CONCLUSIONI - L’intervento del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età Evolutiva in Oncoematologia Pediatrica
Visti i risultati ottenuti, riteniamo che la presenza di un terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva possa essere utile all’interno della Clinica di Oncoematologia Pediatrica di Padova. La figura del TNPEE permetterebbe infatti di andare a rispondere a quelle esigenze per le quali è specificamente formata. L’interazione corporea, il dialogo tonico, il gioco sensomotorio sono elementi fondamentali nella crescita di ogni bambino e l’assenza di tali elementi, provocata dall’insorgere di una patologia oncoematologica e dal successivo iter terapeutico, può comportare anche gravi deficit, che richiedono l’intervento di una figura specifica.
Inoltre il terapista della neuro e psicomotricità potrebbe lavorare sugli aspetti motori che, come si è visto, possono risultare alterati in seguito alla patologia e alla terapia prevista. Sebbene tali aspetti possano essere trattati anche da altre figure, la neuropsicomotricità è in grado forse di fornire maggior motivazione, in quanto utilizza il gioco come motore delle azioni del paziente.
Il TNPEE potrebbe risultare una figura di riferimento per le famiglie e, attraverso il counseling riabilitativo, aiutare l’intero nucleo familiare ad affrontare al meglio la malattia del paziente, trovando le modalità migliore per gestire non solo la malattia ma anche gli effetti che essa ha su tutti i componenti della famiglia.
Come riportato precedentemente, la sola presenza di un TNPEE fa sì che venga posta attenzione non solo su come il bambino vive il corpo “fisico”, ma anche sul “corpo immaginato”, modificando non solo l’immagine corporea, ma anche l’immagine dell’ospedale. Rendere un paziente felice di andare in ospedale può non sembrare un obiettivo primario in un programma di cura, ma riteniamo sia indispensabile per tutti quei pazienti che sono costretti a frequentare la Clinica con regolarità e che ad essa associano vissuti negativi se non addirittura traumatizzanti. Come scrivono le TNPEE Valente, Mondovì e Tancioni in Fondamenti di riabilitazione in età evolutiva: la presenza di un terapista con le sue proposte riabilitative aiuta a ridefinire i piani di realtà, offrendo a tutti, al di là della prognosi più o meno infausta, un input propositivo […][46]
Si è infine cercato di ipotizzare anche le modalità con cui il terapista della neuro e psicomotricità potrebbe inserirsi all’interno della Clinica Oncoematologica Pediatrica di Padova, proponendo un protocollo “aperto”. Esso testimonia come la presa in carico neuropsicomotoria, dovendo adattarsi alle caratteristiche della patologia, non possa essere di tipo lineare ma piuttosto di tipo “fluido”, sempre pronta a modificarsi a seconda delle esigenze del paziente. Un tipo di approccio innovativo, non ancora definito, che richiederebbe un maggior approfondimento, come ci auguriamo possa avvenire in futuro.
- [46] D. Valente, Fondamenti di riabilitazione in età pediatrica, Carrocci Editore, Roma, 2015
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Tesi di Laurea di: Andrea SATTANINO |