Il modello SCERTS (Comunicazione Sociale, Regolazione Emotiva, Supporto Transazionale)

Introduzione al modello

Lo SCERTS è un modello di intervento globale ed integrato per bambini e adulti con disordini dello spettro dell’autismo e per le loro famiglie.

L’acronimo SCERTS si riferisce a tre aree di intervento principali:

  • “SC” Social Communication (Comunicazione Sociale), comprende lo sviluppo della comunicazione funzionale, spontanea, il saper manifestare emozioni, stabilire rapporti sicuri e fiduciosi con bambini e adulti;
  • “ER” Emotional Regulation (Regolazione Emotiva), comprende lo sviluppo della capacità di mantenere uno stato emotivo ben regolato per poter affrontare lo stress quotidiano ed essere maggiormente disposti all’apprendimento e all’interazione;
  • “TS” Transactional Support (Supporto Transazionale), indica lo sviluppo e l’implementazione di supporti per aiutare i partners a far fronte ai bisogni ed interessi della persona, a modificare l’ambiente e a fornire strumenti per migliorare l’apprendimento.

Nell’area della Comunicazione Sociale i bambini con diversità nell’apprendimento socio- emotivo possono mostrare scarsa iniziativa, un uso limitato di verbi, pronomi personali e nomi di persona, nonché una scarsa comprensione delle norme sociali o del punto di vista degli altri.

Nell’ambito della Regolazione Emotiva, le difficoltà nel pensare all’altro come possibile fonte di scambio o di aiuto può condurre sia ad una ipoattivazione (under-arousal) che ad una iperattivazione (over-arousal); ciò porta all’utilizzo di modalità di coping insolite.

Infine per quanto riguarda l’area del Supporto Transazionale, la natura “invisibile” delle differenze nell’apprendimento socio-emotivo rende difficile per gli altri comprendere l’importanza di verbalizzare i propri pensieri e trovare dei compromessi per andare incontro ai bambini con disturbo dello spettro autistico. Bisogna dunque creare delle interazioni sociali che siano appetibili e prevedibili.

L’intervento mira a favorire lo sviluppo delle competenze socio-pragmatico comunicative come l’iniziativa comunicativa spontanea e l’uso di qualsiasi modalità comunicativa in contesto naturale e con una funzione comunicativa e relazionale. Inoltre l’approccio comporta l’integrazione dell’intervento con il bambino a quello con il suo contesto di vita, aiutando i partner comunicativi a sostenerlo.

Il modello, attraverso la cooperazione tra famiglia e professionisti, favorisce l’identificazione dei punti di forza del bambino e il loro consolidamento.

Il modello SCERTS include un processo di valutazione flessibile che permette al team di lavoro di selezionare obiettivi adeguati, di rispettare le differenze tra i pazienti, di includere la famiglia come partner attivo, di registrare i progressi e di valutare la qualità del programma per garantirne una corretta misurazione.

Non essendo un modello esclusivo, ma trattandosi di un approccio sufficientemente flessibile, le pratiche basate su evidenze che fanno parte di altri metodi, quali l’ABA, il TEACCH, la CAA, le PECS, le SOCIAL STORIES e il DIR, risultano facilmente integrabili.

Lo SCERTS è sperimentato in ricerche sullo sviluppo infantile focalizzate sul disturbo dello spettro autistico; le pratiche del modello sono attualmente supportate da evidenze empiriche e lo scopo della ricerca è quello di dimostrare l’efficacia del metodo nell’infanzia e in età scolare sia all’interno della scuola che nella comunità.

La competenza socio-emotiva gioca un ruolo fondamentale nella nostra capacità o incapacità di creare relazioni che ci permettono di vivere felicemente e adeguatamente all’interno della comunità a cui apparteniamo.

La neurologia della competenza sociale

La ricerca attuale sul neurosviluppo della competenza sociale ha permesso di comprendere meglio quegli individui che presentano o non presentano vulnerabilità in quest’area.

Nel momento in cui i bambini a sviluppo tipico guardano il viso di una persona, si attivano alcune regioni del sistema limbico che producono endorfine; queste costituiscono una sorta di ricompensa per il bambino. A partire dai 6 mesi il bambino comincia a seguire lo sguardo dell’adulto ed è in grado di riconoscere quando non è più oggetto di attenzione da parte di chi lo sta accudendo. A 10 mesi, il bambino inizia ad alternare lo sguardo fra il caregiver e l’oggetto di riferimento per prevedere le azioni degli altri. A 12 mesi, il bambino inizia a condividere l’attenzione sugli oggetti che desidera o che attirano il suo interesse.

Le neuroscienze attuali dimostrano come i bambini con disturbo dello spettro autistico mostrino una scarsa sensibilità neuronale per gli stimoli sociali e tendano a non guardare il viso delle persone; anche altre differenze di sviluppo e il contesto educativo possono compromettere il neurosviluppo.

I bambini con disturbo dello spettro autistico mostrano inoltre differenze nella capacità di orientarsi verso stimoli sociali e, successivamente, comprendere i pensieri degli altri. I bambini considerati a rischio non sono in grado di alternare lo sguardo tra le persone e gli oggetti, mostrano difficoltà nella condivisione delle emozioni e nell’avviare la comunicazione. I bambini a sviluppo tipico quando ascoltano dei suoni verbali, li processano come stimoli sociali o intenzionali, mentre i bambini che presentano delle diversità sentono semplici suoni e diventa per loro ambiguo il reale significato di ogni parola.

Le neuroimmagini mostrano come gli stimoli sociali finiscono per essere processati in regioni cerebrali tipicamente utilizzate per processare immagini e suoni non sociali. Tutto ciò rende la previsione delle azioni, delle intenzioni e delle emozioni più inefficiente ed intellettualizzata.

Le Linee Guida del modello SCERTS

Il modello globale include un processo di valutazione formale utile a determinare:

  • il livello attuale delle prestazioni di un bambino nelle sue funzionalità sociali ed emotive;
  • il monitoraggio del processo nel tempo;
  • l’individuazione dei risultati;
  • lo sviluppo di un piano individualizzato per il bambino, la famiglia e il team di lavoro.

Prima di iniziare il processo di valutazione e dunque la programmazione di un piano educativo, è necessario che vengano intraprese da parte del team che supporta il bambino delle fasi:

  1. Determinare lo Stadio Comunicativo del bambino
  2. Filmare e/o osservare il bambino in 2-3 attività
  3. Discutere i risultati dell’osservazione con il team
  4. Completare una valutazione di base
  5. Selezionare fino a 4 risultati e supporti
  6. Creare un piano SEN, “supporti e risultati”
  7. Creare una griglia giornaliera al fine di organizzare il lavoro del team (opzionale)

Gli Stadi Comunicativi del modello SCERTS

I bambini affetti dal disturbo dello Spettro Autistico nel corso delle fasi di crescita, si trovano a dover fronteggiare diverse sfide rispetto allo sviluppo neurologico. È per questo che nel modello SCERTS vengono definiti tre stadi dello sviluppo comunicativo e per ognuno di essi vengono individuate le priorità cruciali in quanto tali aree sono spesso barriere per il passaggio a stadi successivi.

Social Partner Stage

In questo stadio definito come Partner Sociale Preverbale, i bambini con autismo spesso non trovano stimoli sociali sufficientemente gratificanti poiché per loro risulta difficile prevedere che chi li accudisce possa essere considerato come fonte di assistenza. Nel momento in cui in questi bambini avviene lo sviluppo del canale gestuale, i gesti tendono a riguardare la manipolazione fisica piuttosto che la funzione di mandare “messaggi condivisi”.

Le priorità di questo stadio sono di incrementare la comunicazione funzionale spontanea e i gesti convenzionali assegnandogli un significato condiviso.

Language Partner Stage

In questo stadio definito come Partner di Primo Linguaggio, i bambini con autismo mostrano una preferenza per le “etichette” piuttosto che per le parole più sociali, quali soggetti e verbi. Ciò è dovuto al limitato interesse per le intenzioni degli altri. La costruzione di “soggetto+verbo”, è infatti una combinazione predittiva dell’acquisizione di un linguaggio creativo e limitazioni in questa relazione semantica portano il bambino ad affidarsi ad etichette e ad una ripetizione meccanica di frasi.

Le priorità di questo stadio sono di incrementare il range di comunicazioni spontanee che coinvolgono altri e il range di combinazioni di parole “soggetto+verbo”.

Conversational Partner Stage

In questo stadio definito come Partner Colloquiale Discorsivo, i bambini con autismo mostrano difficoltà nel prevedere le intenzioni degli altri, sfida che ha un impatto sulla capacità di stabilire e mantenere relazioni. Questo limita lo sviluppo di una sintassi più matura utile a chiarire le intenzioni comunicative, a stabilire i turni della conversazione e a collaborare e negoziare con gli altri.

Le priorità di questo stadio sono di incrementare la comunicazione spontanea con i pari e la propria efficacia comunicativa, e di incrementare la consapevolezza di norme sociali all’interno delle conversazioni.

Differenze nell’apprendimento sociale nei bambini con disturbo dello spettro autistico

Le differenze nello sviluppo neurologico possono incidere sulla capacità del bambino di prevedere azioni ed intenzioni delle altre persone; tali differenze hanno un impatto significativo sullo sviluppo del coinvolgimento attivo sociale e sullo sviluppo emotivo.

In particolare i bambini con autismo possono:

  • non rendersi conto che chi si prende cura di loro potrebbe essere una fonte d’aiuto, dunque in conseguenza di ciò si osserva un ritardo nell’avvio della comunicazione ed una limitata comunicazione spontanea sia verbale che non verbale;
  • non rendersi conto che chi si prende cura di loro possa essere un supporto emotivo e dare coinvolgimento, ciò è dimostrato dalle difficoltà a rispondere alle offerte di interazione e da un limitato range di comunicazioni sociali aventi uno scopo preciso;
  • non rendersi conto che gli altri sono una fonte di informazioni, dunque si nota il ricorso a gesti non convenzionali, all’uso di linguaggio e strategie di adattamento opposte a quelle che si possono apprendere con un processo di imitazione sociale;
  • non sapere cosa aspettarsi, perciò mostrano difficoltà a gestire i rapporti avviati da altri;
  • non essere motivati a farsi coinvolgere in attività iniziate da altri, poiché possono non essere in grado di determinare le fasi all’interno di ogni attività e non comprendono il motivo per cui gli viene chiesto di partecipare;
  • avere limitata fiducia negli altri, pertanto si nota un elevato livello di ansia, l’evitamento delle attività proposte e atteggiamenti aggressivi verso chi si prende cura di loro.

In generale l’incapacità di comunicare e la mancanza della capacità di prevedere, spesso portano a ripetuti insuccessi in situazioni sociali e alla creazione di una memoria emotiva negativa.

La filosofia Appreciative Inquiry

La teoria dell’Appreciative Inquiry (letteralmente Inchiesta Valorizzante) è stata elaborata in America negli anni Ottanta del Novecento (Cooperrider et al., 1986). Si tratta di una forma di ricerca-azione, poco nota in Italia, che si fonda su una concezione positiva e ottimistica degli esseri umani, delle società e delle organizzazioni; lo scopo è quello di mettere in risalto i punti di forza, le concezioni positive e le potenzialità perché tutto ciò possa costituire il presupposto per un impegno condiviso da tutti coloro che prendono parte all’esperienza, al fine di costruire un cambiamento positivo nel futuro.

Nell’utilizzo del modello SCERTS, tale filosofia può rivelarsi utile nella guida del tutor, poiché si basa sul presupposto che una condivisione rispetto alle cose che “funzionano bene” sostiene la partecipazione attiva nel processo che porta allo sviluppo di un piano d’azione futuro.

Secondo tale pensiero esistono delle linee guida per favorire una formazione emotivamente regolata; in particolare si tratta di 7 indicazioni da seguire:

  1. Avviare una conversazione iniziale, della durata di circa 5 minuti, per condividere prospettive su obiettivi ed attività;
  2. Descrivere il processo di tale filosofia, in un tempo di circa 5 minuti, per concentrarsi su cosa “funziona bene” e dove possono esserci opportunità per migliorare la partecipazione attiva;
  3. Registrare e discutere cosa “sta funzionando”, per circa 10 minuti;
  4. Considerare domande relative al livello di coinvolgimento del bambino o del gruppo per guadagnare consenso e accordo, in un tempo di 5 minuti;
  5. Selezionare le domande su cui c’è un accordo comune all’interno del gruppo;
  6. Collaborare per discutere i possibili passi futuri in circa 10 minuti, attraverso domande che stimolano la conversazione;
  7. Identificare un piano d’azione per le fasi successive e determinare chi è responsabile di intraprendere le azioni.

Il processo di valutazione SCERTS

La valutazione SCERTS si basa sul livello di sviluppo del bambino, ed è concepita per:

  • definire gli obiettivi educativi al fine di sostenere la competenza sociale e comunicativa;
  • identificare i supporti transazionali (cioè gli antecedenti sociali ed ambientali) per aiutare il bambino a migliorare le proprie abilità;
  • integrare tali obiettivi con la routine quotidiana mediante la pianificazione delle attività;
  • fornire gli strumenti per misurare i risultati in contesti significativi e funzionali;
  • sviluppare un programma di supporto alla famiglia e ai servizi.

Il processo di Valutazione SCERTS (SAP - Scerts Assessment Process) si basa su alcuni criteri di riferimento e sul curriculum.

I criteri di riferimento misurano il livello di performance di un bambino, il grado di padronanza in un compito, o le capacità di sviluppo attese in un certo ambito. Il comportamento del bambino è misurato rispetto ad uno standard e gli dà punteggi per le determinate abilità in questione.

Per strumento basato sul curriculum si intende invece, che il focus di ciò che viene valutato è direttamente connesso ad una sequenza di scopi ed obiettivi basati sullo sviluppo e usati per guidare il processo di programmazione educativa del bambino.

Il SAP non è uno strumento che si basa su norme standard, dunque non si basa sulla comparazione del comportamento del bambino con quello di un gruppo campione; perciò non è adatto alla diagnosi che è tesa a fornire comparazioni per età, punteggi standard o percentuali basati su dati normativi. Dunque questo tipo di valutazione non è diretta allo scopo di determinare, in base a dati quantitativi, se un bambino ha una disabilità; è studiata invece per definire i punti di forza, i bisogni e le priorità su cui basare i programmi di sviluppo, il quadro degli obiettivi e monitorare i progressi.

Gli strumenti e le strategie utilizzati per le due tipologie di valutazione, possono essere diversi poiché hanno scopi diversi. La diagnosi (evaluation) è limitata ad un periodo con l’utilizzo di una o più sessioni di test che confrontano le performance di un singolo bambino con quelle di un gruppo di riferimento. Le procedure di valutazione (assessment) invece, comprendono molte strategie e fonti di informazioni usando criteri di riferimento e strumenti basati sul curriculum.

Nella valutazione del modello SCERTS, vengono utilizzati diversi approcci, incluse interviste e questionari, valutazioni con osservazione naturalistica, campionamento dei comportamenti e valutazioni semi-strutturate. È inoltre importante identificare i fattori che influenzano la variabilità del comportamento del bambino.

Il modello usa le informazioni riportate da familiari o insegnanti attraverso i questionari indicati come SAP-R o attraverso le interviste realizzate secondo il modello SAP-REPORT FORM.

L’osservazione naturale fornisce informazioni circa attività motivanti e supporto transazionale che sono già stati implementati ed hanno il potenziale di cogliere un quadro accurato delle abilità funzionali del bambino; nel modello SCERTS ci si riferisce a questa parte del processo come processo di valutazione-osservazione SAP-O.

Le informazioni specifiche sulla comunicazione sociale e sulla regolazione emotiva possono essere raccolte sia con il campionamento che con la sollecitazione di risposte, tuttavia le risposte non sono correlate a dati normativi. Il comportamento del bambino è confrontato con criteri prestabiliti che sono individualizzati, oppure con un particolare strumento di valutazione come il SAP; nello SCERTS, campionare il comportamento può anche essere parte del SAP-O.

I test standard non vengono utilizzati come parte del SAP, che è sviluppato per una valutazione per pianificare interventi; nel SAP gli approcci di valutazione sono sviluppati su base individuale, eccetto i test, e gli approcci usati dipendono dal bambino. Il SAP non si limita a valutare le variabili del bambino, ma si estende a persone e situazioni, inclusi i supporti transazionali che sono più o meno disponibili per sostenere la comunicazione sociale e la regolazione emotiva. Il modello SCERTS dà priorità a supportare le capacità del bambino attraverso i contesti e i partners.

Dunque il SAP al fine di individuare il corretto tipo di approccio educativo e di documentare i supporti transazionali , è progettato in modo da focalizzarsi sulle attuali capacità comunicative e sulla regolazione emotiva del bambino in diversi contesti. Infatti la valutazione e il programma educativo sono dinamicamente connessi; in particolare la valutazione dovrebbe essere plurifase, possiamo dunque definire il SAP come un processo continuo ed in itinere: risulta inizialmente completato quando si raccolgono informazioni sufficienti in un breve periodo per definire i punti di forza e i bisogni del bambino e le priorità della famiglia; successivamente altre valutazioni possono essere utili per approfondire ulteriori aspetti.

Questo tipo di valutazione continua, si rivela necessaria per alcuni scopi fra cui: documentare i progressi, identificare le aree di sviluppo più compromesse e rilevare eventuali nuove esigenze che insorgono.

È importante sottolineare come il SAP non si focalizzi su deficit e limitazioni, bensì indentifica punti di forza e attività motivanti per contribuire a potenziare la comunicazione sociale, la regolazione emotiva e le relative abilità.

Domini, componenti, obiettivi e fasi del processo di valutazione

Come precedentemente accennato, il SAP si rivolge a tre domini principali, quali la comunicazione sociale, la regolazione emotiva e il supporto transazionale; ciascuno di questi domini è suddiviso in due componenti principali.

Per quanto riguarda la Comunicazione Sociale, questa comprende l’attenzione comune e l’uso dei simboli.

La Regolazione Emotiva si divide invece in regolazione reciproca e autoregolazione.

Infine il Supporto Transazionale è costituito dai supporti interpersonali e dai supporti per l’apprendimento.

Gli obiettivi per ogni componente sono individuati attraverso la definizione e il riferimento a tre stadi principali della comunicazione: Partner Sociale, Partner Linguaggio e Partner Conversazionale.

Oltre a descrivere le abilità nella comunicazione sociale, nella regolazione emotiva e nel supporto transazionale, il punteggio del bambino per ogni obiettivo è combinato a delle misurazioni di progresso che si basano su otto indicatori di crescita socio -emotiva. Tali indicatori riflettono priorità comuni e preoccupazioni espresse da genitori e specialisti ed indicano la crescita complessiva del bambino che influenza il suo coinvolgimento con le persone e all’interno delle abilità di apprendimento.

Gli otto indicatori sono:

  1. Felicità, dunque la capacità di provare e dimostrare emozioni positive nelle attività quotidiane.
  2. Senso dell’Io, ovvero la capacità di essere orgogliosi e coscienti dei propri risultati.
  3. Senso degli altri, quindi la capacità di comprendere la prospettiva e il punto di vista dell’altro.
  4. Apprendimento attivo e organizzazione, cioè la capacità di impegnarsi attivamente e organizzare l’esercizio e lo studio.
  5. Flessibilità e resilienza, dunque la capacità di adattarsi ai cambiamenti e accettare nuove sfide.
  6. Comportamento cooperativo ed appropriato, ovvero la capacità di cooperare e regolarsi nelle relazioni sociali.
  7. Indipendenza, quindi la capacità di usare le proprie risorse per raggiungere il successo.
  8. Appartenenza sociale e amicizia, cioè la capacità di essere parte di un gruppo e di sviluppare una rete di amicizie.

Differenze tra la valutazione tradizionale e il SAP

La valutazione tradizionale si svolge in un tempo limitato, utilizza strumenti standardizzati e normalizzati; tali strumenti misurano il livello di un bambino ponendolo a confronto con la performance di una popolazione di riferimento. Nel SAP la somministrazione avviene in un tempo più esteso e non si tratta di un processo basato su una media, ma su criteri e sul livello di sviluppo e misura la capacità di ogni bambino per ogni bisogno e dominio specifico. Poiché la maggior parte degli strumenti di valutazione formale si focalizzano principalmente sulla forma del linguaggio al di fuori di attività quotidiane, spesso forniscono una visione limitata del profilo unico del bambino, dei suoi punti di forza e bisogni nelle aree critiche della comunicazione sociale e della regolazione emotiva attraverso il contesto e i partners. Dunque tali strumenti sono di uso limitato nel determinare obiettivi e strategie di insegnamento.

Nel 1992 Wetherby e Prizant hanno individuato molti limiti negli strumenti di valutazione più utilizzati. Innanzitutto la maggior parte dei processi non consente alle famiglie di collaborare nel processo decisionale, mentre nel modello SCERTS sono incluse delle attività che prevedono il coinvolgimento della famiglia, in particolare ai genitori è richiesto di fornire informazioni e di esprimere giudizi sull’accuratezza dei risultati. Molti processi di valutazione sono diretti dagli adulti e pongono il bambino in una posizione di oggetto di osservazione e ciò limita proprio l’osservazione dell’iniziativa spontanea di comunicazione; nello SCERTS il bambino partecipa in modo spontaneo alle interazioni con diversi partners, inoltre vengono utilizzati diversi contesti ed attività che variano per struttura, complessità sociale e richiesta di impegno sensomotorio.

La maggior parte degli strumenti formali, enfatizza le forme linguistiche specif iche e le tappe di acquisizione del linguaggio piuttosto che la comunicazione sociale nelle interazioni quotidiane e negli aspetti fondamentali delle competenze socio-comunicative e simboliche; nel modello SCERTS la valutazione si focalizza sull’uso funzionale del linguaggio non verbale, sulle abilità emotive e sociali come aspetti specifici della regolazione sociale ed emotiva e del gioco. In questo modo possono essere identificati i punti di forza e di debolezza del bambino e le strategie di adattamento.

Le limitazioni nella comunicazione volontaria e le discontinuità di sviluppo associate e i problemi di comportamento, rendono difficile il ricorso a strumenti standard per molti bambini con disturbo dello spettro autistico. Infatti, le difficoltà nel processare informazioni multimodali sono spesso trascurate nei test formali e sono meglio rilevate con l’osservazione di scambi sociali nelle attività quotidiane.

Il sostegno alla famiglia all’interno della valutazione SCERTS

Il processo di valutazione SCERTS è progettato per fornire indicazioni correlate ai programmi educativi, coerenti e compatibili ai bisogni della famiglia: nel momento in cui i genitori sono soddisfatti del processo di valutazione e assumono un ruolo attivo, si sviluppano relazioni positive tra famiglia e specialisti. Nel SAP infatti, i membri della famiglia sono riconosciuti e supportati: hanno il compito di validare se la valutazione riesce a cogliere un quadro esatto del bambino, non soltanto vengono istruiti ma hanno l’opportunità di dare il consenso circa i punti di forza e i bisogni sulla base di osservazioni. In seguito allo svolgimento della valutazione viene dato ai genitori un feedback immediato e li si indirizza ai punti di forza del bambino; viene inoltre dato ampio spazio alla discussione e alle domande. Le informazioni condivise nel corso e alla fine del SAP sono presentate con il minor uso di termini tecnici, e qualora questi debbano essere necessariamente utilizzati, vengono spiegati alla famiglia. All’interno del processo di valutazione SCERTS anche i fratelli e le sorelle sono riconosciuti come partners importanti. Il tipo di coinvolgimento nella valutazione dipende da diversi fattori quali l’età e le abilità, ma anche dal tipo di valutazione e dal luogo in cui viene svolta. In particolare, fratelli e sorelle possono avere un ruolo nelle attività interattive nel corso delle osservazioni svolte in casa riguardo situazioni di routine quotidiana. I fratelli e le sorelle assumono il compito di supportare ma anche quello di interpretare segnali non convenzionali o un linguaggio poco intellegibile, spesso utilizzati come modo per comunicare da un bambino affetto da disturbo dello spettro autistico.

Come i genitori, anche fratelli e sorelle possono coprire il ruolo di validatori delle osservazioni, cioè possono indicare se il comportamento del bambino esaminato è quello usuale che sono abituati a vedere.

Implementare il processo di valutazione SCERTS

Nel SAP le informazioni vengono raccolte da molteplici fonti attraverso l’utilizzo del modulo SAP-R rispetto gli elementi riportati da genitori, insegnanti e altri familiari e del modulo SAP - O rispetto le informazioni basate sull’osservazione e sull’eventuale campionamento.

Le fasi da rispettare per lo svolgimento del processo valutativo SCERTS sono principalmente 10.

La prima fase per iniziare il SAP è quella di determinare lo stadio comunicativo del bambino, attraverso delle domande alle quali la risposta può essere soltanto sì/no che riguardano la comunicazione propria del bambino riferita dai familiari e dallo staff educativo; le domande possono essere sotto forma di intervista diretta o telefonica.

Nel modello SCERTS, l’ecolalia è considerata uno strumento che il bambino usa per esprimere intenzioni, espressioni del viso e per la comunicazione sociale. Il SAP consente di documentare l’uso dell’ecolalia tra gli aspetti della comunicazione e il passaggio dall’ecolalia ad un linguaggio funzionale è una conquista nell’uso dei simboli. Per determinare dunque lo stadio delle espressioni comunicative di un bambino che utilizza l’ecolalia, è necessario innanzitutto prendere in considerazione quante parole e frasi il bambino ha nel suo repertorio; chiaramente bisogna valutare se tali parole hanno un significato e se sono contestualizzate, se vengono utilizzate in modo referenziale e se l’uso è di singoli termini o in combinazione con altre parole. Ciò che è importante da determinare è la capacità del bambino di creare un linguaggio e non farsi sviare da espressioni apprese senza funzione comunicativa che possono dare un quadro non reale delle competenze.

La seconda fase del processo di valutazione è quella di raccogliere informazioni da familiari, insegnanti o altri assistenti attraverso l’uso del modulo SAP-R, sotto forma di questionario o di intervista. Ciò che viene raccolto attraverso tale modulo sono le informazioni sui fattori che contribuiscono allo sviluppo delle capacità di comunicazione sociale, della regolazione e della disregolazione emotiva e delle variabili legate ai supporti transazionali. Nel modulo SAP-R è inclusa anche una valutazione della famiglia rispetto ai bisogni e alle priorità, al contesto e al partner abituale del bambino.

La fase tre del processo di valutazione comprende l’identificazione dei ruoli dei membri dello staff e la pianificazione dell’osservazione. Il SAP-O è dunque progettato per raccogliere informazioni sulle capacità e sui bisogni del bambino nel contesto naturale; in particolare sono state identificate sei variabili principali che influenzano il comportamento del bambino: innanzitutto il contesto familiare, scolastico e comunitario in cui il bambino trascorre il proprio tempo; poi la lunghezza dell’osservazione, in quanto il comportamento del bambino può essere variabile nel tempo; altro parametro da considerare sono i partners, in quanto il comportamento del bambino varia in base alla familiarità che ha con il partner e in base all’età del partner stesso; è inoltre importante osservare il bambino all’interno di un gruppo; il comportamento del bambino può variare anche in base alla natura delle attività che svolge e che gli vengono proposte; infine, l’ultimo parametro da valutare è il cambiamento comportamentale che consegue alle transizioni tra un’attività e l’altra.

La quarta fase della valutazione SAP consiste nel documentare l’osservazione con il modello SAP-O, selezionando chiaramente il modello adatto allo stadio comunicativo del bambino ed in seguito compilarlo.

La fase cinque comporta il campionamento del comportamento, in quanto alcune capacità del bambino possono non manifestarsi anche in un lungo periodo di osservazione per diverse circostanze; dunque lo scopo è quello di raccogliere un campione di comportamenti di una gamma di funzioni in un periodo breve, usando procedure naturali. In particolare nel campionare il comportamento spontaneo è importante che il bambino abbia l’opportunità di iniziare il comportamento, dunque il partner dovrebbe usare uno stile facilitatore e non spingere troppo il bambino a comportarsi in un certo modo.

La pianificazione delle procedure di comportamento ha lo scopo di creare opportunità che possano aumentare l’insorgenza di quel particolare modello di comportamento; tali opportunità non sono altro che brevi attività che possono variare nel grado di supporto offerto dal partner. Nel caso, ad esempio, di bambini allo stadio Social e Language Partner che non avviano facilmente l’interazione, una tecnica che può contribuire ad accrescere modelli di comunicazione intenzionale è quella di usare le cosiddette tentazioni comunicative: si tratta di opportunità che provocano o spingono alla comunicazione, dunque comportano la creazione di un ambiente attraente per il bambino e qualche attività che permetta al bambino di prevedere l’azione svolta dal partner e dunque dargli un significato. Campionare il comportamento, inoltre, può essere utile per valutare la regolazione emotiva non osservata in routine e attività naturali: lo scopo è quello di ottenere un campione di osservazioni delle reazioni del bambino a diversi gradi di circostanze che creano disregolazione.

La sesta fase consiste nel compilare il modulo riassuntivo SAP-Sum integrando i dati ottenuti attraverso il SAP-R e il SAP-O. Tale modulo fornisce un sommario delle informazioni chiave, quali i punti di forza e i bisogni del bambino e le percezioni e le priorità della famiglia.

La fase sette è adibita al compito di fissare la priorità per ciascun obiettivo e per ciascun risultato: in base alle informazioni raccolte attraverso il SAP-R e il SAP-O, il team di valutazione lavora per assegnare priorità agli obiettivi settimanali affinchè questi risultino più funzionali, rispondano alle priorità della famiglia e siano in linea con le aree di necessità rilevate nel profilo del bambino.

È necessario considerare che tuttavia, il livello di sviluppo di un bambino all’interno del SAP-Sum non è l’unico fattore per scegliere gli obiettivi: la flessibilità è un aspetto cruciale per il successo del modello SCERTS.

La fase otto permette di inserire eventuali informazioni e raccomandazioni per future valutazioni: tali valutazioni possono essere condotte da esperti esterni, che non sono membri del team SCERTS.

Nella fase nove vengono riconosciute un numero di attività chiave significative, si definiscono i supporti per ciascuna di queste, si individuano i familiari che hanno un ruolo cruciale nel sostegno al bambino e si fissano degli obiettivi per ogni attività scelta.

L’ultima fase si occupa delle registrazioni in itinere: una volta, infatti, che gli obiettivi settimanali (da 1 a 4) per la comunicazione sociale, la regolazione emotiva e i supporti transazionali sono stati identificati, le performance del bambino dovrebbero essere monitorate giornalmente utilizzando il SAP daily track log, che si contiene dunque le registrazioni quotidiane.

È importante tracciare i progressi del bambino per avere informazioni sull’efficacia del piano educativo.

La valutazione attraverso l’utilizzo del modello SAP-O

Come precedentemente descritto, il modello di valutazione SAP si rivolge a tre domini e ciascuno di questi domini è suddiviso in due componenti centrali: l’attenzione comune e l’uso dei simboli per quanto riguarda la Comunicazione Sociale, la regolazione comune e l’autoregolazione per la Regolazione Emotiva, ed infine i supporti interpersonali e per l’apprendimento per l’ambito del Supporto Transazionale.

Gli obiettivi in ciascun dominio sono organizzati in tre stadi comunicativi, Social, Language e Conversational Partner e tali obiettivi sono suddivisi in risultati con specifici criteri. Oltre a definire il profilo per i tre domini, i punteggi ottenuti dal bambino rispetto a un determinato obiettivo, vengono combinati al fine di misurare i progressi all’interno degli otto indicatori di crescita socio-emotiva, che riflettono priorità comuni e preoccupazioni espresse dai genitori e dagli esperti. Nell’insieme tali indicatori rappresentano il risultato della crescita nello sviluppo socio-emotivo che influenza l’impegno del bambino nella relazione con l’ambiente e con gli altri e la sua capacità di apprendere.

All’interno della valutazione attraverso il modello SAP-O, lo stadio Social Partner include due transizioni che consentono al bambino di essere un partner sociale attivo: la transizione per comunicare con intenzione e significato e la transizione per l’acquisizione e l’uso di gesti e vocalizzi.

Lo stadio Language Partner include anch’esso due transizioni, in questo caso relative alla comunicazione simbolica: la transizione alle prime parole che generalmente è lenta e graduale e la transizione a combinazioni di parole che generalmente avviene quando il bambino accresce in modo improvviso il proprio vocabolario.

Infine anche lo stadio Conversational Partner include due transizioni: la transizione alla frase grammaticale e la transizione al discorso.

In generale per ciascuno stadio sono indicati dei criteri che si riferiscono ai diversi obiettivi, allo scopo di descrivere al meglio il comportamento che deve essere osservato e valutato.

 

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