Dalla voce udita alla voce prodotta

Per iniziare questo percorso, è prima di tutto necessario chiedersi che cosa sia la voce. Non è facile dare una definizione esaustiva di questo termine. Sembra qualcosa di scontato, ma in realtà, ogni volta che si affronta l’argomento “voce”, ognuno ne sceglie un aspetto e la definisce in base a precise caratteristiche che, però, non la descrivono in toto. Solitamente con il termine voce si tende ad indicare più oggetti: da una parte la manifestazione acustica, il suono, frutto di un gesto puramente corporeo; dall’altra il mezzo, assolutamente personale, attraverso cui è possibile esprimere emozioni, sentimenti, pensieri, mezzo con cui è possibile comunicare esplicitamente con l’altro. Queste definizioni sono entrambe esatte, ma limitate, poiché è difficile descrivere contemporaneamente diversi parametri con diversi linguaggi. La voce è tangibile e reale, ma nello stesso tempo non ha apparentemente consistenza e non può essere toccata, non ha forma definita, non ha un colore sempre uguale, non è percepita da tutti allo stesso modo. Questa variabilità della voce la rende, da un lato, difficilmente confinabile e poco descrivibile in modo esaustivo, dall’altro però sono la sua variabilità e dinamicità che le permettono di essere uno strumento utilizzabile e malleabile per vari scopi. Nel caso specifico di questo lavoro, mi riferirò alla voce come un possibile strumento terapeutico nella cura dei bambini grazie alle dinamiche che promuove nella relazione duale.

Per capire come si sviluppa la voce è innanzitutto necessario partire dalle primissime fasi dello sviluppo del bambino, ovvero dalla vita gestazionale. Sarebbe importante comprendere cosa, progressivamente alla formazione dell’apparato uditivo, il feto sia in grado di percepire all’interno dell’utero materno. La vastità del tema, però, non può essere contenuta in questo lavoro. Saranno quindi fornite solo alcune informazioni basilari, per comprendere i concetti successivi. 

La voce sarà considerata, per prima cosa, in quanto voce udita e percepita che poi con la nascita e con la crescita del bambino, si trasformerà in voce prodotta. Il percorso procederà quindi considerando lo sviluppo del bambino dopo la nascita e la comparsa della voce che si manifesterà, nello stesso tempo, come uno strumento per la conoscenza di sé e come mezzo di comunicazione dei propri bisogni.

Fin dal principio la voce, sia essa udita o prodotta, emergerà come un elemento intrinseco della vita.

 

Indice

INTRODUZIONE
 
 
  1. PRIMA PARTE: LO SVILUPPO DELLA VOCE
    1. Dalla voce udita alla voce prodotta
      1. "In principio era il suono": la voce udita nella vita fetale 
      2. Lo sviluppo della voce nel primo anno di vita: la voce prodotta
    2. La voce e le categorie psicomotorie
      1. La voce e lo spazio
      2. La voce e il tempo
      3. La voce e il tono muscolare
      4. La voce e la postura
      5. La voce e gli oggetti
    3. La voce parlata e la voce cantata
  2. SECONDA PARTE: LA VOCE IN TERAPIA
    1. Il Dialogo tonico e sonoro
      1. Il dialogo tonico
      2. Il dialogo sonoro
    2. In Dialogo con bambini "Speciali"
      1. Casi Clinici
      2. Area Neuromotoria
        1. C.
        2. I.
      3. Tirocinio in Musicoterapia
        1. N.
        2. A.
        3. E.
    3. Dal Dialogo Tonico al Dialogo Sonoro
      1. E' sufficiente il dialogo tonico?
    4. Obiettivi del trattamento
      1. Dialogo tonico e schema corporeo
      2. Dialogo sonoro e schema corporeo
      3. Dialogo tonico e comunicazione di bisogni ed emozioni
      4. Dialogo sonoro e comunicazione di bisogni ed emozioni
    5. Dialogo Tonico e Sonoro: semplicemente Ninna-nanna
 
CONCLUSIONI
APPENDICE
BIBLIOGRAFIA
 

Tesi di Laurea di: Maria Vittoria BERNO

Sito internet: http://dialogoconbambinispeciali.blogspot.it/

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