessione imitativa. I comportamenti sociali prossimali aumentano nella condizione di imitazione rispetto a quella contingente. Nei bambini aumentano i comportamenti sociali dopo ripetute sessioni imitative.

Katagiri et al. (2010) hanno analizzato l'effetto di essere imitati sia sull'attenzione sociale che sulla reattività sociale (sorride, verbalizzare, vocalizzare, avvicinarsi, toccare, offrire giocattoli, e chiedere allo sperimentatore di imitare la sua stessa azione). Dei comportamenti sociali sono stati osservati nei bambini più grandi (gruppo 3 anni) più frequentemente durante la fase imitativa rispetto alla fase della sessione di gioco con oggetti. Questo effetto non si è significativamente connesso alla gravità dei sintomi autistici, ma si è associato positivamente al quoziente intellettivo. Quindi, diversamente dall'effetto sull’attenzione sociale, questo studio ha dimostrato che comportamenti sociali più maturi erano più frequenti in bambini più grandi e con più elevate funzionalità. L'inconsistenza di quest'ultimo risultato con il precedente può essere spiegato dal diverso tipo di comportamenti analizzato. In questo studio, infatti, la reattività sociale comprende comportamenti sociali più maturi, cioè l’offrire giocattoli e chiedere allo sperimentatore di imitare la sua stessa azione. Tutti i bambini con SDA si sono impegnati in comportamenti meno maturi di riconoscimento (sguardi del bambino verso il volto dello sperimentatore e/o giocattolo) come risposta all’imitazione. Tuttavia, è stato meno frequente un riconoscimento più maturo dell’imitazione (sguardi del bambino e comportamenti di prova) e meno bambini hanno mostrato questo comportamento.

Slaughter e Ong (2014) hanno esplorato il ruolo della familiarità del partner imitativo nel modulare l'effetto dell’"essere imitati" sui comportamenti sociali. È stato registrato un significativo incremento dei comportamenti sociali e una maggiore diminuzione nel gioco solo durante la fase in cui l'imitatore era la madre del bambino rispetto allo sperimentatore. Pertanto, a differenza dell'attenzione sociale che è aumentata con entrambi i partner sociali, l'effetto dell’imitazione passiva sui comportamenti sociali prossimali è stata modulato dalla familiarità. Questo risultato mette in evidenza i vantaggi di chiedere a chi si prende cura dei propri bambini di imitare gli stessi durante il primo sviluppo, in particolare i bambini con SDA.

Nel complesso, questi studi riportano un aumento nella capacità di risposta sociale sia durante che dopo la seduta imitativa.

Ma perché l’imitazione passiva dovrebbe avere un effetto positivo sul comportamento sociale? Come suggerito dal Nadel, l'esperienza dell’essere imitati rende la situazione sociale più saliente per i bambini con SDA; questo potrebbe aumentare la probabilità che questi bambini mostreranno risposte sociali e l'esperienza dell’”essere imitati” potrebbe rafforzare i circuiti della comunicazione reciproca. Tale comunicazione reciproca regge le prime interazioni non verbali tra i neonati e le loro madri e gioca un ruolo costitutivo per lo sviluppo di un senso implicito di sé come agente sociale. Questa forma di comunicazione reciproca madre-bambino "protoconversazione" potrebbe essere precocemente compromessa nei bambini con SDA e, di conseguenza, interferire con la successiva maturazione delle abilità sociali. Attraverso l'imitazione reciproca (imitando ed essere imitati), i bambini capiscono l'auto-similarità all’altro. Come ipotizzato da Meltzoff (2007), infatti, le carenze in questo meccanismo del "Like-me", che è il fondamento della cognizione sociale, potrebbe spiegare la compromissione sociale osservata nello SDA.

 

Attività motoria e stereotipie

Solo due studi hanno analizzato l'effetto dell’imitazione passiva sull’attività motoria e stereotipie (Field et al, 2001;.. Escalona et al, 2002). Escalona e colleghi hanno riportato che la condizione di imitazione era più efficace della condizione contingente nel ridurre il tempo speso in attività motorie (correre, camminare, e saltare). Il cambiamento di attività motoria dopo la condizione di imitazione è stato attribuito ad una maggiore consapevolezza dell'adulto di deviare l'attenzione del bambino dall’attività motoria. Trovarono, quindi, una riduzione dei comportamenti autistici (inattività e gioco in solitudine) dal pre- al post- intervento, più nella condizione dell'imitazione che in quella contingente. Questi risultati si adattano con i risultati che l’imitazione passiva aumenta il comportamento sociale prossimale e l'attenzione visiva verso l'adulto. Nessun effetto sulle stereotipie motorie è stato trovato in entrambi gli studi.

 

Manipolazione di oggetti e Giochi di abilità

Oltre al un deficit persistente nella comunicazione sociale e nelle interazioni sociali, al modello limitato e ripetitivo di comportamento, l’interesse o l’attività rappresentano l'altro settore di nucleo diagnostico dello SDA. Cinque studi hanno analizzato l'effetto dell’"essere imitati" nel ridurre questo modello comportamentale. Sono stati presi in considerazione il numero di oggetti e giocattoli, la frequenza di manipolazione di oggetti, le abilità di gioco, e la possibilità di avviare nuovi comportamenti (Tiegerman e Primavera, 1981; Dawson e Adams, 1984; Dawson e Galpert, 1990; Campo et al., 2001, 2013).

Sono stati osservati più frequenti cambiamenti di schema e di giocattoli durante l’interazione imitativa che non nell'interazione non imitativa in bambini con bassa abilità imitativa, ma non nei bambini con elevata abilità imitativa, che hanno risposto allo stesso modo per entrambe le condizioni. L'aumento della frequenza e la durata della manipolazione dell’oggetto non si sono correlate alla somiglianza degli oggetti, ma alla somiglianza comportamentale tra il bambino e l’azione dell’adulto. In effetti, si è constatato un aumento più elevato nel corso di una sessione di gioco in cui lo sperimentatore imitava le azioni del bambino con lo stesso oggetto, di quando lui/lei eseguiva un'azione diversa per lo stesso oggetto o un'azione diversa per un oggetto diverso. Un aumento del numero di schemi di azione eseguite con gli oggetti è stato registrato anche dopo ripetute sessioni di intervento imitative da parte delle madri dei bambini o di un adulto sconosciuto. Dopo ripetute sessioni, è stato riscontrato un aumento del tempo trascorso a giocare con gli oggetti e nell'iniziare nuovi comportamenti di gioco quando i bambini sono stati imitati, rispetto all'interazione contingente con un adulto (Field et al., 2013).

Come si può vedere da questi studi il bambino è maggiormente vicino all’altro e per questo potrebbero migliorare in questi bambini la capacità di giocare e interagire con gli altri. Ragion per cui, per avere una buona cognizione sociale bisogna aumentare l’attenzione sociale. Un’altra considerazione è che la familiarità di un adulto durante le interazioni dell’imitazione passiva potrebbe migliorare, nei bambini con SDA, l'effetto sulle capacità di gioco con oggetti.

 

Abilità di imitazione

Come abbiamo detto, i bambini con SDA hanno un deficit di imitazione, ma non è globale.

Come proposto da Nadel (2002) ci sono due livelli di riconoscimento dell’imitazione: a un livello basso, consiste nella capacità di riconoscere contingenze strutturali e temporali senza attribuzione dell'intenzionalità imitativa per l'imitatore; livelli elevati implicano il riconoscimento dell’intenzione di imitare dell'altro. Mentre il primo potrebbe portare ad una maggiore attenzione visiva, un più alto livello di riconoscimento dell’imitazione potrebbe portare a comportamenti di prova per verificare se l'altro sta imitando. Una forma più matura di riconoscimento dell’imitazione emerge quando i bambini eseguono comportamenti di prova (cioè di ripetizione e variando le azioni mentre si guarda il partner imitativo) per verificare se l'altro li sta imitando, o in presenza di più segnali sociali (Asendorpf et al., 1996; Nielsen, 2006). Lo studio di Berger e Ingersoll mirava a misurare la frequenza di due diversi tipi di riconoscimento di imitazione durante un task di imitazione naturalistica: (1) il riconoscimento meno maturo dell’imitazione (sguardi del bambino al viso e/o giocattolo dello sperimentatore), e (2) il più maturo riconoscimento dell’imitazione (sguardi del bambino uniti a comportamenti di prova). Essi hanno scoperto che tutti i bambini hanno mostrato un aumento di riconoscimento meno maturo dell’imitazione, mentre i comportamenti di prova erano meno frequenti e meno bambini hanno mostrato tale comportamento. Gli autori non hanno trovato alcuna correlazione tra il riconoscimento dell’imitazione e il livello di sviluppo, ma il riconoscimento più maturo dell’imitazione è connesso significativamente con la capacità di produzione dell’imitazione. Si tratta di un risultato importante che ci fa pensare al rapporto tra imitazione e capacità motorie. Infatti, un riconoscimento più maturo dell’imitazione è caratterizzato dalla capacità di riprodurre e variare le azioni osservate (comportamenti di prova). Entrambi i “comportamenti di prova" e la selezione spontanea di un movimento al fine di mantenere una imitazione reciproca con un partner richiedono più forti abilità predittive e capacità motorie che sono apparse colpite nell'autismo. Inoltre, la scelta di un movimento per suscitare una imitazione reciproca sembra essere sostenuta dalle connessioni a lunga distanza tra le regioni della corteccia e parietali frontali (Guionnet et al., 2012), che si pensa essere particolarmente colpita dalla connettività disfunzionale che caratterizza lo SDA (Belmonte et al., 2004;.. Hoppenbrouwers et al, 2014). Perciò, le prime difficoltà a iniziare e mantenere una comunicazione con chi si prende cura del bambino stesso attraverso l'imitazione reciproca possono essere collegate ad una compromissione motoria primaria che dovrebbe caratterizzare l'autismo precoce. Se le abilità predittive e le capacità motorie mancano nell’autismo, i bambini colpiti possono riconoscere l'imitazione degli altri, e possono essere attratti da essa, ma non sono in grado di far avanzare verso livelli più elevati il riconoscimento dell’imitazione.

I risultati di questi studi suggeriscono che i bambini con SDA sono in grado di riconoscere l'imitazione da parte di altri. Tuttavia, la capacità di riconoscimento dell’imitazione non è completamente conservata e questo aspetto può essere correlato al deterioramento motorio. Comunque, anche se è indicativo di un semplice riconoscimento di base dell’imitazione, l'incremento dell’attenzione visiva è molto importante, in quanto è un comportamento visto come obiettivo in molti modelli di trattamento per casi di SDA.

In uno studio di Sanefuji e Ohgami (2013) nel corso di un intervento a domicilio in cui le madri sono stati istruite su come a imitare i comportamenti dei loro figli, tra cui le espressioni facciali e le espressioni senza senso. Il numero di azioni riprodotte dopo la dimostrazione dello sperimentatore è stato codificato nel pre e post intervento: dopo l'intervento, i bambini nella condizione di imitazione imitavano più azioni in oggetto. Un altro studio ha esaminato se l’imitazione passiva avesse effetti sulla capacità di imitazione elicitata al di fuori del paradigma sperimentale (Heimann et al., 2006). Pertanto, l'imitazione elicitata è stata misurata utilizzando il PEP-R (Psychoeducative Profile-Revised;. Schopler et al, 1990), e sono stati confrontati i risultati prima e dopo una sessione di intervento che poteva essere casualmente imitativa o contingente. Non ci sono state differenze statisticamente significative tra i due gruppi nel sottoscala dei risultati di imitazione PEP-R, sia prima che dopo l'esperimento. Tuttavia, l'analisi dei cambiamenti nei risultati di imitazione ha rivelato che otto bambini su dieci nella condizione imitativa hanno aumentato i loro risultati in fase di post-valutazione, mentre lo stesso risultato è stato trovato in soli due bambini nella condizione contingente (Heimann et al., 2006 ). Tali studi potrebbero indicare che l’”essere imitati” ha un effetto maggiore sull’imitazione spontanea rispetto all’imitazione elicitata. Come riportato in precedenza, le deteriorate capacità predittive e motorie potrebbero anche ridurre l'effetto dell’imitazione passiva sull'imitazione elicitata. Invece, la riproduzione spontanea di azioni familiari potrebbe essere più semplice perché richiede capacità predittive inferiori.

La constatazione che la reazione di base all’imitazione passiva è relativamente conservata nei bambini con SDA, mentre le loro abilità di imitazione sono più compromesse, potrebbe avere diverse spiegazioni possibili. Innanzitutto, anche a livello neuronale, imitare e essere imitati sembrano avere una lateralizzazione differente nel cervello. Infatti, l'IPL sinistro calcola le associazioni sensitivo-motorie necessarie al fine di imitare un'azione eseguita dall'altro, e l’IPL destro è coinvolto nel riconoscere che l'azione eseguita dall'altro sia simile a quella iniziata da sé (Decety et al., 2002 ; Decety e Chaminade, 2003). In secondo luogo, il livello base del riconoscimento dell’imitazione è cognitivamente più abbordabile rispetto alla produzione dell’imitazione; essa richiede l’abbinamento tra le azioni degli altri e le azioni autoprodotte (Nadel, 2002). Diversamente, la produzione dell’imitazione si basa sulla capacità della memoria e sulla capacità di pianificazione e di selezione dell’azione.

A fronte di quanto studiato ho avuto la curiosità di andare ad osservare cosa succede in bambini con SDA, di varie età. Sono partita dallo studio del loro comportamento sociale tramite l’SCQ(Social Communication Questionnaire Giunti O.S.) che sono questionari sottoposti ai genitori, fino ad osservare i loro comportamenti in un contesto terapeutico, e un’osservazione tramite il test di imitazione dei gesti di Berges e Lezine.

 

Indice
 
INTRODUZIONE
 
  1. Imitazione: La scoperta dei neuroni specchio; I neuroni specchio nell’uomo; Neuroni specchio e imitazione: interdisciplinarieta’ e aspetti comuni.
  2. Il ruolo sociale dell’imitazione: L’effetto dell’imitazione passiva in bambini con autismo; L’attenzione Sociale; La risposta Sociale; Attività motoria e stereotipie; Manipolazione di oggetti e Giochi di abilità; Abilità di imitazione;
  3. Strumenti di valutazione: GRIFFITHS MENTAL DEVELOPEMENT SCALES; PEP-3 (PROFILO PSICOEDUCATIVO TERZA EDIZIONE-GIUNTI O.S.); SCQ (Social Communication Questionnaire, Giunti O.S.), Interpretazione della Forma Arco di Vita, La standardizzazione, Standardizzazione italiana; TEST DI IMITAZIONE DEI GESTI BERGES E LEZINE (1963).
  4. CASI CLINICI: Caso A.; CASO B.; CASO C.; CASO D
  5. CONFRONTO TRA I CASI
  6. Prospettive di trattamento
 
CONCLUSIONI
 
BIBLIOGRAFIA
 

Tesi di Laurea di: Marilena ALVAREZ

 

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