ABSTRACT - PREMESSA - INTRODUZIONE - Piccoli Ninja in Vasca: Un percorso di acquaticità a sostegno dello sviluppo delle funzioni esecutive
ABSTRACT
L'acquaticità è una capacità innata che consente a un individuo di vivere in maniera positiva il contatto con l'acqua e sostiene lo sviluppo psicofisico in sintonia con le capacità fisiologiche emergenti (Guinzbourg & Lucca, 2009). Per questo è una pratica consigliata al bambino sin dai primi mesi di vita per il sostegno dello sviluppo neuro e psicomotorio, con obiettivi differenti a seconda dei periodi evolutivi (Broglio, 2005; Moulin, 2007; Belloni, 2007).
A partire da una attenta ricerca della letteratura relativa alle più recenti proposte di training per il controllo esecutivo (Halperin et al., 2012; Healey & Halperin, 2015) e per la regolazione comportamentale (Benso, 2016) si evidenzia come il sistema esecutivo in età prescolare si dimostri estremamente plastico e modificabile attraverso training mirati allo sviluppo di specifiche competenze (Blair, 2002; Diamond et al., 2007; Diamond & Lee, 2011).
Il progetto presentato in questa tesi si propone infatti di andare a verificare l’efficacia di un percorso ludico acquatico, predisposto attraverso una serie di attività strutturate, integrabili all’interno di un percorso di acquaticità classico, che avvalendosi degli strumenti e della metodologia propri della neuro e psicomotricità, permetta di migliorare le abilità motorie, cognitive ed esecutive, in maniera integrata, con l’obiettivo di implementare la capacità di autoregolazione del comportamento, quale fattore di protezione primario nei confronti di eventuali disarmonie del neurosviluppo.
Tale affermazione è supportata dal fatto che l'apprendimento motorio è strettamente
collegato con il sistema attentivo esecutivo e che i compiti motori possono diventare funzione di sostegno dei processi cognitivi centrali (Engle, 2002) (McCabe et al., 2010).
All’interno di questa cornice teorica il Terapista della neuro e psicomotricità si configura come esperto fondamentale, in grado di integrare nella pratica propria dell’acquaticità, compiti specifici per il potenziamento e l’abilitazione di competenze adattive, essendo per definizione il professionista sanitario specializzato sul tema dello sviluppo evolutivo, sui rischi e sui fattori di protezione nei confronti dei disturbi del neurosviluppo, ma anche un esperto del gioco e del suo ruolo peculiare nella promozione di abilità (D.M. 17 gennaio 1997, n.56).
Allo scopo di verificare l’efficacia del percorso predisposto, è stato condotto uno studio osservazionale in un campione di soggetti a sviluppo tipico (n=4) e atipico (n= 2) di età compresa fra i 3 e i 6 anni, che hanno partecipato al progetto sperimentale e quindi valutati gli effetti specifici di tale intervento, a confronto con soggetti che svolgono un percorso di acquaticità classico (n= 4) e con soggetti che non svolgono alcuna attività acquatica (n =5).
I partecipanti al progetto hanno frequentato la pratica acquatica per un totale di 9 incontri , a frequenza settimanale, della durata di 40 minuti, in una piscina adeguata per gli scopi della acquaticità.
Il disegno sperimentale ha previsto una valutazione in ingresso, l’intervento specifico per i diversi gruppi in studio e una valutazione dell’outcome al termine dell’intervento. Sono state valutate la persistenza motoria e l’inibizione (Test della statua, Batteria NEPSY-II ver. italiana; Korkman, Kirk e Kemp; 2011), l’organizzazione visuo-spaziale (Test dei concetti di relazione; Edmonston e Thane; 1994), l’equilibrio e la coordinazione statica e dinamica (Protocollo APCM-2; Sabbadini; 2015), la pianificazione e la memoria di lavoro (Prova dei labirinti; Batteria WPPSI; Fancello e Cianchetti; 2008 e Test dei barattoli; Batteria BAFE; Valeri et al.; 2015) e lo schema corporeo (Prova del disegno dell’omino: Miller Assessment for Preschoolers; Miller L.J.; 1988 Rev.).
L’analisi dei risultati ha rilevato un’iniziale omogeneità dei tre gruppi per età e per competenze in ingresso, mentre al termine del percorso si sono evidenziate alcune differenze: i tre gruppi hanno raggiunto miglioramenti omogenei nelle prove motorie e di schema corporeo, con risultati attribuibili ad effetto di sviluppo, mentre solo il gruppo sperimentale ha ottenuto miglioramenti significativi nelle prove esecutive, con risultati attribuibili all’effetto del training specifico, sia nei bambini a sviluppo atipico, che nei soggetti a rischio evolutivo.
Il percorso dei “Piccoli Ninja in vasca“, grazie alle proposte specifiche che permettono lo sviluppo di funzioni adattive dei comportamenti, ma anche alla cornice ludica narrativa che permette di sostenere l’evoluzione delle abilità metacognitive dei bambini, ha dimostrato evidenze di efficacia per la prevenzione primaria e secondaria nei confronti dell’instabilità psicomotoria e delle difficoltà di autoregolazione del comportamento, confermando la possibilità di riproporre il progetto come parte integrante della pratica neuro e psicomotoria per l’età prescolare.
PREMESSA
Il presente lavoro di tasi nasce dalla voglia di dare voce a diverse peculiarità che hanno caratterizzato il mio percorso formativo negli ultimi anni, ma anche il mio intero percorso di vita. Innanzitutto ho scelto di svolgere un lavoro sull’acqua perché essa è l’elemento che mi rappresenta, fin da quando ero piccolo. È un elemento molto particolare, in grado di compiere legami, di modificare la propria forma e che sta alla base della natura, una realtà a cui sono molto legato.
Grazie al periodo di tirocinio svolto durante il secondo anno del corso di laurea in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, ho potuto avvicinarmi all’ambiente della piscina, grazie alla collaborazione con la Cooperativa Sociale Colisseum, la quale mi ha permesso di osservare e imparare la pratica dell’acquaticità, iniziando a formarmi come un vero e proprio operatore. Ho svolto diverse ore di tirocinio, con bambini dai 3 ai 6 anni, affiancando operatori preparati ed esperti che mi hanno insegnato come utilizzare il metodo e i materiali propri dell’acquaticità. In seguito ho iniziato a condurre corsi individualmente, creando una attiva collaborazione con l’Assistente di tirocinio (che mi ha indirizzato presso questa struttura) e la Terapista di riferimento della struttura stessa. Una volta presa dimestichezza con il metodo dell’acquaticità ho potuto mettere in questa pratica anche le conoscenze teoriche e metodologiche proprie della neuro e psicomotricità, apprese durante questi tre anni di studio, dando vita a questo progetto di tesi. L’obiettivo fondante dell’idea è quello di arricchire le normali pratiche di acquaticità con elementi nuovi, che possano andare a supportare lo sviluppo armonico del bambino, soprattutto nelle componenti emotive e comportamentali.
Questa tesi cerca dunque di integrare delle competenze e caratteristiche che contraddistinguono la mia personalità con degli aspetti più pratici e metodologici appartenenti alla professionalità del Tnpee, che può operare e avvalersi professionalmente di un contesto unico e particolare, come quello della piscina.
INTRODUZIONE
L’acquaticità è attualmente una pratica molto comune, in quanto si dimostra un valido sostegno per l’intero processo di sviluppo psicomotorio del bambino, permettendone una evoluzione armonica in tutte le sue aree.
In particolare, recenti studi evidenziano che i bambini che partecipano ad un regolare programma di acquaticità per la prima infanzia, manifestano prestazioni motorie superiori, rispetto ad un gruppo di coetanei che non hanno usufruito di tale esperienza. Le principali differenze riportate da tale studio riguardano la prensione e l’equilibrio statico (Sigmundsson & Hopkins, 2009).
L’attività acquatica fornisce un valido sostegno allo sviluppo di altri aspetti dello sviluppo motorio, in particolare in relazione al movimento delle braccia, delle gambe, al controllo delle posizioni del corpo e della testa e all’autonomia di spostamento (Erbaugh, 1986).
A partire da tali presupposti, si è sviluppata quindi una pratica che sfrutta l’enorme varietà di stimoli forniti dall’ambiente acquatico e dalle relazioni che si instaurano all’interno di esso, a sostegno dello sviluppo globale e armonico del bambino. Nel dettaglio di questo progetto sperimentale l’acquaticità è pensata però anche come strumento per sviluppare competenze specifiche, che possano agire da fattori di protezione nei confronti dei disturbi del neurosviluppo, secondo la prospettiva propria del modello preventivo della neuro e psicomotricità, con particolare attenzione alle competenze emergenti del bambino in età pre-scolare e a sviluppo tipico, che frequentemente si approccia a tale pratica ludico-sportiva.
La prevenzione è una competenza specifica del Tnpee, che riguarda sia gli aspetti di prevenzione di una condizione di disabilità (prevenzione primaria e secondaria), sia la prevenzione di situazioni di esclusione del soggetto con disabilità, favorendo la generalizzazione di competenze apprese nel setting terapeutico agli abituali contesti di vita in modo da renderle adattive, garantendo la partecipazione del soggetto al proprio contesto.
Il presente progetto si rivolge in particolare alla costruzione di fattori di protezione nei confronti dei disturbi della regolazione, ovvero un insieme complesso di disturbi , che comprendono difficoltà riguardanti la sfera emotiva e comportamentale (Speranza, 2001).
Nei disturbi della regolazione è solitamente presente uno specifico pattern comportamentale, caratterizzato da disturbi riguardanti il controllo dell’azione, dell’attenzione e del comportamento e disturbi riguardanti la modulazione degli stati affettivi e di interazione con l’altro.
Per questo motivo lo studio può essere inserito nel modello proprio della prevenzione primaria della professione del Tnpee, in quanto presenta una esperienza, progettata e realizzata per l’età prescolare, in forma di un percorso di acquaticità, specifico per sviluppare alcune funzioni esecutive ed in particolare di controllo inibitorio, quali fattori protettivi primari nei confronti dei disturbi della regolazione, che si avvale della metodologia neuro e psicomotoria nella realizzazione delle attività e del setting peculiare.
Nel primo capitolo dell’elaborato vengono proposti i differenti utilizzi dell’acqua quale strumento terapeutico ma anche educativo per la promozione dello sviluppo armonico del bambino. Per quanto riguarda il versante riabilitativo verrà presentata in particolare l’idrokinesiterapia, mentre nella prospettiva di sviluppo verranno presentate le pratiche di acquaticità in età neonatale e in età pre-scolare, oggetto specifico del progetto, anche rielaborate secondo l’approccio e la metodologia neuro e psicomotoria.
Nel secondo capitolo viene presentato il bambino in età pre-scolare, ponendo particolare attenzione allo sviluppo delle funzioni esecutive come abilità emergenti in questa fase evolutiva e alla figura del Tnpee, quale protagonista principale nel sostegno del bambino nel suo percorso di crescita, attraverso l’attuazione di interventi di prevenzione, in particolare, facendo riferimento al progetto presentato, di tipo primario.
Nel terzo capitolo verranno descritti i disturbi della regolazione, partendo da concetti generali sullo sviluppo dell’autoregolazione, fino a giungere alle diverse patologie pervasive dello sviluppo, con particolare attenzione sul disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività che rappresenta la condizione clinica più frequente nella pratica clinica del Tnpee.
Nel quarto capitolo viene descritto l’approccio neuro e psicomotorio ai disturbi della regolazione nelle patologie dello sviluppo, anche attraverso la presentazione di un caso clinico esemplificativo. Nel dettaglio vengono presentate le funzioni esecutive implicate nei disturbi della regolazione, con i relativi modelli e gli strumenti di riabilitazione propri della terapia neuro e psicomotoria.
Nel quinto e sesto capitolo viene presentato il progetto sperimentale, a partire dagli obiettivi specifici verranno illustrati i materiali e i metodi utilizzati e verranno presentati e discussi i risultati ottenuti dall’applicazione del progetto “Piccoli ninja in vasca”.
L’ultimo capitolo contiene le conclusioni con una riflessione generale sul lavoro svolto e sulla significatività dei risultati ottenuti.