Contenuti della ricerca - Progetto Migranti per la formazione di TNPEE senza forntiere
Materiali e metodi (1)
Costruzione e progettazione del questionario
Al fine della ricerca, è stato progettato ed elaborato ex novo, un questionario composto da 8 quesiti in cui si andava ad indagare diversi parametri clinici significativi. Il questionario è stato sottoposto a un diverso numero di terapisti della Neuropsicomotricità che attualmente, lavorano in diversi servizi di Neuropsichiatria Infantile presenti sul territorio Lombardo. Questa serie di domande è stato recapitato a ciascun terapista per mezzo di una E-mail; questa andava ad esplicare gli obiettivi principali della ricerca prefissatasi e le modalità di compilazione e risposta alle domande poste. Per quanto riguarda il questionario, esso è costituito da un totale di 8 quesiti, a loro volta divisi in 2 domande chiuse (risposta da selezionare da una lista di possibili opzioni fornite), mentre le restanti 6 consentivano al terapista di rispondere liberamente ed esprimere le proprie impressioni, idee ed esperienze. Andando ad analizzare nello specifico i singoli quesiti, si potrà comprendere al meglio quali siano gli obiettivi principali che tale rilevazione statistica si proponeva di ottenere.
Da quanti anni svolge tale professione
Si è innanzitutto cercato di ricavare attraverso una domanda a risposta chiusa, da quanto tempo ciascun terapista svolgesse tale lavoro. La domanda potrebbe sembrare poco rilevante ai fini dell'argomento trattato, ma si è cercato di correlare le risposte a tale quesito, ad un altra domanda presente nel questionario che andava ad indagare con quali tipi di pazienti, il terapista manifestasse più difficoltà. Tralasciando per un secondo la relazione tra questi due quesiti, si è cercato di rilevare per prima cosa, quale categoria di terapisti prevalesse (in termini di anni di lavoro in ambito psicomotorio), così da potere successivamente fare un confronto quantitativo tra l'esperienza clinica maturata con gli anni, e le relative difficoltà con soggetti stranieri.
Numero di pazienti attualmente in carico
Attraverso tale quesito, si è cercato di ottenere numericamente, la quantità di pazienti che ciascun terapista di ogni servizio di Neuropsichiatria Infantile, avesse in carico nel periodo in cui ha completato il questionario. In questa seconda domanda, non si chiede al terapista di fare già una distinzione tra pazienti di origine Italiana o straniera, ma semplicemente di segnalare il numero di bambini in carico in quel determinato momento. Solo in un secondo momento, si è andati a domandare il numero di pazienti stranieri che stavano seguendo una terapia Neuropsicomotoria presso quel determinato centro riabilitativo. Una volta ottenuti questi due dati significativi al fine della ricerca, si è potuto svolgere un confronto quantitativo sul rapporto tra il numero di pazienti Italiani e stranieri sia per quanto riguarda la situazione di ogni singolo terapista, che per avere una panoramica generale sul rapporto tra il numero di pazienti totale e il numero di paziente stranieri.
Con quali patologie lavora prevalentemente
Andando a domandare quali siano le patologie con cui ciascun terapista entri maggiormente in contatto e lavori, si è potuto ottenere un dato interessante da potere poi confrontare in maniera qualitativa, con le patologie maggiormente presenti nei pazienti stranieri. In questo caso non si è andati a domandare il numero preciso di pazienti con una determinata patologia, ma si è semplicemente richiesto di segnalare le malattie più frequentemente incontrate e che hanno una maggiore ricorrenza. Si procede, ai fini di una più chiara esposizione, a formulare un esempio. Nel quesito numero tre, si va a domandare quali siano le patologie con cui maggiormente il terapista lavori; lo psicomotricista segnerà una sola volta la patologia con la frequenza maggiore (es. autismo). Nell'elaborazione dei dati, la segnalazione in questo quesito di ciascuna malattia verrà conteggiata come unità che verrà poi sommata alle altre. Nonostante i pazienti affetti da quella specifica malattia segnalata dal terapista, siano un numero superiore all'unità, si è preferito conteggiarla (ai fini di una maggiore semplicità esecutiva), in tale modo. Per questa ragione, il confronto tra il "quadro generale delle patologie" e quello legato ai pazienti stranieri (in questo caso ogni singolo caso di malattia, viene contato come singola unità), potrà avere una matrice puramente qualitativa, in quanto sono stati utilizzati due parametri differenti per la rilevazione numerica dei dati.
Elencare il numero di pazienti stranieri
In tale quesito si cerca di indagare quantitativamente la presenza di soggetti stranieri in carico per ciascun terapista. Tale rilevazione si collega alla domanda numero 2, in cui si chiedeva di segnare il numero totale di pazienti per ciascuno psicomotricista; combinando e incrociando i dati numerici ricavati si vanno ad ottenere 2 differenti indicazioni: innanzitutto si può fare un confronto (ottenendo un valore percentuale), tra i singoli dati di ciascun questionario. Si va quindi ad osservare quale sia la percentuale di soggetti stranieri presi in carico, rispetto al totale dei pazienti di quel determinato terapista. Secondariamente, si potrà avere una panoramica generale dell'incidenza e quindi anche del valore percentuale di pazienti stranieri sulla somma totale dei pazienti. In questo secondo caso si procede facendo la somma matematica del numero di pazienti in carico presso ciascun terapista; in seguito si dovranno sommare i dati relativi al numero totale dei pazienti stranieri. Una volta ottenute le somme totali, si andrà ad ottenere il valore percentuale e a ricavare quindi l'incidenza, dell'utenza straniera rispetto al totale dell'utenza ricavata dai dati di tutti i questionari.
Elenco di nazionalità e il numero di soggetti immigrati in terapia
Attraverso tale quesito, si è potuto effettuare un confronto tra i dati forniti dall'ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), relativi all'immigrazione sul territorio Lombardo nel 2010 e i dati ricavati dal questionario, in particolar modo da questa segnalazione. Le percentuali fornite per Continente, relative al biennio 2009-2010 del flusso migratorio in Lombardia, sono state confrontate con i dati e le relative percentuali ottenute dal seguente quesito. Si sono innanzitutto sommati i singoli dati per ciascun Paese di provenienza, facendoli rientrare nei relativi Continenti (Africa, Asia, America, Europa), ottenendo quindi il relativo valore percentuale. Una volta ottenuti i 4 valori, si è andati a confrontarli con quelli relativi al flusso migratorio del 2009-2010; è risultato utile fare tale operazione, in quanto ci si è resi conto del massiccio fenomeno migratorio, cosa che porta ad avvalorare ancora di più, il focus d'interesse relativo alla psicomotricità e le dinamiche interculturali che subentrano in seguito al processo di immigrazione.
Quali patologie presentano maggiormente i pazienti stranieri
In questa sesta domanda del questionario si è voluto indagare sulle patologie cui i pazienti stranieri sono affetti. In un secondo tempo, si sono create delle macro – categorie, in cui sono state inserite le varie malattie specifiche a seconda dell'area di sviluppo maggiormente colpita. In tale quesito si è andati a conteggiare il numero esatto dei pazienti e dei relativi casi di patologia, fornendo così un quadro quantitativamente coerente e completo. E' stato successivamente possibile confrontare i risultati per ogni singola categoria, con i dati del quadro generale delle patologie (domanda numero 3). Questo confronto è semplicemente un tentativo di valutare ed eventualmente segnalare delle discrepanze marcate tra le due serie di dati. Non è stato possibile effettuare un confronto di tipo quantitativo basato sui rispettivi valori numerici riguardanti ciascuna categoria, in quanto sono stati utilizzati dei criteri valutativi e di numerazione differenti tra le due serie. Risulterebbe quindi inappropriato ed erroneo confrontare numericamente i dati provenienti da questi due quesiti; fatta tale precisazione, si è però ritenuto interessante fare un confronto che si potrebbe definire macroscopico, tra il quadro generale e quello relativo all'utenza straniera, in modo da ottenere una panoramica molto generale che potesse dare delle indicazioni che fungessero da linee guida per effettuare successive ipotesi e valutazioni.
Con quale tipo di utenza riscontra maggiori difficoltà
Tale quesito è stato formulato in modo da consentire direttamente agli operatori l'effettiva rilevanza della problematica legata all'utenza straniera. La risposta prevede la selezione da una serie di opzioni presentate ai terapisti; sono state fornite 5 possibili risposte tra cui scegliere: la prima (scelta A), sottolinea in maniera marcata ed esclusiva, la presenza di difficoltà da parte dell'operatore, nel trattamento con pazienti stranieri; la seconda opzione (B), diversamente dalla prima risposta, sottolinea la difficoltà da parte dell'operatore di intraprendere un percorso riabilitativo con soggetti stranieri, piuttosto che con quelli italiani (va sottolineata una leggera sfumatura in cui le difficoltà non sono legate solo ed esclusivamente alla terapia con pazienti stranieri). La terza scelta (C) permette agli operatori di segnalare come non ci siano differenze nel trattamento di soggetti immigrati o italiani: nessuna delle due "categorie" di pazienti prevale sull'altra. Le ultime due opzioni (D ed E), sono similari alle prime due (A e B), con la sola differenza che le difficoltà (di grado più lieve nel caso della scelta D ed esclusive della E), erano riscontrate maggiormente con soggetti italiani rispetto all'utenza straniera. Si è quindi cercato di rilevare, partendo dall'esperienza personale di ciascun operatore, le effettive e concrete difficoltà terapeutiche nel corso della propria esperienza lavorativa. In seguito, incrociando i dati relativi alle risposte del primo quesito, è stato possibile effettuare un confronto e in seguito stabilire un possibile legame, tra il fattore associato all'esperienza lavorativa in termini di anni (quesito 1), e le difficoltà incontrate nell'imbastire un percorso terapeutico con pazienti di origine straniera (quesito 7).
Quali fattori influenzano maggiormente la terapia
La risposta a questo ultimo quesito era legata all'opzione selezionata nella domanda precedente. L'intento è quello di consentire a ciascun operatore di esprimere liberamente quali sono, secondo lui/lei, i fattori che maggiormente possono influenzare la terapia e l'eventuale successo terapeutico. Non sono state fornite delle categorie fisse da segnare, ma la risposta poteva prevedere qualsiasi fattore e dinamica che il terapista riteneva influenzante il processo riabilitativo o la terapia. Solo successivamente è stato necessario creare delle macro – categorie nelle quali racchiudere le risposte fornite da ciascun operatore. Questo ultimo quesito consente di individuare quali concretamente siano le maggiori cause o fattori che possono influenzare la terapia, partendo però dall'esperienza concreta e "sul campo" di ogni Terapista della Neuropsicomotricità. Solo successivamente è stato possibile confrontare i dati ottenuti con le ricerche e le basi teoriche fornite dai vari Psichiatri e Psicologi che hanno trattato il tema della Clinica in situazione Transculturale.
Casistica(1)
Rilevamento dati
Una volta elaborato e strutturato il questionario è stato possibile recapitarlo elettronicamente a diverse strutture riabilitative (sia UONPIA che centri privati), tutte sparse sul territorio Milanese. Grazie alla gentilezza e alla disponibilità di molti operatori, si è riusciti ad ottenere un totale di 28 questionari (rimasti anonimi sia per quanto riguarda i terapisti, che il centro in cui essi lavorano). Nonostante il numero di questionari ottenuti non sia statisticamente rilevante, è sembrato comunque interessante andare ad analizzare singolarmente i dati ottenuti in modo da fornire (seppure con una casistica non molto ampia), alcune riflessioni cliniche e terapeutiche interessanti e significative.
Anni di lavoro nell'ambito della riabilitazione psicomotoria
I dati riguardanti gli anni di esperienza e di lavoro in ambito psicomotorio hanno fornito delle indicazioni a livello quantitativo sia per quanto riguarda il numero effettivo dei terapisti, sia per poter valutare (in una fase successiva), il possibile legame esistente tra difficoltà terapeutiche ed esperienza in ambito clinico sviluppata da ciascun operatore. In totale sono stati 28 i questionari restituiti compilati; di conseguenza 28 è anche il numero dei terapisti che li hanno compilati. Al fine di rendere più facile la rilevazione statistica, sono state proposte 3 opzioni tra cui scegliere: la prima (A) corrisponde ad una fascia di operatori che lavorano in ambito psicomotorio da un periodo compreso tra 1 e 5 anni; la seconda opzione (B) rappresenta quella fascia di terapisti che hanno sviluppato un esperienza lavorativa compresa tra i 5 e i 10 anni. L'ultima scelta (C) corrisponde a quell'insieme di operatori che lavorano da più di 10 anni in ambiti riabilitativi psicomotori. Una volta specificata tale suddivisione, è risultato semplice individuare e rilevare il numero di terapisti e le relative percentuali corrispondenti a ciascuna categoria. Nel complesso i terapisti che hanno selezionato l'opzione A (1-5 anni), sono stati 7, dando origine ad un valore percentuale corrispondente al 25%. Non strettamente legato ai fini della ricerca, questo dato consente di ipotizzare che poco più di un quarto degli operatori appartengono a quella nuova generazione di psicomotricisti che si è formata in seguito all'approvazione del Decreto Ministeriale n. 56 del 17 gennaio 1997: "Individuazione della figura e del relativo profilo professionale del terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva". Proseguendo nella rilevazione dei dati relativi all'esperienza lavorativa in ambito psicomotorio, sono stati in 6 a scegliere la seconda opzione (B: 5 – 10 anni); questa risulta essere la fascia di operatori meno numerosa in quanto rappresenta il 21,4%, ovvero poco meno di un quinto del totale. Andando ad analizzare l'ultima categoria di operatori (opzione C: più di 10 anni di esperienza), si è potuto notare come questa rappresenti la maggioranza dei terapisti; sono stati in totale 15 i soggetti che hanno selezionato tale risposta, rappresentando così la percentuale più ampia corrispondente al 53,6%, ovvero poco più della metà dei terapisti totali. In tabella 1 sono riassunti brevemente questi primi dati raccolti.
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A (1 – 5 anni) |
B (5 – 10 anni) |
C (più di 10 anni) |
Totale |
7 |
5 |
14 |
Percentuale |
25,00% |
21,40% |
53,60% |
Numero di pazienti in carico
Si è potuto rilevare attraverso tale quesito, il numero effettivo di pazienti in carico per ciascun terapista. Il numero varia da questionario a questionario e i singoli dati saranno riportati poi nella sezione Appendice; risulta però necessario e interessante fornire i due valori limite all'interno dei quali si vanno a collocare poi tutti gli altri. Questi rappresentano il numero minimo di pazienti in carico (14) e quello massimo (40). In questa sede risulta fondamentale osservare il numero totale dei pazienti e successivamente calcolare una media matematica sul numero di utenti in carico per ciascun terapista. Andando a sommare tutti i 28 dati ricavati da ciascun questionario, è risultato che il numero totale dei pazienti in carico corrisponde a 629. Tale numero risulta essere indicativo in quanto consente di osservare come per ciascun terapista, la media risulti all'incirca di 23 pazienti in carico. Volendo essere più puntigliosi, si potrebbe calcolare (ipotizzando che una settimana comprenda 5 giorni lavorativi), la media dei pazienti e delle relative terapie che ciascun operatore svolge quotidianamente. Si va a dividere il valore fornito dalla media dei pazienti (23), per il numero dei giorni lavorativi (5), ottenendo quindi 4.4, il corrispondente numero di pazienti che ogni singolo terapista ha in trattamento ogni giorno. Sembra superfluo specificare che le operazioni appena effettuate siano di natura puramente matematica in quanto è evidente che il valore 4.4 ottenuto rappresenti una media in cui non si tiene minimamente conto dell'indivisibilità della persona. In altre parole il numero fornito dalla media aritmetica, rappresenta un valore puramente ipotetico e ideale. In tabella 2 si vanno a riassumere i dati principali:
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Numero di pazienti |
Totale |
629 |
Media per terapista |
23 |
Media pazienti al giorno |
4,4 |
Quadro patologico generale
E' stato chiesto di segnalare quali fossero le patologie con cui maggiormente ciascun operatore entrasse in contatto e che ha incontrato nel corso della propria esperienza terapeutica. Sono state segnalate molti tipi di patologie, tra cui sindromi genetiche, disturbi specifici dello sviluppo o dell'apprendimento e altri disturbi di natura psicomotoria. Si è quindi cercato di far rientrare le specifiche patologie in otto macro – categorie che potessero fungere da contenitori a seconda dell'area di sviluppo compromessa o delle difficoltà che le diverse manifestazioni cliniche potevano fornire. Si riportano le macro – categorie costruite, i criteri secondo cui ciascuna patologia è stata fatta rientrare ed il relativo numero di segnalazioni:
- Sindromi genetiche (16): In questa categoria rientrano quelle patologie a matrice genetica che in seguito a danneggiamento di materiale genetico, portano ad un quadro sintomatologico e patologico ben definito e con determinate caratteristiche. All'interno di questa categoria rientrano quindi la Sindrome di Down (nota anche come trisomia 21), Sindrome di Sotos (o gigantismo cerebrale), Sindrome di Sjogren (malattia autoimmune), Sindrome di Mowat – Wilson (malattia autosomica dominante), Sindrome di Arnold – Chiari (malformazione della fossa cranica posteriore), Sindrome di Cri du Chat (Sindrome del grido di gatto).
- ADHD e disturbi del comportamento (16): In questa categoria rientrano quelle patologie caratterizzate da fattori legati all'attenzione, iperattività ed al comportamento. Questi tre parametri possono presentarsi sia singolarmente che contemporaneamente, senza che la presenza dell'uno escluda anche la presenza degli altri. All'interno di questa categoria rientrano quindi la ADHD (sindrome da deficit di attenzione ed iperattività), deficit o disturbo dell'attenzione, iperattività e disturbi del comportamento (categoria che al suo interno presenta un gran numero di sotto – classi che non si vanno a specificare).
- Ritardo Psicomotorio (14): In questa categoria rientrano quei soggetti che presentano un ritardo in una o più aree dello sviluppo. Questa risulta essere una categoria abbastanza ibrida, in cui spesso vengono inseriti bambini che presentano un quadro sintomatologico variegato che li porta a ritardare o in certi casi a non raggiungere, l'acquisizione delle principali tappe psicomotorie.
- Disturbi neuromotori (14): In questa categoria rientrano quei disturbi che influenzano le capacità e le abilità neuromotorie del soggetto in questione. Tali disturbi possono colpire a diversi livelli l'area neuromotoria del bambino, andandone ad influenzare sia la componente qualitativa, quella esecutiva, ideativa e programmatoria. All'interno di questa categoria sono stati inseriti rispettivamente: Disturbi minori del movimento, Disprassia (difficoltà di compiere gesti coordinati e diretti a un determinato fine), Maldestrezze, Impaccio motorio, Patologie neuromotorie (in termini generali), disturbi di coordinazione.
- Disturbi generalizzati dello sviluppo(21): I Disturbi Generalizzati dello Sviluppo (DGS), sono caratterizzati da una compromissione a livello di più aree di sviluppo del bambino: interazioni sociali, competenze comunicative, comportamenti, interessi, gioco, ed attività. Il quadro clinico più grave di questa categoria è rappresentato dall'Autismo Infantile, ma quando la sintomatologia non raggiunge la soglia di gravità prevista per l'Autismo si parla genericamente di "Disturbo Pervasivo dello Sviluppo" . In questa categoria rientrano quindi: Disturbo autistico, disturbo generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato, Sindrome di Asperger (nota anche come autismo ad alto funzionamento), Disturbo disintegrativo della fanciullezza (esplosioni improvvise di aggressività auto ed etero-diretta ), Sindrome di Rett (attività ripetitive e stereotipate delle mani, grave compromissione del linguaggio e ritardo mentale).
- Disturbi relazionali (10): In questa categoria rientrano tutte quelle patologie strettamente legate alle dinamiche relazionali che possono svilupparsi nel corso dello sviluppo psico – affettivo del bambino. Inoltre sono state inserite quelle patologie legate anche alla sfera emotiva che possono andare ad influenzare le capacità relazionali e sociali del soggetto, rendendolo quindi patologico. In questa categoria rientrano quindi: Disturbi relazionali, disturbi emotivo – relazionali, disturbi dell'attaccamento.
- Paralisi Cerebrali Infantili (12): In questa categoria sono riportate quelle patologie di origine neurologica ed organica che si sono instaurate in seguito a danni pre, peri o post natali. Oltre alla presenza delle paralisi cerebrali infantili (PCI) in senso stretto, in questa categoria, rientrano anche quelle patologie legate a traumi o lesioni avvenuti prima, durante o dopo il parto e che hanno portato all'insorgenza del quadro patologico. Sono state fatte rientrare in questa categoria: PCI (paralisi cerebrali infantili), Encefalopatie, Epilessia, Emiplegia post parto, Paralisi ostetriche, problematiche legate alla gestazione.
- Ritardi cognitivi (18): Con questo termine si cerca di definire una problematica a livello delle competenze cognitive che possono portare allo sviluppo di difficoltà nell'apprendimento di abilità scolastiche. In questi soggetti il funzionamento intellettivo risulta essere inferiore rispetto alla media. In questa categoria sono stati collocati rispettivamente: Ritardo mentale, disturbi dell'apprendimento, disturbi del linguaggio.
Come è stato precedentemente specificato, le segnalazioni per ciascun tipo di categoria, sono state conteggiate come singole unità e non in base al numero di pazienti affetti da quel particolare tipo di disturbo. Questo risulta essere fondamentale in quanto si è cercato di fornire un quadro generale che potesse dare una visione d'insieme della situazione e del tipo di patologie maggiormente frequenti nei diversi servizi di Neuropsichiatria Infantile. Di seguito in tabella 3 si riportano schematicamente i dati relativi alle segnalazioni raccolti:
Macro - categorie |
Numero di segnalazioni |
Valori percentuali |
Sindromi genetiche |
16 |
13,22% |
ADHD & disturbi del comportamento |
16 |
13,22% |
Ritardo Psicomotorio |
14 |
11,57% |
Disturbi Neuromotori |
14 |
11,57% |
Disturbi Generalizzati dello Sviluppo (DGS) |
21 |
17,60% |
Disturbi relazionali |
10 |
8,26% |
Paralisi Cerebrali Infantili (PCI) |
12 |
9,92% |
Ritardi Cognitivi |
18 |
14,88% |
Numero di pazienti stranieri in carico
In tale quesito si è richiesto ai terapisti di segnalare il numero preciso di pazienti stranieri che erano in carico al momento della compilazione del questionario. Uno dei punti chiave di questa rilevazione consiste nel confrontare i dati relativi all'utenza straniera con quelli relativi al totale dei pazienti. Si è quindi proceduto a conteggiare il numero di pazienti immigrati, escludendo però i bambini adottati e i figli nati da una coppia mista, in cui almeno uno dei due genitori è di origine straniera. Una volta svolti i conti, sono risultati 173 i pazienti immigrati in carico presso i vari centri riabilitativi. Andando a confrontare tale valore con il totale dell'utenza, si può osservare come questo particolare tipo di pazienti, rappresenti una fascia consistente in quanto corrispondono al 27,5% del totale dei pazienti. In altre parole almeno un soggetto ogni quattro pazienti, è di origine straniera; questo dato risulta interessante visto anche le migrazioni avvenute negli ultimi decenni nel nostro Paese. Tornando alla questione legata ai pazienti stranieri adottati e ai figli di coppie miste, si può osservare come queste due categorie rappresentino una piccola parte dell'utenza totale. Sono infatti 16 le segnalazioni di questi due particolari tipi di pazienti (11 per quanto riguarda i figli di coppia mista e 5 per i pazienti adottati da genitori italiani). Convertendo i dati relativi a queste due categorie in valori percentuali, si osserva che queste rappresentano solo il 2,5% dell'utenza totale. Di seguito in tabella 4 si vanno a riassumere i principali dati ricavati da questo quarto quesito:
|
Numero pazienti |
Valori percentuali |
Pazienti stranieri |
173 |
27,50% |
Misti & Adozioni |
16 |
2,50% |
Totale pazienti "non italiani" |
189 |
30,00% |
Nazionalità e numero corrispondente di pazienti
Dopo avere ricavato i primi dati generali legati all'utenza in carico presso diversi centri riabilitativi, si è pensato di approfondire l'indagine nel tentativo di ottenere delle informazioni circa le diverse nazionalità dei singoli pazienti immigrati. Si è quindi sviluppato un elenco di Paesi appartenenti a Continenti differenti (Asia, America, Europa ed Africa), al quale si è poi andanti ad affiancare il corrispettivo numero di pazienti. Nello svolgere tale operazione, si sono escluse le due categorie che in qualche modo risultano ibride quali risultano essere i figli di coppie miste e i bambini adottati. In altre parole si è andati a lavorare e a suddividere i 173 soggetti che possiedono entrambi i genitori stranieri e della medesima nazionalità. Si è deciso di approfondire tale questione in quanto è sembrato interessante osservare quali siano i Paesi che maggiormente contribuiscono al fenomeno dell'emigrazione, in modo da potere successivamente svolgere delle ipotesi e confronti con alcuni dati relativi al fenomeno dell'immigrazione sul territorio Lombardo. Poiché sono state segnalate più di 35 nazionalità diverse, si è pensato di presentare i dati ottenuti suddividendoli a seconda del continente a cui ciascun Paese appartiene. I singoli dati e le relative percentuali riguardanti le singole nazioni saranno disponibili nella sezione Allegati. Risulta necessario a questo punto, fornire un ultimo chiarimento sulla rilevazione e suddivisione dei dati; nel corso del conteggio, un terapista ha segnalato di avere in carico 15 pazienti di origine straniera di cui però non ricordava ogni singola nazionalità. L'unica informazione fornita era relativa al fatto che questi 15 soggetti non erano di origine Europea. Si è quindi pensato di suddividere questo gruppo di pazienti nei restanti 3 continenti, in modo da non alterare in maniera significativa i valori percentuali finali della rilevazione. Una volta suddivisi i vari Paesi a seconda dei corrispettivi continenti, si è potuto procedere alla rilevazione dei dati e alla conversione di essi in valori percentuali:
- Africa: Il continente Africano risulta essere quello maggiormente rappresentato, sia per quanto riguarda il numero di Paesi presenti al suo interno (ben 13 su 35), sia per il numero totale di pazienti: ben 65 soggetti su 173. Esprimendo tale dato sotto forma di valore percentuale, si ottiene che il 37,6% dei pazienti di origine straniera proviene da un Paese dell'Africa.
- America: Nonostante l'America condivida con l'Asia il numero più basso di Stati rappresentati per ciascun continente (7 Paesi ciascuno), essa si posiziona al secondo posto per quanto riguarda il numero di pazienti provenienti da uno dei propri Stati (in particolare per quanto riguarda l'America Latina). Sono infatti 41 i soggetti appartenenti al continente Americano; questo terzo gruppo di pazienti va quindi a rappresentare il 23,7% dell'utenza straniera totale, superando così di quasi 4 punti percentuali il "gruppo Europeo".
- Europa: Il terzo continente maggiormente rappresentato per quanto riguarda il numero di Paesi di provenienza dei singoli pazienti stranieri (9 Stati su 35), risulta essere l'Europa. Nonostante il Vecchio Continente sia al secondo posto di tale classifica, il numero totale dell'utenza proveniente da 9 dei suoi Stati, risulta essere abbastanza esiguo. Sono infatti solo 34 i pazienti di origine Europea che attualmente sono in carico ai diversi servizi; in termini percentuali, questo secondo gruppo di utenza, rappresenta il 19,7% del totale.
- Asia: In questo ultimo gruppo sono stati conteggiati i pazienti provenienti dai Paesi dell'Est; così come l'America, anche gli Stati che rappresentano l'Asia risultano essere solo 7. Nonostante ciò, il numero di pazienti proveniente da queste 7 Nazioni, risulta essere superiore (seppur di poco), a quello dell'utenza di origine Europea. Risultano essere nel complesso 33 i soggetti immigrati proveniente dall'Asia, i quali rappresentano così il 19,1% del totale.
Si vanno a riassumere in tabella 4 i principali dati ottenuti da questa indagine relativa ai Paesi d'origine dei singoli pazienti immigrati:
|
Numero di Stati |
Numero Pazienti |
Percentuale |
Africa |
13 |
65 |
37,60% |
America |
7 |
41 |
23,70% |
Asia |
7 |
33 |
19,10% |
Europa |
9 |
34 |
19,70% |
Quadro patologico nell'utenza straniera
Utilizzando le stesse categorie individuate per l'organizzazione dei dati relativa al quesito 3, è stato possibile andare a individuare il numero preciso dei pazienti che si possono collocare in ciascun tipo di patologia corrispondente. Tale rilevazione, diversamente da quella relativa al quesito 3, risulta essere di natura quantitativa in quanto si è andati a contare i singoli pazienti e le relative patologie cui questi sono affetti. In altre parole, si è andati a distribuire i 173 pazienti di origine straniera nelle 8 categorie di patologie corrispondenti. Si sono poi potuti convertire i dati numerici in valori percentuali, in modo da poterli confrontare con il quadro delle patologie generale, così da potere effettuare un confronto qualitativo sulle due serie di dati ottenute. Risulta essere più funzionale e maggiormente chiaro disporre i dati ottenuti direttamente in una tabella (tab.5), in quanto si è precedentemente specificato quali patologie rientrassero all'interno di ciascuna categoria:
Macro - categorie |
Numero di segnalazioni |
Valori percentuali |
Sindromi genetiche |
25 |
14,50% |
ADHD & disturbi del comportamento |
19 |
11,00% |
Ritardo Psicomotorio |
23 |
13,30% |
Disturbi Neuromotori |
6 |
3,50% |
Disturbi Generalizzati dello Sviluppo (DGS) |
36 |
20,80% |
Disturbi relazionali |
22 |
12,70% |
Paralisi Cerebrali Infantili (PCI) |
15 |
8,70% |
Ritardi Cognitivi |
27 |
15,60% |
Con quali pazienti trova maggiori difficoltà
Andando a domandare a ciascun terapista di scegliere tra 5 possibili opzioni, è risultato più facile la rilevazione di ogni singola risposta, senza dover creare ad hoc delle categorie su misura in un secondo momento. Come già detto, le opzioni tra cui scegliere sono 5 e tutte presentano diverse sfumature, a seconda che le difficoltà si riscontrino con l'una o con l'altra utenza. Si procede ora ad illustrare le possibili risposte fornite, il numero di preferenze totali che ciascuna di esse ha ottenuto e i relativi valori percentuali:
- A) Decisamente più difficoltà con pazienti stranieri(2): In questa prima opzione si può intuire fin da subito che le difficoltà terapeutiche maggiori si riscontrano praticamente solo ed esclusivamente con utenti stranieri. Questa prima possibilità di risposta non è stata molto selezionata (solo 2 terapisti su 28 l'hanno infatti scelta), in quanto sembra essere in qualche modo troppo esclusiva ed in qualche modo eccessivamente restringente. Convertendo in valori percentuali questo primo dati, si ottiene quindi che solo il 7,1% dei terapisti ha selezionato tale risposta.
- B) Più difficoltà con pazienti stranieri che con italiani(16): La seconda scelta risulta essere quella maggiormente selezionata, in quanto sono ben 16 i terapisti che l'hanno evidenziata. Differentemente dall'opzione precedente, questa ha una sfumatura decisamente meno esclusiva e restrittiva riguardante le difficoltà terapeutiche con l'una o l'altra utenza. In altri termini selezionando questa seconda scelta si vuole esprimere l'effettiva maggiore difficoltà che si incontra nel trattamento con pazienti stranieri, senza però dimenticare l'utenza italiana, che talvolta risulta essere altrettanto difficoltosa. Una volta effettuati i calcoli di conversione, si ottiene che il valore percentuale di questa seconda categoria corrisponde al 57,1% del totale.
- C) Nessun sostanziale differenza(10): Come si può intuire dall'opzione stessa, i terapisti che hanno selezionato la scelta C, non riscontrano sostanziali differenze o difficoltà nell'intraprendere una terapia o un percorso terapeutico con pazienti stranieri o italiani. Questa opzione rappresenta una buona parte dei terapisti totali che hanno compilato il questionario in quanto, ben 10 di questi l'hanno selezionata come risposta. Nonostante risulti palese la discrepanza tra i dati legati alle difficoltà con pazienti stranieri (opzione B), questa terza categoria corrisponde al 35,7% del totale dei terapisti.
Le opzioni D ed E, corrispondenti rispettivamente a (D) maggiori difficoltà con pazienti italiani rispetto agli stranieri e (E) decisamente più difficoltà con pazienti italiani, non sono state selezionate da alcun terapista, totalizzando quindi una percentuale pari allo 0%.
Andando a riassumere i dati ottenuti da questo settimo quesito, si può notare come la grande maggioranza delle scelte, sia ricaduta sulle opzioni legate a difficoltà terapeutiche (con modi e gradi diversi) con pazienti di origine straniera (scelta A e B). L'opzione C rappresenta comunque una categoria abbastanza numerosa di terapisti che non riscontrano particolari e sostanziali differenze nel trattamento dell'una o dell'altra utenza. Si vanno ora a riassumere in tabella 6 i principali dati ottenuti da questa rilevazione:
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Opzione A) |
Opzione B) |
Opzione C) |
Totale |
2 |
16 |
10 |
Percentuale |
7,10% |
57,10% |
35,70% |
Quali sono i fattori che influenzano maggiormente la terapia
Questa ultima domanda risulta essere opzionale e legata alla scelta tra le opzioni A, B, D o E del quesito precedente. Si è voluto indagare, partendo dall'esperienza e dall'opinione di ciascun terapista, quali siano i fattori che influenzano maggiormente la terapia. Poiché nessuno ha selezionate le opzioni D ed E, risulta palese che le difficoltà incontrate dai terapisti che hanno selezionato la risposta A o B, siano legate esclusivamente all'utenza straniera. Tale quesito non prevede alcun tipo di selezione tra più opzioni, ma lascia libera espressione al terapista di segnalare quali siano le difficoltà che ha incontrato nell'imbastire e nel portare avanti una terapia con pazienti stranieri. Sono stati individuate successivamente diverse categorie all'interno delle quali sono state fatte rientrare le risposte fornite dai diversi terapisti:
- Fattori socio – culturali (36): All'interno di questa prima categoria, sono state fatte rientrare tutte quelle difficoltà legate allo stile genitoriale, dinamiche familiari e stili educativi. In altri termini sono state inserite quelle problematiche legate a fattori di tipo sociale e culturale che vanno ad influenzare in maniera negativa il processo terapeutico del bambino. Questa categoria, poiché ingloba al suo interno diverse dinamiche, rappresenta il 60% del totale; tale dato risulta particolarmente interessante in quanto si può osservare come le difficoltà terapeutiche non siano strettamente legate all'essere del bambino, ma piuttosto al nucleo familiare di appartenenza e ai relativi fattori socio – culturali.
- Fattori legati alla patologia (10): Diversamente dalla categoria precedente, all'interno di questa sono stati inseriti tutti quei fattori legati alla patologia cui il paziente straniero è affetto. Le difficoltà incontrate a tal proposito sono sia legate alla patologia in sé, ma anche al significato che i genitori le attribuiscono in quanto potrebbero subentrare in certi casi dei fattori secondari (difficoltà linguistiche), che rendono difficoltoso il dialogo e la comprensione del disturbo cui il figlio è affetto. Sono stati quindi in 10 a segnalare questo tipo di difficoltà; tale valore rappresenta una buona porzione delle difficoltà terapeutiche incontrate dai terapisti con il suo 16,7% di segnalazioni.
- Fattori legati al lavoro di rete (12): Si è osservato nel corso della rilevazione che molti terapisti hanno segnalato delle difficoltà legate al lavoro di rete. In altri termini le difficoltà maggiori si hanno avute nel momento in cui era necessario intraprendere un lavoro con altri enti o istituzioni che devono fornire servizi o facilitazioni al bambini con disabilità e alla sua famiglia. Molte sono state le segnalazioni relative alle difficoltà di lavorare con la scuola e gli insegnanti, così come nella possibilità di ottenere (in caso di disabilità motorie), gli ausili necessari al bambino (deambulatori, tutori...) per muoversi in maniera quanto più autonoma possibile. Nel complesso le segnalazioni di questo tipo di difficoltà sono state 12, una porzione abbastanza significativa che con il 20%, rappresenta quasi un quinto delle segnalazioni totali.
- Fattori legati al ritorno al Paese nativo (2): Quest'ultima categoria è stata inserita in quanto, nonostante rappresenti una piccola parte del totale, risulta interferire in maniera significativa con il percorso terapeutico. Sono state solamente 2 le segnalazioni di questo tipo, ma è sembrato comunque interessante e necessario non trascurare tali fattori poiché a lungo andare, potrebbero essere i più deleteri per quanto riguarda il successo terapeutico. Come si può desumere dal valore numerico rilevato, anche il valore percentuale risulterà statisticamente di poca rilevanza, andando a rappresentare il 3,3% del totale.
Si procede ora a riassumere in tabella 7 i principali dati ottenuti da questo ultimo quesito:
|
Fattori socio culturali |
Fattori legati a patologia |
Fattori legati a lavoro di rete |
Fattori legati a ritorno in Patria |
Segnalazioni |
36 |
10 |
12 |
2 |
Percentuali |
60,00% |
16,70% |
20,00% |
3,30% |
Materiali e metodi(2)
Presentazione di un servizio di NPI aderente al "Progetto Migranti"
Grazie alla disponibilità dimostrata da parte delle operatrici ed operatori del servizio di Neuropsichiatria Infantile di via Aldini (MI), è stato possibile effettuare una rilevazione di dati più ampia e allo stesso tempo più generale, dell'utenza straniera presente all'interno di tale struttura. La UONPIA di via Aldini rientra in quel gruppo di servizi di Neuropsichiatria Infantile che aderisce al "Progetto Migranti", un progetto ideato e finanziato dalla regione Lombardia in cui sono stati stanziati dei fondi per la formazione del personale di Neuropsichiatria Infantile (Neuropsichiatri, terapisti della Neuro e Psicomtricità, Fisioterapisti, Psicologi e Logopedisti), e per alcuni interventi specifici relativi all'utenza straniera. Il "Progetto Migranti" coinvolge quei servizi di NPI in cui l'utenza totale è fortemente influenzata dalla presenza di un alto numero di pazienti stranieri. La UONPIA di via Aldini ha aderito a tale progetto a partire dal 2011, anno in cui si è messa a punto una griglia anamnestica che teoricamente si sarebbe dovuta completare nel momento in cui fosse giunto al servizio un paziente di origine straniera. Sono stati inseriti all'interno di tale griglia un numero molto elevato di informazioni relative sia al bambino che ai propri genitori.
Griglia di rilevamento dati dei genitori e bambini immigrati
Ai fini della ricerca ipotizzata, si è pensato di utilizzare solo alcuni parametri rilevati dalla griglia anamnestica, in modo da ottenere dei dati il più omogenei possibile, in modo da potere effettuare un confronto con la rilevazione effettuata attraverso i questionari relativi esclusivamente all'ambito psicomotorio. E' fondamentale sottolineare innanzitutto che la griglia utilizzata per la rilevazione di dati, non si limita all'analisi dell'utenza straniera in ambito Neuropsicomotorio, bensì a tutta l'utenza straniera che accede al servizio di Neuropsichiatria Infantile, indipendentemente dalle figure terapeutiche coinvolte nel tratamento o nella valutazione. Questa precisazione sembra necessaria in quanto si vuole sottolineare come i dati ricavati da tale griglia anamnestica, consentono di effettuare una valutazione molto generale sul tasso di accessi di utenza straniera rispetto al totale dei pazienti presenti nel servizio di Neuropsichiatria Infantile. Si intende quindi analizzare e successivamente confrontare i dati relativi agli accessi alla UONPIA di via Aldini, con il quadro più specifico e circoscritto all'ambito Neuropsicomotorio rilevato attraverso l'analisi e l'interpretazione dei dati ricavati dai questionari. Si è quindi andati ad analizzare anno per anno (a partire dal 2011 fino al Maggio 2013), i nuovi accessi al servizio di NPI di via aldini da parte di pazienti stranieri e le relative griglie anamnestiche compilate al momento del primo intervento.
Paese di provenienza dei genitori del bambino
Si è andati ad analizzare il Paese di provenienza del padre e della madre del bambino straniero, in modo da poterli andare a confrontare successivamente tra loro. Si è quindi svolta una prima scrematura dei dati, in cui si sono separati i pazienti con i genitori provenienti dallo stesso Paese, da quelli che avevano genitori provenienti da due Stati differenti. Così facendo si sono andate a creare due categorie distinte di utenze, i cosiddetti pazienti stranieri "puri" (utilizzati in un secondo momento per effettuare un confronto con i dati estrapolati attraverso i questionari), da quelli che si andranno a definire pazienti stranieri "misti" (i quali vanno a rappresentare in questa casistica una buona parte dell'utenza straniera totale). Una volta effettuata questa prima selezione di dati, si è potuto suddividerli anno per anno, così da potere effettuare un confronto sia tra il quadro generale riferito alla UONPIA di via Aldini tra un anno e l'altro, sia con i dati ricavati dai questionari in ambito Neuropsicomotorio, in cui si indaga il tasso di utenza straniera in diverse servizi di Neuropsichiatria Infantile sul territorio Milanese.
Diagnosi del paziente straniero (ICD – 10)
Un parametro fondamentale per poter effettuare un confronto con i dati relativi all'ambito Neuropsicomotorio, è quello riguardante la patologia cui il paziente è affetto. La classificazione diagnostica utilizzata nel centro di via Aldini è l'ICD-10, ovvero la decima revisione dell'International Classification of Diseases proposta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Le patologie segnalate per ciascun paziente straniero risultano essere molto varie e coinvolgono diverse problematiche riguardanti diverse aree dello sviluppo del bambino (sia legate allo sviluppo psicomotorio, linguistico o psicologico). Per una corretta e completa visione d'insieme si procederanno in seguito a presentare le patologie cui ciascun paziente è affetto, ricordando sempre che in questo caso si tratta di una casistica non esclusivamente legata all'ambito Neuropsicomotorio, bensì riguardante gli accessi al servizio di NPI.
Casistica(2)
Rilevamento dei dati
Una volta specificate le categorie di interesse della griglia anamnestica, si è passati alla rilevaione dei dati relativi a ciascun anno, partendo dal Gennaio 2011 fino a giungere al Maggio del 2013. Si sono in seguito confrontati i dati relativi all'utenza straniera nei diversi anni analizzati, con il numero totale di accessi al servizio di NPI di via Aldini, in modo da andare poi a calcolare l'impatto e la percentuale di utenza straniera totale per ogni singolo anno.
Dati relativi all'anno 2011
Il primo Gennaio del 2011 è iniziata la partecipazione al "Progetto Migranti" da parte della UONPIA. A partire da questa data, si sono iniziate ad effettuare le rilevazioni anamnestiche per i pazienti stranieri attraverso la griglia precedentemente menzionata e presentata. I dati ricavati da tale rilevazione sono stati poi inseriti in un documento di Excel, in modo da poter aggiornare mensilmente i nuovi accessi al servizio. Una volta concluso l'anno 2011, i dati vengono inviati alla responsabile della UONPIA che in seguito li invierà all'Ospedale Luigi Sacco, polo terriotirale responsabile anche della Neuropsichiatria Infantile in questione. Una volta raccolti i dati, verranno poi accorpati con quelli provenienti dgli altri servizi di NPI che aderiscono al "Progetto Migranti", in modo da poter avere un riscontro numerico dell'utenza straniera e degli interventi effettuati dai vari operatori con pazienti immigrati. In questo primo anno di partecipazione al "Progetto Migranti", i nuovi accessi alla UONPIA in via Aldini sono stati in totale 161, nnumero che comprende le prestazioni fornite dagli operatori del centro sia a pazienti stranieri che a quelli italiani.
Paese di provenienza dei genitori del paziente straniero
Andando ad analizzare i Paesi di provenienza di entrambi i genitori di ciacun paziente straniero, si è potuta effettuare una distinzione tra i cosiddetti soggetti stranieri "puri" (i cui genitori provengono dallo stesso Stato), da quelli che si fanno rientrare nell'utenza denominata "mista" (i cui genitori provengono da Stati differenti). Andando a sommare il numero totale di pazienti stranieri "puri" (84) con i dati relativi all'utenza mista (20), si ottiene che la somma totale tra queste due categorie corrisponde a 104. Tale dato può essere scorporato ed analizzato a seconda della nazionalità di provenienza di ciascuna coppia di genitori "pura"; adottando il metodo utilizzato precedentemente nel conteggio dei pazienti relativo all'ambito Neuropsicomotorio, si procederà ad illustrare i valori totali dell'utenza suddivisa a seconda del continente di provenienza:
- Africa: Il continente Africano è quello che presenta il maggior numero di pazienti totale. L'utenza totale proveniente da Paesi dell'Africa corrisponde a 34 unità; convertendo tale valore in percentuale, si ottiene che il continente Africano rappresenta il 40,5% dell'utenza straniera "pura" totale.
- America: Gli Stati rappresentanti il continente Americano, sono tutti localizzati nella zona centro meridionale. L'utenza totale proveniente da tali Paesi va a rappresentare, con le sue 24 unità, il 28,6% dell'utenza totale, piazzandosi al secondo posto dei continenti rappresentanti, dietro l'Africa.
- Asia: Il continente Asiatico con i suoi 19 pazienti totali, rappresenta una parte consistente dell'utenza totale. Facendo le dovute operazioni, si ottiene infatti che il tasso totale di pazienti di origine Asiatica corrisponde al 22,6%.
- Europa: I valori assunti dal Vecchio Continente, rappresentano una piccola percentuale dell'utenza straniera "pura" totale. Sono infatti solamente 7 i pazienti di origine Europea, i quali vanno così a rappresentare l'8,3% dell'utenza totale.
Accantonando il valore relativo all'utenza "mista", si può osservare come il valore totale dei pazienti stranieri che si definiscono "puri", rappresenti il 52,2% del totale dei nuovi accessi nel corso dell'anno solare 2011. Volendo includere la categoria "misti" a tale dato, si può osservare come la percentuale relativa all'utenza straniera "totale" (puri sommati a misti), sia di 104 pazienti su un totale di 161; in altri termini si può concludere che l'utenza straniera totale che nel corso dell'anno 2011 ha effettuato almeno un accesso al servizio di Neuropsichiatria Infantile in via Aldini si aggira intorno al 64,6% dell'utenza totale registrata nel corso dello stesso anno.
Diagnosi del paziente straniero tramite classificazione ICD – 10
La casistica rilevata da questo secondo parametro, riguarda un numero molto ampio e variegato di patologie, in quanto la rilevazione è stata effettuata per gli accessi al servizio di Neuropsichiatria Infantile e non esclusivamente all'ambito Neuropsicomotorio. Risulterebbe quindi superfluo e non funzionale ai fini della ricerca segnalare ogni singola patologia; utilizzando la classificazione diagnostica ICD – 10, è però possibile riunire alcune patologie in diverse macro categorie, grazie all'utilizzo di sigle diagnostiche che si andranno di seguito a specificare:
- Schizofrenia, disturbo schizotipico e disturbi deliranti (F20-F29): In questa categoria è stato segnalato un solo caso nel corso dell'anno 2011.
- Disturbi nevrotici, legati a stress e somatoformi (F40-F48): Nel corso dell'anno preso in esame, le diagnosi che rientrano in tale famiglia di disturbi, sono in totale 2.
- Ritardo mentale (F70-F79): Le diagnosi che rientrano in questo tipo di disturbi sono stati nel complesso 12.
- Disturbi dello sviluppo psicologico (F80-F89): Le diagnosi rientranti in questo particolare tipo di patologia sono nel complesso 43.
- Disturbi comportamentali e della sfera emozionale con esordio abituale nell'infanzia e nell'adolescenza (F90-F98): In questo tipo di disturbi sono stati segnalati 19 casi di pazienti stranieri affetti da almeno una di queste patologie.
- Altri disturbi (G40, Q90, Q99, X00, Z61): In questa categoria ibrida, sono stati fatti rientrare quelle patologie che rappresentano una piccolissima porzione del totale. Sono solamente 7 i casi totali che rientrano in questa categoria di disturbi.
Ai fini di una più chiara e semplificata visione dei dati, si inserisce di seguito (tab.1) una tabella che va ariassumere i valori e le percentuali assunte da ciascuna categoria di disturbi:
|
Numero pazienti |
Valori percentuale |
F20-29 |
1 |
1,20% |
F40-49 |
2 |
2,40% |
F70-79 |
12 |
14,30% |
F80-89 |
43 |
51,20% |
F90-98 |
19 |
22,60% |
Altri disturbi |
7 |
8,30% |
Dati relativi all'anno 2012
I metodi ed i materiali utilizzati per la rilevazione dei dati degli accessi alla UONPIA nel corso dell'anno solare 2012, sono gli stessi utilizzati per l'anno precedente. Grazie all'organizzazione dei dati in un documento Excel è risultato semplice individuare il numero esatto dell'utenza totale e i pazienti di origine straniera sia "puri" che "misti".
Paese di provenienza dei genitori del paziente straniero
Procedendo nell'analisi e nella selezione dei dati, è stato relativamente semplice individuare ed organizzare l'utenza straniera totale (86) a seconda delle categorie prima illustrate. Scorporando il dato iniziale nelle due utenze individuate, si ottiene che il numero totale di pazienti stranieri "puri" che nel corso dell'anno 2012 ha effettuato almeno un accesso al servizio di NPI di via Aldini corrisponde a 54. Di conseguenza risulta palese che il numero dell'utenza cosiddetta "mista", è rappresentata da un totale di 32 unità. Nel tentativo di fare un confronto quantitativo tra l'utenza totale (straniera e italiana), che nel corso del 2012 ha effettuato un accesso alla UONPIA, con quella straniera, si è giunti alla rilevazione totale di 159 pazienti. Andando ad organizzare i dati relativi all'utenza straniera "pura", utilizzando una suddivisione basata sui continenti di provenienza di ciascun paziente, si è giunti alle seguenti rilevazioni:
- Africa: Con i suoi 24 pazienti totali, l'Africa risulta essere il continente maggiromente rappresentato all'interno di questa rilevazione. Convertendo il dato numerico in valore percentuale, si può dedurre che l'utenza di origine Africana rapppresenta il 44,4% del totale.
- America: Anche in questo caso i Paesi del sud America, rappresentano tutta l'utenza straniera proveniente dal continente Americano. Sono infatti 12 i rappresentanti di questo continente, i quali vanno così a rappresentare il 22,2% dell'utenza totale.
- Asia: Diversamente dalla rilevazione effettuata nell'anno precedente, l'utenza proveniente dai Paesi Asiatici supera (seppur di sole 2 unità), quella di origine Americana. I pazienti provenienti dall'Asia sono in totale 14, andando perciò a rappresentare il 26% dell'utenza straniera "pura" di tale rilevazione.
- Europa: Il continente Europeo anche in questa rilevazione rappresenta la porzione di utenza minore con i suoi 4 pazienti. Nonostante l'infimo numero di pazienti di origine Europea, questa va a completare il quadro complessivo della rilevazione con il suo 7,4%.
Una volta effettuata tale distinzione, si può osservare come nel corso dell'anno 2012, sia molto forte l'influenza della categoria di stranieri "misti". Senza questa porzione di pazienti, il tasso di pazienti stranieri ottenuto da tale rilevazione, si aggira intorno al 34%, una percentuale nettamente al di sotto rispetto al dato relativo all'anno precedente (in cui si toccava addirittura il 52,2% di utenza straniera "pura"). Andando a sommare il dato relativo alla categoria dei pazienti "stranieri", si giunge però ad un valore di 84 unità su un totale di accessi al servizio di 159. Convertendo i dati in valori percentuali, si ottiene quindi che l'utenza straniera totale (misti e puri), va a rappresentare il 54,1% di tutti i pazienti che nell'anno 2012 hanno effettuato almeno un accesso alla UONPIA.
Diagnosi del paziente straniero tramite classificazione ICD – 10
Il quadro patologico relativo all'anno 2012 varia nettamente a livello quantitativo rispetto a quello relativo al 2011; rimangono però costanti le categorie di patologie in cui le diagnosi di ciascun paziente sono state fatte rientrare. Al fine di una maggiore sinteticità e chiarezza espositiva, si andranno a presentare i dati relativi alle patologie rilevate nell'anno 2012 attraverso una tabella (Tab.2), organizzata utilizzando lo stesso criterio per i dati relativi all'anno precedente:
|
Numero pazienti |
Valori percentuale |
F20-29 |
1 |
1,90% |
F40-49 |
1 |
1,90% |
F70-79 |
6 |
11,10% |
F80-89 |
37 |
68,50% |
F90-98 |
8 |
14,80% |
Altri disturbi |
1 |
1,90% |
Dati relativi da Gennaio a Maggio 2013
I dati rilevati per quanto riguarda l'anno 2013 risultano essere parziali e si è deciso di terminare la rilevazione al 31 Maggio 2013. Sarà quindi ovvio che i dati relativi a questi 5 mesi, risulteranno inferiori rispetto alle precedenti rilevazioni.
Paese di provenienza dei genitori del paziente straniero
Operando esattamente come per le precedenti rilevazioni, si è andati ad analizzare il numero totale dell'utenza straniera (misti e puri). In un secondo momento si è effettuata una distinzione tra le due categorie di pazienti stranieri, andando così a rilevare la singola incidenza di ciascuna categoria di utenti sul totale degli accessi alla UONPIA. In questi primi 5 mesi analizzati dell'anno 2013, si sono registrati un totale di 53 nuovi accessi, 17 dei quali effettuati da pazienti stranieri "puri". Questi vanno così a rappresentare circa un terzo dell'utenza totale; andando a sommare a tale valore il numero di pazienti stranieri "misti" che tra Gennaio e Maggio del 2013 hanno effettuato almeno un accesso al servizio, si giunge ad un valore totale dell'utenza straniera di 22 unità (sono infatti 5 i pazienti stranieri di origine "mista"). Esattamente come per le rilevazioni precedenti, si procederà ad illustrare il numero totale dell'utenza straniera pura, a seconda del continente di provenienza:
- Africa: Per la prima volta, il numero di pazienti provenienti dal continente Africano, non risulta essere il più elevato della rilevazione. Sono solamente 6 i pazienti di origine Africana, i quali vanno così a rappresentare il 35,3% dell'utenza straniera pura totale.
- America: Il continente Americano contribuisce in questa rilevazione con 6 pazienti proveniente dai propri Stati del Sud. Così come per l'Africa, la componente di origine americana rappresenta il 35,3% del totale.
- Asia: Appena al di sotto dell'Africa e dell'America, si piazza il continente Asiatico con i suoi 5 pazienti totali. Convertendo tale dato in valori percentuali, si otterà quindi che il 29,4% dell'utenza totale ha origini Asiatiche.
- Europa: Non sosno stati rilevati pazienti provenienti dal continente Europeo.
Nonostante il numero di pazienti stranieri puri risulti essere parziale ed esiguo, si può osservare come il 32,1% dell'utenza totale sia rappresentata da pazienti di origine straniera "pura". Se a tale dato si va a sommare il numero di soggetti stranieri di origine "mista", si può osservare come la percentuale aumenti fino a raggiungere il 41,5% dell'utenza totale.
Diagnosi del paziente straniero tramite classificazione ICD – 10
Diversamente dagli anni precedenti, in questa rilevazione il gruppo di patologie classificato con la siglia F20 – 29 (Schizofrenia, disturbo schizotipico e disturbi deliranti), così come la categoria denominata "altri disturbi", non hanno rilevato alcun tipo di segnalazione. Sono quindi state ridotti a 4 i gruppi di patologie individuate che ci si accinge a presentare in seguito (Tab.3):
|
Numero Pazienti |
Valori percentuali |
F40-49 |
1 |
5,90% |
F70-79 |
1 |
5,90% |
F80-89 |
12 |
70,60% |
F90-98 |
3 |
17,60% |
Sintesi della rilevazione dei dati
Andando a sintetizzare i dati ottenuti dalla rilevazione di circa 2 anni e mezzo, si sono ottenuti dati interessanti sia per quanto riguarda il numero totale di pazienti stranieri (sia puri che misti), sia per la provenienza di ciascun paziente straniero di origine "pura", così come per le patologie rilevate nel complesso.
Paesi di provenienza dei genitori del bambino straniero
Riassumendo i dati totali di tale rilevazione, si osserva come in questo lasso di tempo (2011 – Maggio 2013), i nuovi accessi alla UONPIA in via Aldini siano stati in tutto 373 (una media di quasi 13 nuovi ingressi al mese). Di questi 373 soggetti, ben 155 pazienti risultano essere stranieri di origine pura (il 41,6% dell'utenza totale). Se si vanno a sommare anche gli utenti classificati nella categoria dei soggetti di origine "mista" (57), si giunge ad un valore totale dell'utenza straniera di 212. In termini percentuali, risulta quindi che quasi il 57% dei nuovi accessi al servizio di Neuropsichiatria Infantile preso in esame ha origine straniera. Volendo analizzare più approfonditamente la questione relativa ai Paesi di origine, organizzati secondo la suddivisione per continente, si può osservare che:
- Africa: Il continente Africano è quello maggiormente rappresentato con un totale di 64 pazienti. Ai fini di un confronto con i dati rilevati da ogni singolo anno preso in esame, si converte il dato appena ottenuto in valore percentuale, il quale si aggira intorno al 41,3% dell'utenza straniera di origine "pura".
- America: Grazie alla presenza di un elevato numero di pazienti provenienti dal Sud America, questo continente rappresenta con i suoi 42 pazienti il 27,1% dell'utenza straniera "pura" totale.
- Asia: Il continente Asiatico si piazza subito dopo quello Americano per quanto riguarda il numero di soggetti stranieri individuati da tale rilevazione. Sono infatti 38 i pazienti di origine Asiatica che vanno quindi a rappresentare il 24,5% dell'utenza totale presa in esame.
- Europa: Il Vecchio Continente risulta essere quello meno rappresentato; sono solo 11 i pazienti (per lo più di origine Est Europea), che sono stati rilevati dalla casistica analizzata nel corso dei 2 anni e mezzo. Questi 11 soggetti rappresentano quindi il 7,1% dell'utenza straniera "pura" totale.
Diagnosi del paziente straniero tramite classificazione ICD – 10
Svolgendo una sintesi del quadro patologico rilevato dai dati analizzati in questi 29 mesi, si può osservare come il gruppo di disturbi maggiromente presente tra i pazienti di origine straniera "pura" sia quello relativo ai "Disturbi dello sviluppo psicologico" (F80-F89), con un totale di 92 diagnosi. Ai fini di una più chiara e meno prolissa esposizione dei dati relativi alle patologie rilevate, sembra necessario riassumere i dati e i relativi valori percentuali all'interno di una tabella (Tab.4):
|
Numero Pazienti |
Valori Percentuali |
F20-29 |
2 |
1,20% |
F40-49 |
4 |
2,60% |
F70-79 |
19 |
12,30% |
F80-89 |
92 |
59,30% |
F90-98 |
30 |
19,40% |
Altri disturbi |
8 |
5,20% |
Materilai e metodi(3)
La griglia anamnestica per la rilevazione
Ai fini della rilevazione dei dati in 7 diversi servizi di Neuropsichiatria Infantile sparsi sul territorio Milanese aderenti al "Progetto Migranti", è stata utilizzata una griglia anamnestica simile a quella utilizzata nel centro di via Aldini. Sono state infatti rilevate le generalità del paziente straniero e alcune informazioni relative ai genitori riguardanti il Paese nativo e al loro grado di istruzione. Si sono in seguito organizzati i dati ottenuti da tale rilevazione partendo dall'Ottobre 2009 fino al Maggio 2011 (20 mesi totali). E' stato quindi possibile confrontare i dati ottenuti da tale rilevazione con quelli relativi alla UONPIA di via Aldini ed ai risultati ottenuti con il questionario relativo all'ambito Neuropsicomotorio.
Casistica(3)
Numero totale di pazienti stranieri presenti nei Servizi di NPI
E' stato possibile rilevare il numero esatto di pazienti di origine straniera all'interno delle 7 UONPIA soggette alla rilevazione statistica. Sono infatti 1673 i pazienti totali che hanno effettuato almeno un accesso nel corso dei 20 mesi analizzati (una media di circa 12 nuovi accessi per ciascun Servizio di NPI). Dalla rilevazione risultano essere 1105 i soggetti italiani che nel corso dei 20 mesi analizzati; la porzione di pazienti di origine italiana rappresenta circa il 66% dell'utenza totale. Dei
568 soggetti rimanenti, per 22 di questi non è stato possibile risalire al Paese d'origine. I pazienti di origine straniera di cui si conosce la nazionalità sono quindi 546; convertendo questo dato in valori percentuali, si ottiene che il 32,6% dell'utenza totale che ha effettuato almeno un accesso ai 7 Servizi analizzati, ha origine straniera. E' stato possibile organizzare i dati relativi all'utenza straniera, suddividendola a partire dai continenti di provenienza di ogni singolo soggetto. Procedendo in maniera analoga alle precedenti rilevazioni, si andranno di seguito a presentare la suddivisione e le relative percentuali corrsipondenti a ciascun continente. Si deve però specificare che è stato necessario creare una quinta categoria, in cui sono stati collocati 90 dei 546 pazienti stranieri. Non volendo disperdere in maniera casuale i 90 individui, si è pensato di suddividerli equamente nei 4 continenti, in modo da non alterare in maniera significativa i valori percentuali relativi a ciascuna categoria:
- Africa: Dalla rilevazione sono risultati 132 i soggetti stranieri provenienti dal continente Africano. A questi 132 individui se ne vanno a sommare altri 22 appartenenti al gruppo dei 90 soggetti di "altra origine". Si ottiene quindi un totale di 154 pazienti provenienti dall'Africa; convertendo il dato numerico appena rilevato in valori percentuali, si può concludere che il 28,2% dell'utenza straniera totale ha origini Africane.
- America: Diversamente dalle rilevazioni precedenti, il continente Americano è quello che presenta il maggior numero di soggetti stranieri con i suoi 194 pazienti totali (172 di origine accertata, sommata ai 22 di "altra origine"). Il valore percentuale assunto da tale utenza si aggira all'incirca al 35,5%, rappresentando così la porzione più significativa del totale.
- Asia: Il continente Asiatico si piazza all'ultimo posto per quanto riguarda questa specifica rilevazione di soggetti stranieri. Sono infatti solamente 62 i soggetti che hanno effettuato un accesso ad almeno una delle 7 UONPIA analizzate. Questa piccola porzione di soggetti va quindi a rappresentare l'11,4% dell'utenza totale analizzata nel corso di questi 20 mesi.
- Europa: Il Vecchio Continente in questa rilevazione, con i suoi 136 pazienti, assume un ruolo particolarmente rilevante. Convertendo il dato appena ottenuto in valori percentuali, si ottiene che circa il 25% dell'utenza straniera totale, ha origine Europea.
Altri dati interessanti
Grazie alla griglia ideata e costruita per la rilevazione quantitativa dell'utenza straniera presente nei vari Servizi, è stato possibile ricavare alcune informazioni supplementari relative ai pazienti che hanno effettuato almeno un accesso alle UONPIA aderenti al "Progetto Migranti". E' stato inoltre possibile individuare altri parametri interessanti come ad esempio il valore percentuale di soggetti maschili e femminili in carico nei vari Servizi ed il relativo grado d'istruzione. Andando quindi ad analizzare l'utenza delle 7 UONPIA, si è rilevato che il 54,3% dei pazienti che hanno effettuato almeno un accesso al Servizio sono di genere maschile di età compresa tra 0 e 32 anni, con un età media di primo accesso ale servizio di NPI che si aggira intorno ai 7 anni. Dei 546 soggetti stranieri circa il 44% frequenta la scuola elementare, rientrando quindi nella fascia d'età compresa tra i 6 10 anni. Un dato intressante relativo a tale rilevazione è quello relativo al luogo di nascita dei pazienti stranieri; risulta infatti che il 64% dell'utenza totale è nata in Italia (circa 350 soggetti). Di questi 350 individui il 37% di questi sono nati da entrambi i genitori migranti; non è stato sempre possibile verificare il Paese d'origine di ciascun genitore, per cui i 130 pazienti i cui genitori sono entrambi migranti saranno da considerare come la somma dei soggetti di origine "pura" con quelli considerati "misti". Andando ad analizzare un ultimo parametro relativo all'utenza straniera presa in esame, si è rilevato che circa il 40% dei pazienti stranieri ha effettuato il primo accesso entro 5 anni dalla migrazione dal proprio Paese. Si potrebbe quindi ipotizzare una possibile correlazione tra il viaggio migratorio (con le conseguenze psichiche che potrebbero derivarne), ed alcune manifestazioni cliniche che necessitano di un intervento riabilitativo specifico.
CAPITOLO 1: Storia e basi teoriche della "Clinica Transculturale": Il fenomeno della globalizzazione culturale; Storia e principi della Psicomotricità - La pratica psicomotoria incontra la Psichiatria transculturale; George Devereux: principi e nascita della Psichiatria transculturale - Inconscio della personalità etnica & Inconscio idiosincratico - L'influenza dell'osservatore sull'oggetto osservato & il principio di complementarità - Il complementarismo; Tobie Nathan e l'Etnopsicoanalisi - La psicoanalisi e le teorie intermedie - I saperi tradizionali come scienze esatte - I meccanismi terapeutici; Marie Moro e il ritorno alla Psicanalisi Freudiana - Le ipotesi di fondo - I Principi della Clinica Transculturale - Il dispositivo di cura. CAPITOLO 2: Approcci terapeutici e sviluppo del bambino straniero: Verso un dispositivo di metissage e cosmopolita - Approccio Psicoanalitico di Acouturier e Lapierre - I contributi di Jerome Bruner e Howard Gardner; I genitori e il trauma migratorio - Figli di immigrati ed il meticciato - La costruzione di una propria identità in situazioni di metissage - Neonati e bambini di qui - Vulnerabilità nello sviluppo dell'infanzia, Presentare il mondo, Pensare il mondo; Il bambino esposto - Competenza, resilienza e creatività - La cultura dall'interno - L'essere, il senso, il fare. CAPITOLO 3: Il caso clinico di G.; Presentazione del caso clinico; Storia personale di G, Aspetti socio culturali salienti; La presa in carico - Valutazione psicomotoria - Diagnosi e stesura del progetto riabilitativo - Presa in carico e sviluppi terapeutici; Modificazione della terapia e del progetto - La questione del “segreto” - L'importanza della “storia” - Un innovativo esperimento terapeutico; Risultati, sviluppo e progressione della terapia. CAPITOLO 4: Contenuti della ricerca; CAPITOLO 5: Discussioni; Discussioni e riflessioni sui dati dei questionari Neuropsicomotori - Esperienza lavorativa & difficoltà terapeutiche con pazienti stranieri - Confronto tra flussi migratori ed accesso a servizi di NPI in Lombardia - I due quadri patologici a confronto - Parametri che influenzano la terapia; Discussione sulla casistica della UONPIA in via Aldini - Le due utenza a confronto - Confronto tra i due quadri patologici; Discussioni su Servizi di NPI partecipanti al “Progetto Migranti” - Servizi di Neuropsichiatria Infantile a confronto. CAPITOLO 6: CONCLUSIONI; Il “Progetto Migranti” come risposta ai bisogni della nuova utenza; “Progetto Migranti”: Migrazione e disagio psichico in età evolutiva - Perchè è nato il “Progetto Migranti” - Principali obiettivi del “Progetto Migranti” - Il lavoro di rete - Formazione degli operatori, Servizi inclusivi e di comunità, Wrap Around, La Clinica Transculturale - Il ruolo dell'Equipe multidisciplinare - Primi risultati relativi al “Progetto Migranti”; Alcuni spunti per possibili ricerche future; L'utenza straniera e le nuove prospettive in ambito Neuropsicomotorio
Indice
RIASSUNTO
PREMESSA
BIBLIOGRAFIA
Tesi di Laurea di: Livio Giuseppe CAIANIELLO