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INTRODUZIONE - Il dialogo tonico e il dialogo sonoro

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Il non-verbale espresso dal linguaggio del corpo e il non verbale espresso dagli aspetti prosodici del parlare, vengono a coincidere nella voce. Che è il crocevia di corpo e parola. La voce dà voce al corpo e a tutto quanto esso tenta di trasmettere [1].

Perché proprio la Voce?

Il percorso di studi di questi anni, arricchito dalle esperienze di tirocinio, mi ha consentito di interessarmi concretamente al peso e all’importanza, in terapia come nella relazione, di alcuni elementi costitutivi della persona: il corpo e la parola. Indipendentemente dalla personalità di ciascuno, dalle scelte tecniche e professionali adottate nello svolgere un trattamento terapeutico, dalla diversa modalità di strutturare una relazione, essi ci accomunano, poiché sono costitutivi del nostro modo di essere.

Se corpo e parola fanno necessariamente parte della vita personale e professionale del terapista, ritengo importante approfondirne la conoscenza, pur essendo ben consapevole che pensare di sintetizzare esaustivamente, in un singolo lavoro, l’enorme complessità di questi due ‘mondi’ non è possibile.

Per questo ho deciso di focalizzare la ricerca intorno ad un elemento che funge da tramite, da ponte tra corpo e parola, ossia la voce.

Se la voce è il crocevia di corpo e parola, essa ha una grande importanza anche nel  promuovere l’armonia tra questi aspetti fondamentali della persona.

Nella terapia neuro e psicomotoria questi elementi costituiscono un importante stimolo di riflessione: l’influenza che la voce esercita nello sviluppo e nella vita della persona dovrebbe essere considerata attentamente durante l’osservazione terapeutica. Parlando della voce ci riferiamo, ad esempio, a quella che un bambino ascolta da sempre, la voce dei genitori; ci riferiamo alla voce del bambino che comunica al di là del significato delle singole parole, alla voce che non si manifesta nel linguaggio e spesso proprio per questo è difficile darle ascolto, a quella voce che è capace di accarezzare, avvolgere, dare confini e sicurezze come se fosse un abbraccio.

La voce può apparire come una cosa ovvia, ma non lo è: è parte integrante dell’identità della persona, nasce con noi e cresce insieme a noi, è una parte fondamentale di noi stessi anche se non così consapevole. E’ per questi motivi che nell’ottica del lavoro di terapista della neuro e psicomotricità, ritengo possa essere utile giungere ad una maggiore conoscenza di questo elemento.

Un ulteriore stimolo che mi ha spinto verso questo lavoro è rappresentato dalla mia personalità. Fin da piccola ho utilizzato la voce e, in particolar modo il canto, come mezzo espressivo privilegiato. Il canto mi ha permesso di comunicare le mie emozioni, di dare voce si miei sentimenti e di arricchire la mia comunicazione.

Ritengo che ogni terapista si strutturi intorno alle proprie peculiarità, che costituiscono anche dei punti di forza. Quindi, per sfruttare al meglio i punti di forza, è necessario conoscerne potenzialità e limiti.

Il lavoro sarà suddiviso in due parti:

La prima parte, prettamente teorica, sarà dedicata allo sviluppo della voce, all’importanza che essa riveste nei rapporti duali, e all’analisi dei legami della voce con le altre categorie psicomotorie.

La seconda parte, che è stata costruita intorno all’osservazione dei casi clinici, sarà invece dedicata a comprendere come i concetti teorici possano aiutare ad impostare un adeguato trattamento dei bambini attraverso la voce e il corpo.

Nello specifico il primo capitolo tratterà lo sviluppo della voce del bambino durante la gravidanza e l’importanza che la voce della madre riveste in questo periodo. In questa fase si parlerà di voce in quanto voce udita poiché il bambino non produce ancora suoni, ma li può già ascoltare. Di seguito verrà poi analizzato lo sviluppo della voce del bambino nei primi anni di vita, fino allo sviluppo del linguaggio. In questa fase la voce non sarà solo una voce udita, ma anche una voce prodotta, in quanto il neonato, dal primo vagito, comincia a comunicare con il mondo anche attraverso di essa.

Nel secondo capitolo, al fine di far emergere la voce in rapporto alle altre componenti dello sviluppo, essa verrà analizzata in rapporto allo spazio, tempo, tono, postura e oggetti.

Nel terzo capitolo si affronterà una breve riflessione a proposito di voce parlata e voce cantata al fine di comprendere che non si tratta di due cose distinte, ma di due sfumature diverse della stessa voce.

Il quarto capitolo introdurrà la seconda parte del lavoro, e l’attenzione verrà posta sul Dialogo, tonico e sonoro, dei quali verrà fatta una breve descrizione e un’analisi.

Il quinto capitolo, introdotto da una riflessione sui rapporti dialogici con i bambini ‘speciali’, verterà sulla descrizione dei casi clinici: verrà riportata una breve anamnesi e la storia clinica dei bambini e poi verrà analizzata la loro voce e le dinamiche vocali e corporee emerse durante l’osservazione e il trattamento.

Il capitolo sesto porrà l’accento su alcuni quesiti in merito al dialogo tonico, nel tentativo di comprendere come sia possibile giungere a determinati scopi nel trattamento, quando il dialogo tonico risulta essere una modalità non accettata dai bambini. Quindi nel capitolo settimo verranno individuati due importanti obiettivi nel trattamento, organizzazione dello schema corporeo e condivisione di bisogni ed emozioni, e si cercherà di comprendere come essi possano essere favoriti dal dialogo tonico e dal dialogo sonoro.

L’ottavo e ultimo capitolo analizzerà la ninna-nanna come ‘tecnica’ e approccio relazione diadico presente fin dall’antichità per la promozione del benessere del bambino piccolo, attraverso l’unione delle dinamiche corporee e sonore.

Scopo del lavoro:

Al fronte dei numerosi studi a favore del dialogo tonico e del rapporto corporeo mamma-bambino, terapista-bambino, la ricerca mira a sottolineare come la voce sia un’altra componente intrinseca dello sviluppo facendo emergere quindi la sua importanza anche nel trattamento neuro e psicomotorio. Si cercherà in questo modo di analizzare come dialogo tonico e dialogo sonoro si trovino da un lato ad essere uniti e dall’altro scissi e in che modo il dialogo sonoro possa promuovere le dinamiche solitamente ricercate attraverso il dialogo tonico.

Le domande che guideranno la ricerca sono le seguenti:

  • Che importanza e che peso ha la voce nello sviluppo e poi nel trattamento dei bambini e degli adolescenti?
  • La voce e il dialogo sonoro possono essere strumenti utili in terapia per promuovere determinati obiettivi?

 


 [1] A. Di Benedetto in C Paganotti.- A.Caraffini, Il suono e la vita prenatale, http://www.filarmonicacapitanio.it/articolo%20N53P10.htm

 

Indice

INTRODUZIONE
 
 
  1. PRIMA PARTE: LO SVILUPPO DELLA VOCE
    1. Dalla voce udita alla voce prodotta
      1. "In principio era il suono": la voce udita nella vita fetale 
      2. Lo sviluppo della voce nel primo anno di vita: la voce prodotta
    2. La voce e le categorie psicomotorie
      1. La voce e lo spazio
      2. La voce e il tempo
      3. La voce e il tono muscolare
      4. La voce e la postura
      5. La voce e gli oggetti
    3. La voce parlata e la voce cantata
  2. SECONDA PARTE: LA VOCE IN TERAPIA
    1. Il Dialogo tonico e sonoro
      1. Il dialogo tonico
      2. Il dialogo sonoro
    2. In Dialogo con bambini "Speciali"
      1. Casi Clinici
      2. Area Neuromotoria
        1. C.
        2. I.
      3. Tirocinio in Musicoterapia
        1. N.
        2. A.
        3. E.
    3. Dal Dialogo Tonico al Dialogo Sonoro
      1. E' sufficiente il dialogo tonico?
    4. Obiettivi del trattamento
      1. Dialogo tonico e schema corporeo
      2. Dialogo sonoro e schema corporeo
      3. Dialogo tonico e comunicazione di bisogni ed emozioni
      4. Dialogo sonoro e comunicazione di bisogni ed emozioni
    5. Dialogo Tonico e Sonoro: semplicemente Ninna-nanna
 
CONCLUSIONI
APPENDICE
BIBLIOGRAFIA
 

Tesi di Laurea di: Maria Vittoria BERNO

Sito internet: http://dialogoconbambinispeciali.blogspot.it/

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