Gioco
Il gioco è un'attività umana che coinvolge una o più persone in un'esperienza ludica, divertente e spesso competitiva. Il gioco può essere praticato per scopi diversi, come il divertimento, l'apprendimento, la socializzazione, lo sviluppo fisico e mentale, la sfida e la creatività.
Il gioco può assumere diverse forme, tra cui:
- Giochi di società: giochi che si svolgono all'interno di un tavolo, come gli scacchi, il monopoli o il gioco dell'oca.
- Giochi all'aria aperta: giochi che si svolgono all'aperto, come il calcio, il basket o il gioco della corda.
- Giochi di ruolo: giochi che coinvolgono l'interpretazione di personaggi immaginari, come il gioco di carte Magic the Gathering o il gioco di ruolo Dungeons & Dragons.
- Giochi elettronici: giochi che si svolgono attraverso l'uso di dispositivi elettronici, come i videogiochi, i giochi per computer o i giochi per smartphone.
Il gioco può essere influenzato da diversi fattori, come l'età, il sesso, la cultura, la personalità, l'interesse e la motivazione. Il gioco può avere benefici per la salute fisica e mentale, come il miglioramento della coordinazione, della memoria, dell'attenzione e della creatività. Inoltre, il gioco può essere utilizzato come strumento educativo per insegnare concetti complessi, come la matematica, la scienza e la storia.
Lo studio del gioco ha portato alla formulazione di diverse teorie del gioco, tra cui:
- Teoria dell'attività ludica: questa teoria sostiene che il gioco è un'attività spontanea e naturale che consente agli individui di esprimere la loro creatività, la loro fantasia e le loro emozioni.
- Teoria della competizione: questa teoria sostiene che il gioco è un'attività competitiva che consente agli individui di sviluppare la loro abilità, la loro strategia e la loro capacità di problem-solving.
- Teoria dell'apprendimento: questa teoria sostiene che il gioco è un'attività educativa che consente agli individui di apprendere nuove conoscenze, abilità e comportamenti.
Il gioco può essere migliorato attraverso la pratica, la competizione, la sfida e l'uso di tecnologie avanzate. Inoltre, il gioco può essere utilizzato come strumento per promuovere la cooperazione, la socializzazione e la solidarietà.
In sintesi, il gioco è un'attività umana che coinvolge una o più persone in un'esperienza ludica, divertente e spesso competitiva. Il gioco può assumere diverse forme e può essere praticato per scopi diversi, come il divertimento, l'apprendimento, la socializzazione, lo sviluppo fisico e mentale, la sfida e la creatività. Il gioco può essere influenzato da diversi fattori, come l'età, il sesso, la cultura, la personalità, l'interesse e la motivazione. Il gioco può avere benefici per la salute fisica e mentale e può essere utilizzato come strumento educativo e per promuovere la cooperazione, la socializzazione e la solidarietà.
Il gioco in neuropsicomotricità
Il gioco in neuropsicomotricità è un'attività terapeutica che utilizza il gioco come strumento per favorire lo sviluppo neuropsicomotorio dei bambini e dei ragazzi in difficoltà. Questo tipo di gioco viene utilizzato principalmente in ambito riabilitativo, per aiutare i bambini a superare difficoltà motorie, cognitive, emotive e relazionali.
Il gioco in neuropsicomotricità può assumere diverse forme, a seconda delle esigenze del bambino o del ragazzo. Alcuni esempi di giochi utilizzati in neuropsicomotricità includono:
- Giochi di movimento: giochi che coinvolgono il movimento del corpo, come la corsa, il salto, la danza o il gioco della statua.
- Giochi di equilibrio: giochi che coinvolgono l'equilibrio del corpo, come il camminare sui tacchi, sulle punte dei piedi o sul bordo di una linea.
- Giochi di manipolazione: giochi che coinvolgono la manipolazione di oggetti, come i puzzle, i mattoncini o le costruzioni in legno.
- Giochi di coordinazione: giochi che coinvolgono la coordinazione tra le diverse parti del corpo, come il lancio e la presa di una palla o il gioco con i cerchi.
Il gioco in neuropsicomotricità può essere utilizzato per raggiungere diversi obiettivi terapeutici, come migliorare la coordinazione motoria, l'equilibrio, la percezione spaziale, la memoria, l'attenzione e la socializzazione. Inoltre, il gioco in neuropsicomotricità può essere utilizzato per aiutare i bambini a superare difficoltà emotive e relazionali, come l'ansia, la timidezza, la difficoltà di relazione con gli altri o la bassa autostima.
Lo studio del gioco in neuropsicomotricità ha portato alla formulazione di diversi approcci terapeutici, tra cui:
- Approccio globale: questo approccio mira a favorire lo sviluppo neuropsicomotorio del bambino attraverso un lavoro globale sul corpo, la mente e le emozioni. Questo approccio utilizza il gioco come strumento per stimolare la creatività, la fantasia e l'immaginazione del bambino.
- Approccio psicomotorio: questo approccio mira a favorire lo sviluppo neuropsicomotorio del bambino attraverso un lavoro specifico sulla coordinazione motoria, l'equilibrio, la percezione spaziale e la memoria. Questo approccio utilizza il gioco come strumento per migliorare le abilità motorie del bambino.
- Approccio relazionale: questo approccio mira a favorire lo sviluppo neuropsicomotorio del bambino attraverso un lavoro specifico sulla relazione con gli altri. Questo approccio utilizza il gioco come strumento per migliorare le abilità sociali e relazionali del bambino.
Il gioco in neuropsicomotricità può essere praticato da professionisti specializzati, come i neuropsicomotricisti, che utilizzano il gioco come strumento terapeutico per favorire lo sviluppo neuropsicomotorio dei bambini e dei ragazzi in difficoltà.
In sintesi, il gioco in neuropsicomotricità è un'attività terapeutica che utilizza il gioco come strumento per favorire lo sviluppo neuropsicomotorio dei bambini e dei ragazzi in difficoltà. Il gioco in neuropsicomotricità può assumere diverse forme e può essere utilizzato per raggiungere diversi obiettivi terapeutici, come migliorare la coordinazione motoria, l'equilibrio, la percezione spaziale, la memoria, l'attenzione e la socializzazione. Il gioco in neuropsicomotricità può essere praticato da professionisti specializzati, come i neuropsicomotricisti, che utilizzano il gioco come strumento terapeutico per favorire lo sviluppo neuropsicomotorio dei bambini e dei ragazzi in difficoltà.
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Sindrome di Down - Un Caso Clinico
Il contesto operativo e la presa in carico
Il luogo dell’intervento psicomotorio è quello di uno studio professionale privato ove, oltre alla psicomotricista referente del caso presentato, opera anche una logopedista con competenze specifiche in ambito neuropsicologico e psicomotorio. L’orientamento degli
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Il territorio ludico e il gioco nella Terapia Neuropsicomotoria: Corso Pratico-Teorico - 04/05/19 ottobre 2014 - Milano
Il territorio ludico e il gioco nella Terapia Neuropsicomotoria: Corso Pratico-Teorico
Data Inizio: 04 10 2014
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INTRODUZIONE - La Psicomotricità come unione inscindibile dell’affettività, della motricità e della cognitività
L’età infantile rappresenta, senza dubbio, un periodo fondamentale
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La Psicomotricità - Cenni storici
“La psicomotricità è una disciplina a connotazione pedagogico-riabilitativo-terapeutica concepita come dialogo che, considerando la persona nella sua unità psicosomatica, agisce sulla totalità dell’individuo tramite il corpo e il movimento all’interno di una relazione, con metodi attivi di mediazione corporea allo scopo di contribuire al
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Psicomotricità: educazione, rieducazione e terapia
La psicomotricità è una disciplina poliedrica, ha varie accezioni, secondo le quali essa è ora Educazione, ora Rieducazione, ora Terapia psicomotoria. La sua evoluzione storica ha seguito due linee parallele, quella pedagogica, passante per l’ambito scolastico, e quella riabilitativa, che è stata tracciata nell’ambito neuropsichiatrico.
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Il tono
“Il tono è la trama su cui tessono i gesti, le attitudini, le pose, la mimica; esso prepara alle rappresentazioni mentali ed il suo ruolo è preponderante nella presa di coscienza di sé e nella conoscenza del mondo e dell’altro” (Wallon).
Il tono rappresenta la struttura più arcaica ed essenziale della
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Lo schema corporeo
Il primo oggetto che il bambino percepisce è il proprio corpo: benessere e dolore, attuazione di movimenti e di spostamenti, sensazioni visive e uditive ecc., e questo corpo è il mezzo dell’azione, della conoscenza e della relazione.
La costruzione dello schema corporeo, ossia l’organizzazione delle sensazioni
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Terzo stadio: dal nono al diciottesimo mese
Il periodo dai nove ai diciotto mesi è dominato dall’acquisizione della deambulazione autonoma. Con questa viene definitivamente superata la “schiavitù della stasi”. Il bambino diventa padrone del suo corpo e della sua motricità e si lancia alla conquista dello spazio intorno a lui e anche più lontano. Finalmente il mondo circostante, perennemente tentatore e
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Attività motoria globale: gioco libero
L’educazione psicomotoria nell’età prescolare deve essere innanzitutto un’esperienza attiva di confronto con l’ambiente. L’aiuto educativo, che provenga dai genitori o dall’ambiente scolastico, non ha come obiettivo di far apprendere al fanciullo dei comportamenti motori, ma di permettergli, per mezzo del gioco, di esercitare la sua funzione di aggiustamento,
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Esercizi di percezione del proprio corpo
Esercizi di percezione del proprio corpo: controllo tonico; scoperta e presa di coscienza delle diverse parti del corpo con verbalizzazione; giochi d’imitazione di gesti e atteggiamenti; orientamento del corpo proprio.
Per quanto riguarda la percezione del proprio corpo, il fanciullo delimita il suo corpo
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Motricità fine: dallo scarabocchio al grafema
Classicamente, l’esercizio grafico ha innanzitutto, come finalità, la preparazione alle conoscenze scolastiche, più in particolare alla scrittura ed alla lettura. Tale supporto è uno degli aspetti dell’attività psicomotoria. Esso prolunga, sul piano della coordinazione motoria, ciò che già è stato sollecitato nell’esercizio di coordinazione globale. Le
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CONCLUSIONI - La Psicomotricità come unione inscindibile dell’affettività, della motricità e della cognitività
La psicomotricità ha nei suoi codici fondamentali lo sviluppo della capacità empatica sia nella formazione del conduttore sia tra gli obiettivi per lo “star bene”, empatia per capire e farsi capire, per aiutare gli adulti a crescere e ad aiutare i bambini a fiorire.
In questo lavoro si è visto come la
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BIBLIOGRAFIA - La Psicomotricità come unione inscindibile dell’affettività, della motricità e della cognitività
- ASSOCIAZIONE PERCORSI PER CRESCERE. Alla scoperta della scrittura. D. Morando.
- AMBROSINI, C. PELLEGATTA, S. (2012) Il gioco nello sviluppo e nella terapia psicomotoria. Centro Studi Erikson.
- AMBROSINI, C. DE PANFILIS, C. WILLE, A. M. La
- Definire la disabilità intellettiva: dal ritardo mentale ai disturbi dello sviluppo intellettivo ...
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Il comportamento adattivo
Nel quadro generale di grande attenzione alla sola misura del QI alcuni autori avevano iniziato ad interessarsi del comportamento adattivo e a ritenerlo un aspetto essenziale nella diagnosi di ritardo mentale.
Tuttavia fu solo negli anni ‘60 che l’ American Association on Mental Deficiency (AAMD) -poi AAMR-
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Casi Clinici - La valutazione del funzionamento adattivo nei bambini con disabilità intellettiva
Nell’ultimo anno ho avuto la possibilità di seguire 3 bambini con disabilità intellettiva presso la struttura di Neuropsichiatria Infantile della ASL 4 di Rapallo. Nello specifico, si tratta di bambini in età pre-scolare con ritardo cognitivo e scarso funzionamento adattivo. Ho somministrato le scale Vineland alla terapista che ha in carico i bambini al fine
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Studio Eureka
Sede Lavorativa: Lombardia, Bergamo, Luzzana, 24069, Via Bucaneve 54
Contatti: CONOSCERSI per CONOSCERE, analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo - 27 / 28 / 29 giugno 2014 - Catanzaro
CONOSCERSI per CONOSCERE, analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo
Data Inizio: 27 06 2014
Altre Date: 27(14:40/19:00),
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La terapia neuropsicomotoria in acqua:la presa in carico e il progetto terapeutico - da giugno a settembre 2014 - Milano
La terapia neuropsicomotoria in acqua:la presa in carico e il progetto terapeutico
Data Inizio: 21 06 2014
Altre Date:
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CONOSCERSI per CONOSCERE, analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo - 04 / 05 / 06 luglio 2014 - Sassari
CONOSCERSI per CONOSCERE, analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo
Data Inizio: 04 07 2014
Altre Date: ...
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CONOSCERSI per CONOSCERE, analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo - 20 / 21 / 22 giugno 21014 - Cosenza
CONOSCERSI per CONOSCERE, analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo
Data Inizio: 20 06 2014
Altre Date: 20, 21 ,22 giugno
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I GESTI CHE CURANO - LES GESTES QUI SOIGNENT - 4, 5, 6 aprile 2014 - Milano
Presentazione
L’iniziativa prende le mosse dal Congresso ANUPI di Riva del Garda dello scorso anno nel quale erano presenti colleghi francesi che
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Corso Introduttivo sul Modello DIR - 24 / 25 maggio 2014 - Roma
Corso Introduttivo sul Modello DIR
Data Inizio: 24 05 2014
Altre Date: 25 Maggio
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Corpo e interazione terapeutica. L’approccio psicomotorio nelle relazioni d’aiuto – aprile / settembre 2014 - Milano
Corpo e interazione terapeutica. L’approccio psicomotorio nelle relazioni d’aiuto
Presentazione: ...
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Ciclo di formazione personale in psicomotricità - marzo - giugno 2014 - Bologna
CICLO DI FORMAZIONE PERSONALE IN PSICOMOTRICITA'
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La Comunicazione Aumentativa Alternativa
La Comunicazione
Il termine comunicazione deriva dal latino communico che significa mettere in comune, fare partecipe, condividere; nella sua prima definizione, perciò, è l'insieme dei fenomeni che comportano il trasferimento di informazioni. Per
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Caso clinico R - Strategie Visive e CAA in diversi casi clinici: Autismo e Disabilità Intellettiva
Caso clinico R.
R. è una bambina di 6 anni, di nazionalità albanese nata in Italia, giunta in osservazione presso la struttura all'età di 4 anni e 5 mesi in merito a Disturbo Pervasivo di Sviluppo. Dopo un periodo di osservazione del
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Caso clinico F - Strategie Visive e CAA in diversi casi clinici: Autismo e Disabilità Intellettiva
Caso clinico F.
F. è un bambino di 11 annidi nazionalità equadoregna figlio di genitori sposati e poi separati, con diagnosi di Autismo in carico alla struttura dall'età di 5 anni.
Dalla storia personale e
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Caso clinico A - Strategie Visive e CAA in diversi casi clinici: Autismo e Disabilità Intellettiva
Di seguito riporto tre casi clinici aventi diverse età, con patologie di Disabilità Intellettiva e Disturbi dello Spettro Autistico. Tutti e tre i casi presentano deficit nella comunicazione e pertanto è opportuno utilizzare con loro le Strategie Visive e la CAA. Grazie a questi tre casi è stato possibile osservare come i vari metodi possano essere utilizzati
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BIBLIOGRAFIA - Riferimenti teorici - Strategie Visive e CAA in diversi casi clinici: Autismo e Disabilità Intellettiva
Riferimenti teorici Autismo
Criteri Diagnostici dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo del DSM-IV
Il DSM-IV appunto descrive tali criteri diagnostici: A. un totale di 6 (o pi`u) voci da (1), (2) e (3), con almeno 2 da (1), e uno ciascuno da
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Centro BLU - Torino
Sede Lavorativa: Piemonte, Torino, 10128, Torino, via San Secondo 95
Contatti: Chiara Curcuglioniti - Psicomotricista...
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Conoscersi per conoscere,analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo - 9 / 10 / 11 maggio 2014 - Genova
Conoscersi per conoscere,analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo
Data Inizio: 09 05 2014
Altre Date: 10/11-
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Conoscersi per conoscere,analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo - 28 / 29 / 30 Marzo 2014 - Potenza
Conoscersi per conoscere,analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo
Data Inizio: 28 03
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CONOSCERSI per CONOSCERE, analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo - 28 febbraio / 1 e 2 marzo 2014 - Bologna
CONOSCERSI per CONOSCERE, analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo
Data Inizio: 28 02 2014
Altre Date: 1 e 2 marzo
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Conoscersi per conoscere,analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo - 7, 8 e 9 Febbraio 2014 - Teramo
Conoscersi per conoscere,analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo
Data Inizio: 07 02 2014
Altre Date: 7,8 e 9
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Revisioni su alcune delle principali Terapie Alternative e Complementari nella riabilitazione delle PCI
Nel capitolo seguente verranno presentate alcune delle principali terapie alternative e complementari utilizzate nella riabilitazione delle PCI, analizzando per ciascuna le basi teoriche e le prove di efficacia; il tutto è attinto dalla letteratura scientifica e dal Congresso intersocietario SINPIA-SIMFER tenuto a Bologna nel giugno 2010.
Metodo ADELI suit
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Evoluzione dell’empatia
La selezione naturale mette a punto i meccanismi che servono alle specifiche esigenze di ogni specie “ecologica”, e i comportamenti sociali sono maggiormente comprensibili nel contesto dell'evoluzione. Tuttavia, bisogna sottolineare che, la letteratura della psicologia comparata ed etologia sono afflitte dalle stesse limitazioni e che la letteratura umana deve affrontare la difficoltà di
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Disturbi di personalità
Il termine “personalità” deriva dal latino “persona”, cioè maschera. Etimologicamente, dunque, la personalità sarebbe un’amplificazione delle caratteristiche individuali del personaggio rappresentato dall’attore, in modo che il pubblico sapesse quali atteggiamenti e comportamenti aspettarsi da lui.
Alcuni tratti del nostro modo di pensare, di fare esperienza e di comportarci tendono a
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Modalità di approccio ai disordini dell’empatia e strategie terapeutiche
Aspetti generali della riabilitazione nel bambino
“ La parola neuropsicomotricità si presenta affascinante nella sua intenzione di conciliare i due termini estremi della concezione dualistica della persona umana. Concezione che la cultura di questo secolo stempera via via sotto l'impulso di esperienze e fenomeni che hanno visto riproporsi sempre più energicamente l'interazione
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CONCLUSIONI - Empatia: origine, significato e disordini
In questo elaborato è presentato un quadro esplicito per ciò che riguarda l’empatia e le patologie legate alla sua carenza o alla sua mancanza. La riabilitazione neuropsicomotoria mira a far emergere delle competenze, in questo caso empatiche, attraverso l’utilizzo di strategie e facilitatori.
In altre parole, tramite il “gioco” il bambino entra in relazione con il mondo esterno, con
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La voce udita nella vita fetale, in principio era il suono
In passato si pensava che il feto non fosse in grado di utilizzare i propri organi di senso e che questi potessero funzionare solo dopo la nascita. Il feto era visto come un essere psichicamente indifferenziato, incapace di vivere esperienze sensoriali proprie [2].
Questo tipo di concezione statica è stata poi sostituita da una più dinamica: grazie al progresso tecnologico e agli
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Lo sviluppo della voce nel primo anno di vita: la voce prodotta
Sono avida di voci, che siano leggere o pesanti, scure o chiare, le amo per la loro straordinaria capacità di farsi corpo [16].
Quando un bambino nasce l’unico suono che la madre e i medici anelano di sentire è la sua voce. Il primo vagito, il primo pianto del bambino testimoniano che respira, che è vivo. La voce
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La voce e le categorie psicomotorie
Nell’intervento terapeutico neuro e psicomotorio esistono delle categorie tipiche mediante le quali vengono analizzate le azioni del bambino, in termini di qualità. Queste “grandi categorie riassumono la comunicazione relazionale, essenzialmente non verbale” [20]...
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La voce in Terapia - Il Dialogo tonico e sonoro
Nella prima parte di questo lavoro è stato analizzato lo sviluppo della voce. E’ stato così possibile giungere alla consapevolezza del rilievo della voce nei rapporti vissuti dalla triade, già durante l’età gestazionale. Il percorso di crescita e di integrazione della voce con tutte le altre componenti dello sviluppo si identifica come un percorso naturale, fatto di interscambi, di variazioni
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Obiettivi del trattamento - Il dialogo tonico e il dialogo sonoro
L’osservazione e l’interazione con i bambini durante il tirocinio ha fatto emergere quali siano gli obiettivi principali nel trattamento neuro e psicomotorio di cui, indipendentemente dalla diagnosi e dalla patologia del paziente, si cerca di promuovere il raggiungimento.
Quando ho avuto la possibilità di inserirmi direttamente nel trattamento di questi bambini, ho concentrato la mia
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Dialogo Tonico e Sonoro: semplicemente Ninna-nanna
La sintesi di Dialogo Tonico e Dialogo Sonoro si palesa in un rito tanto semplice quanto antico: la ninna-nanna.
La ninna-nanna è un rituale che madre e bambino costruiscono insieme fin dai primi giorni di vita e ha una duplice valenza: è utile per far rilassare o addormentare il bambino, è significativa per la relazione.
“Nella ninna nanna la funzione dell’addormentamento si
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BIBLIOGRAFIA - L’importanza della voce nella terapia neuro e psicomotoria
BIBLIOGRAFIA
Amitrano A., La voce: Uno strumento dei professionisti che promuovono la salute, Springer Ed., Roma 2010, p. 39-44.
Berti E. - Comunello F. – Savini P., Il contratto terapeutico in terapia psicomotoria, Edizioni Junior, s.l 2001, p 40-49, 124-128.
Berti E. - Comunello F. –Nicolodi G., Il
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L'utilizzo del Sociodramma e delle Storie nei gruppi di bambini - 30 / 31 maggio e 1 giugno 2014 - Treviso
SOCIODRAMA AND STORY IN CHILDREN’S GROUPS
L'utilizzo del Sociodramma e delle Storie nei gruppi di bambini
Data Inizio: 30 05 2014
Altre Date: 31 maggio e
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Gli strumenti per la conduzione della Terapia Neuropsicomotoria - Oggetti, azioni, strategie per la realizzazione degli obiettivi - da gennaio a maggio e da settembre a novembre dell'anno 2014 - Milano
Gli strumenti per la conduzione della Terapia
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Studio La libellula - Pisa
Sede lavorativa: Regione Toscana, Pisa, via Pungilupo 39 B
Contatti: Dott.ssa Cristiana Susino - Terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva
- +39 389 5926594
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Il corpo e “ il senso del movimento” corso pratico annuale di formazione personale per la costruzione del ruolo terapeutico psicomotorio - inizio 26 gennaio 2014 - Milano
Il corpo e “ il senso del movimento” corso pratico annuale di formazione personale per la costruzione del ruolo terapeutico
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Studio Diagnosi e Terapia nel ciclo di vita - Rozzano - Milano
Studio Diagnosi e Terapia - Rozzano
Viale Lombardia 4 - ingresso Via Garofani
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Genitorialità, famiglia e disabilità
La nascita di un bambino e, di conseguenza, la trasformazione della coppia coniugale a quella genitoriale, comporta quasi sempre un periodo di crisi, poiché questo evento richiede di mettere in gioco le capacità di adattamento dei singoli individui e della precedente relazione.
Il modo in cui la coppia affronta tale cambiamento e riesce a riorganizzarsi, includendo nel proprio mondo
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Presentazione del Centro - Il Centro A.P.R. (Associazione Pistoiese per la Riabilitazione)
Il Centro A.P.R. (Associazione Pistoiese per la Riabilitazione) di Montecatini Terme è un distaccamento dell’Associazione A.P.R di Pistoia, un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS), costituita dal 1963, con lo scopo di svolgere attività di assistenza sanitaria finalizzata a favorire il pieno sviluppo di coloro che si trovano in situazioni di
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Introduzione - L’importanza del gioco nella relazione madre-bambino
Ho iniziato a seguire N., un bambino di 3 anni e 4 mesi con un quadro
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Anamnesi e informazioni cliniche - Il caso di N.
N. è nato il 9 gennaio 2008 da una prima gravidanza normodecorsa con parto spontaneo eutocico espletato alla 38° settimana. Il peso alla nascita era 3600 g, lunghezza 50 cm, circonferenza cranica 34 cm e indice di Apgar 9-10.
È stato eseguito un tampone vaginale che è risultato positivo per infezione da Streptococco, per cui madre e bambino hanno effettuato una terapia antibiotica. È
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Il progetto riabilitativo - Intervento neuropsicomotorio individuale
Il principio fondamentale di ogni terapia consiste nell’accompagnare il bambino nel suo personale percorso di sviluppo, facilitando l’acquisizione di nuove competenze, a partire dal livello di competenza già raggiunto. Per questo è molto importante, per progettare ed attuare un intervento valido, basarsi sull’osservazione del comportamento spontaneo del bambino, in modo tale da individuare e
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Il progetto riabilitativo - Intervento parallelo sulla coppia madre-bambino
In seguito alle nostre osservazioni ed alle problematiche emerse nella relazione fra N. e la mamma abbiamo valutato la possibilità di proporre un intervento parallelo all’intervento individuale, rivolto specificatamente alla coppia madre-bambino.
Il nostro obiettivo era quello di coinvolgere la madre di N. chiedendole di presenziare ad alcune sedute insieme al bambino e di partecipare
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Descrizione dell’intervento - L’importanza del gioco nella relazione madre-bambino
Prima di presentare nel dettaglio il lavoro che ho svolto con N. e la madre, vorrei fare alcune premesse che costituiscono, in un certo senso, lo sfondo comune a tutte le sedute da me condotte e la base razionale del mio progetto d’intervento.
Il gioco, come ho già detto precedentemente, è stato l’ingrediente primario di ogni seduta, nonché lo
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Prima seduta “ Il corpo”
La proposta
Per la prima seduta di terapia con N. e la madre ho pensato di proporre un’attività che integrasse un lavoro sul riconoscimento delle parti del corpo con un gioco di manipolazione di materiale plastico.
All’inizio della seduta ho utilizzato un librino per bambini con le illustrazioni delle varie parti del corpo che ho mostrato a N. chiedendogli di indicare ogni
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Seconda seduta “Il percorso”
La proposta
Per il secondo incontro con N. e la madre ho pensato di proporre un’attività di tipo prevalentemente motorio che favorisse l’esperienza corporea sia nella motricità di spostamento sia nella motricità fine.
Allo stesso tempo, però, non
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Terza seduta “Il mare”
La proposta
Ho deciso di incentrare la terza seduta con N. e la madre su un’attività di tipo grafico-pittorico, scegliendo come cornice di gioco il tema del mare.
Per costruire un contesto simbolico all’interno del quale introdurre, poi, l’attività, ho scelto di iniziare la seduta guardando insieme al bambino un libro con le illustrazioni dei pesci, che aveva anche alcune
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Quarta seduta “La cucina”
La proposta
Per questa quarta seduta avevo intenzione di introdurre il gioco simbolico, utilizzando come oggetti o le macchinine, o i coccini, o i bambolotti, o qualsiasi altra cosa adatta al gioco del “far finta di”.
Sapevo bene che questa modalità di gioco era ancora molto immatura nel bambino e che, quindi, per riuscire a giocare, sarebbe stato necessario un intervento
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Conclusioni - L’importanza del gioco nella relazione madre-bambino
Al termine del periodo di tirocinio, mi trovo a riflettere su quanto il mio lavoro con N. e la madre, che si è svolto, comunque, in un tempo considerevole di circa cinque mesi, appaia, in realtà, appena iniziato.
La fase osservativa-valutativa ha richiesto uno sforzo notevole, che ci ha permesso, però, di riuscire ad inquadrare la problematica in termini piuttosto precisi e realistici
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Commento al video- L’importanza del gioco nella relazione madre-bambino
La prima sequenzadi video (primi 35 sec.) è un estratto della seduta di osservazione in stanza di terapia.
Vediamo la madre di N. che mostra un libro al bambino, limitandosi però ad indicare gli oggetti raffigurati nelle pagine e a chiedere a N. di dire come si chiamano; si nota come il bambino sia, in realtà, poco interessato a questo tipo di attività e come, alle
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Bibliografia - L’importanza del gioco nella relazione madre-bambino
- Abidin R.R. (2010),PSI Parenting Stress Index. Manuale. Adattamento italiano a cura di Guarino A., Di Blasio P., D’Alessio M., Camisasca E. e Serantoni G., Firenze, Giunti O.S. Organizzazioni Speciali.
- Bailey D.B., Skinner
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Ringraziamenti - L’importanza del gioco nella relazione madre-bambino
Ho deciso di aggiungere questa paginetta finale nel rispetto di un’usanza che, oramai, sembra essere entrata definitivamente nella prassi, ma che sento di condividere solo a patto che venga lasciata a chi scrive l’assoluta libertà di personalizzarla come meglio crede.
Non voglio fare ringraziamenti forzati, imposti da una qualsiasi ipotetica “buona norma”, ma voglio ringraziare
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Oltre la patologia: un nuovo approccio alle famiglie con figli disabili
Lo stress, come affermano Knussen e Cunningham (1988),“emerge dalla relazione fra la persona e l’ambiente, che viene valutato come troppo esigente rispetto alle proprie risorse e minaccioso per il proprio benessere”.
Considerando però che, in molti casi, le fonti di
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Le famiglie, protagoniste dell’intervento
In passato il ruolo delle famiglie nel rapporto con i servizi era considerato in modo spesso ambiguo. Kershow, nel 1965, scriveva che la collaborazione dei genitori nei confronti del percorso riabilitativo del proprio bambino poteva consistere in un impegno concreto, finalizzato a facilitare lo sviluppo armonico del piccolo, ma anche in una semplice
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L’intervento centrato sulla famiglia - Riassumendo…
Volendo riassumere sinteticamente i concetti espressi in questo capitolo, possiamo dire che la presenza di un figlio con una condizione di disabilità richiede alla famiglia di mettere in atto processi di adattamento non facili. È necessario che i genitori siano capaci di ristrutturare le loro modalità di interpretazione degli eventi e di ridefinire le loro
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Osservazione e valutazione - Il caso di N.
Il bambino presenta un quadro funzionale di ritardo globale dello sviluppo associato ad un importante disturbo del linguaggio espressivo e recettivo.
La funzione attentiva risulta piuttosto fragile ed incostante: è sempre necessario il contenimento dell’adulto per aiutare il bambino a concentrarsi su un compito e a portarlo a termine senza
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Applicazione della scheda Berti-Comunello
Competenze del bambino
Competenze motorie
Per quanto riguarda la motricità di base, N. ha acquisito tutte le competenze in modo adeguato all’età: esegue i passaggi posturali con facilità e senza bisogno di aiuto o di appoggi, gli spostamenti vengono effettuati utilizzando un
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CONOSCERSI per CONOSCERE, analisi dei fattori che concorrono al benessere psico-fisico dell’individuo - 04 / 05 / 06 luglio 2014 - Sassari
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Osservazione e valutazione - Relazione madre-bambino
La presa in carico di un bambino deve trovare il suo fondamento in uno sguardo “panoramico” verso la persona, facendo in modo che l’attenzione al dettaglio (che deve sempre esserci) non lasci sfuggire la totalità, cioè la globalità di un individuo che non deve essere frammentato ma che, con il nostro aiuto, possa rafforzare la sua integrità. È per questo che,
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Prima seduta di osservazione in stanza di terapia
Abbiamo voluto integrare l’osservazione fatta durante il soggiorno estivo a Marina di Massa con un’osservazione in stanza di terapia, durante una prima seduta di gioco libero a cui ha partecipato anche la madre di N.
All’inizio della seduta, la terapista ha fornito alla signora delle indicazioni sul tipo di attività e sulle caratteristiche del
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Patologie neuromotorie ed ortopediche: approccio terapeutico in età evolutiva secondo la gestione neuroevolutiva di Karel e Berta Bobath - 2 / 6 novembre 2013 - Roma
Evento RES - Corso Pratico finalizzato allo sviluppo continuo professionale
Patologie neuromotorie ed ortopediche: approccio terapeutico in età evolutiva secondo la gestione neuroevolutiva di Karel e Berta
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Movimento ed interazione: formazione residenziale interattiva in pratica psicomotoria “Il corpo come registratore di storia” 1 / 2 / 3 novembre 2013 - Napoli
La sintesi narrativa, sia in fase osservativa che in fase di trattamento è uno strumento del TNPEE che garantisce la globalità dell'approccio. Ogni narrazione si appoggia sui sensi che si aprono al mondo e sugli altri canali
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La comunicazione verbale in terapia psicomotoria
Se la comunicazione non verbale assume in terapia primaria importanza, che dire di quei momenti in cui la parola affiora nell'interazione tra bambino e psicomotricista? E' evidente che l'aspetto verbale della comunicazione in terapia assume vari significati. E' opportuno che lo psicomotricista sappia riconoscerli per non permettere ad un'area non controllata dell'interazione di produrre
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Prima Osservazione - Jessica
Il mio primo impatto con questa situazione è stato a dir poco toccante, sia dal punto di vista umano che terapeutico.
La mia reazione istintiva è stata quella dì non essere in grado "almeno"di interagire con quella bambina così "particolare".
Jessica mi viene affidata dopo il pranzo nella mensa del centro che frequenta in regime di semiinternato.
La presi per mano e
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Il Ritardo Psicomotorio - Analisi di un "Caso Clinico" - Anamnesi e Osservazione
M. ha attualmente 4 anni e mezzo, ha cominciato il percorso terapeutico (psicomotricità) all'età di 3, con una diagnosi d'entrata di "Ritardo dello Sviluppo Psicomotorio" e Difficoltà Relazionali. La terapia logopedica è stata avviata più tardi, all'età di quasi 4 anni.
Dalle informazioni raccolte, emerge:
- allattamento artificiale (non si è attaccato al
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Il Ritardo Psicomotorio - Progetto Terapeutico e Modalità d'Intervento
Al termine del periodo di osservazione (tre-quattro sedute) si procede alla formulazione del progetto terapeutico specifico in cui si propongono:
- il tipo d'intervento (individuale o di gruppo);
- le modalità e le aree d'intervento;
- gli obiettivi da raggiungere;
- la scansione delle sedute e la previsione della durata;
- i tempi delle
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Il Ritardo Psicomotorio - CONCLUSIONI
Il caso clinico preso in considerazione presentava inizialmente un quadro di Ritardo dello Sviluppo Psicomotorio e Difficoltà Relazionali.
I versanti particolarmente compromessi erano quelli delle competenze cognitive, del linguaggio verbale sia in input sia in output e della sfera affettivo-relazionale.
Il bambino ha cominciato la terapia psicomotoria mirata a migliorare
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Indicatori e caratteristiche generali delle possibila vittima del bullismo a scuola e a casa
- Indicatori primari: sono spesso presi in giro, umiliati, denigrati, derisi, sono aggrediti tìsicamente senza essere in grado di difendersi, vengono danneggiati oggetti di loro proprietà, come vestiti, libri, denaro, presentano sgraffi, lividi, ferite varie a cui non si può dare una spiegazione naturale.
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Autistic Diagnostic Interview
È un'intervista semi-strutturata utilizzata con genitori di bambini autistici. Essa è finalizzata a raccogliere informazioni relative allo sviluppo, nei primi 5 anni di vita, delle competenze appartenti a:
- la comunicazione e il linguaggio;
- l'interazione sociale;
- il
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L'importanza dell'Attenzione Condivisa nello Sviluppo del Bambino
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II Caso - Iperattività o ADHD - Verifica degli obiettivi e dimissioni
Il trattamento di gruppo è durato circa due anni, con frequenza dapprima bisettimanale e poi monosettimanale, così come pure la terapia logopedica per V.
Erano notevolmente migliorate le abilità di autonomia personale e sociale, si vestivano e svestivano da soli, si allacciavano le scarpe, abbottonavano, infilavano, mangiavano in maniera ordinata,riconoscevano le monete e si
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II Caso - Iperattività o ADHD - Presa in carico e colloqui con la famiglia
Inizialmente V. aveva problemi di separazione dalla madre, la quale entrava in terapia accompagnandolo e poi usciva.
Questo durava per poche sedute, dopo aver instaurato un discreto approccio relazionale V. accettava l'entrata in terapia e si toglieva le scarpe (questo momento segnava l'inizio e la fine della seduta).
Nelle sedute iniziali il bambino mostrava un comportamento
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II Caso - Iperattività o ADHD - Diagnosi e piano di trattamento neuropsicomotorio
Nel novembre del 2000, arrivano nella struttura riabilitativa due fratelli V. e G., rispettivamente di sei e sette anni, entrambi con la diagnosi di “Sindrome Ipercinetica” ed in più per V. associato anche il disturbo del linguaggio.
Entrambi erano inseriti in trattamento psicomotorio trisettimanale con due terapiste diverse, poiché la terapia era individuale.
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I Caso - Iperattività o ADHD - Verifica degli obiettivi e dimissioni
In ogni caso nel setting terapeutico G. aveva un comportamento più responsabile. Intanto la sintomatologia epilettica era scomparsa, continuava il controllo dell'epilessia con CBZ.
Dai colloqui con la madre, la signora riferiva che anche a casa il bambino si era calmato.Iniziavano esercizi specifici per l'orientamento temporale (giorni della settimana, mesi dell'anno, le
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I Caso - Iperattività o ADHD - Presa in carico e colloqui con la famiglia
Dopo la presentazione iniziale della sala di psicomotricità, quindi degli oggetti che poteva trovare, G. presentava incordinazione motoria poiché saltava sui materassi in continuazione, si muoveva da un posto all'altro facendo capriole. Il suo era un agire molto velocizzato, caratterizzato da difficoltà d'attenzione e mancanza di contatto visivo con la terapista.
G. mostrava buone
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I Caso - Iperattività o ADHD - Diagnosi e piano di trattamento neuropsicomotorio
Nel gennaio del 2001, G . entra in trattamento psicomotorio trisettimanale all'età di 6 anni e 6 mesi con la diagnosi di “ Disturbo da Deficit di attenzione/iperattività” ed epilessia.
L'obiettivo a lungo termine comprende:
- Il miglioramento delle capacità adattive, relazionali;
- Il controllo
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Caratteristiche Diagnostiche - Il Disturbo da Deficit di Attenzione / Iperattività o ADHD
Le caratteristiche cliniche principali che costituiscono la Sindrome da deficit attentivo sono tre:
- Impulsività;
- Disattenzione;
- Iperattività.
L'Impulsività può portare ad incidenti ed al coinvolgimento in attività potenzialmente pericolose, senza considerare le possibili conseguenze.
I bambini con SDA, hanno difficoltà nel portare a
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Le aree di gioco della psicomotricità
Tonico emozionale
Si struttura nel dialogo tonico madre bambino, interessa la sensibilità propriocettiva, quindi la funzione tonica, che dal livello neurofisiologico si trasforma gradualmente in tessuto della relazione; interessa anche la sensibilità labirintica e tattile.
Pre simbolico
Nasce dalla qualità delle prime relazioni, dai primi dati sensoriali
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La seduta di pratica psicomotoria (metodo di Bernard Aucouturier)
L'entrata
Il bambino troverà all'interno della stanza uno scenario che ritorna sempre uguale nelle sue caratteristiche di fondo.
C'è un luogo nella sala dove ogni volta adulto e bambino si riuniscono e dove avvengono alcuni rituali, come il togliere le scarpe o sfilarsi abiti troppo pesanti.
Questo primo spazio delimita il confine tra il dentro e il
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Psicomotricità Giochi
Oltre ad essere un importante espressione della vita affettiva del bambino, il gioco permette di sviluppare:
- abilità motorie
- cognitive
- sociali
in molti bambini con difficoltà, il gioco è inibito, cioè assente nel quotidiano, e questo quasi sempre porta all'esclusione sociale da parte dei coetanei.
Il terapista della
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Lo spazio della stanza di Psicomotricità
Lo spazio della stanza di terapia psicomotoria è uno spazio “pensato dall' adulto per il bambino”, ed è il primo grande segnale di attenzione al suo desiderio.
L'allestimento prevede un'area legata al senso-motorio : questa area è costituita da:
- Spalliere
- Scivoli
- Materassi
- Materiale da cui e su cui è possibile salire,
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Cosa pensa il bambino
Chi è questo signore?
Cosa vuole da me?
Perché io dovrei giocare con lui?
Queste domande che inizialmente il bambino si pone, nel tempo si trasformano in:
Come e cosa farò in quel luogo?Quindi le domande non si articolano solo sulla persona, ma
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Bibliografia - La Terapia Psicomotoria
- Roberto Carlo Russo Il gioco delle Parti, ed. scientifiche CSIFRA, 1997
- Roberto Carlo Russo Il gioco delle Parti, ed. scientifiche CSIFRA, 1997
- Progetto Estate '97 "L'albero piantato in mezzo al prato: per un'ecologia della mente nel bambino autistico" Elaborato dal Centro Futura in collaborazione con il Dipartimento di Riabilitazione della A.S.L. Na
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La terapia neuropsicomotoria in acqua:la presa in carico e il progetto terapeutico - inizio 15 giugno / 21 settembre 2013 - Genova
La terapia neuropsicomotoria in acqua:la presa in carico e il progetto terapeutico
Date:
- 1°incontro
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Abuso di sostanze nella fase adolescenziale; rete di supporto ed empowerment organizzativo - 07 luglio 2013 - Potenza
Titolo del corso: Abuso di sostanze nella fase adolescenziale; rete di supporto ed empowerment
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La gestione neuroevolutiva di Karel e Berta Bobath delle patologie neuromotorie ed ortopediche dal 31 maggio al 4 novembre 2013 - Roma
La gestione neuroevolutiva di Karel e Berta Bobath delle patologie neuromotorie ed ortopediche:
- APPROCCIO TERAPEUTICO IN ETA'
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INTRODUZIONE - La Psicomotricità come unione inscindibile dell’affettività, della motricità e della cognitività